Come abbiamo anticipato [QUI], martedì 7 febbraio 2023, i Cavalieri della Rappresentanza di Terra d’Otranto della Delegazione delle Puglie e Basilicata del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio hanno avuto l’onore di essere invitati, come ormai da tradizione, ai festeggiamenti invernali in onore di Sant’Egidio, compatrono della città di Taranto dal 1919 per averla protetta durante la Prima Guerra Mondiale. Sant’Egidio viene venerato come protettore dei bambini, dei giovani in cerca di lavoro e delle famiglie provate dalla sofferenza e dalla malattia.
Sant’Egidio (al secolo Francesco Pontillo), nacque nel 1729 da una famiglia di cordai residente nell’area detta del pendio La Riccia, nel pittaggio Turripenne. I pittaggi erano fondamentalmente i quartieri, in totale quattro, in cui era suddivisa l’antica città di Taranto: il pittaggio di San Pietro, dal lato di Mar Grande, comprendente la Cattedrale di San Cataldo, era il quartiere dell’alta aristocrazia e dell’alto clero, caratterizzata da palazzi nobiliari ed edilizia di pregio; il pittaggio del Baglio, sempre dal lato di Mar Grande, era abitato prevalentemente da alti ufficiali, alta borghesia, e nobili; il pittaggio del Ponte, abitato prevalentemente da pescatori e commercianti; il pittaggio Turripenne, in cui nacque Sant’Egidio, la cui chiesa principale di riferimento per gli abitanti era quella di san Giuseppe, detta anche chiesa dei Pescatori, e che ospitò anche il ghetto degli Ebrei nell’area prospiciente alla discesa Vasto, traeva il suo nome da un’antica torre detta “turris poenorum” cioè “torre dei cartaginesi” (tale denominazione si dice essere legata ad uno specifico episodio della storia di Taranto, secondo il quale proprio in questa torre il condottiero cartaginese Annibale ed i suoi uomini avrebbero atteso il segnale convenuto con i tarantini per irrompere nella città per liberarla dai Romani. Il Pittaggio Turripenne, assieme a quello di Ponte, erano le aree in cui risiedeva il popolo minuto. Ivi vivevano pescatori, felpai e cordai.
Frate Egidio, dopo aver per alcuni anni svolto il mestiere dei suoi padri, all’età di 23 anni entrò nel convento di San Pasquale Baylon dei frati alcantarini, occupandosi in particolare della manutenzione di quello che all’epoca era un grande giardino conventuale che si estendeva fino alle sponde del Mar Piccolo. Assegnato poi al convento di San Pasquale, a Napoli, si fece amare molto dalla gente come questuante che infondeva pace e conforto e garantiva sempre ascolto e consolazione a tutti coloro che in cui si imbattesse, senza distinzione di ceto. Frate Egidio salì al Cielo il 7 febbraio 1812 già in fama di santità.
A causa di un sopraggiunto impedimento, Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo metropolita di Taranto non ha potuto prendere parte alla cerimonia, come invece precedentemente annunciato. Il parroco, Fra’ Vincenzo Chirico, OFM, ha quindi invitato presiedere la Concelebrazione Eucaristica Don Alberto Genovese, Vicario Generale di Trapani, in pellegrinaggio in questi giorni a Taranto con un gruppo di fedeli della sua diocesi per partecipare in particolar modo all’importante evento Facies Passionis.
La manifestazione di arte sacra Facies Passionis, giunta alla sua quarta edizione, promossa dall’Arciconfraternita del Carmine di Taranto, si tiene dall’8 al 12 febbraio 2023. L’evento espone ai fedeli quattordici statue in carta pesta provenienti da Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, che vengono di norma esibite e fatte sfilare in occasione della processione dei Misteri delle rispettive località.
Don Genovese ha colto con piacere l’invito, ringraziando per l’opportunità di celebrare, con una rappresentanza della sua diocesi, una festa così importante per i Tarantini. Durante l’omelia ha esortato i fedeli a imitare l’esempio di Frate Egidio, approcciandosi a Dio con la semplicità del cuore.
Come di consueto, la parrocchia di San Pasquale Baylon ha onorato il santo patrono garantendo un impeccabile servizio liturgico e animazione corale, insieme al Gran Complesso Bandistico “Città di Crispiano”.
Al termine della Santa Messa è stata recitato coralmente la preghiera di Sant’Egidio, con particolare intenzione per le persone malate e in difficoltà.