In uscita “Il vitello rampante” di Maurizio Modugno

Uscirà in settembre 2021 con Aracne editrice Il vitello rampante - Romanzo storico, il nuovo libro di Don Maurizio Modugno (376 pagine,...

Uscirà in settembre 2021 con Aracne editrice Il vitello rampante – Romanzo storico, il nuovo libro di Don Maurizio Modugno (376 pagine, 20 euro). Trattandosi di un lavoro a carattere storico, in cui il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha parte essenziale, è prefato da S.E. il Duca de Vargas Machuca, Presidente della Real Commissione per l’Italia.

La sintesi

È al tempestoso tramonto del Settecento che si svolge Il vitello rampante. La vicenda d’una famiglia della nobiltà pugliese, i Vitulli di Mola di Bari, rappresenta in questo romanzo storico la metafora della fine di un’epoca affascinante e complessa qual è stato il Secolo dei Lumi nel Regno di Napoli, con le sue grandezze e le sue miserie, con il suo fasto cortigiano e le sue tradizioni popolari, con il suo anelito alla pace e le sanguinose rivoluzioni non sue. Discendente da quella famiglia, l’Autore ne ha ritrovato una documentazione storica d’eccezionale ampiezza e per massima parte inedita. Ove l’orgoglio e le ambizioni del protagonista – Donato Antonio, cavaliere e inquisitore del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio – il successo e gli onori che lo porteranno alla corte di Ferdinando IV di Borbone, dovranno fatalmente infrangersi contro forze di lui e della sua civiltà troppo più grandi. E il richiamo sottile del crepuscolo sembrerà ergersi come il vincitore ultimo. Non sarà realmente così. Nel doppio scenario d’una Puglia ammaliante e d’una Napoli meravigliosa capitale, sfileranno i Borbone e i Bonaparte, Francesco Caracciolo e Lady Hamilton, rivoluzionari e sanfedisti, asceti e briganti, aristocrazia e popolo. Al centro rimarrà sempre quel “gruppo di famiglia in un palazzo” unito dal sangue e dalla terra, dal nome e dallo stemma con il vitello rampante.


L’autore

Maurizio Modugno è nato a Roma. Ha conseguito la maturità classica, la laurea in Giurisprudenza (con tesi in Storia del diritto italiano sul giurista e filosofo giansenista Jean Domat) e un master in Beni culturali. Nel 1978 è entrato a far parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, presso l’attuale Istituto Centrale per i beni sonori e audiovisivi. Nel 1986 è passato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria. Nel 1999 è entrato nel Pontificio Seminario Romano Maggiore. È stato ordinato sacerdote da Papa Benedetto XVI nel 2005. Viceparroco a San Roberto Bellarmino, è dal 2012 parroco a San Valentino al Villaggio Olimpico e Prefetto della VI Prefettura nella Diocesi di Roma. Ha collaborato e collabora ai programmi di sala del Teatro dell’Opera di Roma, del Teatro San Carlo di Napoli, del Teatro Comunale di Firenze, del Teatro Regio di Torino, del Teatro Bellini di Catania, del Festival di Spoleto, del Festival Rossini di Pesaro. Collabora alla rivista Musica e con una rubrica di storia al quotidiano on-line Ilsussidiario.net. Come scrittore e critico musicale ha pubblicato i libri: Ottorino Respighi (1979), Jules Massenet (1994), Boris Christoff (1996), Thomas Schippers (2009), Ritorno a Bagdad (Aracne 2018). Suoi contributi sono presenti in volumi di autori vari e suoi articoli figurano nelle maggiori riviste musicali dal 1968 a oggi.


La Prefazione del Presidente della Real Commissione per l’Italia

Sono ben lieto di stilare questa presentazione al volume del Rev. Don Maurizio Modugno, Presbitero della Diocesi di Roma, dove svolge una feconda attività pastorale. E mi piace evidenziare come, prima di abbracciare il sacerdozio, Egli abbia esercitato funzioni di alta responsabilità quale funzionario direttivo nel Ministero dei Beni Culturali L’Autore non è quindi nuovo ad opere di ampia divulgazione e documentazione soprattutto in campo musicale e storico, ottenendo in tal guisa prestigiosi premi e riconoscimenti in Italia e all’Estero.

Ora, il Rev. Don Modugno si cimenta in un genere letterario particolare e sotto diversi aspetti affascinante, quello del romanzo storico ambientato nel XVIII secolo, legato alle vicende di due personaggi della nobile Famiglia Vitulli, Don Francesco Paolo Vitulli, che fondò una Commenda del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, e del figlio Don Donato Antonio che di tale Commenda venne investito.

Noto come davvero interessanti e puntuali siano nell’opera i riferimenti alla storia e alle istituzioni della Sacra Milizia Costantiniana, passata, dopo quello dei Farnese, sotto il Magistero dei Borbone con l’approvazione del Papa Clemente XII. Un nuovo capitolo si apre così per la plurisecolare Istituzione cavalleresca, contrassegnato da un crescente prestigio grazie anche agli speciali privilegi ottenuti da parte della Santa Sede e dei Re di Napoli.

Nella mia qualità di Presidente della Real Commissione l’Italia, mi compiaccio vivamente con l’Autore perché, proprio ispirandomi alle sue approfondite note, posso sottolineare la continuità storica del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, oggi più che mai vivo, con l’impegno di una fervida vita religiosa e di una instancabile attività di carità e solidarietà sotto la guida del Gran Maestro, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria.

Auspico, pertanto, gradita accoglienza e pieno successo alla presente pubblicazione.


Duca Don Diego de Vargas Machuca

Balì Gran Croce di Giustizia decorato del Collare


Era dal 1723 che una simile tempesta non s’abbatteva sul litorale della Terra di Bari. Sembrava, in quel primo pomeriggio d’ottobre del 1775, che un cupo, furioso turbine pretendesse di far rovina dell’universo, assecondato nell’ira dal rimbombare d’onde e dal sibilare di venti, quasi fischi demoniaci. Nessuna creatura vivente era visibile, né in terra, né in mare. I bagliori sghembi e frequentissimi dei fulmini consentivano però, ma solo a tratti, di scorgere innanzi alla bufera, come a tentar con audacia di prevenirne il gorgo più furente, una carrozza pitturata d’azzurro, con uno stemma sullo sportello: era il coupé di casa Vitulli, lanciato a tutta velocità sul fango giallo e sugli spezzati basalti della Via Appia Traianea, fra il bivio per Triggiano e Lama San Giorgio. All’interno, illuminati da un fioco lume, due passeggeri. Uno era il fratello più grande di Donato Antonio, don Nicola, l’arciprete emerito della Chiesa Matrice. L’altro era Donato stesso, che pareva come eccitato da una disfida in atto, ora voltandosi a guardar dal finestrino posteriore; ora aprendo quello anteriore, incurante della pioggia e degli schizzi di mota che n’entravano.

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