Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
Delegazione della Tuscia e Sabina
Il Delegato
Santa Messa per la festa di San Nicola da Tolentino
Il prossimo venerdì 10 settembre 2021 ricorrerà la festa di San Nicola da Tolentino, celebrata da secoli con particolare solennità presso la Chiesa della SS. Trinità in Viterbo, centro della vita spirituale della nostra Delegazione.
La Santa Messa verrà celebrata alle ore 18.30 dal Parroco, Rev. P. Giuseppe Cacciotti OSA, che intesserà anche il panegirico del grande Santo agostiniano. Al termine del rito verrà distribuito, in ossequio alla tradizione, il pane benedetto.
Ricordo che a San Nicola i fedeli si rivolgono, in particolare, per la Sua potente intercessione in favore delle Anime Sante del Purgatorio. Da parte nostra, gli raccomanderemo in special modo i Confratelli ritornati alla Casa del Padre: Silio Scheller, Carmelo Sandomenico, S.E. Mons. Carlo Chenis, Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, P. Renato Maria Saveri OSA, primo Cappellano della Delegazione.
Confido nella presenza dei Confratelli e dei Postulanti. L’appuntamento è per le ore 18.15, direttamente in sagrestia.
Allego alla presente una nota biografica del Santo.
Confraterni saluti.
Viterbo, addì 4 Settembre 2021
Festa di S. Rosa da Viterbo
Cav. Gr. Cr. Jure Sanguinis con P.O.
Roberto Saccarello

San Nicola da Tolentino
Nacque nel 1245 a Sant’Angelo in Pontano, vicino Fermo. La leggenda della sua vita, rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di San Nicola di Mira per ottenere la grazia di un figlio. Ritornati a Sant’Angelo ebbero il figlio desiderato e, ritenendo di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola.
Il giovane si distinse subito per viva intelligenza ed impegno nello studio. Ascoltando, un giorno, la predica di un frate agostiniano sulla frase latina Nolite diligere mundum, nec ea quae sunt in mundo, quia mundus transit et concupiscenzia ejus (“non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza”), avvertì la chiamata alla vita religiosa. Chiese, allora di essere ammesso nell’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino ed i suoi genitori acconsentirono con gioia. Fece i voti solenni a meno di diciannove anni e nel 1269 fu ordinato sacerdote.
Dopo la sua ordinazione, predicò soprattutto a Tolentino, dove fu trasferito intorno al 1275. Nel convento di Sant’Agostino della cittadina marchigiana sarebbe rimasto fino alla morte, avvenuta nel 1305. Trascorse gli ultimi 30 anni della sua vita, predicando quasi ogni giorno. Dagli agiografi vengono soprattutto evidenziate la mitezza, la semplicità e la scrupolosa osservanza dei voti religiosi.
Il processo di canonizzazione di Nicola iniziò nel 1325 sotto Giovanni XXII, ma si concluse soltanto nel 1446 sotto Eugenio IV. Tuttavia già fin dalla metà del ‘300 veniva gà raffigurato con l’aureola (vedi ad esempio il cappellone della Basilica di Tolentino). Bonifacio IX concesse l’indulgenza plenaria a chi visitasse la tomba di Nicola con la Bolla Papale Splendor paternae gloriae del 1º gennaio 1390, com’è riportato dalle cronache di Gaetano Moroni: «Bonifacio VIII con una bolla, concesse l’indulgenza plenaria nella domenica dentro l’ottavo della festa del santo nella stessa guisa della Porziuncola, a chi visitasse la chiesa che racchiude il suo corpo, la quale fu confermata da altri Papi» (Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica: da S. Pietro sino ai nostri giorni, 1856).
È considerato un Santo mariano poiché sostenne di avere la visione degli angeli che trasportavano la Santa Casa di Loreto nella città marchigiana il 10 dicembre del 1294. La sua protezione è invocata dai devoti in particolare per le anime del Purgatorio. Il singolare carisma del grande Taumaturgo agostiniano è interpretato egregiamente dal pittore viterbese Giovan Francesco Bonifazi (XVII sec.) nella grande tela “San Nicola e le Anime purganti”, che si può ammirare nel transetto sinistro della Chiesa della Trinità in Viterbo.
San Nicola fu anche un famoso esorcista, uno dei pannelli della sua vita affrescati nel Cappellone di Tolentino lo mostra proprio nell’atto di liberare una donna posseduta dal demonio; questa sua facoltà rimase integra anche dopo la sua morte visto che numerosi ex voto lo indicano come guaritore di indemoniati.
San Nicola Viene ricordato dalla liturgia il 10 settembre. Il suo corpo, dopo il fortunato ritrovamento nel 1926, è esposto alla venerazione dei fedeli nella cripta sotterranea, edificata nel 1932, esattamente sotto il pavimento del Cappellone della Basilica di Tolentino.
I “panini di San Nicola”
Celebri sin dal medioevo sono i cosiddetti “panini miracolosi di San Nicola”, legati ad un episodio della sua vita. San Nicola, gravemente malato, ottenne la grazia della guarigione per intervento della Vergine Maria, che, apparsa in visione, gli aveva assicurato: «Chiedi in carità, in nome di mio Figlio, un pane. Quando lo avrai ricevuto, tu lo mangerai dopo averlo intinto nell’acqua, e grazie alla mia intercessione riacquisterai la salute». Il santo non esitò a mangiare il pane ricevuto in carità da una donna di Tolentino, riacquistando così la salute. Da quel giorno San Nicola prese a distribuire il pane benedetto ai malati che visitava, esortandoli a confidare nella protezione della Vergine Maria per ottenere la guarigione dalla malattia e la liberazione dal peccato.
I panini di San Nicola sono confezionati con farina di grano ed acqua, senza lievito, cotti al forno. Sono un segno sacramentale della Chiesa, come lo è per esempio l’acqua santa, ed operano grazie nella nostra vita in misura della fede nel Signore.
Prima di mangiare i panini, si reciti la preghiera a San Nicola, per confidare nel Signore ed accettare la sua volontà di salvezza. La richiesta di grazie va unita all’impegno a progredire in un autentico cammino di fede, speranza e carità, verso Dio e i fratelli. La preghiera, che segue, va recitato per confidare nel Signore ed accettare la sua volontà di salvezza. La richiesta di grazie va unita all’impegno a progredire in un autentico cammino di fede, speranza e carità, verso Dio e i fratelli: “O Dio onnipotente e misericordioso, con fiducia a te rivolgiamo la nostra preghiera, interponendo l’intercessione di San Nicola, tuo servo fedele e nostro particolare protettore: soccorri con prontezza e benevolenza quanti invocano forza nella prova e conforto nel dolore. O San Nicola, tu che durante la tua vita hai condiviso le sofferenze dei più bisognosi e ti sei prodigato nel consolare afflitti e malati, vieni in nostro aiuto: presenta al Padre buono e provvidente, la nostra richiesta di guarigione nel corpo e nell’anima, in modo che ci sia donata una nuova occasione di gratitudine per i benefici dispensati in virtù dei meriti infiniti di Gesù Cristo, nostro Salvatore. Amen. Pater, Ave, Gloria”.
Roberto Saccarello