Come abbiamo annunciato [QUI], venerdì 24 e sabato 25 marzo 2023 la Delegazione Sicilia Occidentale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha tenuto gli esercizi spirituali presso la Chiesa di San Giorgio dei Genovesi a Palermo.
La Chiesa di San Giorgio sorse tra il 1575 e il 1596 nella parte più esterna del quartiere della Loggia, a ridosso del Molo nuovo, di cui il Senato palermitano aveva da poco deciso la costruzione in funzione della modernizzazione del porto. La scelta di questa sede da parte dei Genovesi conferma il ruolo dominante assunto dalla comunità ligure, ormai sostituitasi ai Pisani nel monopolio bancario e nelle principali attività mercantili del Regno della Sicilia e del Regno di Napoli.
La tipologia basilicale adottata, con tre navate e cappelle laterali incassate nello spessore murario, indica la volontà di erigere un edificio ambizioso, sul piano economico ed architettonico, che solo gli Ordini religiosi più importanti e le Nazioni più ricche, come appunto quella dei Genovesi, potevano adottare nella Palermo cinquecentesca. Giorgio Di Faccio mette a punto un’architettura chiesastica oggi considerata l’esempio più autorevole dell’architettura rinascimentale palermitana.
All’interno dell’edificio le lapidi sepolcrali e le edicole marmoree testimoniano della concorrenza esistente tra le più ricche famiglie genovesi per garantirsi un prestigioso riconoscimento nella Chiesa della Nazione. Dopo un restauro, di recente sono stati ricollocati nella chiesa i dipinti che decoravano le edicole. Tra essi Martirio di San Giorgio e Battesimo di Gesù di Jacopo Palma, San Luca ritrae la Vergine di Filippo Paladini, Martirio di San Vincenzo di Saragozza di Jacopo da Empoli, Madonna del Rosario e Santi di Luca Giordano e La Madonna Regina di Genova di Domenico Fiasella.
Dopo un breve saluto ai Cavalieri, alle Dame e ai Postulanti presenti e collegati in streaming, Don Davide Calantoni, Cappellano di Merito con Placca, ha aperto venerdì 24 marzo 2023 gli esercizi spirituali, comunicando che le meditazioni di quest’anno si sarebbero incentrate sulle “opere di misericordia”. Ha poi invitato i due lettori per la via Crucis, i Cavalieri Carlo Varvaro e Domenico Callea a prendere posto per la lettura dei passi evangelici e per la intonazione delle preghiere delle 14 stazioni.
Terminata la Via Crucis, Don Calantoni ha avviato le meditazioni sulle opere di misericordia, soffermandosi su quelle corporali, come dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi. Queste opere, ha affermato, come quelle che seguono, si riferiscono alle preoccupazioni primarie della vita: mangiare, bere, vestire, ospitare, curare, ecc. Ha fatto riflettere su un dato: più evoluta si fa la vita, tanto più le situazioni materiali in cui bisogna praticare la carità assumono aspetti ed esigenze nuove. Essere attenti perché ai fratelli non manchi il lavoro è indubbiamente come dar loro da mangiare, da bere, da vestire. È come aiutarli ad essere inseriti in modo degno nel contesto della società in cui si muovono.
Ospitare i pellegrini
Nella realtà odierna, ospitare i pellegrini non è offrire un semplice aiuto, ma aprirsi alla persona e non soltanto ai suoi bisogni. Accogliere il pellegrino, lo straniero, è fare loro spazio nella propria città.
Curare gli infermi
Curare gli infermi deve essere rivissuta: l’ammalato, ovunque si trovi, bisogna visitarlo, dargli conforto e riconoscergli una priorità di affetti.
Visitare i carcerati
Oggi, visitare i carcerati non vuole significare soltanto andare dentro un carcere, ma anche aiutare, comprendere, accogliere, sostenere con partecipazione e condivisione i congiunti che sono fuori.
Seppellire i morti
Seppellire i morti significa concentrarsi sul il rispetto dell’uomo anche nel suo ultimo viaggio.
A seguire, il Delegato Nob. Prof. Salvatore Bordonali, Cavaliere di Gran Croce di Giustizia, in riferimento all’importanza della Pasqua, fondamento primo della religione cristiana, ha ricordato San Paolo che nella Prima lettera ai Corinzi affermava: “Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede” (15,12-14). Senza la Risurrezione di Cristo non ci sarebbe redenzione dei peccati e il sacrificio di Gesù risulterebbe vano.
Il Delegato ha poi letto la Preghiera del Cavaliere Costantiniano dando appuntamento al giorno successivo.
Sabato 25 marzo 2023 alle ore 11.00, sempre nella Chiesa di San Giorgio dei Genovesi a Palermo, nella Solennità dell’Annunciazione del Signore, i Cavalieri, le Dame e i Postulanti hanno partecipato alla solenne Santa Messa presieduta da Don Davide Calantoni, concelebrante Fra Agostino dei Frati Minori Capuccini della Provincia di Palermo, alla presenza del Cappellano Don Antonino Romano.
Si sono alternati per le Letture il Cavaliere Fabrizio Ippoliti e Donna Luisa Castro Bordonali.
Nella sua omelia, Don Colantoni ha proseguito le meditazioni sulle opere di misericordia, trattando di quelle spirituali:
Consigliare i dubbiosi
La cultura del dubbio va sempre più diffondendosi: tutto è opinabile, tutto è precario, niente è certo. Ecco allora che questa mentalità, così distruttiva e logorante del cuore e dello spirito umano, trova soccorso nell’opera del fratello della misericordia.
Insegnare agli ignoranti
Si deve avere misericordia verso chi fatica, verso chi non sa farsi le proprie ragioni o non sa vedere gli obiettivi della vita, senza però disprezzare chi in qualche modo invece vorrebbe imparare a valutare le ragioni dell’esistenza, le prove della vita, la promozione umana.
Ammonire i peccatori
Opera poco praticata anche se la sua necessità è più che mai presente. Non la si deve considerare come un giudicare gli altri, ma da fratelli porgere la mano, aiutare, prevenire l’incauto, soccorrere il distratto, impedire al fratello di mettersi su di una strada sbagliata.
Consolare gli afflitti
Invece di ritenere le quotidiane tribolazioni della vita una provocazione per aiutare chi si trova nella difficoltà, spesso ci si chiude nel nostro guscio, nel più completo egoismo, fingendo di non sapere, di non vedere, pensando così di essere dispensati dal condividere, dal partecipare, dal solidarizzare con colui che ci sta accanto.
Perdonare le offese
La carità del perdono deve essere stile di vita del confratello.
Perdonare pazientemente le persone moleste
È un’opera di misericordia così concreta che si può considerare corporale e non solo spirituale poiché molte volte è un’ingombrante pesantezza di presenza, di pretese, di egoismi, di stranezze mentali.
Pregare Dio per i vivi e per i morti
È degna opera di misericordia legata a tutta quella teologia e morale cristiana che avvolge il mistero della vita che non ha soltanto un suo inizio, ma anche la sua conclusione nella morte.
Intervenendo al termine della Concelebrazione Eucaristico, il Delegato ha detto: “Un grazie anzitutto a Mons. Giuseppe Bucaro, che ci ospita in questa splendida chiesa, dedicata a San Giorgio, al nostro Cappellano Don Davide Calantoni e al clero presente, che rende ancor più solenne l’incontro di oggi. Grazie anche agli intervenuti, i cavalieri dell’Ordine costantiniano.
Se mi è consentita una breve riflessione, desidero sottolineare che la parola “ordine” richiama il passaggio dal caos al cammino verso una prospettiva voluta da Dio, cioè la salvezza. Insieme alla vita abbiano ricevuto la possibilità di scegliere consapevolmente un percorso dove la felicità non è quella egoistica del piacere ma quella di diventarne co-artefici. La Pasqua costituisce un’occasione propizia per ripensare il significato della nostra presenza sulla terra e anche, non sembri esagerato, nella Milizia Costantiniana.
Auguri vivissimi a tutti voi e alle vostre famiglie”.
Poi, il Pro Delegato Nob. Stefano Riva dei Conti Sanseverino, Cavaliere di Giustizia ha letto la preghiera del Cavaliere Costantiniano.