Messaggio per la Festa di San Giorgio della Delegazione di Napoli e Campania

Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio Real Commissione per l’Italia Delegazione di Napoli e Campania Messaggio per la Festa...

Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio

Real Commissione per l’Italia

Delegazione di Napoli e Campania

Messaggio per la Festa di San Giorgio 2022

Carissimi Confratelli e Consorelle,

la festa patronale del nostro Ordine ci riporta alle profonde motivazioni che ispirano la nostra Sacra Milizia. Una volta il miles Christi era proteso nell’attesa dell’alba, attendeva le prime luci, dopo un breve riposo del corpo, e fissava il cielo, ricordando il giorno nel quale vi apparve il glorioso segno della Croce, caparra di vittoria di una giornata e di trionfo per la vita. Il labaro della nostra identità e del nostro spirito accomuna due significativi valori dell’essenza della testimonianza cristiana, che è fondamentalmente “sacra”, consacrata cioè, perché non c’è consacrazione senza santificazione, avendo Cristo consacrato o santificato chiunque avrebbe creduto in Lui. Li “santificò” nel senso di separare, distinguere, ma anche con il senso di consacrare per un determinato servizio. Anzi si potrebbe meglio dire che Dio santifica per consacrare, chi sceglie e risponde al suo invito, a una particolare missione.

Ebbene, questa è la ragione d’essere in questa Sacra Milizia: paladini di un Ordine sacro e santificato per il trionfo della verità e del servizio. Ci accomuna, inoltre, anche il ricordo di un evento della primissima tradizione cristiana nella figura di San Giorgio e di un evento storico che sancì i fondamenti della fede in Cristo non più, per così dire, portatore della Croce, ma trionfatore grazie alla Croce, come vuole la dottrina dell’apostolo Paolo. San Giorgio e l’imperatore Costantino! Nel nostro Oriente San Giorgio è la sublimazione del trionfo sul maligno, raffigurato dalla bestia primordiale, sul subdolo e infido nemico dell’uomo, perché già tentatore del Figlio dell’uomo. L’esempio di San Giorgio che uccide il drago per difendere i deboli ci richiama al nostro dovere di combattere il male per affermare il bene. Questa simbolica trasfigurazione di San Giorgio, testimone di verità, era talmente radicata nella primitiva coscienza cristiana della Palestina, Terra di salvezza e di redenzione, che nella comunità cristiana del Neghev gli fu accostata la figura di un altro grande trionfatore sul male, ovvero di san Teodoro, anche lui un santo che con la lancia trafigge il mostro. Talmente simboli di Cristo trionfatore, da essere stati entrambi immortalati dall’arte nelle due lunette che oggigiorno si confrontano sui due slanci di arco accanto all’ambone della cappella dell’apparizione di Cristo alla Maddalena, nella chiesa dell’Anastasi o Basilica della Resurrezione, a Gerusalemme. Non a caso nel luogo nel quale, morendo, Cristo trionfò sulla morte e sul male. Lo stesso Cristo oggi trionfa nuovamente nel segno che lasciò nel cielo della nuova Milizia cristiana, e tutti noi, siamo parte di una Sacra Milizia che essendo innanzitutto cristiana, nasceva per durare nei secoli, nel cuore e nella fede di un Imperatore, santificato dal prodigioso amore di una madre che della Croce aveva fatto la ragione di tutta la sua vita.

La nostra presenza nella Chiesa, ispirata al mistero della Croce del Signore, deve testimoniare una vita donata per amore dei fratelli. Il Cristiano infatti vince il male con il bene e l’odio con l’amore. A tutta la nostra Sacra Milizia auguro per la festa del nostro Santo Patrono, di impugnare con San Giorgio le armi vittoriose della Croce per affermare nel mondo il trionfo Pasquale di Cristo!


Napoli, 23 aprile 2022

San Giorgio, martire

Fra Sergio Galdi d’Aragona

Cappellano di Giustizia

Preghiera a San Giorgio Martire

O glorioso San Giorgio che sacrificaste il sangue e la vita per confessare la fede, otteneteci dal Signore la grazia di essere disposti a soffrire per amor suo qualunque affronto e qualunque tormento, anzi che perdere una sola delle cristiane virtù; fate che, in mancanza di carnefici, sappiamo da noi stessi mortificare la nostra cerne cogli esercizi della penitenza, affinché morendo volontariamente al mondo e a noi medesimi, meritiamo di vivere a Dio in questa vita, per essere poi con Dio in tutti i secoli dei secoli. Amen.

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