Santa Messa mensile nell’Abbazia di Casamari

Santa Messa mensile nell'Abbazia di Casamari a Veroli del Gruppo di Casamari della Delegazione della Tuscia e Sabina, 22 novembre 2019

Santa Messa mensile nell’Abbazia di Casamari del Gruppo di Casamari della Delegazione della Tuscia e Sabina

Veroli, 22 novembre 2019 – Il Cappellano Padre Pierdomenico Volpi, O. Cist ha celebrato venerdì 22 novembre 2019 nell’Abbazia di Casamari a Veroli (FR) la Santa Messa mensile per i Cavalieri, Dame e Postulanti del Gruppo di Casamari della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Nella suo omelia Padre Pierdomenico è partito da domande, riflettendo sulle letture del giorno: “Che rapporto noi abbiamo con l’edificio Chiesa? Forse anche noi abbiamo ridotto la Chiesa ad una spelonca di ladri? Qualcuno si chiederà come sia possibile che si è dei ladri. Forse abbiamo rubato la sacralità del luogo con il nostro comportamento non sempre consono al fatto che la Chiesa è il luogo del culto a Dio. L’invito a riunirsi in Chiesa, che il Signore fa ai suoi fedeli, ha come fine il culto, da cui deriva e verso a cui tende l’invito”.

“L’allora cardinale Ratzinger – ha ricordato Padre Pierdomenico – così spiegava questa convocazione nel nuovo tempio che è la Chiesa: «È il culto che riunisce i convocati, che da dignità e significato al loro incontro, vale a dire al loro essere una cosa sola in quella ‘pace’ che il mondo non può dare. Ciò è chiaro anche nel prototipo della ekklesìa per l’Antico come per il Nuovo Testamento: la comunità del Sinai. Essa si raduna per ascoltare la parola di Dio e per suggellarla nell’evento sacrificale, così che si stabilisca il ‘patto’ tra Dio e l’uomo». Se questo è vero, come è vero, sorgono alcune conseguenze nel nostro rapporto con l’Edificio sacro quale è la Chiesa e questo sia per la nostra vita di fedeli ma soprattutto come appartenenti alla Sacra Milizia Costantiniana”.

Quindi, ha ricordato “alcuni comportamenti da attuare sempre se vogliamo mantenere la sacralità del luogo in cui avviene la celebrazione del culto a Dio: osservare il silenzio in Chiesa in segno di rispetto non soltanto per la sacralità del luogo, ma anche delle altre persone che sono in preghiera; arrivare in orario per non disturbare la celebrazione se è già iniziata; spegnere il cellulare, o almeno silenzioso: sarebbe davvero scorretto mettersi a parlare, o inviare messaggi a parenti ed amici durante la Messa; indossare abiti convenienti che siano decorosi e che rispettino l’importanza del culto”.

Padre Pierdomenico ha proseguito, sottolineando concretamente che è “quantomeno inopportuno andare in chiesa come se si andasse a fare una scampagnata oppure una partita di calcetto; non mangiare, non bere, a meno che non sia strettamente necessario: la chiesa non è un cinema o un teatro e una funzione religiosa può avere al più una durata di un’ora e nessuno muore né di fame né di sete; non fare movimenti scomposti o esibizionistici nemmeno se lo spostamento è richiesto dalla liturgia: ad esempio al momento dello scambio della pace è sufficiente voltarsi a destra e a sinistra, senza sbracciarsi in saluti che vanno da una parte all’altra della Chiesa; evitare di usare la navata centrale quasi fosse la croisette del Festival del cinema di Cannes o la passerella di una sfilata di moda. Questi banali consigli possono aiutarci, e aiutare gli altri, a far sì che ricordi ‘l’assoluta trascendenza di Dio’ come diceva il Servo di Dio Divo Barsotti”.

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