Santa Messa in suffragio dell’anima del Duca Don Diego de Vargas Machuca a Milano

Nell’incontro di giugno, la Delegazione della Lombardia del Sacro Miitare Ordine Costantiniano di San Giorgio si è ritrovata presso la...

Nell’incontro di giugno, la Delegazione della Lombardia del Sacro Miitare Ordine Costantiniano di San Giorgio si è ritrovata presso la chiesa di San Sepolcro, cuore del complesso dell’Ambrosiana in Milano, a partecipare alla Santa Messa in suffragio dell’anima del conpianto Presidente della Real Commissione per l’Italia, il Duca Don Diego de Vargas Machuca, celebrata da Mons. Marco Navoni, Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Cappellano Jure Sanguinis, concelebrante il Prof. Don Maurizio Ormas, dal Cappellano di Merito con Placca, alla presenza della Famiglia de Vargas Machuca e del Delegato Vicario, Dott. Ing. Gilberto Spinardi, Cavaliere Gran Croce di Merito.

Come abbiamo annunciato [QUI], successivamente i Cavalieri e le Dame hanno assistito alla conferenza tenuta da Mons. Navoni organizzata dal Promotore delle Attività Culturali, Prof. Edoardo Teodoro Brioschi, Cavaliere di Gran Croce di Merito, sul tema Gerusalemme “ombelico del cosmo” e il modello del Santo Sepolcro in Europa e nel mondo.

Nella sua omelia, Mons. Navoni ha sottolineato questo giorno particolarissimo del calendario ambrosiano in cui la Delegazione si è trovata a celebrare il ricordo del compianto Presidente della Real Commissione per l’Italia, in quanto in questo giorno ricorre la solennità del Corpus Domini, festa eucaristica per eccellenza. Ha ricordato quanto il Duca Don Diego de Vargas Machuca, da Uomo di fede si accostasse regolarmente al Sacramento dell’Eucaristia, definita nella liturgia orientale il “farmaco dell’immortalità, la medicina contro la morte”. Se ci nutriamo del Corpo e del Sangue di colui che ha vinto la morte ed è resuscitato per sempre – specifica Mons. Navoni -, abbiamo la promessa, la certezza nella fede che il nostro destino è la vita eterna.

Mons. Navoni ha poi spiegato il motivo per cui la Delegazione si è riunita in quel momento a pregare per il Duca avendo nel cuore il pensiero la certezza che si trova nell’abbraccio affettuoso del Padre celeste, anche lui partecipe della vittoria di Cristo sulla morte: “Chi mangia del Mio Corpo e beve il Mio Sangue ha la Vita Eterna”.

Mons. Navoni ha pregato infine anche per i suoi famigliari affinchè sentano il conforto fraterno della presenza dei Confratelli e delle Consorelle, ma soprattutto il conforto che viene dalla grazia di Dio.

Il Delegato Vicario ha avviato la successiva conferenza ringraziando per la partecipazione la Famiglia de Vargas Marchuca, presente con S.E. il Duca Don Tomas de Vargas Machuca, la Contessa Fadrique de Vargas Donà delle Rose, Dama di Giustizia e le nipoti. Ha annunciato la celebrazione della Santa Messa per il Trigesimo del ritorno al Padre del Duca Don Diego de Vargas Machuca, prevista il 22 giugno 2023.

Il Promotore della Attività Culturali ha introdotto in seguito il Relatore, ricordando la sua recente importante nomina a 27° Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana in 400 anni di storia.

Il tema trattato è stato di grande interesse riguardando in particolare proprio la chiesa di San Sepolcro, cuore del complesso dell’Ambrosiana, che ha consentito di arricchire la conoscenza ed il ruolo di questa chiesa concessa in uso alla Sacra Milizia.

Mons. Navoni ha spiegato la centralità di Gerusalemme, “cuore dell’Universo”, la quale veniva considerata simbolicamente madre di tutti i popoli, e, definita per i cristiani nella liturgia bizantina, “ombelico del cosmo”, in particolare il Golgota dove si pensava passasse l’asse terrestre. Alcuni versetti della Bibbia infatti identificano Gerusalemme come il centro della Terra (Salmo 74: “Dio ha operato la Sua salvezza nel centro della Terra”), ed inoltre Ezechiele cita Dio che ha posto Gerusalemme in mezzo ai popoli al centro delle terre.

Dalla Terra Santa ci fu una cospicua esportazione di Reliquie da contatto e memorie di riti liturgici che consentirono di poter ricostruire i luoghi Sacri – in particolare il Santo Sepolcro, luogo Sacro per eccellenza – in svariate parti del mondo, soprattutto dopo l’invasione islamica. Riproduzione quindi del Santo Sepolcro come valore iconico – ha precisato Mons. Navoni – che assume valore ed efficacia per il cammino di fede e di conseguenza collegate alle varie indulgenze dai Vescovi. L’Arcivescovo Anselmo IV da Bovisio (1100 d.C) sottolinea l’importanza di questa chiesa di San Sepolcro perché si conserva il “sepulchrum ad Eius veram similitudinem factum”, il Sepolcro fatto a vera somiglianza di quello in Gerusalemme. Questa chiesa è un vero e proprio frammento di Gerusalemme al centro di Milano.

Leonardo da Vinci alla fine del ‘400 realizza alcuni disegni della chiesa scrivendo “poni il vero mezo di Milano”, a dimostrazione di quanto si considerava centrale questa chiesa, vero centro storico ed archeologico di Milano. A riprova di questa realtà, San Carlo Borromeo la definisce “in media civitate constructa, quasi Umbilicus iacet” (costruita nel centro della città vi si trova come l’ombelico). Per questi motivi il vero Santo Sepolcro sta a Gerusalemme come questa chiesa sta a Milano. Nel vero centro di Milano si trova una fedele riproduzione impreziosita di reliquie e memorie di quanto per la cristianità è considerato il cuore dell’Universo.

Nella cripta ipogea è possibile riscontrare le memorie di Gerusalemme anche nei motivi ornamentali rinvenuti sui soffitti ed un prezioso affresco raffigurante San Giovanni Battista centrale con Santa Maria Maddalena (colei che scoprì per prima il Sepolcro vuoto il mattino di Pasqua) e verosimilmente – ha specificato Mons. Navoni – l’Imperatrice Sant’Elena, madre di Costantino collegata con la fondazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Anche nell’iconografia della cripta abbiamo il richiamo dei santi della Terra Santa.

Mons. Navoni infine ha riportato alcuni esempi di importanti chiese riproduzioni del Santo Sepolcro di Gerusalemme che si trovano in Italia, come ad esempio il complesso di Santo Stefano a Bologna che nell’887 era definito Jerusalem. Costituito da sette Chiese una inglobata all’altra che commemorano vari luoghi di Gerusalemme interconnessi, fino a raggiungere il luogo per eccellenza a pianta centrale del Santo Sepolcro a forma di torre. Mons. Navoni ha spiegato che la forma di torre richiama i maosolei imperiali, contenenti il feretro dell’Imperatore, ma quello di Gesù Cristo nel Santo Sepolcro è vuoto perché risorto.

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