Solenne celebrazione a Nola in memoriam dell’Arcivescovo Domenico Narni Mancinelli

Solenne celebrazione a Nola in memoriam dell'Arciv.Domenico Narni Mancinelli, Pastore nel XIX secolo delle Chiese di Cosenza e di Caserta.

In occasione del 171° anniversario della salita al cielo dell’Arcivescovo Domenico Narni Mancinelli, il Colonnello Enrico Amorino, figlio di Donna Carmela dei Conti Narni Mancinelli, ha organizzato una cerimonia commemorativa in memoria dell’illustre antenato.

Il Sacro rito, tenutosi il 17 novembre 2019 nella Parrocchia di Maria SS. del Rosario di Nola, Località Cinquevie di Selve, è stato presieduto da S.E.R. Mons. Salvatore Giovanni Rinaldi, Vescovo emerito di Acerra, assistito da Don. Umberto Sorrentino, Parroco di Cinquevie di Selve.
Nel corso della celebrazione, il Cav. Prof. Antonio de Stefano, Rappresentante per Nola dei Cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e Assistente alla Segreteria e Consigliere della Delegazione di Napoli e Campania ha rivolto agli astanti e alle Autorità civili e religiose intervenute, l’indirizzo di saluto del Delegato di Napoli e Campania, il Marchese Don Carlo de Gregorio Cattaneo, Principe di Sant’Elia, nonché di S.E. il Duca Don Diego de Vargas Machuca, Presidente della Real Commissione per l’Italia, che nell’inviare il suo più sentito saluto ai Confratelli, ai Familiari del venerato Presule e a quanti partecipano all’evento ha detto: “Avrei desiderato, quale Presidente della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio partecipare all’evento , ma sono trattenuto a San Severo per una celebrazione costantiniana fissata già da alcuni mesi. Desidero comunque manifestare tutto il mio compiacimento per il vivo ricordo che la Chiesa nolana e la Sua nobile Famiglia serbano dell’illustre Presule, così meritevole verso la Chiesa e l’Antico Regno del Sud. Nello scorrere le puntuali note biografiche dell’Arcivescovo Narni Mancinelli gentilmente trasmessemi dal Confratello Avv.Grilletto, appartenente alla sua nobile famiglia, mi piace sottolineare come Egli godette della benevolenza della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, nelle persone dei Sovrani Ferdinando I e Ferdinando II. Ritengo che nel ricordare l’Arcivescovo Narni Mancinelli debba in primis essere riproposta la sua esemplare figura ai tempi nostri, che appaiono così lontani dagli alti ideali che egli additò ai suoi fedeli”.

Al termine della Santa Messa, il Colonnello Enrico Amorino ha deposto ai piedi della lapide commemorativa dei Caduti per la Patria ivi esistente, un serto di alloro in loro memoria.
Considerato l’attaccamento del Monsignore alla Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, hanno preso parte al Sacro Rito dei Cavalieri della Delegazione di Napoli e Campania e della Rappresentanza di Nola-Terra di lavoro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, insieme ad Antonio de Stefano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento: Carmela Amorino Grilletto, Dama di Merito; Avv. Raffaele Grilletto e Arcangelo Grilletto, Cavalieri di merito, organizzatori dell’evento; Dott. Giuseppe Russo, Ing. Nunzio de Falco, Col, Nicola Amodeo, Prof. Luigi Cerciello, Prof. Antonio Spiezia, Dott. Valerio Massimo Miletti, Cavalieri di Merito; Avv. Paolo Carbone, Mar Leonardo Matrisciano, Dott. Domenico Costabile, Ing. Nicola Annunziata, Arch. Carlo Iavazzo, Mar Nicola Carifi, Prof. Valerio Stefano Sacco, Cavalieri d’Ufficio; Cap. Bruno di Palma, CM. Andrea Albertini, App. Raffaele Napolitano, Mar. Mario Di Mattia, Postulanti.

L’Arcivescovo Domenico Narni Mancinelli, nato a Nola il 29 marzo 1772 e morto a Caserta il 17 aprile 1848, figlio del Conte Pasquale e di Donna Riccarda Cappello (nipote del Papa Clemente XII), laureato in Giurisprudenza, abbandonò le cure forensi ed abbracciò lo stato ecclesiastico, distinguendosi per pietà e dottrina; fu confessore dei francesi al tempo della loro dominazione in Napoli, predicatore attraente ed elegante, Maestro del Sacro Collegio di Teologia nell’Università di Napoli e canonico della Metropolitana di Napoli, fu da re Ferdinando I di Borbone eletto Arcivescovo di Cosenza, dove ebbe stima di Vescovo mansueto ma severo. Infaticabile visitatore di quei luoghi aspri e difficili. Designato il 5 dicembre 1831 dal re Ferdinando II e nominato il 24 Febbraio 1832 dalla Santa Sede alla Cattedra di Caserta, alla quale, per effetto del concordato del 1818 era stata unita quella di Caiazzo. Istituì nella cattedrale il collegio dei Mansionari e un orfanotrofio a Caserta ed un altro a Caiazzo dove consacrò l’altare maggiore delle Clarisse e fece costruire, a sue spese, le dietro stanze nella parte orientale del palazzo vescovile. Con un viaggio personale a Roma, pur essendo malato di gotta, ottenne il trasferimento del Capitolo Cattedrale da Caserta Vecchia a Caserta Nuova, in data 1 febbraio 1842; rese fiorente il Clero ricco di novecento ecclesiastici di qua e di là del Volturno, dei quali molti brillavano per zelo e per dottrina; i tre seminari raccoglievano più di 260 giovani aspiranti al sacerdozio, studiosissimi di filosofia e della teologia morale di Sant’Alfonso. Il clero ogni settimana teneva le sue riunioni di Teologia e Liturgia e, ogni domenica, tutti i sacerdoti percorrendo le vie della città e dei sobborghi attiravano i fanciulli al catechismo parrocchiale. Fondò in Maddaloni la Congregazione Missionaria per l’evangelizzazione delle Parrocchie di campagna. Durante il colera del 1837 si prodigò a tutt’uomo in quella funesta calamità che richiese l’apertura di uno speciale cimitero a Santa Maria di Macerata presso San Clemente come si prodigò l’anno seguente per una tempesta orribile che abbatté un lungo tratto del seminario di Falciano. Fu per trent’anni Vescovo, quattordici a Cosenza e sedici a Caserta; fu la guida e il direttore spirituale di Santa Antida Touret fondatrice della congregazione delle Suore della Carità. Passò la vita sempre tormentato dai dolori della podagra che spesso lo inchiodarono a letto per mesi. Morì nell’età di 78 anni il 17 aprile 1848 e fu sepolto nella Cappella del SS. Sacramento nella nuova Cattedrale di Caserta con un epigrafe dettata dal Capitolo. Godette della benevolenza della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, nelle persone degli Augusti Sovrani Ferdinando I e Ferdinando II, dei quali fu attenta guida spirituale. Fu Commendatore di Giustizia Melitense e Commendatore di Gran Croce del Real Ordine di Francesco I.

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