Come abbiamo annunciato [QUI], sabato 4 marzo 2023 alle ore 10.30 nella Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta a Conversano, una rappresentanza della Delegazione delle Puglie e Basilicata del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha preso parte alla solenne cerimonia di Ordinazione Episcopale di Mons. Giuseppe Laterza, del clero della Diocesi di Conversano-Monopoli, il 5 gennaio 2023 da Papa Francesco nominato Nunzio Apostolico nella Repubblica del Centrafrica e nella Repubblica del Ciad e in pari tempo eletto Arcivescovo titolare di Vartana. Le responsabilità che attendono Mons. Laterza, in una delle aree più difficili del continente africano, saranno delicate e complesse, e necessiteranno della sua lunga esperienza nel servizio diplomatico della Santa Sede.
Dopo l’ordinazione, Mons. Laterza ha affermato: “Mi sento un po’ un vescovo missionario, un vescovo inviato dal Papa per portare lì la sua carità e per allacciare e rafforzare questi vincoli di comunione. E cercare anche attraverso la nostra missione diplomatica, cioè la missione diplomatica della Santa Sede che è sempre a garanzia dei diritti umani, del diritto umanitario, di dare speranza e di adoperarci al meglio delle nostre possibilità per il bene di queste nazioni”, aggiungendo che “una Chiesa missionaria è una Chiesa in festa”.
Note biografiche di Mons. Laterza: [QUI].
Il Rito di Ordinazione Episcopale è stato presieduto dal Segretario di Stato di Sua Santità, il Cardinale Pietro Parolin, co-consacranti il Cardinale Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e Mons. Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano-Monopoli. Presenti rappresentanze della Chiesa Copta e Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian, Patriarca di Cilicia degli Armeni ed Arcieparca di Beirut degli Armeni.
Tra i concelebranti, 35 fra Nunzi Apostolici e vescovi italiani e dei diversi Paesi in cui Mons. Laterza ha prestato il suo servizio diplomatico, tra cui i vescovi, oltra a Mons. Favale: Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto; Mons. Giovanni Intini, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni; Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca; Mons. Fabio Ciollaro, Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano; Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo emerito di Bari-Bitonto; e Mons. Domenico Caliandro, Arcivescovo emerito di Brindisi-Ostuni. Hanno concelebrato inoltre i sacerdoti diocesani, i compagni di corso e molti sacerdoti delle diocesi limitrofe.
Presente S.E. Teodorico Nanni, Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Georgia, e il Papas Mosé, Delegato del Patriarcato della Chiesa Ortodossa di Georgia.
Tra i rappresentanti delle autorità civili erano presenti il Presidente della Regione Puglia, l’On. Michele Emiliano; la Senatrice On. Rita dalla Chiesa; il Dott. Francesco Cassano, Presidente della Corte di appello del Tribunale di Bari; il Dott. Antonio De Caro, Sindaco della città metropolitana di Bari e Presidente dell’Associazione dei Sindaci d’Italia; l’Avv. Giuseppe Lovascio, Sindaco di Conversano; il Dott. Angelo Annese, Sindaco di Monopoli.
Inoltre, ha partecipato una Rappresentanza della Delegazione di Conversano-Monopoli dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Il Sacro Rito è stata animata dal Coro diocesano “Madre dell’Unità”, diretto dal Maestro Sebastiano Giotta.
La presenza del Segretario di Stato di Sua Santità, le moltissime autorità ecclesiastiche, civili e militari esigevano una organizzazione impeccabile oltre ad un grandissimo lavoro di comunicazione. Attenzione massima è stata riposta dal servizio liturgico della cattedrale di Conversano e dal servizio d’ordine che ha consentito lo svolgersi agevole di tutte le fasi della cerimonia liturgica. A coordinare tutte le operazioni di accesso alla cattedrale erano presenti non solo addetti al servizio d’ordine della Cattedrale di Conversano, ma anche persone prestate dal servizio d’ordine della Cattedrale di Monopoli e della Chiesa Matrice, ex Cattedrale di Polignano a Mare.
Una particolare nota va dedicata, per il servizio d’ordine e sanitario, al Raggruppamento di Puglia e Lucania del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, intervenuto con un importante contingente di volontari accorsi da diversi Gruppi dell’intera area del Raggruppamento: Brindisi, Adelfia, Taranto, Mola di Bari e Castellaneta, coordinati per l’occasione dal Gruppo di Conversano. Un lavoro che può essere definito corale, quello dei Baschi Rossi del CISOM, che ha operato in un concorso di forze perché tutti fossero accolti nel miglior modo possibile.
Nella processione introitale, Mons. Laterza era affiancato da due suoi amici fraterni, Don Gaetano Amore Luca, Arciprete di Polignano a Mare e Don Nicola D’Onghia, Arciprete di Turi.
I momenti focali della cerimonia liturgica hanno visto susseguirsi i Riti di introduzione, l’ascolto e la venerazione della Parola di Dio, che nelle letture scelte ha illustrato il compito del Pastore nella Chiesa, l’omelia del Segretario di Stato, che commentando la Sacra Scrittura ha ricordato all’arcivescovo eletto i suoi impegni nella Chiesa e davanti al Signore, la presentazione dell’arcivescovo eletto, con la lettura del mandato papale e l’ordinazione episcopale, momento particolarmente suggestivo caratterizzato dal gesto antico dell’imposizione delle mani da parte di tutti i vescovi presenti, per mezzo dei quali lo Spirito Santo scende sull’eletto, consacrandolo. La Concelebrazione Eucaristica in una cattedrale gremita ha infine unito tutti i presenti nella Santa Comunione.
In questo giorno importante, con la circostanza promosso Cappellano di Gran Croce Jure Sanguinis del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Mons. Laterza ha accolto i suoi Confratelli Costantiniani presenti alla sua ordinazione episcopale in rappresentanza dell’Ordine Costantiniano: dalla Cancelleria della Real Commissione per l’Italia, l’Avv. Fabio Adernò, Cavaliere di Merito con Placca, Responsabile del Cerimoniale; dalla Delegazione Puglia e Basilicata: Avv. Michele Conte, Cavaliere di Merito con Placca, Rappresentante Terra d’Otranto; Cap. Vasc. Giuseppe Giacovazzo, Cavaliere di Merito con Placca, Pro-Rappresentante Terra d’Otranto e Fiduciario per la Città di Taranto; Andrea Nicoletti, Cavaliere di Merito, Responsabile della Comunicazione.
Il mandato e il diploma di nomina papale di Mons. Giuseppe Laterza
Francesco, Vescovo, Servo dei Servi di Dio, al diletto figlio Giuseppe Laterza del clero della Diocesi di Conversano-Monopoli, nostro prelato d’onore e finora Consigliere di Nunziatura in Georgia e in Armenia, costituito Nunzio Apostolico nella Repubblica del Centrafrica e nella Repubblica del Ciad e in pari tempo eletto Arcivescovo titolare di Vartana. Salute e benedizione. Mentre estendiamo la nostra sollecitudine a tutte le Chiese del mondo sulle quali abbiamo responsabilità per disposizione divina, la nostra più benevola cura ci spinge a far sì che ad esse vengano la nostra più benevola sollecitazione e aiuto idonei secondo il nostro cuore. Che agendo a nome e per conto nostro in molte maniere portino il proprio contributo nel promuovere la pace e la fratellanza tra i popoli e nelle diverse nazioni. Nell’odierno bisogno di un Nunzio Apostolico nella Repubblica del Centrafrica e nella Repubblica del Ciad, consideriamo e stimiamo te, persona idonea a cui affidare l’adempimento di tale Ministero, in quanto hai conseguito ottima preparazione in Patria e hai mostrato doti umane e virtù sacerdotali nello svolgimento dei tuoi uffici in diverse Legazioni Pontificie ed anche presso la Segreteria di Stato, perciò in virtù della nostra somma potestà ti costituiamo Nunzio Apostolico nella Repubblica del Centrafrica e nella Repubblica del Ciad nominandoti in pari tempo Arcivescovo titolare di Vartana con tutti i diritti, le facoltà e relativi doveri connessi alla dignità episcopale e all’incarico di legato pontificio, quanto alla tua consacrazione, permettiamo che la riceva nella Basilica Minore della Vergine Assunta, in Conversano, dal nostro venerato fratello il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, il prossimo 4 marzo, secondo le norme liturgiche. Prima tuttavia ti corre l’obbligo di prestare la consueta professione di fede e il giuramento di fedeltà a noi e i nostri successori secondo le leggi della Chiesa. Infine, diletto figlio, preghiamo il Signore perché per intercessione della Beata Vergine Maria della Fonte, di San Giuseppe Suo sposo e custode del Redentore, di San Flaviano, tu svolga diligentemente l’incarico a te affidato, per il bene e la pace tra gli uomini e le nazioni, sostenuto dalla grazia divina, e dai doni dello Spirito Santo. Possa anche, ogni giorno, tra le difficoltà della vita, dal profondo del cuore, riuscire a pronunciare il detto, “la mia forza è il Signore”. Dato a Roma, dal Palazzo del Laterano, il 5 Gennaio 2023, decimo del nostro Pontificato. Francesco, Papa.
Omelia del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato
Beatitudine, Eminenza, caro Vescovo Giuseppe, pastore di questa Chiesa di Conversano-Monopoli, cari fratelli nell’episcopato e nel presbiterato, distinte autorità, cari papà e familiari di Mons. Giuseppe, cari fratelli e sorelle in Cristo, caro Don Giuseppe.
Siamo riuniti in questa illustre e antica cattedrale per la felice occasione della tua ordinazione episcopale. Lo scorso 5 gennaio infatti il Santo Padre Francesco ti ha nominato Nunzio Apostolico nella Repubblica Centrafricana e in Ciad, assegnandoti il titolo della Diocesi di Vartana, con dignità di Arcivescovo. Le letture scelte per questa ordinazione episcopale ci parlano della pienezza del sacerdozio. Del mandato che il Signore affida ad alcuni affinché essi, come pontefici, cioè come ponti capaci di facilitare la comunicazione tra dio e l’essere umano, portino a Dio le suppliche e i desideri del popolo fedele e facciano scendere verso il popolo gli ammaestramenti, le benedizioni e le grazie del Signore.
A Dio infatti è piaciuto ottenere la nostra salvezza attraverso Cristo, suo unico figlio e sommo sacerdote, che si è fatto mediatore di un’eterna alleanza e ha scelto alcuni come Apostoli per portare avanti di generazione in generazione la sua opera salvifica, rendendo presenti nella Chiesa, fino alla fine del mondo, il Vangelo ed i Sacramenti.
Essi con le loro suppliche ed il loro quotidiano lavoro pastorale, come Mosè, si fanno portavoci dei fedeli presso Dio, e di Dio verso il popolo e fanno doni e sacrifici per i peccati. L’Ordinazione episcopale è quindi sempre un momento di particolare importanza e di grande gioia, perché attesta l’intramontabile amore di Dio per la Sua Chiesa e la fedeltà al Suo disegno di salvezza, e rivela la vitalità della Chiesa, che si dota delle energie necessarie a custodire il deposito della fede e ad attrarre cuori e menti al Vangelo. Potremmo a questo punto però chiederci, qual è la condizione essenziale che non può mai mancare per chi, avendo avuto in dono il sacerdozio nel grado più elevato, ma io penso questo valga per tutti i presbiteri, qual è dunque la condizione essenziale per chi si accinge ad esercitarne le funzioni?
A questa domanda risponde il brano del Vangelo che abbiamo ora proclamato, ritroviamo infatti Gesù risorto che si manifesta ai Discepoli e nel dialogo con Simon Pietro chiede “Simone, Figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”. Per ben tre volte gli rivolge questa domanda, e alla terza usa un verbo meno impegnativo, “mi vuoi bene?”, come se il Signore tenesse presente la nostra debolezza, la debolezza dell’essere umano, e si disponesse ad accoglierne anche una forma di amore, sempre vera e autentica, anche se non la più alta possibile.
Simon Pietro, scelto nello Spirito Santo perché fosse come roccia nella Sua Chiesa, aveva rinnegato il Maestro tre volte, subito dopo il Suo arresto nell’orto degli ulivi, ora Gesù lo riabilita con una triplice domanda che però rattrista Pietro, perché vede, nell’insistenza nel porre il medesimo quesito, l’espressione di un dubbio nella consistenza del suo amore. Pietro si accinge ad esercitare il compito che il Signore gli aveva già affidato, ed è di fronte all’ultimo esame, all’ultimo esame prima di prendere tale incarico, tale esame non verte su qualche speciale competenza, o su qualche raro carisma o virtù, ma verte sull’amore, e persino sulla quantità di amore che Pietro possiede. “Mi ami, mi ami più di costoro?”.
Siamo davvero, cari fratelli e sorelle, al cuore di ogni mistero e vocazione, nel sacrario dell’elezione Divina, che si incontra con la risposta della coscienza umana la quale liberamente aderisce a tale amore. Ed è l’amore l’unica risposta adeguata che possiamo dare.
Con tale amore, Pietro ringrazia e contraccambia l’amore ricevuto preparandosi a donarlo a sua volta. E’ con una speciale intensità di amore verso il Signore che lo ha scelto, lo ha perdonato e ha dato la Sua vita sulla croce per lui, che Pietro si prepara a sua volta a donare Cristo, vale a dire la fede in Lui, la grazia che scaturisce dai sacramenti, e si prepara ad essere il primo servitore della vita e della crescita armoniosa della comunità cristiana, affinché permanga integra la verità e non vengano meno la comunione e la solidarietà. Come in Cristo si manifesta un amore di predilezione verso il Suo servo che viene associato in maniera più stretta alla Sua opera di salvezza, così nel Vescovo è necessario che si manifesti una speciale intensità di amore verso Cristo, che lo elegge e lo invia come successore degli Apostoli, a predicare, ad evangelizzare, a governare la porzione di Chiesa a lui affidata. Nello stesso tempo è necessario che si manifesti questo uguale intenso amore per la Chiesa e per le anime, che attendono da lui una credibile testimonianza della Resurrezione di Cristo, unita a parole di saggezza e di fortezza, giustizia e misericordia, che derivano dal Vangelo ed al Vangelo riconducono.
È necessario che nel vescovo sia ben percettibile l’amore verticale verso Dio e quello orizzontale verso i fratelli. Quello filiale verso la Chiesa e il Papa e quello paterno e fraterno verso tutti coloro che sono affidati alle sue cure pastorali ed in particolare verso i più poveri e i più trascurati. E questo, cari fratelli e sorelle, e questo è l’esame più vero e necessario da superare, per essere in condizione di servire in modo adeguato e svolgere con onore, con gioia, la missione di vescovo e di presbitero, per utilizzare al meglio ogni competenza e capacità, per non esaltarsi quando il proprio impegno da buoni frutti, e per non deprimersi se nonostante tanti sforzi si ha l’impressione che il proprio lavoro sia inefficace. L’amore a Cristo consente di porre tutto nelle Sue mani, di lasciare a Lui i tempi e i modi della crescita delle iniziative e di continuare a seminare il buon seme della Sua parola con ogni tempo e su ogni terreno.
La consapevolezza dell’infinito amore di Cristo per ciascuno di noi ci rende forti, costanti, sereni e pieni di speranza nonostante i contorti percorsi della storia e le altalenanti risposte degli esseri umani e dei cristiani stessi all’insegnamento del Vangelo e alla volontà di Dio.
Caro Mons. Giuseppe, nel momento in cui il Santo Padre Francesco ti chiama ora ad essere vescovo e a svolgere la funzione di Nunzio Apostolico, e quindi a rappresentare il Papa e la Santa Sede presso gli Stati e le Chiese particolari alle quali sarai inviato, sei anche tu chiamato ad intensificare il tuo amore verso Cristo, in modo da compiere al meglio la tua missione di pastore e di rappresentante pontificio. Sei chiamato a ringraziare il Signore per questo immeritato onore e per la dignità che ti viene donata e a moltiplicare il tuo impegno a favore dei fratelli e per il bene della Chiesa, ti leggo qualche parola del Papa Francesco che rivolse nel giugno del 2013 ai rappresentanti pontifici. “Voi cari Rappresentanti Pontifici siete presenza di Cristo, siete presenza sacerdotale, siete presenza di pastori, siete pastori che servono la Chiesa, col ruolo di incoraggiare, di essere ministri di comunione e anche con il compito non sempre facile di correggere, la correzione fraterna, fate sempre tutto con profondo amore, anche nei rapporti con le autorità civili e i colleghi, voi siete pastori, ricercate sempre il bene, il bene di tutti, il bene della Chiesa e di ogni persona. Ma questo lavoro pastorale si fa con la familiarità con Gesù Cristo, nella preghiera, nella celebrazione eucaristica, nelle opere di carità, lì è presente il Signore e da parte vostra si deve fare anche con professionalità”.
E tu caro Mons. Giuseppe hai acquisito la tua professionalità in quasi vent’anni di lavoro, presso le Nunziature Apostoliche di Uruguay e Polonia, d’Italia e Georgia e presso la Sezione dei Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, e potrai ottenere la familiarità con il Signore mediante la fedeltà ad un costante ritmo di preghiera nell’adorazione del grande mistero di Dio fatto carne, nella consegna fiduciosa della tua esistenza e missione al disegno della Provvidenza.
In questo modo anche nei crocevia della storia più complicati, la serena consapevolezza che il Signore rimane al tuo fianco e che perciò mala non praevalebunt, ti infonderà coraggio, capacità di iniziativa e letizia nell’adempiere alle più diverse incombenze.
Come ben dice il tuo motto episcopale “Il Signore è la nostra forza”, quanto gli Israeliti sperimentarono all’uscita dall’Egitto e nell’attraversamento del Mar Rosso, lo sperimentiamo ogni giorno nelle vicende della Chiesa e nelle esistenze personali di ciascuno di noi. È Cristo la nostra forza, è Lui che con mano potente e braccio teso sconfigge le forze del male e ci fa superare mari tempestosi e deserti assolati. Ora, tu sei inviato a rappresentare il Papa in due paesi africani, la Repubblica Centrafricana e il Ciad, che nella loro storia recente hanno attraversato momenti difficili e a volte drammatici, contrassegnati da violenze e instabilità, ma che cercano di superare le loro difficoltà intessendo un dialogo tra le varie parti coinvolte, per rendere possibile, con la concordia degli spiriti e la pacificazione degli animi, un autentico sviluppo, che li faccia uscire da una povertà troppo endemica per essere sostenibile. Troverai numerose vitali comunità di fedeli cattolici, con nove diocesi nella Repubblica Centrafricana e otto in Ciad, e incontrando il Nunzio Apostolico immediatamente dovranno percepire la sollecitudine paterna del successore di Pietro per tutte le Chiese, la sua attiva solidarietà per quanti soffrono, e l’autorevolezza del carisma di verità che promana dal servizio petrino ed è a servizio della comunione. Maria Madre di Dio alla quale è intitolata questa insigne basilica e San Giuseppe, custode terreno della Sacra Famiglia, con San Flaviano, Patrono di Conversano, custodiscano i tuoi passi e ti accompagnino con la loro preghiera nella tua missione di Vescovo e di Nunzio Apostolico. Anche noi lo faremo, te lo assicuriamo con tutto il cuore, e questo è il regalo più bello che possiamo farti nel giorno della tua ordinazione episcopale.
Le parole di Mons. Laterza a conclusione della celebrazione liturgica
Mi sono preparato a questo evento trascorrendo alcuni giorni a Gerusalemme e riprendendo un testo a me caro e che avevo letto nel 1988, durante il mio primo anno al seminario romano, Afferrati da Cristo di Mons. Mariano Magrassi di venerata memoria, l’allora padre abate della nostra abbazia di Noci negli esercizi spirituali dedicati a Paolo VI e alla Curia Romana nel 1977.
Riprendendo la teologia delle Lettere di Paolo, diceva che il discepolo è colui che è radicato in Cristo, afferrato da Cristo e vissuto da Cristo. Mi propongo e chiedo la vostra preghiera perché la mia persona, la mia storia, il mio operato possa essere sempre vissuto da Cristo, dato che lui mi ha afferrato fin dall’infanzia con il dono della vocazione al sacerdozio e mi ha radicato nel suo sacerdozio esattamente vent’anni fa, da poco, durante i riti di consacrazione mi è stato consegnato il Vangelo che era stato prima posto sul mio capo, chiedo al Signore di essere sempre abbracciato dal Vangelo perché tutta la mia vita abbia il profumo del Vangelo.
Eminentissimo Cardinal Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, a Papa Francesco vorrà trasmettere la mia personale gratitudine unita a tutta quella della Chiesa diocesana di Conversano–Monopoli, assicurandolo del nostro affetto, della nostra fedeltà e della nostra preghiera e grazie a lei, Eminenza, per la sua preziosa e significativa presenza in questa Cattedrale.
Un grazie affettuoso e riconoscente, carico di affetto e di amicizia va ai co-consacranti, a sua Eminenza il Cardinal Mamberti, per tanti anni mio diretto superiore e significativo punto di riferimento nei momenti di difficoltà, al mio amato Vescovo Mons. Favale che ringrazio per l’amicizia e l’affetto con cui mi ha sempre sostenuto, al Vescovo Favale ho dato la cieca obbedienza e oggi posso dirgli che aveva ragione nell’interpretare la volontà di Dio quando le mie decisioni sarebbero state diverse.
In questo momento permettete che io ricordi Mons. Padovano che proprio su questo altare, ventotto anni addietro mi ordinava sacerdote e oggi è in comunione con noi dal cielo.
A Mons. Leonardo Erriquez, come a Mons. Pasquale Cantalupo, mio anziano parroco che mi ha battezzato, e oggi è qui, accanto a noi, al caro amico Don Leonardo Mastronardi con cui ho iniziato, insieme a Mons. Vincenzo Vitti, i miei primi passi nel cammino pastorale a Castellana Grotte, un grazie sentito e riconoscente rivolgo a Sua Beatitudine Minassian per la sua presenza, ai colleghi Nunzi, ad iniziare dal mio con-diocesano Mons. Giuseppe Pinto, che ha dato veramente la sua vita per il servizio diplomatico della Santa Sede, con ciascuno dei Nunzi mi legano sentimenti sinceri di affetto e di antichissima amicizia.
Grazie a Mons. Betancourt, insieme a Mons. Pasotto e ai sacerdoti dell’Armenia, sono qui presenti, per rappresentare la mia ultima missione in Georgia, in Armenia.
Ai tanti fratelli Vescovi, con molti di loro ho percorso un tratto significativo della mia strada, sin dai tempi del seminario.
A Mons. Maurizio Rueda, Sottosegretario della Sezione del personale diplomatico della Santa Sede, ai colleghi della Curia Romana, a Mons. La Rocca e ai colleghi del Tribunale Ecclesiastico Pugliese e a tutti gli amatissimi Vescovi della Puglia.
E rivolgo un saluto affettuoso al nostro Metropolita che tutti rappresenta, ai compagni del seminario, alcuni dei quali arrivati da lontano, ognuno di voi mi ricorda tempi e momenti significativi della mia vita, vissuta nell’autentica amicizia e fraternità sacerdotale.
Grazie a Papas Mosé, Delegato del Patriarcato della Chiesa Ortodossa di Georgia, per la sua singolare presenza in questa divina liturgia.
Grazie ai miei genitori e alla mia famiglia e ai tanti amici per il sostegno e il loro affetto, se oggi siamo qui è un dono di Dio che nelle arcane strade della sua provvidenza così aveva da sempre prestabilito andando ben oltre quelle che potevano essere le nostre decisioni umane. Ai nonni, agli zii, ai tanti parenti che sono già nell’aldilà e oggi gioiscono per noi dalla finestra del cielo, a loro va la mia gratitudine, per il sacrificio e la generosità della loro vita.
Non da ultimo un caloroso ringraziamento rivolgo a tutti voi, fratelli amati e carissimi, e non faccio nomi perché la lista sarebbe lunghissima, provenienti dalla nostra diocesi, da Roma, da altre regioni d’Italia e da altre nazioni, per il vostro affetto che oggi copiosamente mi dimostrate con la vostra partecipazione.
Un ringraziamento ossequioso va non in ultimo ai rappresentanti della diplomazia, all’Ambasciatore Nandi e al Console Kochorosky e la Signora Gražina, per la loro presenza. L’Ambasciatore Poulides, Decano del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, più volte mi ha chiamato in questi giorni, voleva essere presente ma non può per ragioni di salute e qui mi ha chiesto di portarvi il suo saluto.
Un ringraziamento va a tutte le autorità amministrative e militari qui convenute a iniziare dal Presidente della regione Puglia, l’On. Emiliano, all’On. Rita dalla Chiesa e al Dott. Cassano, Presidente della Corte di appello del Tribunale di Bari, e al Dott. De Caro, Sindaco della città metropolitana di Bari e presidente dell’associazione dei Sindaci d’Italia, all’Avvocato Lovascio, Sindaco di Conversano e al Dottor Annese, Sindaco di Monopoli. La vostra significativa presenza a questa celebrazione, rende davvero comunitario, come un gioco di squadra, il mio servizio diplomatico che mi appresto a svolgere nei Paesi del Centrafrica e nel Ciad, sono certo che non mancherete di donarmi il vostro appoggio nella mia nuova missione a quelle popolazioni martoriate da tanti disagi ma ricche di fede e desiderose di pace.
Un grazie sentito va inoltre al Vicario Generale, a Mons. Vito Fusillo, al parroco della Cattedrale Don Felice di Palma, a Don Stefano Sanchirico, ai cerimonieri, al coro diocesano, al servizio d’ordine e a tutti coloro che hanno preparato con dedizione questa celebrazione.