Santa Messa in suffragio di Papa Benedetto XVI a Napoli

Seguendo le indicazioni del Cappellano Capo della Real Commissione per l’Italia, Don Fabio Fantoni, Cappellano di Gran Croce di Merito,...

Seguendo le indicazioni del Cappellano Capo della Real Commissione per l’Italia, Don Fabio Fantoni, Cappellano di Gran Croce di Merito, ogni Delegazione del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, sotto la guida del proprio Cappellano ricorda Sua Santità il Papa Benedetto XVI, scomparso il 31 dicembre scorso.

Martedì 31 gennaio 2023 in Napoli è stata celebrata nella Cappella Magistrale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, presso il Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi, una solenne Santa Messa di trigesimo in suffragio dell’anima di Sua Santità Papa Benedetto XVI, presieduta dal Cappellano Capo della Delegazione di Napoli e Campania, Fra’ Sergio Galdi d’Aragona, OFM, Cappellano di Giustizia, Commissario Generale di Terra Santa in Napoli.

Per l’occasione è stato composto un libretto, molto curato sotto tutti gli aspetti, con il testo in latino della Santa Messa secondo l’edizione (terza editio) promulgata da San Paolo VI, compilato, per la parte liturgica, secondo le indicazioni del Cappellano Capo. Inoltre contiene, oltre alla Preghiera del Cavaliere Costantiniano, una sintesi storica del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e un organigramma delle attuali cariche del Gran Magistero e della Real Commissione per l’Italia.

Ha partecipato una rappresentanza di Cavalieri e Postulanti della Delegazione guidata dal Delegato, il Nob. Manuel de Goyzueta di Toverena, dei Marchesi di Toverena e dei Marchesi di Trentenare, Cavaliere di Giustizia; dal Segretario Generale, il Nob. Ing. Patrizio Giangreco, Cavaliere Jure Sanguinis M.P.; dal Consigliere, Avv. Vittorio Brun, Cavaliere di Merito; e dal Cerimoniere, Domenico Giuseppe Costabile, Cavaliere di Merito.

Ospite molto gradito è stato S.A.S. il Principe Don Maurizio Ferrante Gonzaga, Signore di Vescovado, Conte di Villanova e di Cassolnovo, Marchese del Vodice, Patrizio Veneto.

Erano presenti l’Arch. Don Vittorio Talamo de Vargas, Cavaliere di Giustizia; il Conte Pepito Majo-Orsini, Cavaliere Jure Sanguinis; il Nob. Jacopo Avogadro di Casalvolone, dei Conti di Casalvolone, Postulante; i Cavalieri di Merito con Placca: Prof. Antonio De Stefano e Dott. Gesualdo Marotta; i Cavalieri di Merito: Arch. Carlo Iavazzo, Dott. Valerio Massimo Miletti, Avv. Stefano D’Ambrosio e Dott. Luigi Cerciello; i Cavalieri di Ufficio: Avv. Roberto Russo, Antonio Caputo; i Postulanti: Mar. Raffaele Renzullo, S.M. Antonio Sommese, Dott. Antonino Giunta, Dott. Giovanni Carlo Parente Zamparelli di San Leucio, Luigi Scarano e Dott. Silvio Beducci.

Nella sua omelia, Fra’ Sergio Galdi d’Aragona ha evidenziato la figura di Papa Benedetto XVI, partendo dal testo evangelico proclamato e riguardante il racconto della resurrezione di Gesù, secondo Giovanni. L’evangelista attraverso i vari significati del verbo vedere, vuole condurci a compiere un percorso spirituale, che è il cammino del pellegrino che dalla dimensione sensoriale giunge alla contemplazione delle cose celesti. Così Maria Maddalena vede con i sensi che il sepolcro è vuoto e che non c’è il corpo di Gesù, constata semplicemente l’accadimento. Chiama i discepoli e Giovanni vede, ma stavolta il verbo utilizzato dall’Evangelista indica un vedere cogitabondo, Pietro sta riflettendo sull’evento, fino poi ad indicare per la terza volta il verbo vedere, quando Giovanni entra nel sepolcro e vide e credette. Egli vede alla luce della fede, con un’adesione profonda del cuore e della mente. Questa è stata la parabola che idealmente Papa Benedetto XVI ci ha fatto percorrere nel corso del suo pontificato.

Papa Benedetto XVI ha costantemente sottolineato la centralità della Trinità e ci ha costantemente sollecitati ad un ritorno ad Essa. Tutti ricordiamo l’omelia tenuta ai funerali di Papa Giovanni Paolo II e le sue parole riguardanti la “dittatura del relativismo”. In un mondo che ha spostato l’asse centrale verso cui orientarsi ed ha posto la centralità nei valori dell’immanenza ed ha totalmente perso la sua tensione verso il trascendente, interprete del pensiero di Nietzsche che si riassume nell’aforisma: “Dio è morto”, Benedetto XVI ci ha costantemente parlato della Trinità. Ci ha presentato un nuovo Umanesimo cristiano che ha il suo modello nell’uomo perfetto: Gesù Cristo.

Papa Benedetto XVI ci ha costantemente ricordato che la nostra fede deve sempre essere supportata dalla ragione. La fede non è mai irrazionale, bensì ragionevole. Una fede non supportata dalla ragione, ci farebbe cadere nel fideismo, condannato dalla Chiesa ed ugualmente una ragione non fecondata dalla fede, ci farebbe cadere nel razionalismo, i cui limiti ed effetti devastanti sulla società sono sotto gli occhi di tutti. Infine, con i suoi discorsi, nel corso del Suo pontificato, ci ha ricordato di come l’adesione a Cristo non possa essere frutto di una situazione emozionante, passeggera, le emozioni sono, per loro natura mutevoli, la fede trova, invece, la sua radice nel cuore dell’uomo e nella sua intelligenza e nella totale adesione a Dio di entrambi. La fede è sì personale, ma mai personalistica, come un’esperienza da vivere da soli, il cristiano è chiamato a salvarsi nella Comunità dei credenti, così come i primi cristiani erano un cuor solo ed un’anima sola, indipendentemente dal tipo di vocazione, anche se eremitica o claustrale. Certamente le generazioni future, unitamente agli scritti dei Papi Leone Magno e Gregorio Magno leggeranno anche quelli di Papa Benedetto XVI.

Prima della Benedizione S.A.S. il Principe Don Maurizio Ferrante Gonzaga ha recitato la Preghiera del Cavaliere Costantiniano.

Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Cappellano Capo ha benedetto la bandiera della Delegazione di Napoli e Campania.

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