Solenne Santa Messa a Nola in suffragio dei caduti del Regno delle Due Sicilie

Domenica 13 febbraio 2022 alle ore 18.30 nella Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta in Nola è stata celebrata la solenne Santa...

Domenica 13 febbraio 2022 alle ore 18.30 nella Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta in Nola è stata celebrata la solenne Santa Messa annuale organizzata dalla Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, come da consuetudine ventennale, in occasione del 161° anniversario della Capitolazione della Fortezza di Gaeta del 13 febbraio 1861, in suffragio di tutti i caduti del Regno delle Due Sicilie ed in ricordo dell’incendio doloso della Cattedrale di Nola avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 1861.

La Santa Messa è stata officiata dal Vice Parroco Don Vladimir Montante, coadiuvato dal Diacono Dott. Giovanni Prevete, Cavaliere di Ufficio.

All’inizio della Celebrazione Eucaristica, Don Vladimir si è soffermato sugli eventi su menzionati: «Il 13 febbraio 1861 nella Villa Reale dei Borbone a Formia veniva firmato l’armistizio tra Sua Maestà Francesco II per grazia di Dio Sovrano legittimo del Regno delle Due Sicilie, asserragliato nella Fortezza di Gaeta, e gli invasori piemontesi. La capitolazione avvenne dopo un assedio durato 102 giorni di cui 75 trascorsi sotto il fuoco piemontese. In questa Santa Messa preghiamo per i soldati che persero la vita in questo assedio, 46 piemontesi e 826 borbonici, e le innocenti vittime civili. Supplichiamo il Signore perché ispiri sempre a coloro che reggono le sorti dei popoli pensieri e propositi di pace. Mai più guerre! Nella notte tra il 12 ed il 13 febbraio dello stesso anno, mentre erano in corso le Sacre Quarant’ore, la Cattedrale di Nola veniva distrutta con un incendio doloso. Offriamo il Sacrificio della Santa Messa in riparazione di questo orribile sacrilegio, lesivo dell’onore di Dio e dei sentimenti di fede del popolo nolano».

Durante la sua Omelia, oltre a confermare le intenzioni della Santa Messa, Don Vladimir si è trattenuto sul passo del Vangelo secondo Luca relativo alle Beatitudini (Lc 6,17; 20-26) e in particolare sulla povertà.

Alla fine della Celebrazione, Domenico Giuseppe Costabile, Cavaliere di Merito, Cerimoniere e Consigliere della Delegazione, in rappresentanza del Delegato e del Consiglio della Delegazione, ha letto il messaggio di saluto rivolto ai presenti del Delegato, il Nob. Manuel de Goyzueta dei Marchesi di Toverena, dei Marchesi di Trentenara, Cavaliere di Giustizia, assente cause di forza maggiore: «Sono spiritualmente vicino a Voi, Confratelli tutti, nel ricordare quanti caddero per difendere un ideale, il loro Re, la loro Patria e soprattutto l’Onore del Regno delle Due Sicilie. Come soldati della Sacra Milizia ricordare quegli uomini significa riaffermare quei valori, idee e principi che ci permettono di guardare ancora oggi al futuro con maggiore consapevolezza di ciò che siamo: i discendenti di quegli uomini d’onore».

Poi, il Prof. Antonio De Stefano, Cavaliere di Merito P.A. ha a recitato la Preghiera del Cavaliere Costantiniano. A lui è rivolto un sentito ringraziamento per il grande supporto e per l’organizzazione di tutte le attività della Delegazione di Napoli e Campania svolte nell’Agro Nolano.

Oltre ai su menzionati – il Vice Parroco Don Vladimir Montante, il Diacono Cav. Giovanni Prevete, il Cav. Domenico Giuseppe Costabile e il Cav. Prof. Antonio De Stefano – erano presenti: il Cavalieri di Merito con Placca Dott. Gesualdo Marotta; i Cavalieri di Merito Avv. Alessandro Franchi, Dott. Giuseppe Russo, Dott. Valerio Massimo Miletti; i Cavalieri di Ufficio Mar. Francesco Saverio Barbato Romano, Ing. Nicola Annunziata, Prof. Valerio Stefano Sacco; i Postulanti e Amici Ing. Prof. Michele Todino, Mar. Raffaele Renzullo, Ins. Biagio Trocchia.

L’assedio e la capitolazione di Gaeta

L’assedio di Gaeta tra il 5 novembre 1860 ed il 13 febbraio 1861 fu uno degli ultimi fatti d’armi delle operazioni di conquista dell’Italia Meridionale nel corso del Risorgimento italiano. La Città di Gaeta, al confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio, era difesa dai soldati dell’esercito delle Due Sicilie, ivi arroccati dopo la Spedizione dei Mille e l’intervento della Regia Armata Sarda. La caduta di Gaeta, insieme con la successiva presa di Messina e di Civitella del Tronto, portò alla proclamazione del Regno d’Italia.

Il 13 febbraio 1861 nella villa reale dei Borbone (già villa Caposele, attualmente Villa Rubino, a Formia) venne firmato l’armistizio. Alle ore 18.15 le artiglierie di entrambi gli schieramenti cessarono le ostilità, entrando in vigore il cessate il fuoco a seguito della firma della capitolazione, e la guarnigione di Gaeta uscì dalla piazzaforte con l’onore delle armi.

La cittadella di Messina si arrese a Garibaldi dopo due mesi, il 12 marzo e Civitella del Tronto – ultima roccaforte dell’esercito duosiciliano – riuscì a resistere all’esercito piemontese con 530 uomini appartenenti ai diversi corpi (gendarmeria, fanteria di riserva, reali veterani, artiglieria) con 21 cannoni, 2 obici, 2 mortai e 1 colubrina in bronzo del museo, fino al 20 marzo 1861. Dopo due giorni di terrificanti bombardamenti – 7.860 proiettili per 6.500 kg di polvere utilizzata – i Piemontesi riescono ad entrare attraverso una breccia. Finisce il Regno delle Due Sicilie.


Il Duomo di Nola

L’attuale Duomo di Nola, la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta è una costruzione moderna, edificata tra il 1869 e gli inizi del Novecento su progetto dell’architetto Nicola Breglia in stile neorinascimentale: essa fu inaugurata nel maggio 1909 con la traslazione delle reliquie di San Paolino.

La nuova costruzione fu necessaria a causa del devastante incendio che avvenne nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 1861, ad opera di facinorosi rivoluzionari e massoni. La Cattedrale fu prima saccheggiata e poi incendiata, quando la capitolazione della Fortezza di Gaeta era già concordata e firmata, e ne era giunta la notizia anche a Nola.

L’incendio doloso distrusse completamente l’antica chiesa gotica; di essa si salvarono soltanto alcuni manufatti, le statue dei santi patroni, la cripta, la cappella e la statua dell’Immacolata.

Nel marzo del 1954 Papa Pio XII l’ha elevata alla dignità di basilica minore.

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