Conferenza su “La spada giapponese: tra nobili di corte e samurai” a Milano

Come abbiamo annunciato [QUI], giovedì 5 ottobre 2023 dopo la Santa Messa celebrata alle ore 18.45 presso la chiesa di San Sepolcro in...

Come abbiamo annunciato [QUI], giovedì 5 ottobre 2023 dopo la Santa Messa celebrata alle ore 18.45 presso la chiesa di San Sepolcro in Milano, si è svolto il secondo evento culturale della Delegazione Lombardia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio: la conferenza tenuta dal Maestro Claudio Regoli, Cavaliere di Merito, sul tema La spada giapponese: tra nobili di corte e samurai.

La Santa Messa è stata officiata da Don Mauro Viganò, Postulante, alla presenza del Delegato, Dott. Ing. Gilberto Spinardi, Cavaliere di Gran Croce di Merito, e dei Referenti delle Sezioni di Pavia e Brescia della Delegazione Lombardia, rispettivamente il Dott. Gianfranco Cicala e l’Avv. Lorenzo Da Pra Galanti, Cavalieri di Merito.

Introducendo la celebrazione eucaristica, Don Viganò ha espresso le intenzioni per la Santa Messa, rivolte all’Assemblea sinodale che in questi giorni viene celebrata in Vaticano.

Poi, ha spiegato che occorre tenere un comportamento, come nelle tradizioni dell’Ordine Costantiniano ben espresse nella Preghiera del Cavaliere Costantiniano, “praticando e difendendo la Santa Religione Cattolica, Apostolica, Romana contro l’assalto dell’empietà”.

Quindi, ha chiesto di pregare per l’Assemblea sinodale, per una cattolicità non solo legata alla dimensione dell’universalità del messaggio Cristiano, ma radicata secondo gli insegnamenti del Vangelo e lontano dai pensieri e dai condizionamenti del mondo.

Commentando il Vangelo del giorno (Lc 20, 41-44), Don Viganò ha aiutato a capire come Gesù sia così singolare da essere compreso solo a partire da Egli stesso, da ciò che Lui si fa conoscere di Sé. Ponendo questo quesito ai Giudei – i quali avevano una loro conveniente idea di Messia nei tratti del Re Davide – Gesù fa cadere tutte le loro aspettative affermando la propria singolarità radicale: “Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide, se Davide stesso (…) lo chiama Signore; perciò come può essere suo figlio?” Singolarità ben espressa ad esempio qui in San Sepolcro – ha spiegato Don Viganò – nella splendida rappresentazione scultorea della lavanda dei piedi formam servi accipiens, che mostra come il Signore è entrato nella storia prendendo la forma del servo, mettendosi ai piedi di colui che Egli stesso ha creato.

Gesù entra certamente nella storia in una generazione specifica attraverso la paternità di Davide, ma secondo una identità che gli è unica, particolare e che non è nostra. Quel Re Davide che ha generato lo splendido Salmo 50, atto di pentimento per l’adulterio compiuto, capace tuttavia di fornire uno spiraglio per tutti i peccatori. Ecco quindi che Dio si rende presente in una storia fatta di esperienze gloriose ma anche di miserie e povertà. È per questo che noi ci affidiamo alla grandezza di questo mistero così particolare che si fa prossimo alla nostra miseria.

In questa condivisione, Don Viganò ha chiesto infine di pregare affinché la Chiesa non smetta mai di essere ancorata al Vangelo per non rischiare che i modi di pensare del mondo diventino il criterio di giudizio per modernizzarla. Il messaggio evangelico non deve essere modernizzato, perché sempre attuale nella forma citato: il servizio, la carità verso il prossimo, che diventa anche il richiamo dell’identità di uomini, di credenti, di Cavalieri appartenenti all’Ordine Costantiniano capace di far risplendere la grazia e la bellezza della Chiesa di Dio.

Dopo la Santa Messa, il Promotore delle Attività Culturali, Prof. Edoardo Teodoro Brioschi, Cavaliere di Gran Croce di Merito, ha introdotto la conferenza sul tema La spada giapponese: tra nobili di corte e samurai, tenuta dal Maestro Claudio Alessandro Regoli, un vero esperto capace di riportare una esperienza diretta e viva molto significativa, essendo dotato di una particolare cultura teorica, storica ed anche pratica.

Il Prof. Brioschi ha citato il libro scritto dal Maestro Regoli, La Spada Giapponese. Storia, Tecnica e Cultura (pubblicato indipendentemente 2023, 196 pagine [QUI]), evidenziandone alcuni pregi, tra cui quello istituzionale essendo scritto in modo molto preciso e fornito di un ottimo glossario. Sebbene buona parte del libro sia dedicato alla spada, al suo ruolo ed alle scuole che ne insegnavano l’uso, Regoli descrive anche la complicatissima storia giapponese fatta in prevalenza dai nobili di corte e dai samurai, indispensabile per comprendere quest’arma.
Nell’opera un breve cenno viene fatto alle invasioni delle popolazioni che provenivano dall’Asia e dalla Polinesia mescolate con gli autoctoni, descrivendo poi l’Imperatore e la famiglia imperiale fino ad arrivare ai samurai ed ai nobili di corte.

La spada è uno dei tre simboli di potere dell’Imperatore, datogli dagli dei, insieme ad un gioiello magico ed uno specchio, presenti nel tempio di Ise sotto Nagoia.

Il Maestro Regoli ha mostrato un itomaki otaci, una spada taci da battaglia, ed il rituale che regola come indossarla. Ha descritto alcune caratteristiche particolari che distinguono la spada giapponese, come la lunghezza e la montatura delle lame.

La spada è diventata un simbolo in quanto costruita secondo una tradizione molto particolare seguendo riti shinto che prevedono la castità del fabbro autorizzato, la sua astemia ed un rituale di purificazione al fine di creare una vera opera d’arte.

La caratteristica principale che distingue una spada giapponese – ha spiega Regoli – è la costruzione con un materiale di ferro particolarmente puro per escludere contaminazioni che potrebbero indebolire la struttura. Viene effettuata la tecnica della tempra differenziata che prevede un trattamento diverso del corpo della lama rispetto al filo della lama, con lo scopo di ottenere le massime caratteristiche di eccezionale robustezza ed affidabilità da entrambe. Il metallo deve provenire preferibilmente dal Giappone ed estratto con metodo tradizionale, ottenendo il cosiddetto metallo gioiello. Tutte queste caratteristiche la rendo tecnicamente superiore a tutte le atre spade comprese quelle cinesi.

In conclusione, il Maestro Regoli ha mostrato la spada che tipicamente indossava il cavaliere samurai, il buzetu chiuri e quella tipicamente indossata dal cavaliere nobile di corte, il tachi.

Ampio spazio è stato dato alle domande, durante il quali Pierangelo Berlinguer, Cavaliere di Giustizia, ha invitato il relatore ad approfondire alcuni dettagli inerenti la cultura giapponese, con una domanda sulla cancellazione della classe nobiliare a seguito dell’arrivo degli Americani, alla quale il Maestro Regoli ha risposto in modo articolato: “Con la restaurazione Meiji, la casta dei samurai è stata cancellata (come tutte le altre). Questo significa che, per un Giapponese, appartenere ad una famiglia che fu samurai, ha solo un significato storico e privato. Esistono elenchi delle famiglie che furono samurai, ma per il limitato e ripetitivo numero dei cognomi in uso in Giappone, è difficile, in mancanza di genealogie complete, confermare le pretese dei singoli.

Tuttavia, poco dopo, l’Imperatore, nello sforzo di eguagliare le altre nazioni, ha cominciato a dare titoli nobiliari all’uso occidentale, creando baroni, visconti, conti e marchesi, oltre ad istituzionalizzare come principesche le famiglie di origine imperiale ed alcune famiglie che furono grandi feudatari.

Tali titoli vennero cancellati di forza dalle forze d’occupazione, come parte del programma di sottomissione della nazione che aveva perduto la guerra. Venne inoltre proibito all’Imperatore di creare nuovi nobili. Anche se le cose stanno lentamente cambiando, tale proibizione è tutt’ora valida.

Tuttavia, è esistita una classe nobiliare giapponese, al di fuori dei nobili imperiali, anche se, vista la propensione dei Giapponesi a seguire la legge, nessuno oggi ne fa menzione o uso. Tuttavia, chi lo fu lo sa, ed ho l’impressione che fra pari vi siano ancora delle riunioni in circolo privatissimi”.

In conclusione è stato accennato anche al ruolo delle donne samurai. Seppure di rado impegnate in battaglia, la loro funzione era in particolare quella dedicata alla difesa della casa, essendo molto esperte di naginata, un’arma inastata [*], custodita sull’architrave della casa.

[*] Il naginata è un’arma per il combattimento ravvicinato, nella quale la parte deputata all’uso di difesa è collocata al termine di un’asta, solitamente di legno duro, al fine di estendere il più possibile il raggio d’azione della persona che la impugni e di amplificare il momento angolare onde ottenere più danno nel momento in cui la sommità giunge a contatto con il bersaglio.

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