Alle ore 18.00, presso la splendida Sacrestia del Borromini, dopo il saluto di benvenuto di S.E.R. Mons. Paolo Schiavon, Rettore di Sant’Agnese in Agone, il Prof. Ing. Luca Mazzola, Cavaliere di Merito ha svolto una breve presentazione. Il relatore ha illustrato la complessa e articolata attività tecnico-scientifico gestionale che è stata necessaria per la riqualificazione della cripta di Sant’Agnese in Agone, attività di risanamento e di restauro che ha seguito da quando è iniziata nel 2017 e che è tutt’ora in corso, per essere completata entro l’anno con il restauro degli ultimi due ambienti.
Dopo la presentazione il Rettore ha presieduta la celebrazione della Santa Messa.
Successivamente si è svolta la visita della cripta in gruppi, durante la quale i partecipanti hanno potuto prendere conoscenza dal vivo delle peculiarità architettoniche e pittoriche del complesso monumentale, che comprende i resti dello stadio di Domiziano (85 d.C.). Su tali resti è stata realizzata la prima struttura dedicata alla santa martire, è sorta la cripta e quindi l’attuale chiesa del Borromini (1653-1657). In particolare, le agiografie di Sant’Agnese collocano il luogo esatto del suo martirio nel 5° fornice dello stadio, dove è sorto il suo culto.
Il complesso monumentale della cripta, che copre un’area di 300 mq, presenta affreschi che richiamano stile, temi e simboli ispirati alla pittura catacombale e medioevale, ritenuti evidentemente adatti alle caratteristiche dell’ambiente. Le pitture sono ispirate alla vita della santa ed all’Apocalisse di San Giovanni.
Gli ambienti della cripta, così raccolti ma allo stesso tempo così ricchi di storia, e l’emozione di vedere gli affreschi appena restaurati, i resti dell’antico stadio di Domiziano in un’atmosfera di luci ed ombre che ne esalta le bellezze architettoniche, hanno portato i partecipanti a percorrere un “viaggio” suggestivo ed emozionante nella storia della vita di Sant’Agnese, conclusa con una cena conviviale in un ristorante nella vicinanza.
Riportiamo di seguito le tappe del percorso fatto fino ad oggi, descritto dal Prof. Mazzola in breve sintesi durante la presentazione che ha svolta nella Sagrestia del Borromini prima della Santa Messa.
Nel 2017, su indicazione del Rettore di Sant’Agnese in Agone, è stata costituita la Commissione tecnico-scientifico-pastorale, per affrontare il programma di intervento e restauro della cripta della chiesa di Sant’Agnese in Agone. La Commissione – presieduta dal Signor Cardinale Gerhard Ludwig Müller, della Diaconia di Sant’Agnese in Agone, Balì Gran Croce di Giustizia e Gran Priore dell’Ordine Costantiniano – è costituita, oltre il Rettore, dall’On. Giancarlo Abete, già Presidente UCID; Dott. Diego Barbato, Presidente UCID di Roma; Dott. Giuseppe Cornetto Bourlot, già Presidente UCID; On. Francesco Rutelli, già Sindaco di Roma e Ministro della Cultura, Presidente dell’Anica e dell’Associazione Prioritaria Cultura, impegnato nel recupero del patrimonio nazionale di capolavori archeologici ed artistici; Prof. Claudio Strinati, storico dell’arte, Sovrintendente per il polo museale romano dal 1991 al 2009; Prof. Paolo Portoghesi, architetto e storico dell’architettura italiana; Prof. Ing. Luca Mazzola; Dott.ssa Maria Letizia Moretti; l’On. Francesco Merloni, già Presidente UCID; Prof.ssa Gabriella Marchetti, già Sovrintendente alle Belle Arti di Roma Centro; Avv. Luigi Maniscalco; Dott. Edoardo Marini.
Nell’attività sono coinvolti diversi enti, tra i quali alcuni Istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, i Musei Vaticani, WeBuild, le società Rielco Impianti srl e Forme, impiegando più di 60 persone nel risanamento e nel restauro della cripta. Tutte le attività sono state autorizzate dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e i Musei Vaticani hanno fornito la loro competenza e conoscenza di ambienti ipogei durante tutto il percorso di riqualificazione della cripta.
Il percorso dei lavori è stato affrontato con un approccio metodologico scientifico, effettuando:
- Una analisi storiografica del sito di interesse a partire dal luogo in cui la giovane Agnese è stata martirizzata nel 5° fornice dello stadio di Domiziano, da cui, nel corso dei secoli, si è arrivati all’attuale chiesa realizzata dal Borromini nella seconda metà del 1600.
- Una analisi planimetrica dell’intero complesso monumentale (chiesa, ossario e cripta) per avere una corretta collocazione degli ambienti, sia rispetto a piazza Navona che al sottosuolo, su cui si è stata costruito il complesso (ciò influenza fortemente la cripta).
- Dei sopralluoghi preliminari, a seguito dei quali si sono identificate problematiche di tassi elevati di umidità che hanno danneggiato nel tempo gli affreschi. L’elevata umidità è dovuta non solo alla posizione della cripta (ipogeo) ma anche per la presenza di lucernai aperti a livello stradale che consentivano l’accesso di acque meteoriche ed in passato anche di acque relative alle piene del fiume Tevere. Inoltre la falda acquifera è poco sotto il pavimento della cripta per cui era presente anche acqua dovuta a risalita capillare. Infine alcuni muri perimetrali della cripta sono adiacenti alle originali condutture di deflusso dell’acqua proveniente dalla fontana dei Quattro Fiumi del Bernini. Tali condutture presentano perdite di acqua nel terreno e che permea nei muri della cripta. Tale ambiente insalubre ha portato inoltre anche alla proliferazione di funghi e batteri che hanno contribuito a danneggiare gli affreschi.
- Una analisi della posizione morfologica di piazza Navona (e quindi della cripta). Il complesso monumentale ricade all’interno della Piana Alluvionale del Fiume Tevere che corrisponde alla superficie morfologica sommitale della unità stratigrafico-deposizionale dei Depositi Alluvionali Recenti del Fiume Tevere di età Pleistocene Superiore‐Olocene (ovvero degli ultimi 116.000 anni). Tale unità stratigrafica è costituita dai seguenti litotipi: ghiaiosi, sabbiosi e limo‐argillosi. Ciò indica che l’acqua ha possibilità di muoversi con molta facilità nel sottosuolo contrariamente a quanto avverrebbe se la composizione fosse di pietra compatta.
- Degli analisi di laboratorio con microscopi ottici ed elettronici e analisi composizionali per studiare l’intonaco e le superfici pittoriche. Ciò ha consentito di determinare la composizione delle efflorescenze che hanno portato al distacco degli affreschi come anche la presenza di funghi, muffe e batteri. Sono state quindi condotte analisi con termocamera ad infrarossi, identificando elevate quantità di acqua non solo nell’intonaco ma anche nelle murature della cripta sebbene in modo disomogeneo. Infatti alcune parti risultavano asciutte, altre parzialmente bagnate ed altre ancora (la maggior parte) completamente bagnate. Sono quindi state fatte analisi più approfondite con una strumentazione radar attraverso la quale si è scoperto che le murature erano costituite da materiali tra loro disomogenei. Effettuando dei saggi si è riscontrato che la cripta è stata realizzata da materiali di recupero, andando a riempire quelli che erano i resti dello stadio di Domiziano. Si trovano pertanto oltre l’opus latericium, anche tufi, marne, calcari travetinoidi, ecc. Ciò ha dimostrato il diverso assorbimento dell’acqua nelle murature.
- L’installazione di un impianto di condizionamento e risanamento ambientale nell’area più grande della cripta, per avere condizioni controllate di temperatura e umidità, ma anche per sanificare l’aria con lampade al plasma per scongiurare la proliferazione di funghi e batteri, ed un impianto per evitare la risalita dell’acqua attraverso onde elettromagnetiche che modificano la polarità delle molecole dell’acqua. La sperimentazione degli impianti di risanamento è durata quasi 3 anni e due Istituti del CNR hanno monitorato e verificato per conto della Rettoria, che gli impianti installati fossero efficaci.
- L’installazione di una rete wireless di sensori ambientali in tutta la cripta, che consente il monitoraggio costante e da remoto di molti parametri ambientali. Tali dati possono essere visionabili in qualsiasi momento ed in qualsiasi parte del mondo perché collegati al web.
- L’intervento di restauro della durata di quasi un anno, che è consistito in estrazione di sali solubili, consolidamento della pellicola pittorica, stuccatura e ritocco pittorico.
- L’intervento per un nuovo sistema di illuminazione che valorizzi le bellezze della cripta, ma allo stesso tempo non alteri o danneggi gli affreschi. Pertanto sono state utilizzate lampade con requisiti specifici molto stringenti.
La sintesi del percorso di riqualificazione (risanamento e restauro) della cripta di Sant’Agnese in Agone Piazza Navona a cura del Prof. Ing. Luca Mazzola: