La Delegazione di Puglia e Basilicata onora Sant’Egidio da Taranto

Questa notizia viene pubblicata con molto ritardo per motivi tecnici. Come da tradizione, venerdì 2 giugno 2023, la Rappresentanza di...

Questa notizia viene pubblicata con molto ritardo per motivi tecnici.

Come da tradizione, venerdì 2 giugno 2023, la Rappresentanza di Terra d’Otranto della Delegazione di Puglia e Basilicata del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, si è unita su invito del parroco, Fra’ Vincenzo Chirico, OFM, alla comunità parrocchiale di San Pasquale Baylòn, per i festeggiamenti del XXVII anniversario della canonizzazione di Sant’Egidio da Taranto, compatrono della Città dei due Mari.

Per l’Ordine Costantiniano erano presenti il Responsabile della Comunicazione di Delegazione, Dr. Andrea Nicoletti, Cavaliere di Merito; il Fiduciario per la Città di Taranto, Cap. Vasc. Giuseppe Giacovazzo, Cavaliere di Merito con Placca; l’Ing. Otello Giusti, Cavaliere di Merito e il Sig. Lino Greco, Cavaliere d’Ufficio. Inoltre, quest’anno ha presenziato anche una rappresentanza della Delegazione di Terra d’Otranto del Sovrano Militare Ordine di Malta, guidata dal Conte Dr. Fabio Carducci Agustini dell’Antoglietta, dei Marchesi di Fragagnano, Cavaliere di Onore e Devozione In Obbedienza.

I Confratelli dei due Ordini cavallereschi hanno scortato il simulacro di Sant’Egidio nella processione che dalla chiesa conventuale di San Pasquale Baylòn in corso Umberto I, passando per il ponte girevole e costeggiando il castello Aragonese, ha condotto i fedeli alla piazzetta di Sant’Egidio, antistante a quella che fu la casa in cui crebbe il santo tarantino.

La solenne Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da Fra’ Giancarlo Maria Greco, OFM, parroco Maria Santissima della Croce di Francavilla Fontana, concelebranti il parroco di San Pasquale Baylòn, Fra’ Vincenzo Chirico, OFM, e altri frati delle comunità francescane di Taranto e di Francavilla. Nella sua omelia, Fra’ Giarcarlo Maria Greco ha richiamato la vita del Santo come sprone ed esempio per tutti i Cattolici nel loro cammino di fede.

Al termine della Santa Messa, si è rientrati in processione, con il simulacro scortato dai due Ordini Cavallereschi, sostando poi in piazza Garibaldi per un momento di animazione pirotecnica, per poi rientrare nella chiesa di San Pasquale Baylòn, sempre accompagnati dal Gran Complesso Bandistico Città di Crispiano.

Fra’ Egidio Maria di Giuseppe al secolo Francesco Pontillo (Taranto, 16/11/1729 -Napoli, 7 Febbraio 1812) crebbe a Taranto nella umilissima casa dell’area detta pendio la Riccia, ancor oggi visitabile nel Borgo Antico della Città dei due Mari e che dal 1960 è luogo di preghiera. Svolse il mestiere di cordaio, un mestiere iconico delle antiche professioni artigiane del popolo tarantino, inevitabilmente legate alle risorse del mare. All’età di 24 anni entrò nell’Ordine dei Frati Minori Alcantarini e nella sua lunga permanenza a Napoli diffuse la devozione alla Madonna del Pozzo di Capurso e di San Pasquale Baylòn, la cui reliquia portava sempre con sé quando si recava a prestare assistenza ai poveri e agliammalati. Fu canonizzato da San Giovanni Paolo II il 2 giugno 1996. Il santo taumaturgo è venerato come protettore dei bambini, dei giovani in cerca di lavoro e delle persone provate dalla sofferenza e dalla malattia

La chiesa ed il Reale Convento di San Pasquale Baylòn, nel Borgo Umbertino di Taranto, non sono stati scelti casualmente dalla Rappresentanza di Terra d’Otranto come sede di riferimento per le attività spirituali organizzate sul territorio, in quanto si tratta di uno dei luoghi più rappresentativi del legame della città con la dinastia delle Due Sicilie. La realizzazione e costruzione dell’intero complesso la si deve infatti ad un frate non sacerdote, Fra’ Serafino Carrozzini della Concezione da Soleto, che, col suo carisma, riuscì ad ottenere nel 1747 il decreto per la fondazione del convento e un sussidio di centottanta ducati per la fraternità alcantarina da Re Carlo III di Borbone e dalla Regina Maria Amalia di Sassonia, e il consenso di Papa Benedetto XIV. Il convento giunse ad ottenere dai reali borbonici – che provvidero anche con elargizioni personali, donando al convento una ricca dote (oggi esposta nel museo-sacello) – il titolo di Reale Convento.

Il servizio fotografico è a cura di Pasquale Reo.

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