Su invito del Direttore del Palazzo Reale di Napoli, Dott. Mario Epifani, e del Presidente della Fundación Orden Constantiniana de San Jorge, che ha pubblicato il libro, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie, Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, la presentazione vedrà gli interventi della Prof.ssa Anna Maria Rao dell’Università di Napoli “Federico II” e del curatore del libro, Prof. Daniel Aznar, dell’Università di Barcellona.
L’opera collettiva a cura di Daniel Aznar Carlos de Borbón, La edad heroica del monarca ilustrado (Fundación Orden Constantiniana de San Jorge 2023, 544 pagine [QUI]) offre una nuova visione della figura del Re Carlo III. Lontano dall’immagine di sovrano burocratico che caratterizzò il suo regno spagnolo, rivela il carisma eroico che caratterizzò gli anni giovanili del personaggio come sovrano in Italia, tra il 1731 e il 1759. Come Duca di Parma e Principe di Toscana (1731-1734) e poi come Re delle Due Sicilie (1734-1759), figlio di Filippo V e Isabella Farnese divenne uno dei principali attori della politica internazionale europea della prima metà del XVIII secolo. Incarnò in questo periodo un vero e proprio ideale eroico, fondata sul prestigio militare, che aveva caratterizzato i Borbone francesi fin dal XVII secolo. L’identità di Carlo di Borbone e Farnese, quale principe conquistatore e fondatore di una nuova regalità borbonica in Italia, coincide con il momento di maggiore espansione della dinastia, già insediata in Francia e Spagna. Questa identità si basa sull’assunzione di una coscienza personale e anche sulla costruzione di una certa immagine. Entrambi gli aspetti sono affrontati nell’opera.
Il libro si compone, nella prima parte, di 10 saggi di grandi specialisti provenienti da università spagnole, italiane e francesi; e una seconda parte composta da 62 studi sulle cento opere d’arte (molte delle quali inedite: dipinti, sculture, in bronzo e porcellana, mosaici, pezzi di oreficeria, arazzi, medaglie, incisioni o libri) che facevano parte della mostra Carlos di Borbone. Da Barcellona a Napoli a Barcellona nel 2017), che si trova all’origine dell’opera. Il libro è quindi una conseguenza di quella mostra e il risultato di anni di ricerca su aspetti come la rappresentazione e la coscienza politica del monarca, la sua importanza nell’immaginario collettivo spagnolo e italiano fino ai giorni nostri, le relazioni internazionali, la sfera affettiva, la politica della magnificenza o la rivalutazione di alcuni personaggi che contribuirono ai successi del sovrano, vengono affrontati utilizzando fonti documentarie di prima mano e una bibliografia abbondante e aggiornata.
«Palazzo Reale ha rappresentato per oltre tre secoli il centro del potere a Napoli e in tutta l’Italia meridionale. Con la sua mole grigia e rossa affacciata su piazza Plebiscito e sul golfo, costituisce una vera e propria porta della città verso il mare. Dentro questo imponente e severo edificio si celano una serie di porticati, cortili e giardini che conducono a spazi un tempo occupati dalla corte e dalle tante funzioni di servizio di una reggia. Oggi quelle funzioni sono state sostituite da un museo e da altri istituti culturali: la Biblioteca Nazionale e il Teatro di San Carlo. Nell’Appartamento Storico dipinti, marmi, stucchi, arazzi e arredi preziosi raccontano le vite degli occupanti del Palazzo e con esse tanti momenti salienti della storia d’Italia e d’Europa. Il Palazzo, per la sua stessa posizione, si presta naturalmente a essere il cuore pulsante della città. La missione del museo è proprio quella di favorire al massimo il dialogo con il contesto urbano, riscoprendo il ruolo di una reggia fastosa, creata per stupire il visitatore in quanto immagine stessa del potere. Da monumento dell’assolutismo a luogo di aggregazione e fucina culturale, il Palazzo attraversa i secoli raccontando la sua storia e sfidandoci a interrogarci sulla nostra stessa identità» (Mario Epifani, Direttore del Palazzo Reale di Napoli [QUI]).
La recensione
del Prof. Roberto Quirós Rosado, docente di Storia Moderna all’Università Autonoma di Madrid, pubblicato da España Real, la rivista digitale della Fundación Institucional Española, nella nostra traduzione italiana dallo spagnolo
Perché rivolgere il nostro sguardo storiografico a Carlo di Borbone? Carlo III di Spagna non è un personaggio sconosciuto né al mondo accademico né al grande pubblico. Infatti, già nel XVII secolo fu modello di maestosità, di sovranità esecutiva (non assoluta, né tanto meno dispotica) e di riformismo sia in Italia che in Spagna e nelle sue Indie. Si stavano ormai articolando gli archetipi del monarca ancora in vigore nel XXI secolo, ampiamente chiariti nella biografia a lui dedicata da Carlos Gutiérrez de los Ríos y Rohan-Chabot, VI Conte di Fernán Núñez. Il re borbonico non può però limitarsi a una lettura canonica, tenendo conto della sua figura complessa e controversa, come hanno dimostrato due grandi cicli di ricerche in Europa e in America, sia nel corso degli anni Ottanta che nell’ultimo decennio, coincidente con il II centenario della sua morte (1988) e il III centenario della sua nascita (2016).
Nonostante questa profonda rilettura del monarca e dei suoi lunghi governi e regni a Parma, Napoli e Madrid, una serie di costanti storiografiche restano egemoniche nelle opere monografiche o collettive che li riguardano: le cause e le conseguenze dell’ammutinamento contro il Marchese di Squillace, la persecuzione contro la Compagnia di Gesù, gli orizzonti del riformismo indiano, l’articolazione dell’esercito (e la venalità associata alla milizia) e dell’erario militare-fiscale, lo sviluppo ultimo delle Segreterie di Stato e del Gabinetto, lo sviluppo delle popolazioni neo-andaluse, il mecenatismo archeologico a Pompei ed Ercolano o la genesi dell’Illuminismo spagnolo. Di fronte a tali temi, incentrati sui decenni 1760, 1770 e 1780, è rimasto in secondo piano uno spazio cronologico, meno percorso (almeno dalla storiografia ispanica), ma che fornisce le chiavi di tutte le future riforme caroline: da un lato, le dinamiche dinastiche Borbone-Farnese e la loro influenza sulla formazione cortigiana del giovane Carlo e, dall’altro, i suoi esordi nell’esercizio del buon governo.
Questi due nodi si ritrovano nel motivo di questo volume Carlos de Borbón, La edad heroica del monarca ilustrado. L’attento lavoro è stato curato da Daniel Aznar e realizzato grazie alla collaborazione delle istituzioni (Fundación Orden Constantiniana de San Jorge con el apoyo de la Fondazione Terzo Pilastro Internazionale) e al lavoro di ricerca di numerosi storici e storici dell’arte spagnoli e francesi. e italiani. In questo libro-catalogo, che permette di ricordare attraverso le sue pagine la mostra tenutasi a Barcellona su Carlo di Borbone nel 2017, non ci sono giudizi a priori o preconcetti basati su quanto accaduto nella monarchia spagnola dal 1759. Si tratta di un volume categorico ma allo stesso tempo agile ed elegante nel montaggio e nelle illustrazioni. Un’opera multidisciplinare, che nelle sue 544 pagine proietta la poliedrica immagine eroica del sovrano borbonico attraverso i suoi specchi nell’antichità e i suoi riferimenti storici contemporanei, dal mondo ellenistico e romano all’Europa dei Principi di cui faceva parte.
Le motivazioni di questo libro sono esposte nei suoi paratesti iniziali, da S.A.R. Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria; dal Direttore – fino al 2021 – dell’Archivio della Corona d’Aragona, Carlos López; e del Presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, Barone de Culcasi. Nei tre testi e nell’introduzione del curatore della suddetta mostra e del presente volume, Daniel Aznar (Università di Barcellona), si rileva la necessità per il mondo accademico spagnolo di recuperare la vita più sconosciuta del monarca illuminato. Senza questa base esistenziale, corrispondente agli anni 1716 e 1759, non possono essere concepite le sfumature e alcune realtà chiave del cammino “maestoso” di oltre mezzo secolo di un’Europa in trasformazione: il nucleo cronologico-tematico ruoterà quindi sempre intorno ai fasti della Corte di Filippo V e di Isabella Farnese, all’esperienza farnesiano-medicea tra 1731 e 1734, alla restaurazione borbonica nelle future Due Sicilie e, infine, al viaggio di ritorno in Spagna nel 1759 e alla rilevanza politico-culturale all’arrivo al porto di Barcellona.
Per unire questi presupposti, i dieci saggi preliminari di rinomati specialisti su Carlo III presentano diversi tableaux vivants della sua biografia dell’infanzia, della giovinezza e della prima età adulta. In tutte le sue righe il lettore approfondisce la cultura politico-dinastica sottesa all’immagine eroica determinata nella formazione dell’Infante; nell’articolazione dei primi Patti di Famiglia per la resistenza e l’espansione della Casa borbonica sul difficile quadro diplomatico-militare del XVII secolo; nei viaggi e nella mobilità di Don Carlo dalla Siviglia del Real lustro alla sua intronizzazione a Palermo, passando per Roma e le Corti italiane durante la Guerra di successione polacca; o nell’entourage militare e femminile che circondò il monarca dalla nascita alla morte a Madrid.
Con tali presupposti di partenza, il secondo blocco del volume non si accontenta di una mera descrizione dei pezzi presenti nella mostra di Barcellona, ma acquista valore in sé per il modo in cui una dozzina di studiosi approfondiscono e decifrano gli arcani dei dipinti, stemmi, busti, corone, dediche, disegni architettonici, medaglie o relazioni di feste di Corte.
Con la sua pubblicazione, Carlos de Borbón, La edad heroica del monarca ilustrado chiude un ciclo di rinnovamento e reinterpretazione di una figura capitale nello sviluppo della monarchia borbonica del XVIII secolo. Sommando i recenti – ed eccezionali – risultati della storiografia del Mezzogiorno italiano derivati da convegni e seminari tenutisi a Napoli, Caserta e Portici, non è banale prevedere come questo volume consoliderà per lungo tempo un nuovo sguardo su un periodo cruciale nel divenire delle forme della cultura politica e delle arti plastiche del XVIII secolo, dai fondamenti italiani dell’Illuminismo al consolidamento del fenomeno illuminista nella Spagna borbonica.
Carlo III di Borbone, un monarca illuminato
Carlo III, dopo essere stato, per quattro anni, Duca di Parma e Piacenza, fu Re di Napoli e, poi, anche di Sicilia, dal 1735 al 1759. In quell’anno divenne sovrano di Spagna e lo rimase fino alla morte, avvenuta nel 1788.
Oltre ai tentativi di riforma economica, fiscale e giuridica, il sovrano diede impulso alla realizzazione di fastose opere architettoniche, con l’obiettivo di trasformare Napoli in una sfavillante città internazionale. Nel 1737, fece edificare – in appena sette mesi –il Real Teatro San Carlo. Fece costruite le Regge di Portici e Capodimonte. Nel 1751, decise di commissionare una magnifica residenza reale, a Caserta. L’incarico fu dato all’Architetto Luigi Vanvitelli, lo stesso che ideò anche il Foro Carolino a Napoli, l’attuale piazza Dante.
Carlo favorì la nascente attività archeologica in Campania. Grazie al suo interessamento, vennero alla luce, a partire dal 1738, le rovine di Ercolano, Pompei e Stabia.
Diventato Re di Spagna, Carlo continuò a incarnare un modello di sovrano illuminato, cercando di modernizzare la società e l’economia spagnole, chiamando a collaborare le intelligenze migliori del momento, selezionate soprattutto nella piccola nobiltà del Paese. Concentrato sulla politica interna di riforme, non fu altrettanto avveduto in quella estera. Alla fine della Guerra dei Sette anni, strinse alleanza con la Francia, contro l’Inghilterra. Ma le cose non andarono bene. Con la Pace di Parigi, la Spagna perse la Florida, in America.
Una curiosità: si deve a Carlo III l’adozione dei colori rosso e oro per la bandiera spagnola, mutuata da quella della marina militare del regno.