Sabato 3 dicembre 2022, in un clima di grande festa, Mons. Orazio Francesco Piazza ha fatto l’ingresso canonico come nuovo Vescovo di Viterbo. Nonostante la pioggia, la piazza San Lorenzo era piena di tante persone accorse per salutare il nuovo pastore, dove un picchetto armato interforze ha reso gli onori militari.
Nella cattedrale di San Lorenzo, si è svolta la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Piazza, con i Cardinali Lorenzo Baldisseri e Fortunato Frezza, il Vescovo emerito Lino Fumagalli, arcivescovi e vescovi del territorio laziale, i sacerdoti diocesani. Presenti il Prefetto, il Questore e il Presidente della Provincia di Viterbo, i Sindaci di Viterbo, di Sessa Aurunca e del territorio, il Rettore dell’Università della Tuscia, il Generale Andrea Di Stasio comandante di presidio militare di Viterbo e le maggiori autorità militari del territorio. Dalla Diocesi di Sessa Aurunca erano giunti anche numerosi fedeli, insieme a sindaci, amministratori e personale universitario della Campania. Tanti fedeli anche dalla Diocesi di Viterbo.
L’animazione musicale della celebrazione è stata curata con i canti eseguiti dalla Unione musicale “Adriano Ceccarini” diretta da Don Roberto Bracaccini e dal quartetto di ottoni “Stabat quater”, con all’organo il Maestro Ferdinando Bastianini.
In uno speciale settore riservato ha assistito al sacro rito una nutrita rappresentanza della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, i cui Volontari, su richiesta della Curia, hanno pure prestato servizio d’ordine.
Il sacro rito è iniziato con i saluti istituzionali del Sindaco di Viterbo, del Sindaco di Sessa Aurunca, del Presidente della Provincia di Viterbo. Rivolgendosi al suo successore il Vescovo emerito Lino Fumagalli ha detto, commosso: “La Chiesa in Viterbo ti accoglie con gioia. È una Chiesa viva che non nasconde le difficoltà del camminare nel tempo e nella storia in questo cambiamento d’epoca. In una società liquida, che sembra non avere valori forti e punti di riferimento certi e condivisi. A te, continuare il cammino iniziato. Un’intera comunità seguirà la tua guida saggia e prudente. Affidiamo il tuo servizio episcopale alla Madonna della Quercia, patrona della nostra diocesi, raffigurata nell’anello episcopale che ti doniamo. Da parte mia ti assicuro la mia costante preghiera per me e per la nostra chiesa e ti confermo sinceramente la mia promessa sacerdotale di filiale rispetto e obbedienza. Benvenuto, Vescovo Orazio Francesco”.
Poi, Don Flavio Valeri ha dato lettura della bolla papale con cui Mons. Piazza è stato designato alla guida della Chiesa in Viterbo. Al termine, il Mons. Fumagalli ha detto: “Da questo momento Orazio Francesco Piazza è vescovo della chiesa di Viterbo”, gli ha consegnato il pastorale e Mons. Piazza ha indossato la mitra e l’anello vescovile con il volto della Madonna della Quercia. È stato il momento più toccante. Il nuovo vescovo, seduto in cattedra, ha accolto “l’obbedienza” dei rappresentanti della Chiesa diocesana fra cui sacerdoti, diaconi, laici, giovani e religiosi e religiose della diocesi.
Nella sua omelia Mons. Piazza ha detto: “Farò sì che del cammino del mio predecessore nulla sia perduto. Oggi la nostra umanità è segnata da tante contraddizioni: ci sono le difficoltà economiche, un’economia che dimentica le famiglie e le persone, un lavoro che molto spesso non c’è, un atteggiamento predatorio che ci rende meno solidali anche verso il creato. Giustizia e legalità siano le nostre cinture di sicurezza. Non possiamo essere spettatori di chi compie azioni predatorie verso il creato, l’economia, il vissuto, lo stile di vita. Dobbiamo prendere posizione, dobbiamo fare attenzione all’altro. Raddrizziamo i sentieri di giustizia che abbiamo nel cuore. Questo è un tempo fondativo, in cui ognuno deve dare il meglio di sé. Questa mattina ho fatto visita alla Madonna della Quercia e le ho chiesto che nessuno di noi perda entusiasmo e speranza”.
Alla fine della celebrazione, Mons. Piazza ha ringraziato le istituzioni per la “vostra vicinanza, che fa iniziare il mio ministero con una paternità speciale”. Ha poi aggiunto: “Non sento il peso di questo incarico dopo Lino, ma la responsabilità. Per questo, questa mattina, durante la visita alla Quercia, davanti alle tombe dei predecessori, ho chiesto la loro benedizione”.
Le note biografiche del nuovo Vescovo di Viterbo
Mons. Orazio Francesco Piazza è nato a Solopaca (BN), nella Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-S. Agata de’ Goti, il 4 ottobre 1953. Ha frequentato la Scuola media e il Ginnasio presso il Seminario Minore di Cerreto Sannita. Ha concluso gli studi liceali al Pontificio Seminario regionale “Pio XI” di Benevento e seguito i corsi di filosofia e teologia alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Ha poi ottenuto presso la medesima Facoltà i gradi accademici di Licenza e di Dottorato in Teologia Dogmatica.
È stato ordinato presbitero il 25 giugno 1978 per la Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-S.Agata de’ Goti. È stato Vicario parrocchiale di Telese Terme (BN) (1978-1981). Rettore della chiesa del SS. Corpo di Cristo a Solopaca (1981-1992) e del Santuario Maria SS. del Roseto a Solopaca (1988-1992). Assistente unitario diocesano di A.C. (1989-2013). Vicario Episcopale per il settore Evangelizzazione e Testimonianza (2002-2013). Assistente unitario regionale di A.C. (1998-2013). Membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale, Canonico Teologo della Cattedrale, Cappellano magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta e Cavaliere con funzione di Priore dell’Ordine del Santo Sepolcro. Docente di Etica Sociale presso la Facoltà di Economia dell’Università del Sannio di Benevento (1997-2013). Professore Ordinario di Ecclesiologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Il 25 giugno 2013 è stato eletto da Papa Francesco Vescovo di Sessa Aurunca. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 21 settembre 2013 a Telese Terme e il 4 ottobre 2013 ha fatto il suo Ingresso nella Diocesi di Sessa Aurunca.
Dal 2018 è Membro del Dicastero per le Cause dei Santi.
Il 7 ottobre 2022 Papa Francesco lo eletto vescovo di Viterbo. Succede a Mons. Lino Fumagalli, dimessosi per raggiunti limiti di età. Il 3 dicembre ha preso possesso canonico della Diocesi di Viterbo.
Messaggio del nuovo Vescovo di Viterbo ai diocesani
Carissimi Fratelli e Sorelle, pace e gioia nel Signore Gesù Cristo, nostra unica speranza. Nel suo Spirito, che dona fiducia e convinzione, desidero rivolgere a tutti Voi questo mio primo saluto.
Rendo lode, riverenza e servizio a Dio, Trino e Unico, per il dono elettivo di poter arricchire la mia vita sacerdotale e la mia paternità episcopale dilatando il cuore in un amore che si dispone a ciò che sorgerà. Nell’oboedientia Amoris, in cui la persona unifica consapevolezza di sé e fede, limite e pienezza, fascino e prostrazioni, attrazione e coinvolgimento nell’Amore che domanda amore (Teresa d’Avila), rivolgo al Santo Padre, Papa Francesco, il senso profondo della riconoscenza filiale per questa seconda chiamata a mettermi in cammino. Lascio, non senza sofferenza l’amata Chiesa che è in Sessa Aurunca: la sofferenza è pari all’intensità dell’amore! Con lo stesso amore pastorale, linfa vitale del cammino già svolto nell’impegno per una intensa comunione ecclesiale e una rinnovata coesione sociale, vengo a Voi per rendere il mio cuore ancor più umile e disponibile, sull’esempio di Maria di Nazareth; oriento il mio e vostro sguardo su Colui che ci viene incontro per trasformare le tante fragilità in opportunità di autentica umanità.
Un sentito e riconoscente abbraccio al Fratello nell’episcopato Lino, vostro Pastore, che nello stesso amore vi ha accompagnato con una dedizione senza misure e senza riserve: raccoglie, in questo delicato momento personale, i frutti di tanti semi di grazia seminati in lunghi anni di ministero e che ora avranno i tratti di ciò che vale per sempre. La tua eredità, caro Fratello in Cristo, è per me feconda di futuro.
Carissimi Fratelli e Sorelle, il nostro vissuto ecclesiale dovrà maturare sempre nell’ascolto di due voci: quella dell’amore misericordioso di Dio, proteso verso le sue creature, e quella dell’umano che, tra le urgenze della vita, diviene invocazione. Guardiamo con fiducia e speranza il tempo e le condizioni che Dio Provvidente dispone per noi: siamo chiamati a costruire, nello Spirito di Cristo, il vivere in comunione attraverso la specificità di ognuno e nella composizione armonica delle differenze e nel ridurre le distanze. Ogni singola persona, con le sue vicende e il percorso di vita, è una ricchezza che rende prezioso il mosaico del Volto ecclesiale e sociale. Per questo è necessario che ciascuno, nella diversità di carismi, ruoli e funzioni, si senta chiamato a dare una risposta, personale e creativa, disponendo il cuore a rendere evidente la gioia e la vita nuova del Vangelo: così saremo abili a condividere, con il Risorto, la cura verso l’uomo e il creato.
Carissimi, siamo una Carovana in cammino (Synodìa): in essa i synòdoi, le persone, diverse per condizione e situazione, concorrono a raggiungere la meta della vita in pienezza a cui il Signore, insieme, ci chiama. La comunione è la scorciatoia che non solo abbrevia il cammino, quanto lo rende più agile. Per questo, mi rivolgo a tutti Voi: Sacerdoti, Diaconi, Seminaristi, Religiosi e Religiose, Laici delle varie Aggregazioni, Associazioni ecclesiali e Confraternite, impegnati quotidianamente nell’entusiasmante fatica del vangelo; a voi, Fratelli e Sorelle che portate il peso dei difficili settori del lavoro e dell’economia; a tutte le Istituzioni civilie militari chiamate all’impegno per la legalità, la giustizia e il bene comune; a chi è impegnato nel difficile ma necessario cammino della carità politica; a coloro che si dedicano, nella responsabilità istituzionale del servizio civile e sociale, a rendere praticabile una dignitosa qualità della vita; alla complessa realtà della formazione, nella Scuola di ogni ordine e grado, nell’Università e nella Ricerca; al mondo della Sanità, così provato da questo lungo periodo pandemico; agli uomini e donne del Volontariato che, con la loro generosità, non solo intervengono nei bisogni, ma sono consolazione che toglie dalla solitudine; a quanti valorizzano il Territorio nelle vie della cultura, dell’arte, dello sport, turismo e spettacolo; ai custodi dei valori della tradizione popolare; ma, in particolare, a voi anziani e malati, presenza feconda di vita che merita riconoscenza, rispetto e cura; a voi giovani, nell’entusiasmo con cui si deve affrontare la vita, soprattutto nei momenti di delusione e di sconforto; a voi bambini, gioia per tutti, perché possiate crescere in un contesto affettivo di tutela e serenità; a tutti Voi, fin da ora,assicuro l’attenzione e la dedizione di una carità pastorale che non desidera altro che il vostro bene nel desiderio di tessere, insieme, la trama delle buone relazioni e dell’amicizia sociale.
Accoglietemi tra voi come Padre, Fratello e Amico, chiamato da Cristo a far crescere una Chiesa bella e gioiosa, esperta in umanità, capace di raccogliere uva anche tra le spine (Agostino); una Chiesa incarnata nel quotidiano, tra le sue difficoltà e attese (GS 1). Misuriamo il cammino sul passo del più debole per sentire la fierezza di giungere, tutti e insieme, la meta di una umanità degna dell’Amore Incarnato. Carissimi, in questo comune impegno bisogna amare ciò che si sceglie, scegliere ciò che ci è chiesto, amare ciò che ci è chiesto. Affido a Voi, fin da ora, il motto che mi ha guidato nella prima visita pastorale: in quello che vivo, il meglio che posso!
Rivolga a noi il suo sguardo Maria, amata e venerata nel Volto della Madonna della Quercia: il suo amore materno non mancherà di soccorrerci nel bisogno; i compatroni Santa Rosa, Santa Lucia Filippini e San Bonaventura, segni tangibili della Provvidenza divina, intercedono per noi e ci sostengono.
Fratelli e Sorelle, a me cari in Gesù Signore, Vi benedico; Voi fatelo nella preghiera per me.
+ Orazio Francesco Piazza