La sfida educativa è stato il tema del Convegno organizzato dalla Delegazione Sicilia Occidentale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, che si è svolto alle ore 17.00 di venerdì 16 giugno 2023, presso il Castello Chiaramontano in piazza Cavour a Favara. L’importante convegno, patrocinato dal Comune di Favara, ha evidenziato l’importanza della responsabilità collettiva nella crescita dei minori e l’importanza delle reti sociali e comunitarie come argine contro la povertà educativa e i rischi ad essa connessi per i giovani.
Da sinistra in senso orario: tavolo degli interventi, Dott. Antonio Liotta, Col. Vittorio Stingo, Dott. Valerio Landri, Dott.ssa Patrizia Pilato, Prof. Salvatore Bordonali.
I lavori sono stati aperti dal Dott. Antonio Liotta, Vicesindaco del Comune di Favara.
Sono intervenuti i relatori:
- il Col. Vittorio Stingo, Comandante Provinciale Carabinieri di Agrigento, che ha parlato delle ripercussioni della povertà educativa nella società civile e del degrado legale associato;
- il Dott. Valerio Landri, Direttore della Caritas di Agrigento, che ha approfondito il ruolo della Chiesa e della Caritas nella sfida educativa, presentando azioni, metodi e risultati conseguiti;
- la Dott.ssa Patrizia Pilato, Dirigente scolastica del Liceo Scientifico “Leonardo” di Agrigento, che ha condiviso l’esperienza pedagogica, mettendo in luce il contatto quotidiano con i giovani e la comprensione del loro disagio;
- la Dott.ssa Ariana Tornabè, Psicoterapeuta infantile in Agrigento, ha discusso le conseguenze psicologiche sui minori e le possibili soluzioni a lungo termine.
Le conclusioni del convegno sono state presentate dal Prof. Salvatore Bordonali, Cavaliere di Gran Croce di Giustizia, Delegato per la Sicilia Occidentale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Ha moderato il convegno, il Dott. Luigi Mula, Giornalista.
Per sfida educativa si intende l’educazione come gesto fondativo della persona umana e della società, contestualizzata nelle difficoltà e nelle opportunità specifiche del presente.
L’educazione, dunque, come diritto e come bene comune è una responsabilità della comunità, una sfida politica, educativa e culturale, come ha affermato il Col. Vittorio Stingo. Ha acceso i riflettori sulle competenze strategiche dell’Arma dei Carabinieri, che ha scelto tra i propri obiettivi prioritari quello di corrispondere al diritto all’educazione di tutti. Nel nostro Paese, infatti, sedotto da messaggi e da modelli che ostentano l’idolatria del benessere individuale, l’Arma dei Carabinieri risponde con l’impegno culturale, la passione civile e una vita virtuosa, investendo su valori che non passano e non si negoziano.
Il Dott. Valerio Landri ha parlato del ruolo della Caritas nella sfida educativa e ha spiegato le azioni che la Caritas sta ponendo in essere. “Avendo cura degli altri – ha detto – costruiamo un bene anche nostro, costruiamo patrimonio sociale”.
La Dott.ssa Patrizia Pilato ha trattato il tema del convegno sotto il profilo pedagogico e formativo. La scuola è il luogo nel quale si è introdotti nelle conoscenze ritenute essenziali, allo scopo di conseguire le competenze corrispondenti. Una realtà densa sul piano della socialità e a livello relazionale, con una trama che coinvolge l’intera comunità e si riflette nella cittadinanza. Il Centro di questo intreccio di fattori lo possiamo riscontrare nell’educazione, come tratto distintivo della scuola. Studio, formazione, aggiornamento sono condizioni indispensabili per affrontare la sfida dell’educazione, una sfida che è sempre nuova. Innanzitutto perché sempre nuove sono le persone che costituiscono la relazione educativa
La Dott.ssa Ariana Tornabè ha sottolineato quali sono le conseguenze della povertà educativa nella costruzione della personalità di un bambino e l’impatto che la stessa ha nella crescita dei ragazzi. La struttura della famiglia poi si è profondamente modificata negli ultimi decenni, passando da una impostazione etica-normativa ad una struttura in cui prevale la componente affettiva. Dalla famiglia delle regole, che aveva al centro l’autorità dei genitori, si è passati oggi alla famiglia degli affetti che mette al centro le relazioni, con una forte prevalenza di quelle di tipo orizzontale. A fronte di un indubbio arricchimento affettivo nei rapporti familiari, si presenta un indebolimento dei ruoli educativi. L’autoritàè sempre più in crisi, a volte i genitori assomigliano più a figure fraterne o amicali e rischiano di scadere nell’astensionismo educativo.
Il Prof. Salvatore Bordonali ha ringraziato l’amministrazione comunale per la generosa ospitalità ed i cavalieri per l’ottima organizzazione. Poi, ha concluso i lavori sintetizzando i numerosi intervenuti in sala. Infine, ha descritto le specificità del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Al termine del convegno si è proceduto alla consegna ai relatori ed al moderatore di targhe ricordo.
Nelle foto da sinistra in senso orario: da parte del Prof. Salvatore Bordonali al Dott. Antonio Liotta e al Col. Vittorio Stingo; del Segretario Generale, Salvatore Glorioso, Cavaliere Jure Sanguinis, al Dott. Luigi Mula; del Tesoriere, Gastone Brizzi, Cavaliere di Merito con Placca, alla Dott.ssa Ariana Tornabè; di Alberto Maira, Cavaliere di Merito con Placca, al Dott. Valerio Landri; e dell’organizzatore del convegno, Pietro Sicurelli, Cavaliere di Ufficio, alla Dott.ssa Patrizia Pilato.
Concluso il convegno, gli intervenuti hanno partecipato ad una agape fraterna.
Favara è un comune del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia. Forma una conurbazione col capoluogo Agrigento (da cui dista 10 km in direzione nord-est) e col comune di Aragona. È sita su un declivio ai piedi di una collina di 533 metri d’altezza – il Monte Caltafaraci, detto Muntagneddra – che domina l’abitato.
Costruita da Federico I Chiaramonte intorno al 1270, forse su una costruzione incompiuta di origine sveva (le sue forme riprendono modelli federiciani), il Castello Chiaramontano venne abitato fino agli inizi del seicento, mentre nel settecento vennero adibite a carcere gli ambienti delle cucine ai lati del portale ogivale. Dopo anni di abbandono qualche anno fa il castello è stato restaurato. Oggi è proprietà del Comune di Favara e in uso come sede di rappresentanza. Ospita eventi culturali e manifestazioni anche a carattere nazionale.
Nella parte sud l’edificio è circondato da un recinto fortificato che risulta formato da un quadrilatero regolare contiguo, ma soltanto in parte alla parete sud dell’attuale palazzo, formando con quest’ultimo una figura irregolarmente ottagonale.
Il nucleo centrale si presenta con caratteristiche residenziali più che militari, con pianta regolare quadrata. La presenza di due porte nel recinto fortificato, suggerisce che il castello dovesse trovarsi a cavallo della cinta muraria cittadina. Gli ambienti interni del complesso si articolano su due piani.
Al castello è annessa una cappella, in cui si rilevano gli elementi architettonicamente più rilevanti dell’edificio. Nella foto sopra, il portale d’ingresso della cappella.
Sulla corte centrale quadrata si affacciano numerosi portali e finestre. A destra si conserva solo parzialmente uno stemma con la testa di un rapace con le ali e il corpo in gran parte rovinati, e con in basso e a sinistra, la testa di una lepre, tema araldico di Federico II, che non troviamo in nessuna famiglia siciliana del Medioevo. Nella parete destra della corte, si incontra un altro portale, che immette in una scala coeva, che conduce ad uno spazio verde ancora oggi appartenente al castello. A sud di questo giardino si possono ammirare il recinto fortificato e sebbene ostruito il portale d’ingresso.