La Santa Messa è stata presieduta da Mons. Marco Salvi, Vescovo di Civita Castellana, concelebrante Mons. Lino Fumagalli, Vescovo emerito di Viterbo, con il Cappellano Capo, il Vice Cappellano Capo e i Cappellani della Delegazione della Tuscia e Sabina, Prof. Padre Rocco Ronzani, OSA, Dott. Don Stefano Sivilla Clary, Cappellani di Merito con Placca d’Argento; Prof. Don Paolo De Luigi, Prof. Padre Stefano Trio, CPPS, e Padre Giuseppe Ave, DO, Cappellani di Merito; e il Cappellano della Delegazione di Napoli e Campania, Dott. Mons. Lucio D’Abbraccio, Cappellano di Merito.
Hanno presenziato il Presidente della Real Commissione per l’Italia, S.E. il Principe Don Flavio Borghese, dei Principi di Sulmona e di Montecompatri, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, e il Luogotenente per l’Italia Centrale, S.E. l’Ambasciatore Alfredo Bastianelli, Cavaliere Gran Croce de Jure Sanguinis con Placca d’Oro.
Su invito del Delegato per la Tuscia e Sabina, il Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere Gran Croce de Jure Sanguinis con Placca d’Oro, oltre alle alte cariche della Real Commissione per l’Italia e il Responsabile della Comunicazione, Comm. Vik van Brantegem, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, ha presenziato una rappresentanza della Delegazione di Napoli e Campania, guidata dal Delegato, il Nob. Manuel de Goyzueta di Toverena, dei Marchesi di Toverena e di Trentinara, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, con il Responsabile della Comunicazione, il Prof. Antonio De Stefano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, e il Responsabile alle Attività Culturali e Caritatevoli, l’Avv. Alessandro Franchi, Cavaliere di Merito.
Inoltre, hanno presenziato il Delegato per Roma e Città del Vaticano, Prof. Giuseppe Schlitzer, Cavaliere Gran Croce di Merito; il Sindaco di Caprarola, Angelo Borgna; e il Tenente Colonello dei Carabinieri, Guglielmo Trombetta.
I Cavalieri, le Dame e i Postulanti della Delegazioni della Tuscia e Sabina erano guidati dal Vice Delegato e Tesoriere, il Nob. Sandro Calista, Cavaliere de Jure Sanguinis con Placca d’Oro, e il Segretario Generale, il Dott. Alessio Lamoratta, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.
All’inizio della celebrazione, il Delegato per la Tuscia e Sabina ha rivolto un indirizzo di saluto ai convenuti, evidenziando il significato dell’evento a ragione degli storici legami di Caprarola, attraverso i Farnese con la Real Casa delle Due Sicilie, ricordando altresì la visita effettuata nel 2018 da S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, nella sua veste di Capo della Real Casa quale primogenito farnesiano e quindi di Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Il Delegato ha rivolto dapprima un devoto ringraziamento al Vescovo di Civita Castellana, che con benevolenza ha accettato l’invito a presiedere la Concelebrazione Eucaristica in questo suo primo incontro con i Cavalieri, le Dame, i Postulanti e i Volontarie della Sacra Milizia. Quindi, ha manifestato profonda gratitudine al Vescovo emerito di Viterbo, che durante il suo lungo ministero episcopale nella Città dei Papi ha sempre premurosamente seguito le attività dell’Ordine Costantiniano.
Viva riconoscenza ha poi palesato al Presidente della Real Commissione per l’Italia, per la sua autorevole presenza che per la Delegazione è di sprone per continuare ad operare nel migliore dei modi nello spirito del carisma Costantiniano.
Poi, ha espresso un fraterno ringraziamento a tutti i Confratelli, rivolgendosi in special modo al Luogotenente per l’Italia Centrale, ai Delegati di Napoli e Campania e di Roma e Città del Vaticano e al Responsabile della Comunicazione della Real Commissione per l’Italia.
Infine, il Delegato ha salutato il Sindaco di Caprarola, Angelo Borgna e il Tenente Colonello dei Carabinieri, Guglielmo Trombetta.
Il servizio liturgico è stato assicurato dai Cavalieri della Tuscia e Sabina, mentre il sacro rito è stato accompagnato da musiche e canti sceltissimi in gregoriano, eseguiti dai Maestri di Cappella Elena e Alessandro Camilli.
La Prima lettura (At 4,13-21 – Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato), il Salmo responsoriale (Sal 117) e la Preghiera dei Fedeli sono state lette da Mauro Belli e Francesco Genna, Cavalieri di Merito. Il Vangelo (Mc 16,9-15 – Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo) è stato proclamato dal Cappellano Capo della Delegazione della Tuscia e Sabina, Prof. Padre Rocco Ronzani, OSA, Cappellano di Merito con Placca d’Argento.
Osservando di essere ancora nell’Ottava di Pasqua, Mons. Salvi ha incentrato la sua omelia, commentando le letture, sull’affermazione che è il tempo in cui il Signore si rende presente. Che il Cristo è presento non è una auto-convinzione dei discepoli, ha sottolineato Mons. Salvi. È l’inizio di un compito che la Chiesa si assume davanti al Vivente: il compito di annunciarlo fino ai confini della terra. Annunciare il Cristo che si rende attuale attraverso la testimonianza della Risurrezione. Attraverso il Battesimo, ogni Cristiano si è investito di questo compito. Su questo gli apostoli non avevano incertezza, ma avevano franchezza e coraggio.
Oggi, nella Chiesa c’è tiepidezza rispetto allo spirito dell’inizio, ha osservato Mons. Salvi, esortando a riprendere come Cristiani la franchezza e il coraggio di annunciare il Vangelo nel mondo. Ma Cristo si affidò anche a coloro che l’avevano tradito e abbandonato. È a coloro che affida il compito di far incontrare la gente il Cristo Risorto. Anche ai Cristiani di oggi è affidato l’invito: andate con coraggio e franchezza ad annunciare la Risurrezione, senza aver paura.
Al termine della Santa Messa, il Delegato per la Tuscia e Sabina ha recitato la Preghiera del Cavaliere Costantiniano.
Poi, S.E. il Principe Flavio Borghese ha rivolto un saluto ai presenti:
«Nella mia qualità di Presidente della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, ho accolto di buon grado l’invito del Delegato per la Tuscia e Sabina, il Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere Gran Croce de Jure Sanguinis con Placca d’Oro, di presenziare a questa solenne Santa Messa nella chiesa di Santa Teresa in Caprarola.
Di questa mia partecipazione ho informato S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, nostro beneamato Gran Maestro, che mi ha mostrato tutto il suo compiacimento per l’evento.
Ringrazio in primis S.E.R. Mons. Marco Salvi per aver voluto presiedere la liturgia Eucaristica. Si tratta del primo incontro del nuovo Pastore di Civita Castellana con la nostra Sacra Milizia ed auspico possa rappresentare la continuazione del proficuo rapporto instauratisi da alcuni anni, nel solco di una antica tradizione risalente ai Farnese, con questa Diocesi.
Un deferente saluto rivolgo quindi a S.E.R. Mons. Lino Fumagalli, Vescovo emerito di Viterbo, Cappellano Gran Croce di Merito della Sacra Milizia Costantiniana, grato per la benevolenza da Lui sempre mostrata verso i Confratelli operanti nella Città dei Papi.
Saluto poi fraternamente i Cappellani, i Confratelli, le Consorelle, tra cui quanti qui gentilmente convenuti su invito di questa Delegazione: S.E. l’Ambasciatore Alfredo Bastianelli, Luogotenente per l’Italia Centrale, il Delegato per Napoli e Campania, Don Manuel de Goyzueta di Toverena, e il Delegato per Roma e Città del Vaticano, Prof. Giuseppe Schlitzer.
Ringrazio quindi per la loro presenza il Sindaco di Caprarola, Angelo Borgna, con tutte le autorità civili e militari del territorio.
Auspico infine che questo evento, così significativo, rafforzi la nostra adesione al carisma Costantiniano: la Glorificazione della Santa Croce, la Propaganda della Fede e la Difesa della Santa Romana Chiesa».
Infine, a conclusione del Sacro Rito, i Vescovi Salvi e Fumagalli hanno impartito la solenne benedizione.
Poi, tutti i presenti hanno raggiunto in processione il piazzale della chiesa di Santa Teresa.
Dopo la foto di gruppo, con alle spalle il Palazzo Farnese, il Vescovo emerito di Viterbo, Mons. Lino Fumagalli, ha tenuto una meditazione, partendo dal tema della parresia e poi ha riflettuto in particolare sulla misericordia, con il pensiero alla celebrazione nel giorno seguente della Domenica della Divina Misericordia.
«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Matteo 5,7). Ai misericordiosi, Gesù promette nient’altro che quello che già vivono: la misericordia. In tutte le altre beatitudini, la promessa contiene un di più, porta più lontano: coloro che piangono saranno consolati, i cuori puri vedranno Dio. Ma che cos’è che Dio potrebbe dare di più ai misericordiosi? La misericordia è pienezza di Dio e degli umani. I misericordiosi vivono già della vita stessa di Dio.
«Misericordia» è una vecchia parola. Durante la sua lunga storia, ha acquisto un senso molto ricco. In greco, lingua del Nuovo Testamento, misericordia si dice éléos. Questa parola ci è famigliare nella preghiera Kyrie eleison, che è una invocazione alla misericordia del Signore. Éléos è la traduzione abituale, nella versione greca dell’Antico Testamento, della parola ebraica hésèd. È una delle parole bibliche più belle. Spesso, la si traduce molto semplicemente con amore.
Hésèd, misericordia o amore, fa parte del vocabolario dell’alleanza. Da parte di Dio, designa un amore incrollabile, capace di mantenere una comunione per sempre, qualsiasi cosa capiti: «non si allontanerebbe da te il mio affetto» (Isaia 54,10). Poiché l’alleanza di Dio con il suo popolo è sin dall’inizio una storia di infedeltà e nuovi inizi (Esodo 32–34), è evidente che un simile amore incondizionato suppone il perdono, non può che essere misericordia.
Éléos traduce ancora un altro termine ebraico, quello di rahamîm. Questa parola va spesso di pari passo con hésèd, ma è più caricata di emozioni. Letteralmente, significa le viscere, è una forma plurale di réhèm, il seno materno. La misericordia, o la compassione, è qui l’amore avvertito, l’affetto di una madre per il suo bambino (Isaia 49,15), la tenerezza di un padre per i suoi figli (Salmo 103,13), un intenso amore fraterno (Genesi 43,30).
La misericordia, in senso biblico, è molto di più di un aspetto dell’amore di Dio. La misericordia è come l’essere stesso di Dio. Per tre volte davanti a Mosè, Dio pronuncia il suo nome. La prima volta, egli dice: «Io sono colui che sono» (Esodo 3,14). La seconda volta: «Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia» (Esodo 33,19). Il ritmo della frase è lo stesso, ma la grazia e la misericordia si sostituiscono all’essere. Per Dio, essere quello che è, è fare grazia e misericordia. Questo conferma la terza proclamazione del nome di Dio: «Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà» (Esodo 34,6).
Quest’ultima formula è stata ripresa nei profeti e nei salmi, in particolare nel salmo 103 (v. 8). Nella sua parte centrale, (versetti 11-13), questo salmo si meraviglia della vastità inaudita della misericordia di Dio. «Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia…»: è l’altezza di Dio, la sua trascendenza. Ma è anche la sua umanità, se si osa dire : «Come un padre ha pietà dei sui figli…». Così trascendente e allo stesso tempo così vicina, essa è capace di togliere ogni male: «Come dista l’oriente dall’occidente, così allontana da noi le nostre colpe».
La misericordia è ciò che c’è di più divino in Dio, essa è anche ciò che c’è di più compiuto nell’uomo. «Ti corona di grazia e misericordia», dice ancora il Salmo 103. Bisogna leggere questo versetto alla luce di un altro versetto del salmo 8 dove è detto che Dio corona l’essere umano «di gloria e di onore». Creati a sua immagine, gli umani sono chiamati a condividere la gloria e l’onore di Dio. Ma è la misericordia e la tenerezza che ci fanno realmente partecipare alla vita stessa di Dio.
La parola di Gesù: «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro» (Luca 6,36) fa eco all’antico comandamento: «Siate santi, perché io, il Signor, Dio vostro, sono santo» (Levitico 19,2). Alla santità, Gesù ha dato il volto della misericordia. È la misericordia che è il più puro riflesso di Dio in una vita umana. «Con la misericordia verso il prossimo tu assomigli a Dio» (Basilio il Grande). La misericordia è l’umanità di Dio. Essa è anche l’avvenire divino dell’uomo.
Pertanto, l’esortazione finale di Mons. Fumagalli, per quanti si sono messi alla sequela di Cristo nella Sacra Milizia Costantiniana, è di praticare la misericordia verso tutti i fratelli, in modo da meritare la divina misericordia.
Successivamente, alle ore 13.00 si è tenuto una riunione conviviale nel ristorante La Bella Venere sul lago di Vico. Al momento del Brindisi, il Delegato per la Tuscia e Sabina, dopo aver rinnovato il suo saluto a tutti i convenuti, tra cui le Rappresentanze dell’Abbazia di Casamari e dell’Umbria, ha espresso i più sentiti ringraziamenti al Vice Delegato e Tesoriere, al Segretario Generale e al Responsabile della Comunicazione della Delegazione, per aver contribuito fattivamente alla buona riuscita dell’evento. Un saluto speciale ha stato poi rivolto ai Delegati per Napoli e Campania e per Roma e Città del Vaticano, che hanno successivamente preso la parola per manifestare il loro compiacimento per la giornata trascorsa serenamente con i Confratelli della Tuscia e Sabina.
Infine, su invito del Sindaco di Caprarola, la giornata si è conclusa con una visita guidata allo storico Palazzo Farnese, già appartenuto alla Real Casa delle Due Sicilie.
Il servizio fotografico è a cura del Cav. Gennaro Vernillo.
Le informazioni su Caprarola e in particolare sul legame con la Real Casa delle Due Sicilie attraverso la successione farnesiana, abbiamo dato nell’anticipazione dell’evento [QUI].