Pellegrinaggio presso la venerata effige di Maria Santissima dello Sterpeto a Barletta

Domenica 15 maggio 2022, la Rappresentanza di Barletta della Delegazione delle Puglie e Basilicata del Sacro Militare Ordine...

Domenica 15 maggio 2022, la Rappresentanza di Barletta della Delegazione delle Puglie e Basilicata del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, guidata da Don Claudio Gorgoglione, Cappellano di Merito e dal Referente locale, l’Avv. Gaetano Lacerenza, Cavaliere di Merito, unitamente ai postulanti, parenti ed amici della Sacra Milizia ha compiuto l’annuale pellegrinaggio presso la venerata effige di Maria Santissima dello Sterpeto.

Per tutto il mese mariano, la Sacra Icona della Patrona principale della Città di Barletta viene traslata dal Santuario di campagna nella Basilica Concattedrale di Santa Maria Maggiore, nel cuore del centro storico. Qui, quotidianamente, migliaia di persone, si riversano con fede dalle prime luci dell’alba sino a tarda serata.

Il pellegrinaggio compiuto, oltre che segno visibile dell’impegno e della sicura Fede dei Cavalieri Costantiniani, nonché dell’amore verso la Vergine Maria Madre di Nostro Signore Gesù Cristo è altresì segno tangibile del legame che lega i Cavalieri della Rappresentanza di Barletta con il territorio ove vivono e operano.

La Madonna dello Sterpeto

La Sacra Icona bizantineggiante della Vergine di origine medioevale, già molto venerata dal popolo fin dal 1657, fu proclamata Santa Patrona della città e speciale Protettrice nel 1732. Sin da allora, il popolo barlettano trasporta per il mese di maggio l’effige della Madonna dello Sterpeto in città e al mattino del 2 giugno viene riportata al suo santuario. La Sacra Icona fu solennemente incoronata a nome del Capitolo Vaticano dal Cardinale Alfredo Ottaviani il 28 maggio 1961.

Il culto della Madonna dello Sterpeto è legato alla grande peste del 1656 – anno del ritrovamento della Sacra Icona nel casale dello Sterpeto a 3 km da Barletta – che ridusse di oltre due terzi la popolazione barlettana. Si ritiene che l’epidemia abbia avuto inizio con l’arrivo a Napoli degli Spagnoli e che gli intensi traffici commerciali tra la città partenopea e la Puglia abbiano accelerato l’espandersi della peste. Tra le città più colpite vi fu Barletta. Il governo cittadino, non sapendo come fermare l’epidemia ed evitare le numerose vittime, decise di affidare la città al volere di Gesù Eucaristico, del Santo Legno della Croce, di San Ruggero e della Madonna. Nel luglio 1656 dei contadini ritrovarono in una cella sotterranea presso un antico monastero diroccato del XIII secolo sito nelle campagne barlettane, un quadro della Madonna perfettamente conservato nonostante le intemperie dei secoli. La scoperta coincise con un improvviso rallentamento della peste, che rimase circoscritta alla zona corrispondente all’attuale Via Romania. La comunità barlettana associò l’evento all’intercessione della Vergine, tant’è che la tradizione ritiene che il nome “Via Romania” derivi non già dallo Stato rumeno, bensì dal termine barlettano “rumanett” (rimase), a memoria dell’evento. In seguito al miracoloso rallentamento della peste, la Città di Barletta fece voto di compiere una solenne processione eucaristico-penitenziale nel giorno del Venerdì Santo, durante la quale ancora oggi si fa memoria dell’evento con l’apertura della teca contenente il Santissimo Sacramento, che viene venerato e incensato in corrispondenza di Via Romania. Fu così che, dagli sterpi tra i quali era stato rinvenuto il quadro della Madonna, la protettrice fu chiamata Madonna dello Sterpeto e in seguito fu dichiarata Santa Patrona di Barletta.

Secondo la leggenda l’icona di origine bizantina fu trasportata dai monaci basiliani a Barletta nell’VIII secolo in seguito al periodo iconoclasta che infuriava nell’Impero Bizantino. Più verosimilmente l’icona -certamente non successiva al XIII secolo- è di probabile origine nostrana, di fattura bizantineggiante dipinta secondo i moduli pittorici della Madonna della Tenerezza, propri dell’epoca. Ma ciò non esime dal pensare che l’icona possa essere di origine più antica, specie per il fatto che i primi detentori della abbazia dello Sterpeto furono proprio i monaci basiliani.

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