La Delegazione Lombardia celebra il Giorno della Santa Croce a Milano

La consueta ripresa delle attività dopo la pausa estiva della Delegazione Lombardia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San...

La consueta ripresa delle attività dopo la pausa estiva della Delegazione Lombardia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, nella ricorrenza della festa dell’Esaltazione della Santa Croce – che costituisce, insieme alla festa di San Giorgio, l’evento religioso più importante e sentito della Sacra Milizia – quest’anno ha avuto molteplici significati peculiari.

Nella Chiesa di San Sepolcro in Milano, concessa in uso alla Delegazione Lombardia, contenente la croce costantiniana incastonata nella pavimentazione, giovedì 14 settembre 2023 alle ore 18.45, la Concelebrazione Eucaristica è stata presieduta dal Cappellano di Delegazione Mons. Federico Gallo, Cappellano Jure Sanguinis, Canonico del Capitolo Maggiore della Cattedrale di Milano, Direttore della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, che ha ricordato il suo XXV° anniversario sacerdotale. Ha concelebrata Don Mauro Viganò, Postulante, e ha assistito il Primo Cappellano Capo della Real Commissione per l’Italia, Don Fabio Fantoni, Cappellano di Gran Croce di Merito, alla presenza del Delegato, Dott. Ing. Gilberto Spinardi, Cavaliere di Gran Croce di Merito.

Successivamente, Mons. Gallo ha tenuto in questo luogo sacro, cuore del complesso dell’Ambrosiana, l’annunciata conferenza sul tema Alessandro Manzoni e Federico Borromeo: una lettura del XXII capitolo de “ I Promessi Sposi”, nel quale il poeta esalta la figura del fondatore di questo storico complesso culturale, punto di riferimento universale.

Nella sua omelia, Mons. Gallo ha sottolineato l’importanza della ricorrenza della festa dell’Esaltazione della Santa Croce in particolare per l’Ordine Costantiniano. Ha ricordato che il 14 settembre 320 Sant’Elena, la Madre dell’Imperatore Costantino, ritrovò la Santa Croce a Gerusalemme facendone un motivo di devozione. Quello strumento di tortura diventò un segno di gloria, come aveva intuito Costantino nella battaglia a Ponte Milvio, e quindi un segno di speranza.

Mons. Gallo ha ricordato i tanti spunti di meditazione, che Don Fantoni ha proposto in questa ricorrenza, in particolare riguardo la Croce che i Cavalieri Costantiniano portano sul mantello di chiesa. Ha aggiunto una riflessione legata al mistero dell’Incarnazione del Signore, che viene sottolineato durante il giorno dal suono delle campane ad indicare l’inizio della redenzione, accompagnate dalla preghiera dell’Angelus: per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Questa preghiera quotidiana – ha spiegato Mons. Gallo – recita che la Croce è il passaggio per la Resurrezione per cui i credenti, come discepoli di Gesù, sono invitati ad attraversare la sofferenza senza mai perdere di vista il bene. Un invito a superare le tribolazioni dei nostri tempi senza mai lasciarsi prendere dallo sconforto avendo sempre riferimento il segno della gloria.

In conclusione Mons. Gallo ha ricordato il suo XXV° anniversario di sacerdozio, ringraziando profondamente i presenti, per l’amicizia, il sostegno e la preghiera riservatagli. In questa occasione, in questo luogo e come Cappellano dell’Ordine Costantiniano, ha espresso parole di grande affetto, ammirazione e gratitudine per il compianto Duca Don Diego de Vargas Machuca, che in lui ha sempre confidato fin da quando dal 2008 collaborarono insieme in Ambrosiana. Lo ha definito un modello come uomo e come Cavaliere al quale ha rivolto nel giorno del proprio anniversario sacerdotale una preghiera speciale.

Ha infine ricordato con commozione e pregato anche per un altro Confratello recentemente scomparso, a cui era molto legato, un amico che gli è stato sempre vicino, un altro suo esempio di Cavaliere cristiano, il Nob. Dott. Ing. Ermanno Winseman Falghera, Cavaliere Jure Sanguinis.

Entrambi in modo diverso – ha specificato Mons. Gallo – hanno messo in pratica quanto sottolineato in questo Giorno della Santa Croce: per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. A questo noi crediamo fermamente e lo professiamo. Questa è la fede nella quale noi ci gloriamo.

Al termine del Sacro Rito, il Delegato ha ricordato il nuovo calendario [QUI] e il pellegrinaggio in Terra Santa organizzato dalla Delegazione di Napoli e Campania, aperto a tutte le Delegazioni [QUI]. Su questo esempio ha comunicato che anche la Delegazione Lombardia organizzerà presto un pellegrinaggio, una occasione per consolidare lo spirito cavalleresco e la confraterna amicizia. Infine, ha ricordato la nomina del nuovo Presidente delle Real Commissioni per l’Italia e per la Serenissima Repubblica di San Marino, di S.E. Don Flavio Borghese, dei Principi di Sulmona e Montecompatri [QUI].

Il Promotore delle Attività Culturali, Prof. Edoardo Teodoro Brioschi, Cavaliere di Gran Croce di Merito, ha introdotto la conferenza di Mons. Federico Gallo sul tema Alessandro Manzoni e Federico Borromeo: una lettura del XXII capitolo de “I Promessi Sposi”.

Il Relatore ha evidenziato innanzitutto la volontà di Manzoni di far rientrare l’Ambrosiana nel suo romanzo come unica biblioteca vera fra le tante citate, descritta nel XXII° capitolo, definito da Italo Calvino il vero centro dei Promessi Sposi, in quanto modello riuscito di cultura in cui crede lo stesso Manzoni. Questa verità centrale presente nel romanzo, dove viene scelto un periodo storico buio disprezzato dall’autore, l’Ambrosiana risuona come una luce. Non una luce in quanto tale, ma perché proviene da un personaggio geniale, virtuoso: Federico Borromeo. Ed è proprio su Federico Borromeo che il Relatore si sofferma nella sua conferenza, ma descrivendolo utilizzando le parole di Alessandro Manzoni. “Ci siamo imbattuti in un personaggio in nome e nella memoria del quale affacciandosi in qualunque tempo alla mente, la ricreano con una placida commozione di riverenza e con un senso giocondo di simpatia”.

Dopo una breve descrizione del Cardinale, per meglio comprendere la passione culturale nata a Roma e riportata a Milano, Mons. Gallo si allontana momentaneamente da Manzoni. Cita aspetti poco conosciuti sulla figura di Federico Borromeo, ma di notevole interesse. Come i dissapori con il potere spagnolo, testimoniati nella biografia di Francesco Rivola – conservata in Ambrosiana – ma tutti estratti da essa per censura. Ecco il motivo per cui Manzoni, leggendo tale biografia, non fa cenno a queste lotte spagnole. Ed ecco, forse il motivo secondo molti studiosi, della sua vera mancata santificazione al pari del cugino San Carlo. Quest’ultimo era talmente mal visto dagli Spagnoli, che misero un veto almeno per Federico, nonostante la raccolta, alla sua morte, di una enorme quantità di grazie ricevute.

L’eccezionale umiltà di Federico si coglie anche nell’aver dedicato la sua biblioteca al Santo Patrono della città e non a sé stesso, ha specificato il Direttore dell’Ambrosiana.

Senza voler togliere il primato alla biblioteca Bodleiana dell’Università di Oxford del 1603, l’Ambrosiana si caratterizza subito per essere un centro di studio e di cultura aperto a tutti gratuitamente, a differenza della prima, rivolta solo alla popolazione universitaria ed ai notabili della città.

Federico Borromeo volle raccoglie in essa, a proprie spese, dotti studiosi e una varietà di culture universale in tutti i campi e in tutte le lingue rendendola unica nel suo genere. Ecco il motivo – ha concluso Mons. Gallo – per cui Manzoni fosse così entusiasta di Federico e dell’Ambrosiana, definendola “l’ideale di cultura libero”, ed ecco perché è famosa ancora oggi in tutto il mondo.

A conclusione della serata, un rinfresco ha consentito ai Confratelli di festeggiare amichevolmente ed affettuosamente il Cappellano di Delegazione, rinnovandogli con tanta stima, ammirazione e gratitudine gli auguri più fervidi.

Avanzamento lettura