La Delegazione Liguria partecipa ai Secondi Vespri e alla Processione del Corpus Domini a Genova

Domenica 2 giugno 2024, sono stati celebrati nell’antica basilica di San Siro nel centro storico di Genova i Secondo Vespri solenni per la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, una delle principali solennità dell'anno liturgico della Chiesa Cattolica Romana. A seguire, si è svolta la solenne Processione Eucaristica con l’antica Arca processuale del Corpus Domini sul tradizionale percorso cittadino fino alla cattedrale di San Lorenzo, partecipata da sacerdoti, religiosi e religiose, associazioni, movimenti, ordini equestri, istituzioni, forze armate e molti fedeli Santissimo Sacramento. Un evento di fede e di tradizione, un momento di grande rilevanza spirituale e comunitaria. Nel Sangue di Cristo è espresso l'alleanza vitale con Dio, la comunione eterna. Così Cristo ci fa già entrare nel Regno di Dio.
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Alle ore 17.00 nella basilica di San Siro, l’Arcivescovo metropolita di Genova, Mons. Marco Tasca, OFM Conv., ha presieduto il canto dei Secondi Vespri solenni della solennità del Corpo e Sangue di Cristo, alla presenza del Sindaco di Genova, Marco Bucci, il Prefetto Cinzia Torraco, e le altre autorità cittadine civili e militari.

Hanno partecipato, su invito dell’Arcidiocesi di Genova, delle rappresentanze del Sovrano Militare Ordine di Malta, dell’Ordine Equestre Santo Sepolcro di Gerusalemme, dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro di Casa Savoia, delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, nonché una rappresentanza della Delegazione della Liguria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, guidata dal Delegato, Nob. Luigi Filippo Granello di Casaleto, Cavaliere di Giustizia.

Al termine del Sacro Rito celebrato nella basilica di San Siro, si è svolta la tradizionale Processione solenne con la storica Arca contenente il Santissimo Sacramento portata a braccia, che ha concluso il suo tragitto nella Cattedrale di San Lorenzo dopo aver percorso via Garibaldi, via XXV Aprile, piazza De Ferrari e via San Lorenzo. A via Garibaldi si sono uniti alla processione i bambini che quest’anno hanno ricevuto la Prima Comunione, indossando la vestina bianca. Durante la Processione alcuni Cavalieri si sono prestati per l’assistenza agli arredi liturgici.

Conclusa la processione con l’ingresso dell’Arca nella cattedrale di San Lorenzo, è proseguita la preghiera con l’Adorazione Eucaristica. L’Arcivescovo Tasca ha incentrato la sua omelia sul tema chiamati ad essere portatori di speranza: «Come credenti e come cristiani siamo chiamati ad essere portatori di speranza, perché il Signore cammina con noi. Gesù Eucaristico ci ha accompagnato lungo le vie della nostra città per benedirla e dobbiamo, come comunità cristiana e come città, guardare al futuro con speranza e fiducia».

Uno dei segni più forti della solennità del Corpus Domini è la tradizionale Processione Eucaristica. Il Santissimo Sacramento veniva e viene ancora oggi portato tra le strade, sotto un baldacchino. Caratteristiche di molte località in Italia, ma non solo, sono anche le cosiddette infiorate, tappeti fatti di petali di fiori a formare decori e immagini di grande bellezza. La processione ha un valore profondo e non è solo un’espressione popolare di fede o di usanze folkloristiche. Portare il Santissimo Sacramento fra le strade e la gente serve a rimarcare la presenza viva di Gesù e ricordare le Sue parole.

A Genova, le autorità sono intervenute alla processione del Corpus Domini fin dalla sua prima istituzione, probabilmente intorno a metà XIV secolo. Il fatto è ricavato dall’annalista Giustiniani, che per primo racconta di come il Doge Simon Boccanegra (1339-1344) abbia accompagnato il Santissimo Sacramento e «con le proprie mani portasse la fiaccola accesa».

Il valore cittadino di questa festività è testimoniato dall’antica Arca processionale del Corpus Domini, commissionata dai Padri del Comune proprio per la solennità e oggi conservata al Museo del Tesoro della cattedrale di San Lorenzo. L’Arca venne realizzata per portare in processione lungo le vie cittadine il Santissimo Sacramento, nel giorno della solennità del Corpus Domini. La commissione spettò alla magistratura dei Padri del Comune nel 1553, ma il lavoro, che coinvolse argentieri genovesi, fiamminghi, tedeschi e lombardi, comportando anche cambiamenti del progetto, venne portato a termine solo nel 1612. Da recenti studi è emerso che dal 1564, visto che il lavoro non era stato ancora portato a termine, i Padri del Comune incaricarono alcuni artigiani fiamminghi, introdotti come mercenari della guardia del Doge, di portare avanti la commissione.

Il Corpus Domini
Una solennità che risale al XIII secolo

La data della solennità del Corpo e Sangue di Cristo ricorre il giovedì della seconda settimana dopo la Pentecoste. Si tratta pertanto di una ricorrenza “mobile” (non cade sempre nello stesso giorno dell’anno) in quanto direttamente collegata alla data della Pasqua. La data del Corpus Domini 2024 è giovedì 30 maggio. La solennità è riconosciuta festa civile in alcuni Paesi, come in Spagna, Germania, Irlanda, Croazia, Polonia, Portogallo, Brasile, Austria, Monaco Principato, a San Marino e nei cantoni cattolici della Svizzera. In Italia la ricorrenza non è riconosciuta come festività e la celebrazione è posticipata alla successiva domenica, quest’anno il 2 giugno, giorno nel quale la Processione del Corpus Domini è svolta anche a Genova.

Papa Urbano IV fu convinto della necessità di istituire nel 1264 la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, oltre dalle visioni mistiche San Giuliana di Cornillon, dal miracolo eucaristico di Bolsena.

Come sottolineano i francescani della Custodia di Terra Santa, il motivo ispiratore della festa ha origine nelle Fiandre, dove a metà del XIII secolo il movimento eucaristico era già molto attivo contro la diffusione delle eresie. A quel tempo, nel Principato vescovile di Liegi (attualmente territorio del Belgio), che faceva parte delle Diciassette Province dei Paesi Bassi, fulcro culturale e religioso, un vero “cenacolo eucaristico”, la monaca agostiniana Santa Giuliana di Cornillon (Retinne, presso Liegi, 1191/1192 – Fosses, Granducato del Brabante, 5 aprile 1258) e altre monache ebbero una serie di visioni mistiche in cui il Signore fece loro capire l’assenza nella Chiesa di una solennità in onore del Santissimo Sacramento. Nonostante le resistenze iniziali, il suo fervore coinvolse vescovi, comunità e clero, culminando nel 1246 con l’istituzione della festa nella Diocesi di Liegi. L’influenza di Giuliana si estese ben oltre i confini locali, ispirando Papa Urbano IV, a seguito del miracolo eucaristico di Bolsena del 1263, con la bolla Transiturus de hoc mundo a estendere nel 1264 la solennità del Corpo e Sangue del Signore a tutta la Chiesa universale.

Nel 2010, Papa Benedetto XVI si riferiva a Santa Giuliana di Cornillon con queste parole: «Desidero presentarvi una figura femminile, poco conosciuta, ma alla quale la Chiesa deve un grande riconoscimento, non solo per la sua santità di vita, ma anche perché, con il suo grande fervore, ha contribuito all’istituzione di una delle solennità liturgiche più importanti dell’anno, quella del Corpus Domini. Questa è la Santa Giuliana di Cornillon, nota anche come Santa Giuliana di Liegi».

La solennità del Corpo e Sangue di Cristo vuole ricordare in particolare il miracolo eucaristico di Bolsena – piccolo comune del viterbese adagiato sulla sponda nord-orientale dell’omonimo lago – avvenuto in un giorno impreciso del 1263. Le più antiche cronache ci parlano di un sacerdote Boemo cui la tradizione dà il nome di Pietro da Praga, il quale in quel tempo di controversie teologiche sul mistero eucaristico fu assalito da dubbi sulla reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrato. Per trovare finalmente pace, risolse nel suo animo di intraprendere un lungo pellegrinaggio di penitenza e meditazione alla volta di Roma per pregare sulla tomba di San Pietro. Dopo aver pregato sulla tomba del principe degli apostoli, rinfrancato nello spirito riprese il viaggio di ritorno verso la sua terra. Lungo la via Cassia si fermò a dormire a Bolsena nei pressi della basilica di Santa Cristina e per ringraziare Iddio, il mattino seguente, chiese di celebrare la Santa Messa.

Durante la celebrazione, dopo la consacrazione alla frazione dell’ostia, apparve ai suoi occhi un prodigio al quale da principio non voleva credere. Quell’ostia che teneva tra le mani era diventata carne da cui stillava miracolosamente abbondante sangue. Impaurito e allo stesso tempo pieno di gioia cercò di nascondere ai rari presenti quello che stava avvenendo: concluse la celebrazione, avvolse tutto nel candido corporale di lino usato per la purificazione del calice che si macchiò immediatamente di sangue e fuggì verso la sagrestia. Ma durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul pavimento tradendo la segretezza del prodigio.

La basilica di San Siro

Definita dall’Alizeri “chiesa antichissima e meravigliosa”, la basilica di San Siro fu edificata nel IV secolo, originalmente dedicata ai Dodici Apostoli. All’inizio del V secolo divenne la prima cattedrale di Genova. Nel 952 il Vescovo Teodolfo conferma al clero di San Siro la proprietà su tutti i territori che possedeva precedentemente.

Nel corso del IX secolo la chiesa venne inurbata, seguendo il processo di urbanizzazione del suburbium. Nel 985 la Basilica passò il titolo di cattedrale alla chiesa di San Lorenzo – che essendo entro le mura era più protetta dalle incursioni dei Saraceni – e venne dedicata a San Siro Vescovo. Nel febbraio del 1007 venne assegnata all’Ordine dei Benedettini e divenne chiesa abbaziale.

Sotto il coro furono ritrovate delle urne funerarie e – non recando alcun simbolo cristiano – trasferite in sepolcri pagani. Tuttavia, non è certo che il luogo fosse utilizzato per il culto pagano prima di diventare luogo di culto cristiano. Durante una successiva fase di lavori, nel 1288, furono trovati i sepolcri di San Siro e Felice Vescovi.

Intorno al 1478, con Papa Innocenzo III, iniziò una fase di decadenza, provocata dalle lotte civili, i Benedettini furono allontanati e nel 1575 vi giunsero i Teatini.

La struttura architettonica è tipica delle basiliche a tre navate, con colonne binate, e cappelle ai lati. I monaci Benedettini la ristrutturarono nello stile romanico in uso all’epoca, a tre navate, con atrio e cupola e con lo stesso orientamento attuale. A causa del crollo, a seguito dell’incendio nel 1580 dell’ala meridionale, si impose una nuova integrale ricostruzione di tutto l’edificio donandola l’aspetto barocco, effettuata grazie al sostegno economico di privati cittadini. Furono aggiunti il chiostro, il convento, i giardini, poi in parte ridotti nel XVIII secolo con la costruzione di via Nuovissima, attuale via Cairoli. Venne mantenuto solo il campanile romanico originale, abbattuto poi nel 1904 perché pericolante. La facciata è stata ricostruita nel 1821 in forma neoclassica. Oggi l’ingresso è posto a lato, mente in origine si accedeva dalla porta principale.

Il corredo artistico – specie quello pittorico – è uno fra i più importanti delle chiese genovesi.

La cattedrale di San Lorenzo

Le prime notizie certe che attestano l’esistenza della chiesa che divenne la cattedrale di San Lorenzo risalgono all’878, anno in cui il Vescovo Sabatino predispose la traslazione delle reliquie di San Romolo. A seguito delle indagini archeologiche, si è potuta escludere la presenza in loco di edifici religiosi anteriori alla prima metà del VI secolo.

Come osservato in precedenza, la cattedrale di San Lorenzo non era la prima sede vescovile della città: le fonti ufficiali e la tradizione religiosa cittadina ricordano infatti diversi nomi di vescovi risalenti al IV-V secolo. L’Arcivescovo Jacopo da Varagine indica inoltre nella sua Cronaca Civitatis Ianuae (XIII secolo) l’attuale basilica di San Siro, allora intitolata ai Dodici Apostoli, come la prima cattedrale cittadina.

Durante il X secolo, la cattedrale di San Lorenzo acquisì una crescente importanza all’interno del contesto cittadino, sia dal punto di vista religioso che da quello civile, grazie anche alla sua ottima collocazione nel tessuto urbano: a partire dal 1007, quando l’antica basilica di San Siro fu affidata ai monaci Benedettini, la cattedrale di San Lorenzo divenne il polo vescovile (e politico) esclusivo della città, almeno sino al XIV secolo. Fra il XI e il XII secolo le autorità cittadine disposero la costruzione di un edificio religioso in grado di rappresentare la crescente potenza di Genova: il progetto fu affidato ai Magistri Antelami, maestri architetti, scultori e carpentieri di tradizione romanica provenienti dalla Valle d’Intelvi nel Comasco.

Nel 1230 circa si decise di rinnovare totalmente la cattedrale, avviando un nuovo progetto architettonico, che comportò una grandiosa ristrutturazione. L’edificio prese l’aspetto che ancora oggi conserva di cattedrale gotica, con l’imponente facciata a due torri. Benché opera di due artisti di origini franco-normanne, il progetto gotico prevedeva l’introduzione di diversi elementi decorativi propri della tradizione architettonica mediterranea in grado di mitigare l’impianto francese. Dell’antica costruzione romanica furono salvati i due portali laterali di San Giovanni e San Gottardo. I lavori subirono però una battuta d’arresto a metà del XIII secolo, forse a causa di una crisi economica. Il rovinoso incendio nel 1296 comportò poi la sostituzione dei colonnati interni e di gran parte dei capitelli. A questa fase dei primi decenni del Trecento risalgono gli affreschi sopravvissuti della controfacciata e delle navate laterali, opera di un ignoto pittore di tradizione bizantina. Nel corso del XIV e XV secolo cominciò la costruzione delle cappelle e degli altari sulle navate. I lavori per la Cappella del Battista, che conserva le ceneri del Precursore, cominciarono nel 1450. Nel XVI secolo, a causa di un’esplosione del deposito delle polveri nel palazzo vescovile, furono restaurate le coperture, gravemente danneggiate. All’interno vi operarono i più grandi artisti genovesi e non del XVI e XVII. Tra il XIX e il XX secolo cominciarono i lavori per il graduale recupero della facies medioevale della cattedrale. In occasione dell’Anno Giubilare del 2000 si avviarono notevoli restauri che interessarono gran parte dell’edificio.

La cattedrale è dedicata a San Lorenzo, patrono di Genova insieme a San Giorgio, San Giovanni Battista e San Sebastiano. Secondo il De Officiis di Sant’Ambrogio (IV secolo) e la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (XIII secolo), Lorenzo era di origine spagnola, primo dei sette diaconi romani durante il pontificato di Papa Sisto II (256-258).

Tra le funzioni del diacono vi era quella di distribuire i beni ai poveri. Lorenzo divise tra i meno fortunati le sostanze della Chiesa, quando il Prefetto Cornelio Secolare avrebbe voluto appropriarsene. Presentandosi al Prefetto accompagnato dai suoi poveri, Lorenzo li definì il vero tesoro della Chiesa. Fu arrestato e torturato su una graticola rovente il 10 agosto, data in cui è celebrata la sua memoria. Secondo la tradizione avrebbe detto prima di morire: «Da questa parte sono arrostito, girami dall’altra e mangiami».

San Lorenzo è rappresentato come diacono con la dalmatica e il libro dei Salmi o più frequentemente come martire con la graticola e il ramo di palma in ricordo del martirio.

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