La Delegazione Toscana del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio partecipa su invito del Centro di Studi Storici Lorenesi, inteso lo stretto legame tra le realtà cavalleresche degli ordini familiari e dinastici dei regni preunitari delle Due Sicilie e del Granducato di Toscana, al Secondo ciclo di conferenze sull’età Lorenese, che inizia oggi nel complesso della basilica di San Lorenzo in Firenze. Le conferenze avranno luogo nei giorni di giovedì 11, 18 e 25 maggio 2023, alle ore 17.30, presso la restaurata Compagnia delle Sacre Stimmate di San Francesco, con accesso da piazza San Lorenzo, lato campanile, davanti Borgo la Noce.
Si porta all’attenzione come le conferenze in programma per i giorni 11 e 25 maggio saranno tenute da due illustri Confratelli della Delegazione Toscana.
Giovedì 11 maggio il Prof. Marco Gemignani, Cavaliere di Merito con Placca, sarà relatore sul tema L’Ordine di Santo Stefano Papa e Martire: storia, politica, finalità e imprese (Parte I).
Giovedì 18 maggio il Prof. Pietro Ruschi sarà relatore sul tema La basilica di San Lorenzo fra Medici e Lorena.
Giovedì 25 maggio il Prof. Giovanni Cipriani, Cavaliere di Merito, sarà relatore sul tema Vita e agricoltura nelle campagne della Toscana del ‘700.
I relatori
Prof. Marco Gemignani è docente di Elementi di storia e strategia navale presso l’Accademia Navale di Livorno, dove ha iniziato la sua attività di insegnamento nel 1996, strutturato dal 2009, unico docente di Storia nell’ambito del Ministero della Difesa. Dal 1994 al 1998 è stato Cultore della materia di “Storia e tecnica militare” poi di “Storia militare” presso il Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea dell’Università degli Studi di Pisa. È autore di circa centocinquanta pubblicazioni in Italia e all’estero, fra le quali sette opere monografiche, alcune voci della The Oxford Encyclopedia of Maritime History e collabora con il Dizionario biografico degli Italiani della Treccani. Ha inoltre presentato proprie relazioni in oltre un centinaio di convegni. Fa parte del Comitato scientifico dei periodici Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Quaderni Stefaniani e Studia Borbonica. É membro della Società Italiana di Storia militare dal 1994 e Cancelliere dell’Accademia di studi Maria Luisa di Borbone di Viareggio dal 2010. Per la sua attività di studioso, fra l’altro, è stato nominato socio onorario del Centro di studi storico-militari “Generale Gino Bernardini” di Bologna e socio onorario, poi ordinario dell’Accademia di Marina dei Cavalieri di Santo Stefano di Pisa, della quale nel 2015 è stato nominato Vicepresidente nel mese di aprile 2023 Presidente.
Prof. Pietro Ruschi, una vita professionale spesa tra impegno per le Soprintendenze, l’Università di Udine, di Pisa, di Roma e grandi cantieri di restauro di palazzi pubblici e privati, può essere veramente definito un’autorità nel settore della valutazione e del restauro di opere architettoniche. Laureato a Firenze con 110 e lode, ha prestato dapprima servizio presso la Soprintendenza per i Beni ambientali e architettonici di Firenze e Pistoia, dirigendo numerosi restauri. Nel 1992 ha intrapreso la carriera universitaria dapprima presso l’Università degli Studi di Udine e, dal 2008 presso la facoltà di di ingegneria di Pisa, corso di laurea magistrale in Architettura e Urbanistica, dove insegna restauro architettonico. Può vantare, caso raro, anche un diploma di Archivistica presso l’Archivio di Stato di Firenze.
Prof. Giovanni Cipriani è professore associato di Storia Moderna pressi il Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università degli Studi di Firenze, titolare degli insegnamenti di Storia Moderna e di Storia della Toscana nell’Età Moderna. È Presidente del Centro di Cultura per Stranieri dell’Università degli Studi di Firenze, Presidente degli Amici dei Musei Fiorentini, Cavaliere dell’Ordine di San Giuseppe, Membro della Deputazione di Storia Patria per la Toscana, dell’Accademia dei Georgofili, dell’International Academy for the History of Pharmacy, dell’Accademia delle Arti del Disegno, della Società Italiana di Storia della Medicina, della Società Filoiatrica Fiorentina, della International Society for Eighteenth Century Studies, della Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna, del Centro di Studi Storici di Psicoanalisi e Psichiatria, della International Association for Art and Psycology.
La Compagnia delle Sacre Stimmate di San Francesco in San Lorenzo a Firenze
La basilica di San Lorenzo e i suoi spazi sotterranei hanno rappresentato nel tempo un polo di attrazione per i laici che, riuniti in confraternite, gravitavano attorno alla chiesa. Così è stato per la Compagnia delle Sacre Stimmate di San Francesco le cui prime notizie risalgono al 1591. Il grande interesse e l’affluenza di fedeli fecero sì che il Granduca Ferdinando I e il Capitolo laurenziano le concedessero gli ambienti prestigiosissimi sotto la michelangiolesca Sagrestia nuova, sepolcreto della famiglia Medici. Già nel febbraio 1599 la Compagnia ottenne di poter edificare lo spogliatoio e di aprire un portale per accedervi dall’esterno. L’ambiente fu decorato da Niccolò Nannetti con le quadrature di Pietro Anderlini. Nell’Ottocento il sodalizio, pur forte di una vicenda secolare, si ritrovò ad attraversare aspre vicissitudini con il desiderio di conservare il proprio patrimonio spirituale e materiale, e il timore di venire soppresso oppure di dover assistere all’incameramento dei beni del notevole patrimonio fondiario da parte dello Stato italiano. I primi decenni del Novecento videro un travagliato aggiornarsi di statuti e regolamenti con l’obiettivo di “smantellare” l’antica struttura, semplificandola e aggiornandola. Una necessità resa sempre più pressante per le difficoltà economiche della confraternita, il costante calo degli iscritti e una situazione di conflitti interni che andava a detrimento della vita spirituale della congregazione. Fu allora che i beni mobili e le opere d’arte e gli oggetti di culto furono trasferiti nel palazzo arcivescovile, e rimasero in loco solo gli arredi fissi (altari, mobili ecc.) i quali, dopo l’alluvione del 1966, furono rimossi e temporaneamente depositati in un magazzino a Palazzo Pucci da dove se ne persero le tracce. E proprio a dopo l’alluvione risalgono le mutazioni più significative degli ambienti: la cappella di San Giovanni fu trasformata in teatro, mentre la cappella della Santa Infanzia fu nascosta da un muro. Altri arredi lapidei, come le belle acquasantiere in pietra serena, furono spostati in canonica. La confraternita fu poi soppressa il primo marzo 2014 e con essa la sua vita che, per tutto l’Ottocento e per tutta la prima metà del Novecento, era stata scandita sempre dagli stessi ritmi.
Dopo lo scioglimento delle Confraternite i locali erano rimasti inutilizzati e finalmente, nel 2017, La Parrocchia e l’Opera Medicea Laurenziana, per iniziativa del priore di San Lorenzo, Mons. Marco Domenico Viola, e del Presidente dell’Opera, Paolo Padoin, hanno progettato e realizzato il recupero dei locali, che dopo tre anni di lavori di restauro , l’anno scorso sono stati restituiti alla pubblica fruizione. Le opere superstiti, quadri, argenterie, tessuti e reliquiari sono ora tornati nella loro precedente sede e offrono, almeno in parte, il percorso artistico e devozionale di una delle più fiorenti e potenti istituzioni laicali fiorentine.
Firenze e la Toscana nell’età dei Lorena
All’estinguersi della famiglia Medici, la dinastia straniera degli Asburgo-Lorena, scelta dalle altre potenze europee per salvaguardare i difficili equilibri politici esistenti tra Francia e Impero, seppe farsi strada tra le diffidenze dei propri sudditi e portare il Granducato di Toscana verso la modernità. Tra reggenze, esili ed incerti ritorni, governarono il Granducato di Toscana per poco più di un secolo, dal 1737 al 1859, anno del plebiscito che determinò l’annessione al Regno d’Italia. Furono anni non sempre facili, funestati da guerre europee, dalla fine dell’indipendenza e dell’autonomia per molti stati della penisola italiana e dalla straordinaria parabola dell’epopea napoleonica. Eppure il piccolo stato della Toscana seppe distinguersi e diventare modello di riferimento per le trasformazioni amministrative e giuridiche che qui si sperimentarono, quali l’abolizione della pena di morte (primo stato in Europa) e l’avanguardistico progetto di una Costituzione. Uomini colti e visionari, i Lorena introdussero infatti in Toscana grandi riforme. A partire da Francesco Stefano, che governò il suo nuovo Stato seduto sul trono viennese e diede il via a imponenti interventi di bonifica delle campagne e alla riorganizzazione generale dell’amministrazione e delle strutture dello Stato. Poi la straordinaria figura di Pietro Leopoldo, il principe filosofo, che grazie alla passione per le scienze e le arti, sostenne la nascita dell’Accademia dei Georgofili, dette il via all’arricchimento e al riordinamento delle collezioni medicee, e aprì al pubblico la Galleria degli Uffizi e altre sedi museali. tra fine Settecento e inizio Ottocento rivoluzioni e moti attraversarono tutta l’Europa, con conseguenze anche per la Toscana. Sono gli anni del difficile regno di Ferdinando III, che conobbe l’onta dell’esilio al sorgere dell’astro di Napoleone. Si conclude con la figura di Leopoldo II che seppe garantire un clima mite e tollerante e traghettare la Toscana pacificamente verso l’annessione al Regno d’Italia.