Domenica 10 settembre 2023, ricorrendo la solennità della Madonna della Quercia, si è rinnovato il tradizionale “Patto d’amore” con la Patrona della Diocesi e Custode della Città di Viterbo.
Alle ore 10.30 nella basilica di Santa Maria della Quercia, il Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza ha presieduto una solenne Concelebrazione Eucaristica.
Nel pomeriggio, alle ore 16.30 è partita la grande Processione dalla chiesa di Santa Maria del Paradiso fino al Santuario della Madonna della Quercia, che suggella da oltre sei secoli il legame indissolubile del territorio con la Madre di Dio. La Processione è stata aperta dal Corteo Storico e dagli sbandieratori del quartiere Pilastro, seguito dalle associazione del territorio, le Confraternite con i loro stendardi, gli Ordini Cavallereschi, gli Ordini religiosi, il Clero e i Vescovi, i gonfaloni della provincia e del comune di Viterbo, il Presidenti della Provincia, il Sindaco di Viterbo e le autorità civili e militari, e i fedeli tutti.
Al termine della processione, alla presenza del Vescovo emerito, Mons. Lino Fumagalli, del clero regolare e secolare, degli ordini cavallereschi, delle confraternite e dei fedeli convenuti da tutta la diocesi, all’interno della Basilica della Madonna della Quercia, è stato svolto il Rito presieduto dal Vescovo diocesano, in cui il Sindaco di Viterbo, Chiara Frontini, con Atto solenne ha rinnovato il “Patto d’amore” fra la Comunità Civica e la Madonna della Quercia, invocando sui cittadini e la Città la benedizione di Dio e la protezione della Santa Vergine Maria.
Su invito di Don Luigi Fabbri, Vicario Generale della Diocesi di Viterbo, i Cavalieri della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano hanno presenziato in forma ufficiale alla processione, ai solenni Secondi Vespri e alla cerimonia del rinnovo del “Patto d’amore”.
La storia del miracoloso dipinto della Madonna della Quercia è straordinaria. Esso venne commissionato nel 1417 per personale devozione da Mastro Battista Ruzzante al pittore Maestro Monetto, per porlo a protezione dei fedeli su una quercia. Lo incaricò di dipingere l’immagine della Vergine Maria con il Bambino su di una tegola piana. La tradizione tramanda, come riferisce lo storico Niccolò della Tuccia, che mentre il pittore stava lavorando al dipinto si addormentò e nel sogno vide gli angeli che completavano l’opera, disegnando e colorando il volto e gli occhi della Madonna. Al suo risveglio scoprì il dipinto completato e perfetto tanto da attribuirlo con certezza a mano angelica.
La storia del “Patto d’amore” risale al 1467, quando durante i mesi di luglio e di agosto un terribile flagello si abbatté su tutto l’Alto Lazio: la peste. Moltissime persone furono colpite dal tremendo morbo. Nel mese di agosto, all’improvviso come chiamata da una voce misteriosa, una moltitudine di persone accorse intorno alla quercia con il dipinto della Madonna. In seguito arrivarono migliaia di persone proveniente da tutti i paesi della Tuscia. La peste alla fine cessò per il prodigioso intervento della Vergine. Il Popolo decise allora di fare una solenne processione di ringraziamento e i Priori di Viterbo ne chiesero il permesso al Vescovo Pietro, che autorizzò anche il culto alla Vergine ormai da tutti invocata come “Madonna della Quercia”. La prima processione del “Patto d’amore” fu fatta il 20 Settembre del 1467 e rinnovata lungo i secoli fino ai nostri giorni. Come avviene dal XV secolo, la Città dei Papi continua a rivolgersi con fervore alla Madre di Dio per chiedere la sua celeste protezione.
Preghiera alla Madonna della Quercia
Vergine Santa, Madonna della Quercia,
Patrona della Diocesi di Viterbo,
raccolti in questo santuario a Te consacrato,
Ti rivolgiamo una supplice e confidente preghiera:
vigila sul Successore di Pietro e sulla Chiesa affidata alle sue cure;
vigila su questa comunità diocesana e sui suoi pastori,
sull’Italia, sull’Europa e sugli altri continenti.
Regina della pace, ottieni il dono della concordia e della pace
per i popoli e per l’intera umanità.
Vergine obbediente, Madre di Cristo,
che, con il tuo docile “si” all’annuncio dell’Angelo,
sei diventata Madre dell’Onnipotente,
aiuta tutti i tuoi figli ad assecondare
i disegni che il Padre celeste ha su ciascuno,
per cooperare all’universale progetto di redenzione,
che Cristo ha compiuto morendo sulla croce.
Vergine di Nazareth, Regina della famiglia,
rendi le nostre famiglie cristiane fucine di vita evangelica,
arricchite dal dono di molte vocazioni
al sacerdozio e alla vita consacrata.
Mantieni salda l’unità delle nostre famiglie,
oggi tanto minacciata da ogni parte,
e rendile focolari di serenità e di concordia,
dove il dialogo paziente dissipi le difficoltà e i contrasti.
Veglia soprattutto su quelle divise e in crisi,
Madre di perdono e di riconciliazione.
Vergine Immacolata, Madre della Chiesa,
alimenta l’entusiasmo di tutte le componenti
della nostra Diocesi: delle parrocchie e dei gruppi ecclesiali,
delle associazioni e delle nuove forme di impegno apostolico
che il Signore va suscitando con il suo Santo Spirito;
rendi ferma e decisa la volontà di quanti
il Padrone della messe continua a chiamare
come operai nella sua vigna, perché,
resistendo a ogni lusinga ed insidia mondana,
perseverino generosamente nel seguire il cammino intrapreso,
e, con il tuo materno soccorso, diventino testimoni di Cristo
attratti dal fulgore del suo Amore, sorgente di gioia.
Vergine Clemente, Madre dell’umanità,
volgi il tuo sguardo sugli uomini e le donne del nostro tempo,
sui popoli e i loro governanti, sulle nazioni e i continenti;
consola chi piange, chi soffre, chi pena per l’umana ingiustizia,
sostieni chi vacilla sotto il peso della fatica
e guarda al futuro senza speranza;
incoraggia chi lavora per costruire un mondo migliore
dove trionfi la giustizia e regni la fraternità,
dove cessino l’egoismo e l’odio, e la violenza.
Ogni forma e manifestazione di violenza
sia vinta dalla forza pacificatrice di Cristo!
Vergine dell’ascolto, Stella della speranza,
Madre della Misericordia,
sorgente attraverso la quale è venuto nel mondo Gesù,
nostra vita e nostra gioia,
noi Ti ringraziamo e Ti rinnoviamo l’offerta della vita,
certi che non ci abbandoni mai,
specialmente nei momenti bui e difficili dell’esistenza.
Accompagnaci sempre: ora e nell’ora della nostra morte.
Amen!
Papa Benedetto XVI
Viterbo, 6 settembre 2009
Servizio fotografico a cura del Cav. Gennaro Vernillo.