La Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha organizzato, d’intesa con le Reali e Magistrali Volontà, il tradizionale Solenne Pontificale in onore di San Giorgio, Patrono della Sacra Milizia Costantiniana, sabato 22 aprile A.D. 2023, alle ore 11.00, presso la Monumentale e Insigne Basilica di Santa Chiara in Napoli.
Durante tale felice ricorrenza, sono state ammesse nella Sacra Milizia Costantiniana 80 personalità religiose e laiche quali Cappellani, Cavalieri e Dame, tra cui come Cavalieri di Giustizia, il Conte Jacopo Avogadro di Casalvolone e il Nob. Stefano d’Ayala Valva dei Marchesi di Valva. Inoltre, sono stati promossi 30 Confratelli, tra cui il Delegato per la Liguria, Nob. Luigi Filippo Granello di Casaleto e il Delegato per le Puglie e la Basilicata, Nob. Dario de Letteriis.
Il Sacro Rito è stato celebrato da S. Em. il Signor Cardinale Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, Balì Gran Croce di Giustizia, Membro del Consiglio Ecclesiastico della Real Commissione per l’Italia, all’augusta presenza del Gran Maestro, S.A.R. il Serenissimo Signor Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, per Grazia di Dio e Diritto Ereditario Capo della Real Casa delle Due Sicilie, Grande di Spagna, Gran Maestro del Real e Insigne Ordine di San Gennaro e degli Ordini Dinastici della sua Real Casa, ecc., e del Gran Prefetto e Presidente della Real Deputazione, S.A.R. il Principe Don Jaime di Borbone delle Due Sicilie e Landaluce, Duca di Noto, Cavaliere Gran Croce di Giustizia.
Hanno concelebrato il Primo Cappellano Capo e Membro del Consiglio Ecclesiastico della Real Commissione per l’Italia, Don Fabio Fantoni, Cappellano di Gran Croce di Merito, e il Cappellano Capo della Delegazione di Napoli e Campania, Fra’ Sergio Galdi d’Aragona, OFM, Cappellano di Giustizia, Commissario Generale di Terrasanta.
Il Sacro Rito è iniziato con la Processione d’ingresso sulle note della Marcia Reale delle Due Sicilie, con LL.AA.RR. il Gran Maestro e il Gran Prefetto, seguiti dal Celebrante, i due Concelebranti e due Diaconi, preceduti dagli altri Cappellani Costantiniani che hanno presenziato. Poi, quando LL.AA.RR. hanno raggiunto il presbiterio, è stato eseguito l’Inno al Re di Giovanni Paisiello.
Per la Real Deputazione hanno partecipato, oltre a LL. AA. RR., anche il Gran Cancelliere, S.E. Don Carlos Bárcena y Portolés, Ambasciatore di Spagna, Balì Gran Croce di Giustizia decorato del Collare.
Della Real Commissione per l’Italia sono invece intervenuti: il Vice Presidente Vicario, S.E. il Principe Don Flavio Borghese dei Principi di Sulmona e di Montecompatri, Cavaliere di Gran Croce di Giustizia, Consigliere Istituzionale della Real Deputazione, Delegato per Roma e Città del Vaticano; il Vice Presidente della Commissione Araldica, S.E. il Duca Don Landolfo Ambrogio Caracciolo di Melissano, Principe di Melissano e di Scanno, Cavaliere di Giustizia; il Consulente di Diritto Civile, Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere di Gran Croce Jure Sanguinis con Placca d’Oro, Delegato per la Tuscia e Sabina; il Consulente di Diritto Canonico, Nob. Avv. Alfonso Marini Dettina, Cavaliere Jure Sanguinis con Placca d’Oro; S.E. l’Ambasciatore Alfredo Bastianelli, Cavaliere di Gran Croce Jure Sanguinis con Placca d’Oro, Gentiluomo di Sua Santità, Membro del Consiglio.
Per la Cancelleria della Real Commissione per l’Italia erano inoltre presenti: oltre al Cancelliere, già menzionato, il Segretario Generale, Dott. Michele Cantarano, Cavaliere Jure Sanguinis; il Responsabile del Cerimoniale, Avv. Fabio Adernò, Cavaliere Jure Sanguinis; il Responsabile della Comunicazione, Vik van Brantegem, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.
Inoltre, dalle Delegazioni, oltre ai Delegati già menzionati, sono intervenuti anche: il Nob. Piergiovanni dei Conti Cicconi Massi, Cavaliere di Jure Sanguinis, Pro Delegato e Segretario per Marche e Romagna; il Nob. Manuel de Goyzueta di Toverena, dei Marchesi di Toverena e di Trentenara, Cavaliere di Giustizia, Delegato per Napoli e Campania; il Nob. Andrea Serlupi Crescenzi, Cavaliere di Giustizia, Delegato per il Piemonte e la Valle d’Aosta; il Prof. Giuseppe Schlitzer, Cavaliere di Gran Croce di Merito, Delegato Vicario per Roma e Città del Vaticano; il Nob. Ferdinando Testoni Blasco, Cavaliere di Gran Croce di Giustizia, Delegato per la Sicilia Orientale; il Dott. Massimo Planera, Cavaliere di Gran Croce di Merito, Pro Delegato per la Toscana; il Dott. Alessio Lamoratta, Cavaliere di Merito con Placca, Segretario Generale per la Tuscia e Sabina.
Presente tra gli ospiti S.E. il Marchese Pierluigi Sanfelice, dei Duchi di Bagnoli, Presidente del Corpo Internazionale di Soccorso O.d.V.
Il Sacro Rito è stato celebrata in latino secondo il Novus Ordo, con in italiano la Lectio Prima (letto dal Delegato per la Sicilia Orientale), il Psalmus responsoriales (recitato dal Delegato per Napoli e Campania), l’Evangelium (proclamato dal Primo Cappellano Capo della Real Commissione per l’Italia) e la Oratio fidelium (recitata dal Delegato per le Puglie e la Basilicata).
Nella sua Omelia, l’Em.mo Cardinal Mamberti ha innanzitutto commentato le letture del giorno (At 6,1-7 e Gv 6,16-21). Poi ha rivolto ai presenti un pensiero incentrato sul ragion d’essere dei Cavalieri Costantiniani: la Glorificazione della Santa Croce, la Propagazione della Fede e la Difesa di Santa Romana Chiesa, osservando che la tradizione, non è solo il ricordo o la nostalgia di un tempo che non è più, citando le parole di Papa Pio XII nella sua allocuzione al Patriziato e alla nobiltà romana del 19 gennaio 1944 [QUI]:
«Le letture bibliche che sono state proclamate ora sono quelle del giorno. Il Vangelo segue quello di ieri, la moltiplicazione dei pani, episodio che si conclude con l’entusiasmo della folla di fronte al miracolo: ” Allora la gente, visto il segno che egli [Gesù] aveva compiuto, cominciò a dire: “Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!’. Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo”. I discepoli certamente condividevano i pensieri della folla ed erano delusi che Gesù non avesse colto il momento per affermarsi come Messia temporale. E in questo stato d’animo che partono in barca sul mare di Galilea, diventato burrascoso. Gesù li raggiunge camminando sul mare e si presenta a loro con le parole “Sono Io, non temete”. “Sono Io” o “Io sono”, è la stessa espressione con cui Dio si presenta a Mosé nell’episodio del roveto ardente. Gesù, quindi fa capire ai discepoli che egli è molto di più del Messia temporale o del Re che loro aspettavano: Egli è il Figlio di Dio e lo mostra compiendo un altro miracolo: non appena salito sulla barca, essa raggiunge il porto desiderato.
Questo episodio può essere letto anche in chiave simbolica per noi e per i nostri tempi: Come i discepoli siamo sulla barca, la barca di san Pietro, cioè la Chiesa che viaggia sul mare agitato di questo mondo. Ed è solo affidandosi a Gesù che possiamo superare la prova e le paure e pervenire al porto tranquillo che desideriamo, cioè la vita eterna. Nelle prove, nelle tribolazioni, non abbiamo paura, il Signore non ci abbandona, non abbandona la sua Chiesa. Ha promesso all’Apostolo Pietro che le porte degli inferi non prevarranno contro essa (Mt. 16, 18).
Cari fratelli e sorelle, siamo riuniti in questa insigne Basilica di Santa Chiara, carica di ricordi del glorioso passato napoletano e sepolcro dei sovrani della Casa di Borbone e dei loro familiari. Celebriamo questo Pontificale in onore del Patrono dell’Ordine Costantiniano, San Giorgio, e in questa occasione diversi cavalieri e dame riceveranno l’investitura, tutto 2 conformemente alle tradizioni dell’Ordine.
Siamo, infatti, orgogliosi di mettere i nostri passi in quelli dei nostri predecessori e di seguire le loro orme. La tradizione tuttavia, non è solo il ricordo o la nostalgia di un tempo che non è più. Come avvertiva Papa Pio XII nella sua allocuzione al Patriziato e alla nobiltà romana del 19 gennaio 1944: “La tradizione è cosa molto diversa dal semplice attaccamento ad un passato scomparso; è tutto l’opposto di una reazione che diffida di ogni sano progresso. Il suo stesso vocabolo etimologicamente è sinonimo di cammino e di avanzamento. Sinonimia, non identità. Mentre infatti il progresso indica soltanto il fatto del cammino in avanti, passo innanzi passo, cercando con lo sguardo un incerto avvenire; la tradizione dice pure un cammino in avanti, ma un cammino continuo, che si svolge in pari tempo tranquillo e vivace, secondo le leggi della vita. (…) Come indica col suo nome, la tradizione è il dono che passa di generazione in generazione, la fiaccola che il corridore ad ogni cambio pone in mano e affida all’altro corridore, senza che la corsa si arresti o si rallenti. Tradizione e progresso s’integrano a vicenda con tanta armonia, che, come la tradizione senza il progresso contraddirebbe a se stessa, così il progresso senza la tradizione sarebbe una impresa temeraria, un salto nel buio. No, non si tratta di risalire la corrente, di indietreggiare verso forme di vita e di azione di età tramontate, bensì, prendendo e seguendo il meglio del passato, di avanzare incontro all’avvenire con vigore di immutata giovinezza”.
Ed è proprio in questo spirito che vogliamo impegnarci nel nostro Ordine, che, come si legge all’inizio degli Statuti, fin “dalla sua remotissima origine si propone la glorificazione della Croce, la propagazione della Fede, e la difesa della Chiesa Apostolica Romana” nonché ” di dare il suo maggior contributo d’azione e di attività alle due grandi opere eminentemente sociali dell’Assistenza Ospedaliera e della Beneficienza”.
In questo nostro tempo, impegnarci in tutte le finalità dell’Ordine deve essere per ognuno di noi un dovere impellente. Il mondo ha perso il senso della gloria della Croce; anzi, non ne vuol sentire parlare e sempre di più si cerca di eliminare il crocifisso dallo spazio pubblico. La propagazione della fede è pure sospetta; in alcuni Paesi, si vuole ridurre la fede ad un fatto puramente privato; in altri la fede cristiana è proibita e i fedeli sono perseguitati; Papa Francesco lo ricordava ancora mercoledì scorso nell’Udienza Generale: “Oggi ci sono tanti martiri nella Chiesa, tanti, perché per confessare la fede cristiana sono cacciati via dalla società o vanno in carcere”.
Che dire della difesa della Chiesa cattolica romana? La Chiesa, nostra madre è vilipendiate e dileggiata da tutte le parti e spesso si rimane passivi di fronte all’oltraggio, per timore di essere ridicolizzati come bigotti o perché si pensa che è inutile compromettersi. Non ho bisogno poi di sottolineare come povertà e disagio sociale siano diffusi in questo Paese e in tanti parti del mondo. Interpellano la nostra coscienza cristiana e ci spingano al sostegno ai bisognosi, come la Chiesa ha fatto sin dall’origine, come abbiamo sentito nella prima lettura di questa Messa, con l’istituzione dei Diaconi per il servizio dell’assistenza.
In tale contesto, il Labaro Costantiniano, che è sulle nostre insegne, rappresenta l’impegno con cui vogliamo essere Membri dell’Ordine. Una operosa testimonianza pubblica della fede cristiana nel mondo di oggi, che è prima di tutto un combattimento personale per raggiungere la santità, ma è anche una testimonianza collettiva, nelle celebrazioni e nelle opere dell’Ordine. Pregando e praticando le opere di misericordia insieme, rinsaldiamo i nostri vincoli e ci aiutiamo a vicenda a progredire nelle virtù cristiane, ed è la sola onorificenza che dobbiamo ambire. La Vergine Maria e San Giorgio intercedano per noi, affinché possiamo raggiungere tale meta!».
Nella Preghiera dei fedeli, si è invocato Dio:
- per la Chiesa tutta e, in particolar modo, per il Santo Padre Francesco, per l’Eminentissimo Cardinale celebrante, per il Gran Priore dell’Ordine Costantiniano, per i Vescovi, i Cappellani dell’Ordine Costantiniano e per tutti i Ministri di Dio,
- per le nazioni piagate dalle guerre e dalle ingiustizie, per coloro che non credono e
- per il Gran Maestro, affinché possa guidare con saggezza e paternità la sua augusta Famiglia e tutti i Membri della Sacra Milizia Costantiniana nel servizio fedele e generoso a Dio e alla sua santa Chiesa.
La preghiera si è poi indirizzata verso il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e in special modo per i nuovi ricevuti. Non si è però tralasciato di commemorare gli Augusti Avi defunti del Gran Maestro, ed in special modo i Sovrani che dormono il sonno eterno a Santa Chiara, per l’anima benedetta del Servo di Dio Francesco II, Re delle Due Sicilie e per tutti i partecipanti al Sacro Sacrificio.
Il Celebrante ha così concluso: «Signore Dio nostro, che hai promesso di esser presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora, sull’esempio fiero e vittorioso di San Giorgio, nostro celeste Patrono. Per Cristo nostro Signore».
Al termine della Concelebrazione Eucaristica, S.A.R. il Gran Prefetto ha recitato la Preghiera del Cavaliere Costantiniano:
«Signore Gesù, che Vi siete degnato farmi partecipare alla Milizia dei Cavalieri Costantiniani di San Giorgio, Vi supplico umilmente di intercedere con la Beata Vergine di Pompei, Regina delle Vittorie, il valoroso San Giorgio martire, Vostro Glorioso Cavaliere, e tutti i Santi, di aiutarmi a restare fedele alle tradizioni del nostro Ordine, praticando e difendendo la Santa Religione Cattolica, Apostolica, Romana contro l’assalto dell’empietà. Essa diventi per me armatura di fede e scudo di buona volontà, sicura difesa contro le insidie dei miei nemici tanto visibili quanto invisibili.
Vi prego affinché possa avere la grazia di esercitare la carità verso il prossimo e specialmente verso i poveri e i perseguitati a causa della Giustizia. Datemi infine le virtù necessarie per realizzare secondo lo spirito del Vangelo, con animo disinteressato e profondamente cristiano, questi santi desideri, per la maggior Gloria di Dio, la Glorificazione della Santa Croce e la propaganda della Fede, per la pace del Mondo ed il bene dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Amen».
A seguire, il Vice Presidente della Commissione Araldica ha letto il Messaggio del Presidente della Real Commissione per l’Italia, S.E. il Duca Don Diego de Vargas Machuca, Balì Gran Croce di Giustizia decorato con Collare, Gentiluomo di Sua Santità, Cavaliere del Real ed Insigne Ordine di San Gennaro:
«Señor,
Eminenza Reverendissima,
Altezza Reale,
Eccellenze,
Gentili signore, Illustri signori,
Cari confratelli, Care consorelle,
manifesto viva gioia, quale Presidente della Real Commissione per l’Italia, nell’apprendere la presenza di numerosi Cavalieri e Dame a Napoli, per celebrare nella Basilica di Santa Chiara il Patrono San Giorgio Martire.
La presenza della Porpora romana, che rifulge nella persona di Sua Eminenza il Signor Cardinale Dominique Mamberti – officiante – conferma la vicinanza della Chiesa di Roma al Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, che ha sempre conservato, fin dalla sua fondazione, le caratteristiche istituzionali di Ordine cristiano, teso in primis alla santificazione di quanti, lungo i secoli, si sono fregiati delle sue insegne.
Sono particolarmente grato al Gran Maestro S.A.R. il Serenissimo Principe Don Pedro di Borbone-Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria , Conte di Caserta, e al Gran Prefetto S.A.R. Don Jaime, Duca di Noto, di aver benevolmente accolto il nostro invito.
Un grazie davvero sincero a quanti – Autorità religiose, civili e militari , Rappresentanti diplomatici e consolari, amici ed estimatori dell’Ordine nostro, hanno voluto onorare con la loro presenza a questa solenne celebrazione.
Per la prima volta, su consiglio dei medici, non potrò partecipare all’odierna celebrazione a motivo delle mie precarie condizioni di salute e per la lontananza. Ma seppur assente, sono affettuosamente vicino a Voi, cari confratelli e care consorelle, che sotto l’attenta guida dei Delegati e sorretti spiritualmente dai Cappellani esercitate il carisma costantiniano. Seguo costantemente le Vostre attività di carattere religioso, culturale e caritatevole, mai interrotte anche in occasione della pandemia da Coronavirus, tanto da meritare, oltre la mia personale stima, aperto riconoscimento dalle Autorità religiose e civili. Inoltre, sono certo che a seguito dei nuovi strumenti organizzativi ed amministrativi di cui si è dotata di recente la Real Commissione per l’Italia, i Delegati potranno operare più agevolmente sotto la guida della Presidenza e nei confronti della Cancelleria.
A quanti poi si apprestano oggi ad entrare nella Sacra Milizia alla presenza del nostro beneamato Gran Maestro, esprimo tutto il mio compiacimento.
Infine, saluto tutti fraternamente, raccomandandovi di rimanere ancorati alla nostra tradizione, nell’ assoluta fedeltà al Redentore Divino Cristo e nella piena adesione agli insegnamenti della Santa Chiesa.
Vostro aff.mo
Diego de Vargas Machuca».
Dopo i Ritus conclusionis ha avuto luogo Ritus investiturae, secondo l’antico formulario estratto da “Rito e forma da praticare nell’armare uno e più Cavalieri del Real Ordine Costantiniano di San Giorgio della Capitale di Napoli estratto dalle Costituzioni dell’Ordine che ha comandato osservarsi la Maestà del Re N.S. Francesco I, Gran Maestro del Real Ordine” dell’anno 1802. Giunti ai piedi dell’Altare maggiore, gli ammittendi hanno fatto profondo inchino a S.A.R. il Gran Maestro e all’Em.mo Signor Cardinale.
Dopo l’ammonimento: «Conviene che voi sappiate non poter uomo essere promosso a questo Sacro Ordine se prima non avrà di cuore e con la bocca professato la Cattolica ed Apostolica Fede», il Cavaliere di Giustizia più giovane tra gli ammittendi, il Nob. Stefano d’Ayala Valva dei Marchesi di Valva, ha recitato la professione di Fede Cattolica nella formula stabilita dalla Chiesa, a cui tutti i Cavalieri e Dame ammittendi si sono uniti ad una voce.
Accolto la Professione di Fede, l’Em.mo Signor Cardinale ha benedetto i manti da chiesa. Quindi, rivolto agli ammittendi, il Cardinale ha concluso: «Ricevi questa veste immacolata e portala fedelmente [fin quando giungerai] davanti al tribunale di Dio».
Terminato il rito propriamente detto di Investitura e della Benedizione dei Manti, il Gran Maestro ha presieduto la Cerimonia della rimessa dei diplomi ai nuovi membri dell’Ordine e a quanti hanno ricevuto promozioni, assistito dal Gran Prefetto, dal Vice Presidente Vicario e Cancelliere della Real Commissione per l’Italia, e dal Delegato per Napoli e Campania.
Al termine del Sacro Rito, l’Em.mo Signor Cardinale, col Clero dell’Ordine, preceduto da S.A.R. il Gran Maestro, da S.A.R. il Gran Prefetto, dai Dignitari della Real Deputazione e della Real Commissione per l’Italia hanno reso omaggio alle Reali Tombe dei Sovrani che riposano in Santa Chiara. Giunti alla Cappella funebre Reale, S.A.R. il Gran Maestro ha deposto una corona d’alloro agli Augusti venerati Sacelli, mentre la Schola canta “Libera me, Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda”. Quindi, il Cardinale ha benedetto il Sepolcreto e tutti coloro i quali hanno preso parte all’omaggio si sono recati in sacristia e l’assemblea si è sciolta.
È seguito un momento conviviale presso il monumentale Chiostro della stessa Basilica di Santa Chiara.
Il servizio liturgico della solenne cerimonia è stato curato dalla Delegazione ospitante di Napoli e Campania, guidato dall’Addetto al Cerimoniale, Domenico Giuseppe Costabile, Cavaliere di Merito.
L’animazione musicale è stata diretta dal Maestro Keith Goodman (organo), con Maurizio Esposito (bariton), Imma Caizza (soprano), Enzo Leurini (tromba), Michelangelo De Luca (corno), Giovanni Cutolo (corno), Cosimo Gargiulo (trombone) e Laura Mastromimico (percussioni). Hanno eseguito, oltre alla musica sacra anche la Marcia Reale delle Due Sicilie e l’Inno al Re di Giovanni Paisiello, all’inizio del Sacro Rito. L’esecuzione della Marcia Reale delle Due Sicilie è stata una cosa davvero speciale. È per prima volta dal 1860 è stata eseguita, in presenza dell’erede dell’ultimo Re delle Due Sicilie, ed è tornata ad animare una cerimonia. Ricerca, studio, passione hanno preso corpo grazie al Presidente del Real Circolo Francesco II di Borbone, il Gr. Uff. Dott. Paolo Rivelli, in collaborazione con il Maestro Keith Goodman.
I ringraziamenti per l’eccellente riuscita del solenne Pontificale vanno a tutta la squadra organizzativa: alla Cancelleria della Real Commissione per l’Italia, in particolare il Segretario Generale, Dott. Michele Canterano, Cavaliere Jure Sanguinis; e il Responsabile del Cerimoniale, Avv. Fabio Adernò, Cavaliere Jure Sanguinis; e alla Delegazione di Napoli e Campania e, in particolare al Delegato per Napoli e Campania, con i tutti i Cappellani, i Cavalieri, le Dame e i Postulanti della Delegazione che con spirito di servizio e dedizione si sono spesi in tanti sforzi profusi per questa solenne cerimonia da sempre molto suggestiva.
Particolarmente significativo il vivo compiacimento espresso dall’Em.mo Signor Cardinale per l’ottima riuscita e la partecipazione di Cavalieri, Dame, Postulanti ed Amici della Sacra Milizia a questo solenne Pontificale.
Per il servizio fotografico si ringrazia il Cav. Pietro Modena, e il Cav. Gennaro Vernillo, della Delegazione Tuscia e Sabina e il Cav. Edoardo Lacrimini, della Delegazione Toscana.
I tre giorni a Napoli del Gran Maestro e del Gran Prefetto
Il giorno precedente al solenne Pontificale, S.A.R. il Gran Maestro e l’Em.mo Signor Cardinale sono stati accolti al Real Monte ed Arciconfraternita di San Giuseppe di Vestire i Nudi e il giorno successivo LL.AA.RR. il Gran Maestro e il Gran Prefetto hanno coronato il loro programma di impegni privati in occasione dei tre giorni a Napoli, con una visita al Palazzo Reale di Napoli e al Palazzo Reale e Museo e Real Bosco di Capodimonte [QUI].