La Delegazione della Sicilia Orientale riprende l’attività onorando la Santa Croce

Con il mese di settembre, la Delegazione della Sicilia Orientale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio riprende...

Con il mese di settembre, la Delegazione della Sicilia Orientale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio riprende l’attività spirituale e culturale dopo la pausa estiva, con due incontri, rispettivamente a Piazza Armerina e a Messina, in coincidenza con la festa dell’esaltazione della Santa Croce, una ricorrenza che riveste un significato importante per i Cavalieri e le Dame Costantiniani.

Il primo incontro avviene a Piazza Armerina, presso la Chiesa di San Giovanni Evangelista [1] nel giorno della Santa Croce, mercoledì 14 settembre 2022, con la solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da Mons. Antonino Scarcione, Prevosto del Capitolo della Cattedrale di Maria SS. delle Vittorie di Piazza Armerina.

Il secondo incontro si terrà a Messina presso la chiesa rettoriale di San Giuseppe al Palazzo [2], sabato 24 settembre 2022, con la Solenne Celebrazione Eucaristica in onore della Santa Croce, presieduta da Mons. Santi Musicò, Rettore della chiesa di San Giuseppe al Palazzo.

Questa festività dell’esaltazione della Santa Croce si collega a due particolari eventi: il recupero della reliquia della Vera Croce da parte di Sant’Elena, la madre dell’Imperatore Costantino, il 14 settembre 320; e la dedicazione nel 335 delle due basiliche fatte edificare da Costantino a Gerusalemme, l’una sul Golgota (ad Martyrium), l’altra presso il Santo Sepolcro (Anastasis, rappresentante la resurrezione di Cristo e discesa agli inferi), come si legge nel Martirologio Romano: «Festa della esaltazione della Santa Croce, che, il giorno dopo la dedicazione della basilica della Risurrezione eretta sul sepolcro di Cristo, viene esaltata e onorata come trofeo della sua vittoria pasquale e segno che apparirà in cielo ad annunciare a tutti la seconda venuta del Signore».

È notevole il leggendario ritrovamento da parte di Sant’Elena, sotto la supervisione del Vescovo Macario, aiutata negli scavi da un uomo di nome Giuda, che poi si farà chiamare Ciriaco. Questi trova le tre croci e in seguito anche i chiodi, che Sant’Elena manderà a Costantinopoli in dono a suo figlio. Il riconoscimento di quale delle tre fosse la croce di Gesù, sappiamo che avvenne attraverso la guarigione miracolosa di una matrona.

Secondo la tradizione, Sant’Elena avrebbe portato una parte della Santa Croce a Roma, in quella che diventerà la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, dove oggi possiamo venerare la reliquia, mentre una parte rimase a Gerusalemme. Bottino dei persiani nel 614, fu poi riportata trionfalmente nella Città Santa.


[1]
Il Monastero di San Giovanni Evangelista fu fondato il 16 novembre 1361 dalla ricca e nobile vedova Florenzia Calderera, dove anticamente c’era l’Oratorio dedicato al medesimo Santo.

Nel 1721 l’edificio venne adornato, per volere di Suor Angelica Cremona, con affreschi, dorature, una nuova pavimentazione e un campanile.

Un terribile incendio, nel 1785, rovinò parte dell’impianto ed in particolare l’altare maggiore che fu ricostruito nel 1792 utilizzando varie qualità di marmi come Verde di Calabria, Giallo di Siena, Libeccio di Trapani, Alabastro, Bordiglio e Marmo bianco.

La Chiesa di San Giovanni Evangelista deriva da un semplice oratorio, uno dei tanti che, nel territorio, furono dedicati agli apostoli. Presenta una sola navata in cui si accede attraverso due portali settecenteschi. Successivamente fu aggiunto il campanile, una delle torri più robuste della città, fornita di una cella campanaria in stile toscano, edificata con pietra locale.

All’interno troviamo l’altare maggiore, ornato da due pregevoli statue marmoree raffiguranti la Fede e l’Innocenza, e due altari laterali di cui uno dedicato a S. Benedetto. Le pareti e il soffitto presentano preziosi affreschi del famoso artista fiammingo Guglielmo Borremans, raffiguranti la vita monastica dei Santi Benedettini. Sono affrescate anche la cupola e le pareti dell’altare maggiore con le rappresentazioni rispettivamente del Mistero dell’Eucarestia, della Natività e dell’Epifania. Altri affreschi illustrano: l’Immacolata (nella volta), le Virtù (nelle lunette e nei piloni della cupola) e la vita di San Placido. Altre peculiarità dell’interno sono il pulpito e la cantoria in ferro battuto dorato che si trova nella parete antistante l’altare maggiore.

[2] La chiesa di San Giuseppe al Palazzo, sede dell’omonima Confraternita, in origine era chiamata “al Palazzo Reale”, poiché sorgeva in prossimità del palazzo reale, presso l’odierno isolato 298 ed a ricordo di ciò ancora oggi esiste una via San Giuseppe. Dopo l’esproprio dell’area subito nel 1924, a seguito del terremoto del 1908, che aveva distrutto la chiesa, i confrati il 9 febbraio 1935 acquistarono una porzione dell’isolato 295 dove venne edificata l’odierno tempio. La nuova chiesa chiesa di San Giuseppe fu consacrata dall’Arcivescovo metropolita di Messina, Mons. Angelo Paino, il 29 gennaio 1938. Tra il 1956 ed il 1960 furono realizzati i lavori di decorazione dell’interno con la sistemazione definitiva della statua lignea di San Giuseppe nella nicchia presso l’altare maggiore. All’interno della Chiesa è presente una pregevole statua della Madonna del Rosario, posta un prezioso fercolo dorato, della Confraternita dei Pescivendoli, oggi estinta. La moderna chiesa di San Giuseppe si presenta a navata unica con una nicchia sulla sinistra dove è custodito l’antico fercolo su cui veniva posta la statua per la processione che si svolgeva un tempo.

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