Nella Vigilia della festa di Santa Giacinta Marescotti, su invito della Diocesi di Civita Castellana, una rappresentanza della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, guidata dal Delegato, il Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere di Gran Croce Jure Sanguinis con Placca d’Oro, ha presenziato lunedì 29 gennaio 2024 a Vignanello alle solenni celebrazioni in onore della patrona della Città.
A conclusione dei Primi Vespri solenni di Santa Giacinta Marescotti, celebrati alle ore 17.00 nell’Androne del Castello Ruspoli, la rappresentanza della Delegazione della Tuscia e Sabina ha preso parte alla “Uscita” di Santa Giacinta dal Castello Ruspoli, presieduta dal Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, già Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Il Cero dell’Offerta in Atto di affidamento della Città di Vignanello a Santa Giacinta Marescotti, realizzato a mano dalle Clarisse del Monastero di Farnese.
I Cavalieri Costantiniani hanno prestato scorta d’onore alla statua della grande santa francescana, nella devota processione che è stata accompagnata dai Facchini, dal Comitato Festeggiamenti, dalla Confraternita dei Sacconi e delle Dame di Santa Giacinta Marescotti e dalla Banda di Soriano nel Cimino.
Successivamente, presso la chiesa collegiata di Santa Maria della Presentazione, i Cavalieri Costantiniani hanno partecipato alla Santa Messa solenne in onore di Santa Giacinta Marescotti, animata dalla Schola Cantorum A. Cherubini, presieduta dal Cardinale Gualtiero Bassetti, che nella sua omelia ha ripercorso le fasi salenti della sua vita della Santa Patrona di Vignanello, esortando i presenti a continuare la sua opera nel praticare la carità verso i fratelli malati e bisognosi.
Al temine del Sacro Rito, il Delegato si è intrattenuto con il Cardinal Bassetti, che si è congratulato per le attività caritatevoli e culturali svolte nel territorio dalla Delegazione della Tuscia e Sabina.
Santa Giacinta Marescotti
Clarice, nata nel castello di Vignanello il 6 marzo 1585 dal Conte Marcantonio Marescotti e da Ottavia Orsini, prese i voti giovanissima presso il monastero di San Bernardino a Viterbo, adottando il nome di Giacinta.
Questo fu però la sua una consacrazione soltanto esteriore. Nel chiostro, infatti, tenne da subito atteggiamenti contrari alla disciplina francescana. Anziché vivere in una cella, si fece arredare un appartamento nello stile delle sue stanze nel castello avito, servita da giovani converse. Finché un giorno, mentre era malata gravemente, venne a visitarla un dotto francescano che, appena vide il lusso di cui si circondava, si rifiutò di confessarla, rimproverandola aspramente.
L’evento la trasformò totalmente: accettò la sua condizione, indossando una rozza tonaca e chiedendo perdono alle consorelle per il suo comportamento. Andò a vivere in una nuda cella, ornata soltanto di una pesante croce cui si legava.
Per Giacinta iniziano così ventiquattro anni straordinari, dedicati completamente ad aiutare il prossimo. A tal fine creò due confraternite laicali. La prima, detta dei Sacconi, era dedita alla cura degli infermi. La seconda, detta degli Oblati di Maria, aveva come missione la cura degli anziani.
Giacinta morì il 30 gennaio 1640 e subito fu venerata dal popolo cristiano tra i santi, in particolare tra quelli che erano stati grandi peccatori, poi convertiti dalla grazia.
Il 24 maggio 1807 Papa Pio VII dichiarava Santa Giacinta Marescotti ”a gran dovizia ricolma dei meriti di accesa carità verso Iddio e il prossimo, di singolare penitenza, e di tutte le cristiane virtù, nonché gloriosa per miracoli”.
L’urna in cui si conserva il suo corpo si trova nella chiesa di San Bernardino in Viterbo, ma il suo culto è vivo in tutto il Lazio settentrionale e anche a Roma dove gli Sforza Ruspoli, suoi familiari, costruirono una cappella nella chiesa di San Lorenzo in Lucina.
Preghiera
Signore, nostro Dio, Amore, Verità, Bellezza, nel Giardino di questa Tua Chiesa hai fatto fiorire con una santità esigente Giacinta Marescotti e le hai dato un amore appassionato per Te, nella Croce e nell’Eucarestia, come nei poveri, nei malati negli ultimi.
Noi per lei Ti ringraziamo e Ti chiediamo, per la sua intercessione, di conoscere e accogliere il Tuo amore che vince l’indifferenza, l’ostilità l’egoismo, per divenire capaci-come lei di essere pane, veste, casa e di donare accoglienza, consolazione e amicizia a chi è povero, solo, bisognoso e così accrescere la luce, e la carità nella Chiesa, costruire una convivenza umana giusta solidale e fraterna, con la forza viva e sempre nuova della carità.
Santa Giacinta prega per noi. Amen.