I Cavalieri della Tuscia e Sabina alla festa del Beato Giacomo da Viterbo

Sabato 4 giugno 2022 alle ore 18.30 verrà celebrata nella chiesa della Santissima Trinità-Santuario Maria SS.ma Liberatrice a Viterbo una...

Sabato 4 giugno 2022 alle ore 18.30 verrà celebrata nella chiesa della Santissima Trinità-Santuario Maria SS.ma Liberatrice a Viterbo una solenne Santa Messa della Vigilia di Pentecoste, nella festa del Beato Giacomo da Viterbo, il grande agostiniano viterbese divenuto Arcivescovo di Napoli sotto gli Angioini. Al termine della Santa Messa, in ossequio a una graziosa tradizione, verranno benedette e distribuite ai fedeli le “ciambelle” del Beato Giacomo, offerte dalla Delegazione di Tuscia e Sabina.

Come filosofo scolastico e scrittore politico, Giacomo – doctor speculativus – occupa un posto di rilievo tra i pensatori del suo tempo, com’è comprovato dai numerosi manoscritti che riproducono le sue opere e dalle copiose citazioni di esse da parte dei dottori della scuola agostiniana ed anche di dottori di altre scuole teologiche.

Giacomo nacque a Viterbo tra il 1255 ed il 1256, forse discendente della nobile famiglia Capocci, ricca di cardinali e papi. Non ancora ventenne, nel 1272 vestì l’abito degli Eremitani di Sant’Agostino nel convento viterbese della Santissima Trinità degli Eremitani di Sant’Agostino. Nel 1274 fu inviato a studiare a Parigi, dove insieme a Egidio Colonna seguì le lezioni di Fra’ Egidio Romano, maestro ufficiale della scuola teologica agostiniana. Rientrato in Italia nel 1281, ricoprì più volte, tra il 1281 ed il 1286 e su indicazione dello stesso fra’ Egidio, le cariche di Definitore e Visitatore nella Provincia Romana del suo ordine. Ritornò a Parigi nel 1286 insieme a Egidio Romano per terminare gli studi, divenendo baccelliere nel 1287 (1288) e maestro di teologia nel 1293. Nominato Priore generale degli Eremitani di Sant’Agostino nell’anno 1299, dopo diverse vicissitudini, nel 1300 passò a Napoli ad insegnare teologia per due anni, presso lo Studium fondato a Napoli dagli agostiniani, con l’incarico di Primus Lector, cioè Direttore dell’insegnamento, presso lo Studium, meritando il titolo di doctor speculativus, così come già era stato chiamato a Parigi dai suoi contemporanei. Aveva da poco scritto il trattato di teocrazia papale De Regimine Christiano, in occasione della lotta tra Bonifacio e Filippo il Bello, con il quale riprendeva le tesi della Bolla pontificia Unam Sanctam, difendendo il diritto del papato ad esercitare il potere temporale, quando il 3 settembre del 1302, su istanza di Carlo II d’Angiò, fu nominato Arcivescovo di Benevento. Governò la diocesi sannita poco più di un anno ed ebbe appena il tempo di disporre la costruzione della chiesa e del convento di Sant’Agostino nei pressi dell’Arco di Traiano, che oggi costituiscono un polo dell’Università degli Studi del Sannio. Il 12 dicembre 1303 venne trasferito a Napoli, dove, stimato ed aiutato da Re Carlo II d’Angiò e del figlio Roberto, Duca di Calabria, si prodigò nella costruzione della nuova cattedrale. Il 13 maggio 1306 il Papa Clemente V gli affidò la causa di beatificazione di Celestino V, per istruire la quale ascoltò non meno di trecento testimoni, tra Campania ed Abruzzo.

Terminò i suoi giorni a Napoli in un giorno imprecisato tra la fine del 1307 e l’inizio del 1308, in odore di santità, ma il suo culto, benché avviato prontamente dai Napoletani a solo qualche anno di distanza dalla sua morte, fu confermato ab immemorabili soltanto il 14 giugno 1911 da Papa Pio X. Non è noto il luogo della sua sepoltura.

A Viterbo il Beato Giacomo viene festeggiato il 4 giugno. La sua memoria liturgica ricorre il 12 dicembre.

Del doctor graciosus speculativus ci sono rimaste l’Abbreviatio Sententiarum Aegidii, il De praedicamentis divinis e la Lectura super 4 libros Sententiarum, le Quaestiones disputatae de praedicamentis in divinis, collocabili tra il 1293 ed il 1295 e la Summa de peccatorum distinctione, scritta tra il 1300 ed il 1306.

Il servizio d’onore alla statua del Beato Giacomo da Viterbo verrà prestato dai Cavalieri Costantiniani della Delegazione della Tuscia e Sabina.

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