Si è svolto lunedì 20 novembre 2023 a Viterbo il convegno La comunità che accoglie, azioni innovative e politiche sociali a supporto della fragilità, presso la sala Mendel del Convento della Santissima Trinità dei Padri Agostiniani, in piazza della Trinità.
L’evento, aperto al pubblico, è stato organizzato dalla Diocesi di Viterbo e dalla Caritas diocesano, con l’intervento di Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo diocesano sul tema Politiche per il territorio: dalla parte dei deboli e la presentazione del report elaborato dalla Caritas diocesana, dedicato all’analisi dei dati sulla fragilità nel territorio [QUI]. Al termine dell’incontro è stato inaugurato il nuovo Centro di ascolto e Polo sociale diocesano in via Santa Maria in Volturno 18 e l’inaugurazione e la benedizione della Mensa sociale in via San Leonardo 1.
Al dibattito nel corso del convegno La comunità che accoglie è intervenuto anche il Delegato per la Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere di Gran Croce Jure Sanguinis con Placca d’Oro, data l’attività caritatevole esercitata con continuità dalla Delegazione della Tuscia e Sabina di concerto con la Caritas parrocchiale della Santissima Trinità.
Nel contesto menzionato sopra, in occasione della VII Giornata Mondiale dei Poveri, indetto dal Santo Padre Francesco, la Delegazione della Tuscia e Sabina ha contribuito generosamente all’organizzazione di un pranzo per famiglie disagiate appartenenti a diverse etnie, a cui ha preso parte anche il Delegato, impegnato nel servizio ai tavoli.
Nel suo messaggio del 13 giugno 2023, memoria di Sant’Antonio di Padova, patrono dei poveri, dal tema Non distogliere lo sguardo dal povero (Tb 4,7) per la VII Giornata Mondiale dei Poveri, 19 novembre 2023 Domenica XXXIII del Tempo Ordinario che precede la festa di Gesù Cristo Re dell’Universo, Papa Francesco ha scritto:
«Viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri. Il volume del richiamo al benessere si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà. Si tende a trascurare tutto ciò che non rientra nei modelli di vita destinati soprattutto alle generazioni più giovani, che sono le più fragili davanti al cambiamento culturale in corso. Si mette tra parentesi ciò che è spiacevole e provoca sofferenza, mentre si esaltano le qualità fisiche come se fossero la meta principale da raggiungere. La realtà virtuale prende il sopravvento sulla vita reale e avviene sempre più facilmente che si confondano i due mondi. I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’altro. (…)
Delegare ad altri è facile; offrire del denaro perché altri facciano la carità è un gesto generoso; coinvolgersi in prima persona è la vocazione di ogni cristiano.
Ringraziamo il Signore perché ci sono tanti uomini e donne che vivono la dedizione ai poveri e agli esclusi e la condivisione con loro; persone di ogni età e condizione sociale che praticano l’accoglienza e si impegnano accanto a coloro che si trovano in situazioni di emarginazione e sofferenza. Non sono superuomini, ma “vicini di casa” che ogni giorno incontriamo e che nel silenzio si fanno poveri con i poveri. Non si limitano a dare qualcosa: ascoltano, dialogano, cercano di capire la situazione e le sue cause, per dare consigli adeguati e giusti riferimenti. Sono attenti al bisogno materiale e anche a quello spirituale, alla promozione integrale della persona. Il Regno di Dio si rende presente e visibile in questo servizio generoso e gratuito; è realmente come il seme caduto nel terreno buono della vita di queste persone che porta il suo frutto (cfr Lc 8,4-15). La gratitudine nei confronti di tanti volontari chiede di farsi preghiera perché la loro testimonianza possa essere feconda».