Giovedì 23 febbraio 2023 si è svolto un incontro sulla piattaforma Zoom e in diretta Facebook con il Prof. Don Giovanni Fatta Del Bosco dei Principi di Belvedere e Barone di Garbinogara su Alcune figure del riformismo borbonico, organizzato dalla Delegazione della Sicilia Occidentale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Ad introdurre la Lectio, il Delegato Prof. Salvatore Bordonali, Cavaliere di Gran Croce di Giustizia: «Nelle nostre conversazioni dell’Ordine Costantiniano, che oggi riprendiamo via Web, si è sempre dedicato uno spazio per ricordare il significato del termine “dinastico” e la sua attualità. Oggi – e in misura ancor più breve parliamo dell’aggettivo “costantiniano”, che non sta ad indicare un collegamento con il personaggio “Costantino imperatore il grande”, ma al contenuto delle sue leggi dove da allora è stato trasfuso il senso del vivere cristiano, delle modalità e delle finalità che questo ha e avrà sempre per il Cristiano, nonostante la politica e la cosiddetta “cultura impegnata” sembrano essersene dimenticati».
Il Delegato ha proseguito: «Andiamo all’oggetto della riunione, cioè ad una lettura della storia per quella che è. Non come strumento di propaganda politica, che si tramuta spesso in falsificazione di eventi e di persone, non una rivincita di segno opposto, quindi, ma una lettura serena dei dati. A tale scopo è qui con noi Don Giovanni Fatta Del Bosco, dei Principi di Belvedere e Barone di Garbinogara, ma anche professore universitario illustre, che ci parlerà di alcuni personaggi poco noti di un periodo storico spesso mal studiato e del quale voglio tracciare brevemente il curriculum. Ordinario di Arboricoltura Speciale all’Università di Palermo, Direttore dell’Istituto di Coltivazioni arboree (UniPa), Direttore e Docente alla Scuola di specializzazione in Architettura dei giardini, progettazione e assetto del paesaggio (Facoltà di Architettura UniPa), Docente ufficiale al Master di 2° livello in Architettura dei giardini e progettazione del paesaggio presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo, Vice Presidente della Società Siciliana di Storia Patria».
Affrontando il tema della lectio, il Relatore ha spiegato che «il riformismo borbonico fu conseguente alla nascita di una nuova entità statale, il Regno delle Due Sicilie, riformismo essenzialmente amministrativo, ma che coinvolse anche le gerarchie ecclesiastiche con la stipula di un Concordato tra Stato e Chiesa) volte a creare un’articolazione di strutture i potere dello stato costituito da una borghesia burocratica fondamentalmente legata ai Sovrani con un ceto intellettuale e professionale coltissimo e per nulla eversivo».
Poi, il Relatore si è soffermato su tre personaggi: Domenico Lo Faso e Pietrasanta, Quinto Duca di Serradifalco; Padre Giovanni Maria Linguiti; il Barone Pietro Pisani.
Il primo, Domenico Lo Faso e Pietrasanta, Quinto Duca di Serradifalco, studioso di Architettura e di Archeologia, fu Senatore di Palermo, Deputato e poi Rettore dell’Ospedale grande, Rettore dell’Azienda dei dazi indiretti, componente e poi residente della Commissione delle Antichità e Belle Arti, Soprintendente dei Teatri e dei Pubblici Spettacoli e, nel 1848, Presidente della Camera dei Pari. Fu anche autore di numerose pubblicazioni scientifiche di cui si ricordano in particolare modo, l’opera in cinque volumi (1834-1842) Le antichità di Sicilia esposte e illustrate e alla successiva Vedute pittoriche degli antichi monumenti della Sicilia su disegni del Duca di Serradifalco.
Il secondo, Padre Giovanni Maria Linguiti, autore del trattato Ricerche sopra le alienazioni della mente umana, fu nominato Direttore del Real Stabilimento de Folli di Aversa, sorto nel 1813 sotto il regno di Murat, affrontò la cura dei malati sul piano essenzialmente psicologico cercando l’empatia, se possibile il dialogo, ottenendo risultati che stupirono persino il più potente monarca dell’epoca, l’Imperatore Francesco I, giunto ad Aversa insieme al Principe di Metternich. Anch’egli sostenitore di quella che era allora definita “cura morale”.
Il terzo, Barone Pietro Pisani, studioso di Archeologia, teatro e musica, nominato nel 1824 Direttore della Real Casa dei Matti di Palermo, può essere considerato uno degli antesignani della moderna psicoanalisi. Impegnava i pazienti in attività lavorative e artistiche, metodo che centoventi anni dopo verrà riproposto dal più grande psicoterapeuta moderno, Wilfred Rumphrecht Bion. I risultati furono sorprendenti, poiché nei 13 anni di Direzione del Pisani si ottenne l’incredibile media di 130 dimissioni all’anno di guariti.
Al termine dell’incontro, il Segretario Generale Dott. Salvatore Glorioso, Cavaliere Jure Sanguinis MP ha concluso la riunione annunciando l’importante pellegrinaggio alle abbazie benedettine che la Delegazione si accinge a fare nella seconda metà di maggio 2023.