L’incontro prenatalizio della Sezione di Pavia della Delegazione Lombardia

Sabato 16 dicembre 2023 si è svolto, presso la chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro Saluti in via Alessandria di Pavia, l’incontro prenatalizio dei Cavalieri e delle Dame della Delegazione Lombardia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, che ha consentito alla neo Sezione di Pavia di consolidare la propria crescita formativa, presenti alcuni Postulanti.

La Santa Messa è stata officiata da Don Paolo Lobiati – che ha tenuto anche la successiva conferenza sul tema Il matrimonio canonico e la dichiarazione di nullità – alla presenza del Parroco Don Roberto Romani, Cappellano di Merito; del Delegato Dott. Ing. Gilberto Spinardi, Cavaliere di Gran Croce di Merito; e dei Referenti delle Sezioni di Pavia e di Brescia, i Cavalieri di Merito Dott. Gianfranco Cicala e Avv. Lorenzo Da Pra Galanti.

Nella sua omelia [*], Don Lombati ha chiesto di ricevere costantemente la Grazia affinché Dio riempia ogni angolo dell’esistenza umana, della storia. Solo così, pieni del Suo amore, l’umanità potrà essere voce della Parola che riempie il mondo e lo salva.

Al termine della Celebrazione Eucaristica, Don Romani ha presentato Don Lobiati alla comunità parrocchiale, ringraziandolo in particolar modo per il suo servizio alla Chiesa in Italia, come Giudice del Tribunale Ecclesiastico Lombardo e Avvocato iscritto all’Albo della Rota Romana, uno dei tre organismi giudiziari della Curia Romana.

Successivamente, nei locali del complesso parrocchiale, ai Cavalieri, alle Dame e ai Postulanti è stato offerto un rinfresco per uno scambio di auguri natalizi, durante il quale Dott. Giancarlo Cicala ha introdotto la conferenza di Don Lombati. Il Referente della Sezione di Pavia ha ringraziato per la presenza del Delegato, del Referente della Sezione di Brescia e dei Confratelli, mostrandosi compiaciuto, unitamente al Delegato, per la maturazione della Sezione.

A conclusione della conferenza, al Relatore in segno di riconoscenza e con un buon auspicio per il suo futuro ingresso nella Sacra Milizia, e al Parroco per l’ospitalità, è stato offerto il libro John Henry Newman. Scritti oratoriani. Si tratta di un prezioso volume del grande teologo e pastore Anglicano convertito al Cattolicesimo, pubblicato con la collaborazione della Procura Generale e delle Congregazioni italiane dell’Oratorio di San Filippo Neri, che è stato presentato recentemente a Verona.

Infine, è stata raccolta e consegnata a Don Roberto Romani un’offerta, da destinare all’aiuto per i bambini meno fortunati delle famiglie in difficoltà della comunità parrocchiale.

[*] Omelia di Don Paolo Lobati

Avvicinandosi il Natale, la liturgia ci fa riflettere sul mistero del Verbo di Dio che si fa uomo. Tuttavia sappiamo dall’esperienza quotidiana che una parola per raggiungere sempre di più la propria efficacia non può rimanere semplicemente scritta, ma necessita di essere declamata. Allo stesso modo il verbo di Dio sceglie di mettersi nelle mani degli uomini per essere annunciato. Nella orazione della messa abbiamo chiesto la esultanza per entrare nel regno di Dio: la voce quindi è lo strumento principale del cristiano per esprimere se stesso, ossia il dono che ha ricevuto. La voce però è portatrice di una parola, che non viene da noi. Giovanni battista nel brano di vangelo che la liturgia ci ha offerto mostra come per farsi voce di questa Parola sia necessario svuotare se stessi. Ai farisei che lo interrogano, infatti, lui hai il coraggio di dire “chi non è”, di svuotarsi affinché la parola possa prendere dimora in lui e lui possa dare voce a quella parola di Dio che salva la vita. Allo stesso modo diceva San Paolo nella prima lettera ai Corinzi quando asseriva che senza l’amore siamo come cimbali che tintinnano: Dio è amore allora una voce priva di questa parola risulta solo un insieme di suoni vuoti, un insieme di “versi”.

Giovanni battista dice anche il contenuto del suo annuncio: raddrizzare nel deserto la strada al Signore. In primo luogo da questa espressione ricaviamo che la via di Dio nel nostro cuore è già stata costruita, esiste di già perché noi siamo creati per Dio e quindi il nostro cuore è inclinato naturalmente a lui. Tuttavia la quotidianità ci può distogliere e allora la conversione si esplicita nel rendere quella via che unisce noi addio sempre più dritta, sempre più percorribile così da permetterci giorno per giorno di crescere nella fede. Questa strada viene costruita da Dio e resa percorribile da noi nel deserto, luogo per sua natura inospitale, quasi a dirci che non esiste spazio o piega della nostra esistenza in cui Dio tema di entrare. Sta soltanto a noi aprire tutta la nostra esistenza a Lui, vivendo quelle medesime parole della Vergine Maria: “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Chiediamo dunque costantemente la grazia di permettere a Dio di riempire ogni angolo della nostra esistenza, della nostra storia perché solo così, pieni del Suo amore, possiamo essere voce di quella parola che riempie il mondo e lo salva.

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