La Delegazione di Puglia e Basilicata celebra Santa Maria della Vittoria a San Severo

Sabato 7 ottobre 2023, festa della Beata Vergine Maria del Rosario, i Cavalieri della Delegazione di Puglia e Basilicata del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, si sono ritrovati presso la chiesa di Maria Santissima della Libera, la chiesa di riferimento della Sacra Milizia a San Severo, per celebrare solennemente Santa Maria della Vittoria.

La solenne Santa Messa è stata presieduta da Mons. Giuseppe Mengoli, Vescovo di San Severo, concelebrante il Cappellano Capo della Delegazione Mons. Giovanni Pistillo, Cappellano di Merito con Placca, alla presenza del Delegato, il Nob. Dario de Letteriis, Cavaliere di Gran Croce Jure Sanguinis.

In questa circostanza gioiosa di commemorazione per i Cristiani tutti e in particolare per gli appartenenti all’Ordine Costantiniano – che vedono nella Beata Vergine Marina del Rosario la propria Patrona – i Cavalieri hanno rinnovato solennemente le promesse fatte nel giorno dell’investitura innanzi all’altare di Cristo, affidandosi alla potente intercessione di Santa Maria della Vittoria, Madre di Dio e Madre nostra, ricordando i Confratelli defunti e pregando per tutti gli uomini amati dal Signore.

La tela originale della Madonna del Rosario, collocata sopra l’altare maggiore nella Basilica del Santuario Pontificio della Madonna del Rosario di Pompei, di autore sconosciuto, attribuita alla scuola di Luca Giordano, è un’opera del Seicento e le sue copie, molto popolari nell’Italia meridionale e tra gli emigranti Italiani, sono diffuse in tutto il mondo, giunse alla fine del 1800 a Pompei grazie al beato Bartolo Longo. Il quadro alto 120 cm e largo 100 cm raffigura la Madonna su un trono con il bambino Gesù in braccio. San Domenico di Guzmán, fondatore dell’Ordine dei frati predicatori e particolarmente legato al culto del Rosario, riceve dalle mani di Gesù il Rosario mentre Santa Caterina da Siena lo riceve dalla mano sinistra della Vergine. Entrambi i santi sono ai piedi della Madonna. Nell’intento di diffondere la pratica del Rosario, Bartolo Longo si recò a Napoli per comprare un dipinto visto un po’ di tempo prima in un negozio. Per volontà divina, incontrò Padre Radente, suo confessore, che gli suggerì di recarsi al Conservatorio del Rosario di Portamedina e di chiedere, in suo nome, a Suor Maria Concetta De Litala un vecchio dipinto del Rosario che egli stesso le aveva affidato dieci anni prima. Bartolo seguì tale suggerimento, ma rimase profondamente sorpreso quando la suora gli mostrò il dipinto: una tela logorata e rovinata dalle tarme, con pezzi di colore mancanti e con la raffigurazione della Madonna che porge la corona a Santa Rosa, anziché a Santa Caterina da Siena, come nella tradizione domenicana. Bartolo fu sul punto di rifiutare l’offerta, ma alla fine decise di ritirare il dono per l’insistenza della Suora. L’immagine della Madonna giunse a Pompei alla Parrocchia del SS. Salvatore, nel tardo pomeriggio del 13 novembre 1875, avvolta in un lenzuolo e poggiata su un carretto guidato dal carrettiere Angelo Tortora ed adibito al trasporto di letame. Lo sgomento, che aveva colto Bartolo, colse anche tutti gli abitanti presenti, tra cui l’anziano parroco Cirillo, quando fu mostrato il dipinto. Pertanto, fu presa la decisione di procedere al restauro del quadro, anche solo parzialmente, per timore che potesse essere interdetto. Nel tempo furono eseguiti diversi restauri e un ultimo restauro si è reso necessario nel 2010, quando per volontà di Papa Benedetto XVI, i restauratori dei laboratori dei Musei Vaticani intervennero per eliminare i danni dovuti all’apposizione sul quadro di elementi in oro e argento e per rinforzare la tela eliminando i fenomeni di distacco.

Nel 1212 a Tolosa, San Domenico di Guzman, fondatore dell’Ordine dei Predicatori, invocava l’aiuto di Maria perché lo aiutasse a sconfiggere l’eresia albigese, ed in quella occasione ebbe una visione in cui la Madonna gli consegnava il Rosario. Questo rese il Santo Rosario, tra le sue infinite grazie possibili, la preghiera più potente per il contrasto alle eresie.

Ci sono delle battaglie che decidono delle sorti delle nazioni, dei continenti, del mondo. Le sorti dell’Europa, che rimase cristiana, furono decise in tre storici scontri, determinanti per arrestare l’avanzata dei musulmani in Europa. In tutte e tre le circostanze, oltre all’eroismo dei combattenti, si riconobbe il merito di tali vittorie all’intervento divino per l’intercessione di Maria Santissima:

  • nel 732 [10 ottobre] a Poitiers, dove i Franchi guidati da Carlo Martello (690-741) sconfissero l’esercito musulmano;
  • nel 1571 [7 ottobre] nel Golfo di Lepanto, dove nella battaglia navale la Lega Santa vinse contro gli Ottomani;
  • nel 1683 [11 e 12 settembre] a Vienna, dove il re polacco Giovanni Sobieski (1629-96) riportò una grande vittoria sui Turchi che assediavano la città.

Nel contesto della guerra di Cipro, il 7 ottobre 1571, le flotte musulmane dell’Impero ottomano si scontrarono con quelle cristiane della Lega Santa, che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell’Impero spagnolo (con il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia), dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino, federate sotto le insegne pontificie. Anche la Repubblica di Lucca, pur non avendo proprie navi, contribuì agli sforzi degli alleati cristiani con risorse e armamenti a sostegno della flotta genovese.

Prima della partenza dei valorosi combattenti, il Papa San Pio V benedisse due vessilli di battaglia, che sono noti con il nome di Stendardo di Lepanto e che furono issati sulla flotta cristiana, a protezione della Lega Santa, durante la Battaglia di Lepanto.

Un primo vessillo (sopra) venne consegnato a Marcantonio Colonna nel giugno 1570, realizzato dal pittore Girolamo Siciolante da Sermoneta su incarico del Cardinale Onorato Caetani. Realizzato con la tecnica della pittura a tempera su seta pregiata, con sfondo rosso e bordatura in oro, nel quale è rappresentata la scena di Gesù sulla croce tra gli apostoli San Pietro e San Paolo, avente in basso scritto a lettere d’oro il motto costantiniano In hoc signo vinces, che ancor oggi è il motto dei Cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio sotto il Gran Maestro S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo delle Real Casa delle Due Sicilie. Completava il vessillo una lunga coda di circa otto metri, che venne eliminata nel corso dei secoli successivi. L’11 giugno 1570 il Papa San Pio V benedisse lo stendardo nella basilica di San Pietro in Vaticano e lo consegnò all’Ammiraglio Marcantonio Colonna, ponendolo al comando della flotta pontificia. Il 22 giugno 1571 Marcantonio Colonna partito da Civitavecchia giunse in Gaeta, passò in rassegna tutta la propria flotta e poi si recò nel Duomo di Gaeta a chiedere la protezione di Sant’Erasmo sull’impresa che si accingeva a compiere: fece solenne voto che, qualora fosse tornato vincitore grazie alla sua intercessione, avrebbe donato il sacro stendardo al santo.

Il 13 agosto 1570 nella chiesa di Santa Chiara in Napoli veniva consegnato a Don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’Imperatore Carlo V e fratellastro del Re di Spagna Filippo II, un secondo vessillo (sopra) della Lega Santa da parte di Papa San Pio V per mano del Cardinale de Granvelle, a seguito delle intense trattative tra Spagna e Santa Sede riguardo alla persona che avrebbe dovuto avere il comando della Lega Santa. Il 24 giugno la flotta pontificia salpò da Gaeta per congiungersi con il resto della flotta cristiana che verrà comandata da Don Giovanni d’Austria, a Messina, da dove partì a ranghi completi il 24 agosto 1571 per muovere contro i Turchi.

Questi due vessilli, insieme con l’immagine della Madonna accompagnata dal motto Santa Maria succurre miseris, sventolavano per lo schieramento cristiano e ad ispirare la preghiera dei militi unitisi in accorata preghiera all’udire le grida di guerra e l’avanzare dei Turchi con i primi segnali dell’attacco. Il Santo Rosario fu la preghiera che accompagnò quelle anime coraggiose, mentre morivano per Cristo, per la Chiesa e per le loro Patrie.

Portato dai messaggeri del Principe Colonna, il glorioso annuncio della vittoria giungerà a Roma solo 23 giorni dopo. Nessuno di quegli eroi dubitò di attribuire il trionfo all’intercessione della Vergine Maria, tanto che San Pio V nel 1572 istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, trasformata poi da Gregorio XIII in festa della Beata Vergine Maria del Rosario.

Il vessillo della flotta pontificia fu donato alla cattedrale di Gaeta probabilmente dai reduci della battaglia, su richiesta o con il consenso di Marcantonio Colonna. Come attestano gli storici, l’ammiraglio pontificio visitò Gaeta prima e dopo la battaglia: il 23 giugno 1571, quando la flotta pontificia venne passata in rassegna prima della partenza per Napoli, e il 23 maggio 1572, circa sette mesi dopo Lepanto. Oggi, il vessillo si trova nel Museo Arcidiocesano di Gaeta. Invece, il vessillo del Comandante della Lega Santa si trovaconservato nel Museo di Santa Cruz a Toledo in Spagna.

Così come il vessillo della nave ammiraglia di Marcantonio Colonna è il simbolo della vittoria della flotta cristiana, lo stendardo della nave del comandante in capo ottomano Alì Pascià è diventato simbolo della disfatta dei Turchi. Tale stendardo si trova a Pisa, nella chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri.

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