Venerdì 4 giugno 2021 alle ore 18.30 si terrà nella Chiesa della Trinità in Viterbo una solenne liturgia eucaristica, ricorrendo la festa del Beato Giacomo, il grande agostiniano viterbese divenuto Arcivescovo di Napoli sotto gli Angioini. Il servizio d’onore alla sua artistica statua verrà prestato dai Cavalieri della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Al termine della Santa Messa, in ossequio ad una graziosa tradizione, a cura dei frati agostiniani verranno benedette e distribuite ai fedeli le “ciambelle del Beato Giacomo”, confezionate secondo un’antica ricetta conventuale.
Come filosofo scolastico e scrittore politico, Giacomo – Doctor speculativus – occupa un posto di rilievo tra i pensatori del suo tempo, com’è comprovato dai numerosi manoscritti che riproducono le sue opere, e dalle copiose citazioni di esse da parte dei dottori della scuola agostiniana ed anche di dottori di altre scuole teologiche.
Egli nacque a Viterbo tra il 1255 ed il 1256, forse discendente della nobile famiglia Capocci, ricca di cardinali e papi. Non ancora ventenne, nel 1272 vestì l’abito degli Eremitani di S. Agostino nel convento viterbese della Santissima Trinità. Nel 1274 fu inviato a studiare a Parigi, dove insieme a Egidio Colonna seguì le lezioni di fra’ Egidio Romano, maestro ufficiale della scuola teologica agostiniana. Rientrato in Italia nel 1281, ricoprì più volte, tra il 1281 ed il 1286 e su indicazione dello stesso fra’ Egidio, le cariche di Definitore e Visitatore nella Provincia Romana del suo ordine. Ritornò a Parigi nel 1286 insieme a Egidio Romano per terminare gli studi, divenendo baccelliere nel 1287 (1288) e maestro di teologia nel 1293. Nominato priore generale del Suo Ordine nell’anno 1299, dopo diverse vicissitudini, nel 1300 passò a Napoli ad insegnare teologia per due anni, presso lo Studium fondato a Napoli dagli agostiniani, con l’incarico di Primus Lector, cioè Direttore dell’insegnamento, presso lo Studium.
Aveva da poco scritto il trattato di teocrazia papale De Regimine Christiano, in occasione della lotta tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello, con il quale riprendeva le tesi della bolla pontificia Unam Sanctam, difendendo il diritto del papato ad esercitare il potere temporale, quando il 3 settembre del 1302, su istanza di Carlo II d’Angiò, fu nominato Arcivescovo di Benevento. Governò la diocesi sannita poco più di un anno ed ebbe appena il tempo di disporre la costruzione della chiesa e del convento di Sant’Agostino nei pressi dell’Arco di Traiano, che oggi costituiscono un polo dell’Università degli Studi del Sannio.
Il 12 dicembre 1303 venne trasferito a Napoli, dove, stimato ed aiutato da Carlo e Roberto d’Angiò, si prodigò nella costruzione della nuova cattedrale. Il 13 maggio 1306 il Papa Clemente V gli affidò la causa di beatificazione di Celestino V, per istruire la quale ascoltò non meno di trecento testimoni, tra Campania ed Abruzzo.
Giacomo terminò i suoi giorni a Napoli in un giorno imprecisato tra la fine del 1307 e l’inizio del 1308.