Conferenza del Prof. Daniele Salerno sulla storia vogherese

Dopo la pausa natalizia i Cavalieri della Delegazione Lombardia si sono ritrovati nel consueto appuntamento mensile presso la Chiesa del...

Dopo la pausa natalizia i Cavalieri della Delegazione Lombardia si sono ritrovati nel consueto appuntamento mensile presso la Chiesa del San Sepolcro, ad assistere alla celebrazione eucaristica officiata dal Cappellano di Delegazione Rev. Don Federico Gallo, Direttore della Biblioteca Ambrosiana e dal Rev. Don Maurizio Ormas docente presso la Pontificia Università Lateranense. Successivamente hanno preso parte alla conferenza del Confratello Cav. Prof. Daniele Salerno sulla ricerca su San Bovo, in presenza del Presidente della Real Commissione per l’Italia, Balì Gran Croce di Giustizia, S.E. Duca don Diego de Vargas Machuca e del Pro-Delegato il Cav. Ing. Gilberto Spinardi.

Nell’omelia della Santa Messa il Rev. Don Gallo analizza il periodo delle epifanie, le manifestazioni di Gesù, ed evidenzia come queste non siano fatte per essere contemplate ma per originare il bene nel cuore degli uomini; Gesù non si accontenta dei primi successi locali ma si dirige altrove.

Il Reverendo ci chiede di riflettere se la nostra testimonianza cristiana come Cavalieri sia capace di diffondersi come il Signore ci ha insegnato con il Suo esempio: ci accontentiamo del nostro ambito o di un primo successo oppure al contrario vogliamo portare la testimonianza in altri ambienti che incontriamo?

Il lavoro della Delegazione Lombardia – continua il Cappellano – è un lavoro che poco alla volta umilmente sta cercando anche di portare questa testimonianza al di fuori del nostro contesto.

Don Gallo ha ricordato infine la recente scomparsa del Confratello Cav. Prof. Avv. Gianfranco Negri Clementi. Un esempio di questo desiderio – specifica il Reverendo – di mostrare testimonianza al Signore attraverso l’appartenenza all’Ordine spendendosi con vera passione, amando le nostre celebrazioni, le nostre conferenze e partecipando nonostante i seri problemi fisici di cui soffriva.

La successiva conferenza ha visto l’esposizione del Cav. Prof. Daniele Salerno nell’ambito del Ciclo di presentazione dei Confratelli all’interno del programma culturale curato dal Cav. Prof. Edoardo Teodoro Brioschi, docente presso l’Università Cattolica di Milano.

Il Confratello Cav. Prof. Daniele Salerno è dottore in Giurisprudenza e Professore in discipline Giuridico Economiche, giornalista pubblicista e collaboratore con il quotidiano La Stampa. Vice Sindaco della città di Voghera e autore di alcuni romanzi storici tra cui “Il Frate, l’Ordine , lo Scudo” e coautore dei libri “Io sono la Piccola Vedetta Lombarda” e “Il Castello di Voghera – Tra spade e amori, omicidi e tradimenti”. Presidente onorario del Comitato Internazionale Storico Scientifico per gli studi su San Rocco e sulla storia Medioevale.

Daniele Salerno si è sentito in dovere di raccogliere ulteriori informazioni, notizie, particolari e curiosità su San Bovo, descrivendo una parte della storia vogherese affinchè la conoscenza di questo Santo non si limitasse a quella di

Patrono di Voghera ma ad una visione d’insieme di quella che fu la vita nel Medioevo, le usanze e le tradizioni di un’epoca essenziale nello sviluppo della cultura occidentale.

Ne è nato così un libro avvincente, a tratti romanzato ma basato su avvenimenti veritieri, almeno secondo quanto racconta la tradizione.

San Bovo fu un Cavaliere protagonista della battaglia medioevale di Frassineto, sconfiggendo i pirati saraceni che invasero gran parte del nord Italia stanziandosi per 100 anni saccheggiando e distruggendo le chiese. Dopo essersi pentito per il sangue versato diventa pellegrino ed arriva a Voghera per diventarne il Santo Patrono.

Viene spontaneo domandarsi in quale situazione saremmo oggi se i musulmani non fossero stati sconfitti con il contributo anche di San Bovo.

Conoscere questa avvincente storia – conclude il Prof. Salerno – è essenziale per non dimenticare le tradizioni che sono la culla della nostra cultura. Oggigiorno si tende a dimenticare chi sono stati e cosa hanno fatto i nostri Padri, lasciando colpevolmente alle spalle i legami che ci uniscono ai secoli trascorsi. Eppure – continua il Confratello – sono stati i nostri Padri, dall’epoca romana al Medioevo, dal Rinascimento ad oggi, a fornirci l’immensa fortuna che ha creato l’Italia e quindi Voghera. Dobbiamo essere grati senza dimenticare.

Un popolo che non conosce la propria storia è un popolo che non ha futuro.

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