La Delegazione della Tuscia e Sabina alla processione del Corpus Domini di Bolsena

Nel pomeriggio di domenica 11 giugno 2023, Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, su invito della Diocesi di Orvieto-Todi,...

Nel pomeriggio di domenica 11 giugno 2023, Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, su invito della Diocesi di Orvieto-Todi, una qualificata rappresentanza di Cavalieri della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, guidata dal Delegato, Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere di Gran Croce Jure Sanguinis con Pacca d’Oro, ha partecipato alla tradizionale processione del Corpus Domini di Bolsena.

Al corteo religioso ha sfilato, accanto a Cardinale Fortunato Frezza, anche Don Stefano Sivilla Clary, Cappellano di Merito con Placca. Al termine della celebrazione in onore del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, il Delegato si è brevemente intrattenuto con il Porporato e con Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Orvieto-Todi.

Il miracolo eucaristico di Bolsena

La Solennità del Corpus Domini, celebrata in tutto il mondo cristiano, vuole ricordare il miracolo eucaristico di Bolsena, piccolo comune del viterbese adagiato sulla sponda nord-orientale dell’omonimo lago, avvenuto nel 1263. Le più antiche cronache ci parlano di un sacerdote boemo, cui la tradizione dà il nome di Pietro da Praga, il quale in quel tempo di controversie teologiche sul mistero eucaristico, fu assalito da dubbi sulla reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrato.

Per trovare finalmente pace, risolse nel suo animo di intraprendere un lungo pellegrinaggio di penitenza e meditazione alla volta di Roma per pregare sulla tomba di San Pietro. Dopo aver pregato sulla tomba del principe degli apostoli, rinfrancato nello spirito riprese il viaggio di ritorno verso la sua terra. Lungo la via Cassia si fermò a dormire a Bolsena nei pressi della basilica di Santa Cristina e per ringraziare Iddio, il mattino seguente, chiese di celebrare la Santa Messa. Durante la Celebrazione, dopo la consacrazione alla frazione dell’ostia apparve ai suoi occhi un prodigio al quale da principio non voleva credere. Quell’ostia che teneva tra le mani era diventata carne da cui stillava miracolosamente abbondante sangue. Impaurito e nello stesso tempo pieno di gioia cercò di nascondere ai rari presenti quello che stava avvenendo: concluse la celebrazione, avvolse tutto nel candido corporale di lino usato per la purificazione del calice che si macchiò immediatamente di sangue e fuggì verso la sagrestia. Ma durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul pavimento tradendo la segretezza del prodigio.

Papa Urbano IV, riconobbe il miracolo eucaristico di Bolsena e l’11 agosto 1264 istituì come festa di precetto la solennità del Corpus Domini estendendola con la bolla Transiturus de hoc mundo alla Chiesa universale.

A seguito di questo miracolo venne edificato il bellissimo e imponente Duomo di Orvieto, cittadina umbra a pochi chilometri da Bolsena, dove è conservato al suo interno il reliquiario che contiene l’ostia.

L’istituzione della processione del Corpus Domini trae le sue origini dalla cerimonia con la quale le reliquie del miracolo, traslate da Bolsena ad Orvieto, furono riposte in Santa Maria Prisca, alla presenza di Papa Urbano IV. Nel 1337 il governo di Orvieto stabilì di portare annualmente l’ostia consacrata e il Corporale in solenne processione per le vie della città. Per questa occasione, ogni anno, Orvieto abbellì vie, strade, piazze e palazzi di verdure, fiori, dipinti, arazzi e stoffe preziose.

Bolsena cominciò a celebrare solennemente la solennità del Corpus Domini solo alcuni secoli più tardi, dopo che i marmi macchiati di sangue, trasportati su un carro trionfale costruito per l’occasione, furono trasferiti dalla cappella del Corpo di Cristo per essere custoditi nella nuova Cappella del Miracolo. La prima solenne processione con le reliquie del Miracolo risale al 1881.

Attualmente, come nel passato, a Bolsena la solennità del Corpus Domini ha inizio la sera della vigilia con l’esposizione di una delle “sacre pietre”. Alla grandiosa processione, che si svolge con devota partecipazione e compostezza del popolo, prendono parte il vescovo diocesano, un cardinale di Sacra Romana Chiesa, il clero regolare e secolare, il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, le confraternite e autorità municipali, provinciali e militari.

Il percorso della processione è lungo circa 3 Km (sembra sia il più lungo del mondo) ed è completamente ricoperto da un’artistica infiorata, su disegno di base, con petali di fiori, foglie e semi. A livello individuale o in gruppi, gli abitanti delle vie interessate dal percorso della processione provvedono nei giorni precedenti l’evento alla raccolta dei fiori e alla preparazione dell’occorrente per i contorni dei disegni (fondi di caffè, segatura colorata) mentre il mattino stesso della festa alla raccolta dei fiori più delicati. Il grande impegno ha termine poco prima della solenne processione.

La storia della Chiesa è disseminata di miracoli eucaristici attraverso i quali Dio ha voluto rivelare la sua reale presenza in mezzo agli uomini. Nel volume I miracoli eucaristici in Italia (Paoline Editoriale Liberi 2015, 112 pagine) Raffaele Iaria racconta, con l’aiuto di documenti storici, i diciassette miracoli eucaristici avvenuti in Italia tra l’VIII e il XVIII secolo. Basta il nome evocativo di qualche luogo: Lanciano, Bolsena, Orvieto, Siena. I miracoli eucaristici, di fatto, sono eventi reali umano-divini di quella realtà tutta divina che è l’Eucaristia, di cui San Pier Giuliano Eymard amava dire: “Troverete tutto nell’Eucaristia: la parola di fuoco, la scienza e i miracoli. Sì, anche i miracoli”. Il lavoro di Raffaele Iaria, oltre che attuale e opportuno, è molto utile sia per avere un bagaglio prezioso di riferimenti ai miracoli eucaristici più importanti e significativi avvenuti in Italia, sia per avviare una valida riflessione e meditazione su fatti cosi importanti che non sono soltanto “storia”, ma anche “teologia”, ossia sono eventi che possono svelare realmente qualcosa dell’ineffabile mistero eucaristico. Questo volume si differenzia bene da altri lavori del genere per due caratteristiche particolari: la prima è l’accuratezza della ricerca che punta all’essenziale dei “fatti” senza nulla concedere al cosiddetto “miracolismo” di eventi qualificati scientificamente come miracoli eucaristici; la seconda caratteristica è lo stile giornalistico aperto e accattivante, che sa incidere nell’animo del lettore con semplicità e rapidità.

Servizio fotografico del Cav. Gennaro Vernillo.

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