Sul numero di gennaio-giugno 2023 di incontri, la rivista del Rotary Club di Caltanissetta, è stato pubblicato a firma del Direttore responsabile, Valerio Cimino, Cavaliere di Merito con Placca, nonché ex Governatore Rotary, un articolo dedicato al Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, «un ordine dinastico della Real Casa delle Due Sicilie che sta vivendo una nuova primavera attraverso opere di beneficenza e servizio a favore degli ultimi». Ne riportiamo il testo integrale, con le foto a corredo.
A seguire, la presentazione e ampi stralci – nella nostra traduzione italiana dall’inglese – di un articolo sull’Ordine Costantiniano, «un ordine religioso nobile e indipendente che sta espandendo la sua influenza e i suoi membri negli Stati Uniti», pubblicato dal Catholic Herald britannico, una delle pubblicazioni cattoliche più antiche e affidabili del mondo. Il Catholic Herald ha incontrato a Londra il Vice Gran Cancelliere dell’Ordine Costantiniano, Sir Guy Stair Sainty, Bailì Gran Croce di Giustizia, Cavaliere del Real e Insigne Ordine di San Gennaro, uno storico che ha scritto molto sulle dinastie reali e sugli ordini cavallereschi e ha svolto uno studio particolare sull’Ordine Costantiniano e sulla dinastia dei Borbone delle Due Sicilie, esemplificata dalla sua opera magnum, L’Ordine Costantiniano di San Giorgio e le famiglie Angeli, Farnese e Borbone che lo governarono, pubblicato in inglese e spagnolo alcuni anni fa.
L’Ordine Costantiniano di San Giorgio
di Valerio Cimino
incontri, gennaio-giugno 2023
Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, oltre ad essere un ordine cavalleresco riconosciuto in Italia, riveste, per il Sud Italia, anche un significato storico in quanto è un ordine dinastico appartenente alla Real Casa delle Due Sicilie.
Tradizione narra che l’Ordine sia stato voluto dall’Imperatore Costantino il Grande il quale, in occasione della battaglia contro Massenzio del 28 ottobre 312 a Ponte Milvio, avrebbe voluto accanto a sé, come guardia personale, un gruppo scelto di cinquanta cavalieri.
L’imperatore, nei giorni precedenti, aveva visto in sogno la Croce luminosa e la frase “In Hoc Signo Vinces” (Sotto questo segno vincerai) e aveva posto il monogramma di Cristo (ΧΡ) – le prime due lettere greche della parola Christòs (ΧΡΙΣΤΟΣ) – sul suo labaro imperiale.
Da quel nucleo di cavalieri scelti trae ispirazione l’ordine dedicato a San Giorgio, soldato della Cappadocia martirizzato da Diocleziano spesso rappresentato nell’atto di uccidere il drago. È uno dei santi più venerati nel mondo cristiano, patrono di oltre cento comuni solo in Italia, patrono di Inghilterra, Portogallo, Lituania, Montenegro, Georgia e Etiopia, compatrono di Malta e di Serbia, patrono degli Scout e delle Guide. In Spagna è patrono dell’Aragona e della Catalogna. La celeberrima Casa Batlló a Barcellona fu dedicata dall’architetto Antoni Gaudí a San Giorgio: nel giorno della festa, il 23 aprile, viene abbellita con le rose in quanto la leggenda narra appunto che nel luogo dove era caduto il sangue del drago fosse fiorito un roseto.
Nel 456 l’Imperatore Marciano avrebbe ottenuto dal Papa San Leone Magno che l’Ordine fosse posto sotto la Regola di San Basilio.
Nel XII secolo ritroviamo l’Ordine nell’Impero romano di Oriente che, sopravvissuto a quello di Occidente, ne aveva conservato le tradizioni. Gran maestro dell’Ordine era l’imperatore stesso, tanto che nel 1190 Isacco II Comneno concesse gli Statuti all’Ordine.
Nel 1453, dopo la caduta dell’Impero d’Oriente, diversi membri dell’aristocrazia bizantina si trasferirono in Italia. Tra questi gli Angelo Flavio Comneno, un importante ramo della dinastia, che portarono con loro il Gran Magistero dell’Ordine, tramandandolo, di generazione in generazione, fino a Giovanni Andrea Angelo Flavio Comneno, Principe di Macedonia, Conte di Drivasto e Durazzo, che lo cedette a Francesco Farnese, Duca di Parma e Piacenza, nel 1698. L’atto fu ratificato da Papa Innocenzo XII, quindi Francesco venne investito Gran Maestro nel 1700.
Secondo altri storici l’Ordine che si ispira a Costantino sarebbe stato creato solo all’inizio del Cinquecento dagli Angelo Flavio Comneno, mentre gli atti precedenti non sarebbero autentici.
Il 27 maggio 1718 Papa Clemente XI, con la Bolla Militantis Ecclesiæ, approvò l’Ordine Costantiniano e confermò il diritto dei Farnese al Gran Magistero dell’Ordine.
Francesco non ebbe eredi maschi per cui, alla sua morte nel 1727, il Ducato di Parma e Piacenza e il Gran Magistero passarono a Carlo Sebastiano di Borbone, figlio di sua nipote Elisabetta Farnese e di Filippo V di Borbone, Re di Spagna.
Carlo di Borbone divenne Duca di Parma e Piacenza con il nome di Carlo I dal 1731 al 1735, quindi Re di Napoli dal 1734, Re di Sicilia con il nome di Carlo III dal 1735, Re di Spagna con il nome di Carlo III dal 1759. Asceso al trono spagnolo, lo separò dai troni di Napoli e Sicilia abdicando a favore del figlio Ferdinando (IV di Napoli e III di Sicilia, I delle Due Sicilie dal 1816).
Strettissimo fu il legame dell’Ordine con il papato, come dimostra il fatto che il passaggio del Gran Magistero a Carlo di Borbone fu approvato nel 1738 da Papa Clemente XII e confermato nel 1741 da Papa Benedetto XIV, mentre quello da Carlo a Ferdinando nel 1763 fu approvato da Papa Clemente XIII e confermato nel 1777 da Papa Pio VI. Nel 1851 Papa Pio IX confermò ai sovrani del Regno delle Due Sicilie i diritti e i privilegi che la Chiesa aveva concesso ai loro predecessori.
L’Unità d’Italia segnò la fine del Regno delle Due Sicilie, per cui i Borbone persero il Regno ma conservarono, in quanto discendenti dei Farnese (la cosiddetta “primogenitura farnesiana”), il Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano ottenendo dalla Santa Sede la nomina del Cardinale protettore.
Francesco II, ultimo Re delle Due Sicilie, ebbe solo una figlia che morì dopo pochi mesi dalla nascita, per cui suo successore fu Alfonso, Conte di Caserta (1841 – 1934), figlio di Ferdinando II e della seconda moglie Maria Teresa d’Asburgo. I diritti e le prerogative della Real Casa delle Due Sicilie passarono quindi ai principi Ferdinando Pio (1869 – 1960), Alfonso Maria (1901 – 1964), Carlos (1938 – 2015) e a Pedro (1968). Tutti loro hanno il titolo di Duca di Calabria che, dal tempo degli Angioini, appartiene all’erede al trono del Regno di Napoli e, successivamente, al Capo della Real Casa delle Due Sicilie.
Una disputa dinastica è sorta alla morte di Ferdinando Pio, nel 1960, tra gli esponenti del ramo spagnolo (il cosiddetto ramo primogenito) e quelli del ramo francese che ha portato ad uno sdoppiamento dell’Ordine. Nel 2014 vi è stato un atto formale di riconciliazione tra i due rami grazie anche al fatto che l’ultimo discendente del ramo francese, Carlo Duca di Castro, ha solo eredi femmine. Il patto è stato, però, rotto da quest’ultimo appena due anni dopo con il riconoscimento alla successione della figlia maggiore, mentre la tradizionale successione segue la linea maschile.
Oggi coesistono due Ordini Costantiniani, uno del ramo spagnolo, l’altro di quello francese. Ambedue sono riconosciuti dallo Stato Italiano come “ordine dinastico non nazionale”. Il Ministero degli Affari Esteri conferisce, su richiesta dell’appartenente all’Ordine, l’autorizzazione all’uso delle insegne sul territorio italiano. Di seguito farò riferimento al ramo spagnolo dell’Ordine Costantiniano di cui faccio parte.
A differenza di tanti altri ordini cavallereschi “dinastici” – cioè appartenenti non ad uno stato ma ad una famiglia regnante o che ha legittimamente regnato nel passato – che si limitano solo a conferire onorificenze, l’Ordine Costantiniano ha natura equestre e religiosa.
Ha come finalità la Glorificazione della Croce, la Propaganda della Fede e la difesa della Santa Romana Chiesa, alla quale è storicamente legato. Pertanto richiede ai suoi membri di vivere da cristiani, non solo nell’ambito privato ma anche in quello pubblico, e di contribuire ad opere di beneficenza e di solidarietà sociale e sanitaria.
Vi è un’organizzazione – composta da più di 3.000 membri tra cavalieri, dame ed ecclesiastici – che opera per rendere concrete le finalità dell’Ordine. Questa ha al vertice il Gran Magistero, ufficio tenuto da un laico e trasmesso, in base al principio della primogenitura farnesiana in linea maschile.
Dal 2015 il Gran Maestro è S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie. Alle sue dipendenze vi è la Real Deputazione con sede a Madrid. Gran Priore dell’Ordine è il Cardinale Gerhard Ludwig Müller.
Gran Prefetto e Presidente della Real Deputazione è S.A.R. il Principe Don Jaime di Borbone delle Due Sicilie e Landaluce, Duca di Noto. Il titolo nobiliare di Duca di Noto ebbe origine in epoca normanna, indica il secondo in linea di successione al trono, consuetudine che divenne legge con il Re Ferdinando I delle Due Sicilie che concesse il titolo di Duca di Noto al figlio primogenito del Duca di Calabria.
Strettissimo il legame di Don Jaime con la Sicilia e con Noto: il giovane principe ha scelto il Duomo di Monreale per il suo matrimonio con la nobildonna scozzese Lady Charlotte Diana Lindesay-Bethun il 25 settembre 2021 ([QUI] n.d.r.). Inoltre, il 18 marzo 2023, ha presenziato all’insediamento del nuovo Vescovo di Noto, Mons. Salvatore Rumeo, proveniente dalla Diocesi di Caltanissetta, dove è stato per tanti anni parroco della Parrocchia Sacro Cuore ([QUI] n.d.r.).
Nei diversi Paesi in cui opera l’Ordine vi è una Real Commissione. Quella per l’Italia ha sede a Roma ed è presieduta da Diego de Vargas Machuca [nel frattempo deceduto il 25 maggio 2023 e di cui sono stati celebrati i funerali il 30 maggio 2023 a Roma [QUI] n.d.r). Il Presidente è affiancata dal Consiglio Ecclesiastico presieduto dal Cardinale Gianfranco Ravasi.
La Real Commissione per l’Italia coordina 13 Delegazioni tra cui due in Sicilia: Sicilia Occidentale, di cui è delegato il Nob. Salvatore Bordonali, Signore di Pirato, Cavaliere di Gran Croce di Giustizia, e Sicilia Orientale, di cui è delegato il Nob. Ferdinando Testoni Blasco, Cavaliere di Gran Croce di Giustizia.
L’Ordine è diviso in quattro categorie – Giustizia (riservata ai nobili di quattro quarti), Jure Sanguinis (riservata ai nobili che non provino i quattro quarti), Merito e Ufficio – che si articolano in diversi gradi (cavaliere o dama o cappellano, cavaliere o dama con placca, cavaliere o dama o cappellano di Gran Croce, Balì Gran Croce di Giustizia, Balì decorato con il collare). La ricezione avviene solo per cooptazione.
Il Gran Maestro – per significativi meriti – può concedere la Medaglia di Benemerenza (suddivisa nelle classi oro, argento e bronzo) ma ciò non comporta l’appartenenza all’Ordine.
Il simbolo distintivo dell’Ordine è la Croce Costantiniana, timbrata dalla corona reale, consiste in una croce greca gigliata, d’oro, smaltata di porpora, caricata in cuore dal Monogramma di Cristo, tra le lettere greche alfa e omega (principio e fine di ogni cosa), mentre alle quattro estremità dei bracci della croce figurano le quattro lettere I H V S, iniziali del motto “In Hoc Signo Vinces“. La croce è retta da un nastro di seta ondata celeste.
La dimensione “militante” che caratterizza l’Ordine, aggiornata alla realtà odierna, si esprime nell’azione di solidarietà locale, nelle diocesi e nelle parrocchie di competenza, specie nelle chiese dove si trovano le sedi canoniche dell’Ordine.
I Cavalieri Costantiniani organizzano raccolte di generi alimentari e fondi per ospedali, orfanotrofi o case di riposo, campagne di servizio per i senzatetto fornendo ai bisognosi un’assistenza personale, non solo finanziaria.
Durante la Prima Guerra Mondiale, l’Ordine fornì assistenza ininterrotta all’Ospedale Militare di Napoli, installando mille posti letto e finanziando l’acquisto di ambulanze.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Ordine assistette i feriti e i prigionieri in collaborazione con la Croce Rossa, nonostante le difficoltà imposte all’epoca dal governo fascista.
Questa vocazione si è evidenziata all’inizio degli anni Novanta, in occasione della guerra in Jugoslavia, attraverso una campagna di sostegno agli sfollati nei campi profughi. Successivamente lo scoppio della guerra in Siria e in Iraq ha dato il via a una nuova campagna di mobilitazione a favore dei rifugiati.
L’Ordine è intervenuto anche in occasione di catastrofi naturali come i terremoti che hanno colpito il nostro Paese: Assisi (1997), l’Aquila (2009) e Amatrice (2016).
Intenso anche l’impegno nel campo culturale ed educativo attraverso conferenze su temi storici, spirituali o artistici, visite a monumenti, concerti di beneficenza ecc.
Uno degli aspetti fondamentali della vita dell’Ordine Costantiniano è la partecipazione dei membri alla vita religiosa a livello locale e diocesano, sia a livello spirituale che liturgico.
L’Ordine ha la sua sede canonica nella cappella di San Giorgio della basilica romana di Santa Croce in via Flaminia, costruita con il contributo dell’Ordine Costantiniano tra il 1912 e il 1918. Qui si celebrano le grandi solennità annuali dell’Ordine: San Giorgio e la festa dell’Esaltazione della Croce.
Le Commissioni nazionali e le Delegazioni regionali dell’Ordine hanno cappelle in diverse cattedrali, basiliche e chiese che utilizzano come sede canonica delle rispettive circoscrizioni territoriali.
La Delegazione della Sicilia Occidentale ha sede ecclesiastica nella chiesa di San Giorgio dei Genovesi in Palermo.
Numerose le iniziative della Delegazione palermitana: solo negli ultimi mesi ha consegnato degli alimenti per i bambini del quartiere Danisinni a Palermo, ha più volte fornito il cibo e preparato la cena agli assistiti dall’Istituto Boccone del Povero di Palermo, ha partecipato alla giornata del malato, ha consegnato doni alimentari alla Nobile Congregazione di Maria SS. dell’Aspettazione al Parto che si occupa di assistere le partorienti bisognose, ha consegnato due violini di pregiata fattura all’Orchestra e Coro Infantile Quattrocanti, ha presentato il libro dedicato al castello di Caronia, ha organizzato un convegno sull’educazione in famiglia nell’epoca del metaverso tenutosi alla Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, un altro convegno sul Viceré di Sicilia Domenico Caracciolo, ha promosso un pellegrinaggio nei santuari Benedettini di Montecassino, Subiaco e Tivoli e numerosi altri momenti di formazione spirituale.
I cavalieri della zona nissena, inoltre, ogni anno curano una cena di solidarietà per i bisognosi assistiti dalla parrocchia Santa Croce e partecipano alla Santa Messa in memoria della Beata Maria Cristina di Savoia, hanno presentato il volume In difesa dell’Umano – La filosofia di Karol Wojtyła a Santa Caterina e ad Agrigento.
L’Ordine Costantiniano continua, così, a dare il suo contributo alla Chiesa e alle comunità locali in cui opera.
«Scopo nobile»
Un articolo sull’Ordine Costantiniano del Catholic Herald
Mentre gli Stati Uniti d’America celebravano il 4 luglio, il Catholic Herald ha pubblicato un articolo su «un ordine religioso nobile e indipendente che sta espandendo la sua influenza e i suoi membri negli Stati Uniti», il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
GK Chesterton, il grande saggista inglese, ha descritto il Catholic Herald come l’unico giornale di cui si fidava. Il giornale è stato il “gold standard” delle notizie cattoliche, dell’analisi e della scrittura culturale sin dal XIX secolo. Il Catholic Herald è una delle pubblicazioni cattoliche più antiche e affidabili del mondo. Fondata a Londra nel 1888 ha un background storico e di saggezza che porta a scrivere della Chiesa Cattolica oggi. Ha raccontato molte storie a suo tempo. Mesi prima di diventare Primo Ministro britannico nel 1978, Margaret Thatcher scelse il Catholic Herald per parlare candidamente della sua filosofia religiosa.
Il Catholic Herald ha incontrato a Londra Sir Guy Stair Sainty, mercante d’arte britannico, storico e Vice Gran Cancelliere del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio, ramo spagnolo. Sainty ha scritto molto sulle dinastie reali e sugli ordini cavallereschi e ha svolto uno studio particolare sull’Ordine Costantiniano e sulla dinastia di Borbone delle Due Sicilie, esemplificata dalla sua opera magnum, L’Ordine Costantiniano di San Giorgio e le famiglie Angeli, Farnese e Borbone che lo governarono. Edito nel 2018 dal Boletin Oficial del Estado (la gazzetta ufficiale del Regno di Spagna), in cui Sainty spiega che la presunta fondazione dell’Ordine Costantiniano da parte dell’Imperatore romano Costantino o dell’Imperatore bizantino Isacco II è un mito con origini nel XVI secolo quando ha ricevuto il riconoscimento papale.
Il 24 dicembre 2019 abbiamo riferito dell’uscita del libro in spagnolo La Orden Constantiniana de San Jorge (y las familias Angeli, Farnese y Borbón que la gobernaron di Sainty [QUI]. L’edizione inglese The Constantinian Order of Saint George (and the Angeli Farnese and Bourbon families which governed it fu pubblicata l’anno precedente.
Quest’opera è il risultato di un’indagine esaustiva dell’autore, in diversi archivi a Napoli, Roma e Madrid, e può essere considerata la storia più completa dell’Ordine Costantiniano, poiché parte dalla sua fondazione fino ai giorni nostri e include un esame della conversione di Costantino, delle complesse relazioni tra le dinastie balcaniche e l’espansione dell’Ordine alla fine del XVI e XVII secolo fino alla sua acquisizione da parte dei Farnese. Vale anche la pena menzionare l’esame approfondito del trasferimento del Gran Magistero dai Farnese ai Borbone e la successiva successione all’interno della famiglia Borbone. Il tutto supportato da un gran numero di preziosi documenti inediti, è presentata in un grande libro formato (249×318 cm), con 580 pagine a colori, include oltre 300 immagini e comprende, come appendici, testi storici e saggi chiavi, insieme a una bibliografia dettagliata e un indice di nomi.
Il 9 aprile 2020 abbiamo riferito che il volume è disponibile online in PDF, con i link delle versioni inglese e spagnola [QUI].
Il Catholic Herald annota che questa “bibbia” dalla copertina blu reale, che offre un’analisi accademica dell’Ordine Costantiniano, «non è per i deboli di cuore quando si tratta di ricerche approfondite sulle origini dell’ordine, le dinastie balcaniche dietro di esso e il trasferimento del 1698 del Gran Magistero dagli Angeli ai Farnese e in eredità ai Borboni, che regnarono l’Italia meridionale e la Sicilia per 125 anni nel Settecento e nell’Ottocento».
Il Catholic Herald riferisce che ora, «in un momento in cui gli ordini religiosi laici negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Europa stanno mettendo in ombra il clero nel fornire una leadership morale e pubblica di cui c’è assolutamente bisogno nella Chiesa, così come gli aiuti umanitari (come l’opera dell’Ordine di Malta per i rifugiati in Ucraina)», il ramo spagnolo dell’Ordine Costantiniano, guidato da Gran Maestro, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie, «si sta reinventando nel tentativo di diventare più rilevante e influente, aumentando al contempo i suoi membri».
«L’ordine attende con impazienza un nuovo capitolo dinamico della sua storia mentre aumentiamo i membri in tutto il mondo, estendiamo il nostro lavoro caritativo e ospedaliero, sosteniamo la formazione di coloro che si preparano al sacerdozio e usiamo il carisma del nostro ordine per aiutare a sostenere la leadership della Chiesa nella sua eterna missione. Sono fiducioso che con le passate divisioni alle spalle, i Cavalieri e le Dame continueranno a servire l’ordine con lealtà e dedizione ai suoi obiettivi storici, confermati nei suoi antichi statuti», ha detto in esclusiva al Catholic Herald il Principe Don Pedro.
Prosegue il Catholic Herald: «Ci sono meno di 40 membri nell’Ordine Costantiniano nel Regno Unito, ma i numeri sono molto più alti in Europa con circa 800 in Spagna e 2.000 in Italia. Anche gli Stati Uniti stanno aumentando la loro base di membri, con membri di spicco tra cui Michael La Civita, Vicepresidente della Catholic Media Association, e il finanziere filantropo Vincenzo La Ruffa, che ha istituito il Neumann Forum (gestito da George Gunning) con sede a Filadelfia, think tank cattolico che “unisce e coinvolge fedeli cattolici che si dedicano a preservare e proteggere la fede cattolica”. Questo si adatta al carisma dell’Ordine Costantiniano che “non assumerà il carattere di una ONG, perché non vogliamo essere sotto un dominio laico. Quello che vogliamo sono persone influenti in modo da poter motivare insieme a fare la differenza su questioni che contano”.
«La massima priorità per i leader delle Commissioni Reali statunitensi e britanniche è aumentare i membri dell’Ordine Costantiniano e allontanarsi dall’immagine di esso composto solo da “nobili cattolici d’élite”. Ma semplicemente avere sangue blu o “prove nobili” non è ciò di cui si occupa ora il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. La nuova idea, da parte del ramo spagnola almeno, è quella di reclutare una fascia più ampia di membri devoti, pur senza ridurne in alcun modo la levatura. Politici, imprenditori, militari, storici, autori, accademici, imprenditori e filantropi (donazioni certamente molto gradite) sono tra coloro che possono aspettarsi una pacca sulla spalla. Vogliono che le persone non abbiano paura di abbracciare le loro convinzioni cattoliche in pubblico e di parlare di argomenti per i quali è necessario un maggiore dibattito. Sono anche desiderosi di non replicare semplicemente l’appartenenza ad altri ordini e includere nuovi nomi, non solo le stesse vecchie famiglie cattoliche.
«Il ramo spagnolo dell’Ordine Costantiniano è determinato a diventare una forza per la leadership cattolica, non solo in Italia e in Spagna, dove sta espandendo le sue attività umanitarie e caritative.
«Ma poi Sainty fa un punto interessante. “L’ordine è stato originariamente fondato come risposta alla Riforma e alla cattura di Bisanzio e alla sensazione che il Cristianesimo, o il Cristianesimo Cattolico, fosse minacciato”. Crede che l’Ordine Costantiniano abbia rilevanza oggi come forza del bene nelle trincee delle guerre culturali. I membri dell’Ordine Costantiniano comprendono una decina di cardinali, in particolare il Cardinale Gerhard Müller e il Cardinale Dominique Mamberti, un assiduo celebrante delle sue Messe, nonché membri delle famiglie reali spagnole, austriache, brasiliane e di Orléans.
«In un mondo sempre più secolarizzato in cui intellettuali Cristiani o Cattolici come George Weigel e Rodd Dreher stanno fornendo leadership, potrebbe esserci spazio per una nuova voce placcata con 500 anni di pedigree storico e religioso. A differenza di quegli Ordini che devono rispondere direttamente alla Santa Sede, Sainty dice che l’attrazione dell’Ordine Costantiniano è la sua indipendenza. Se questa nuova chiamata alle armi per l’Ordine Costantiniano arriverà a influenzare la Chiesa in questo momento critico dipenderà dalla sua nuova missione di reclutamento».