Nella sua omelia, Mons. Musicò ha commentato il testo della Seconda Lettura, dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,31b-34): «Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!».
Mons. Musicò ha esposto i motivi che giustificano la confidenza dell’uomo in Dio, il cui amore vuole che tutto cooperi al bene, sempre che l’uomo non voglia boicottare il piano divino. Paolo sfocia in una dossologia, un inno, permeato di gioia, di speranza, di riconoscenza, con un incalzare di interrogativi intensamente pregnanti. “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”. Se nell’Antico Testamento Jahvè era il “Dio con noi” – “Emmanuele” – ora, dopo l’opera redentrice di Cristo, è “per noi”, a nostro favore, dalla nostra parte, anzi in nostra vece, al nostro posto.
Per l’uomo – ha osservato Mons. Musicò -, il quale, pur con ineludibili limiti e fragilità, si impegna ad attuare il piano salvifico, in cui la divina misericordia, gratuitamente, lo inserisce, non vi è maggior motivo di sicurezza che l’aver Dio dalla propria parte, addirittura al proprio posto, poiché Cristo si è sostituito all’uomo, di fronte alla giustizia divina.
Se tale è la condizione dell’uomo redento – ha concluso Mons. Musicò -, nulla e nessuno può presumere di incutergli paura. Con Dio dalla propria parte c’è nulla da paventare. Chi si oppone all’uomo, che ha accettato di fruire della redenzione, si contrappone a Dio: deve misurarsi con Lui, con la grazia, cui Egli ha arricchito l’uomo, salvandolo con il sacrificio del Figlio.