A S.A.R. il Gran Maestro è stato conferito il Premio al Merito nella Gestione Rurale

Il 29 novembre 2024 il Collegio Ufficiale degli Ingegneri Tecnici Agrari del Centro ha svolto presso il NH Hotel a Ciudad Real in Spagna la Cerimonia di Premiazione per il riconoscimento dell'eccellenza e della dedizione di coloro che hanno contribuito in modo significativo al progresso del settore agricolo nella regione. Nella serata, in cui sono stati onorati i risultati eccezionali dei colleghi agronomi, nonché di varie entità e persone della società civile il cui contributo è stato decisivo per lo sviluppo del settore agricolo e del benessere della gente, il COITA Centro ha conferito a S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie, il Premio al Merito nella Gestione Rurale. Questo premio riconosce al Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio la sua eccezionale carriera professionale e il suo fermo impegno verso l'eccellenza nella gestione delle risorse rurali, nonché la sua promozione di pratiche agricole innovative e sostenibili.
Il Gran Maestro

Il Collegio Ufficiale degli Ingegneri Tecnici Agrari del Centro è un Ente di Diritto Pubblico, protetto dalla Legge e riconosciuto dallo Stato spagnolo. Il suo scopo è quello di organizzare la professione di Ingegnere Tecnico Agrario, rappresentandola davanti alla Società e difendendo gli interessi professionali dei Soci, con il fine ultimo di tutelare il corretto esercizio della professione come una garanzia dei diritti dei cittadini.

Approfondimenti

La tenuta La Toledana, dotata di grande ricchezza venatoria e agricola, si trova in quella che alcuni hanno chiamato “il miglio d’oro” delle riserve di caccia della Spagna, nel territorio di Retuerta del Bullaque, un comune con una popolazione di circa 1.000 abitanti, in Provincia di Ciudad Real della Comunità Autonoma di Castiglia-La Mancia. Fu acquistata nel 1941 dall’Infante di Spagna S.A.R. Don Alfonso di Borbone delle Due Sicilie, dal birrificio Mahou, allora utilizzata per la produzione di orzo. Oggi, è trasformata in un’azienda agricola gestita per la coltivazione di mangimi specifici per specie di selvaggina e per la caccia da suo nipote, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, di professione ingegnere agronomo e sviluppatore di mangimi specifici per specie di selvaggina.

Una lunga fila di eucalipti e una recinzione nascondono la casa principale della tenuta La Toledana. È quasi impossibile esprimere a parole la bellezza di questa casa, in mezzo a 2.500 ettari di pascoli, boschi con querce secolari, lecci, querce da sughero, nella Sierra de la Higuera davanti alle pendie dei Montes de Toledo, da dove ammirare panorami che si perdono nel Parco Nazionale di Cabañeros.

La casa è un esempio dell’architettura tradizionale castigliana, costruito in mattoni a vista all’inizio del XX secolo da Luis Eizaguirre e per la sua costruzione furono recuperati carpenterie, ringhiere, pavimenti e fregi in piastrelle provenienti dalla demolizione di un convento di Valladolid del XVI secolo.

La discrezione è la caratteristica principale di questa tenuta, proprietà di Don Pedro e delle sue quattro sorelle Cristina, María, Inés e Victoria. Vengono scelti molto bene gli ospiti, per lo più cacciatori, e si assicura che non diffondano foto del suo interno. Non vengono rivelate mai i nomi delle personalità che visitano la tenuta durante la stagione di caccia, anche se nonostante la legge del silenzio che vige a La Toledana, qualche volta un nome trapela.

Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie risiede a Ciudad Real, la capitale dell’omonima provincia, con la moglie, Donna Sofía Landaluce y Melgarejo, dove ha assicurato un’educazione integrale e di qualità per i suoi sette figli, al Colegio Nuestra Señora del Prado dei Marianisti nel Paseo Carlos Eraña. Laureato in Ingegneria forestale, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans unisce alla gestione complessiva della tenuta La Toledana e dell’azienda Gesytec Ingenieros [QUI] che offre una vasta gamma di servizi specializzati per ottimizzare e modernizzare le attività agricole, zootecniche, forestali e venatorie, i suoi doveri dinastici di Capo della Real Casa delle Due Sicilie, di Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e la Presidenza del Real Consiglio degli Ordini Militari, l’istituzione del Regno di Spagna incaricata del funzionamento dei quattro ordini militari spagnoli di Santiago, Calatrava, Alcantara e Montesa, e delle cerimonie in comune.

Amore, rispetto e attaccamento
alla campagna, alla natura e all’ambiente

In un’intervista dal titolo Pedro di Borbone della Due Sicilie: sviluppatore di mangimi per specie di selvaggina con Jaime Lázaro per Expansion.com del 26 ottobre 2018 [QUI], S.A.R. il Duca di Calabria ha affermato: «Vivo in campagna, per la campagna e dalla campagna. L’amore per la natura è di famiglia, mi è stato instillato da mio padre, l’Infante Don Carlos, e da mia nonna, l’Infanta Alicia di Borbone-Parma. Oppure il mio amore per i cavalli, ereditato da mia madre, la Principessa Anna di Francia. La passione per la caccia non è altro che un’ulteriore estensione del mio amore, rispetto e attaccamento all’ambiente. I miei ricordi da bambino sono in questa tenuta. Abbiamo trascorso qui tutti i fine settimana, tutte le festività, sia natalizie che estive, e ora ci riuniamo almeno due volte l’anno, con tutta la famiglia».

Dedizione professionale

Un’azienda agricola con le caratteristiche di La Toledana necessita di un’attenta manutenzione: conservazione dei sentieri, tagliafuoco, piantumazione, potatura, pulizia, ecc. Per raggiungere questo obiettivo, metodi di gestione innovativi si alternano alla tradizione più radicata, spiega S.A.R. il Duca di Calabria: «Nell’agricoltura e nell’allevamento c’è un’evoluzione costante. Tendo a rispettare i metodi e il lavoro tradizionali, aprendo però gli occhi alle nuove tecnologie. Ad esempio, con i fertilizzanti e i trattamenti c’è una grande differenza tra fare le cose bene e sbagliare. È importante saper scegliere correttamente le varietà da piantare e il momento opportuno. Anche nel mondo forestale c’è stato un miglioramento, in passato tutto il disboscamento avveniva mediante incendio ed ora non si usa più il fuoco, si lascia la massa forestale decomporre o viene rimosso. In Austria, ad esempio, sono stati abbattuti interi appezzamenti di terreno. Oggi il bosco viene aperto poco a poco in modo che gli alberi possano crescere per generazione spontanea.
La Toledana è divisa in due aree. Una parte, quella della Sierra (contrafforte montuosa dalla caratteristica linea di cresta dentellata) e della Raña (collina pedemontana alluvionale), è dedita allo sfruttamento del sughero, all’uso della legna da ardere e all’agricoltura, alternando la coltivazione di cereali (avena, frumento e orzo) e di legumi, oltre alla caccia. Nell’altra zona, intorno alla casa, abbiamo sviluppato l’agricoltura irrigua; ci dedichiamo principalmente al mais. Usiamo i pascoli e le stoppie per il bestiame merino».

A che età ha iniziato a lavorare nel settore? «Fin da bambino ho sempre saputo che mi sarei dedicato a questo. Ho iniziato professionalmente a 22 anni, quando ho convinto la mia famiglia ad affittare La Toledana. Ho richiesto un prestito per acquistare macchinari agricoli e pagare il mio primo dipendente. Gli inizi non furono facili, c’era molto lavoro e un solo veicolo per tutti i compiti. Ogni volta che potevo salivo sul trattore, a volte con Juan, il conducente del trattore, per imparare da lui e altre volte per aiutare. Più di uno è rimasto sorpreso nel vedermi al volante del John Deere. Qui in campagna si è sempre detto che un esperto ne sa più di un ingegnere e, se l’esperto sale sul trattore, ancora di più. Juan è appena andato in pensione e sono molto fortunato ad avere suo figlio Juan Antonio che lavora con noi».

La Toledana, per le sue dimensioni e l’alto valore ecologico, è una riserva naturale che può competere con qualsiasi Parco Nazionale. Qui si aggirano cinghiali, caprioli, daini, mufloni, ma soprattutto cervi, veri signori di queste proprietà: «Se non si potesse fare la caccia, cosa ci sarebbe qui? 2.000 capre o 1.000 mucche? Tutto questo sarebbe una terra desolata. Il miglior ecologista è il gestore del terreno che cerca di rendere tutto il più simile possibile a com’era quando le terre erano totalmente selvagge. Si effettuano due cacce all’anno. Il resto del censimento, che deve essere ridotto per evitare la diffusione di malattie, consanguineità o eccesso di popolazione, viene effettuato con la caccia selettiva. Viene monitorata anche l’alimentazione, che è fondamentale per il corretto sviluppo dei trofei e la salute degli animali. Accompagnavo mio padre da quando avevo 4 anni in tutte le cacce. È una passione per la caccia, anche se ho sempre detto che posso vivere senza la caccia, ma non senza la campagna. Ne ho bisogno come di respirare, mi piace sempre essere in campagna o vicino ad essa, anche se oggi, purtroppo, tutte le procedure si fanno dall’ufficio, sapendo che in mezz’ora posso essere in mezzo della natura, questo mi rilassa».

S.A.R. il Duca di Calabria nell’intervista parla anche del suocero, José Manuel Landaluce, con il quale collabora nella gestione di El Crespo, mitica fattoria della pernice rossa: «Organizza cacce alla pernice da più di 50 anni e io sono con lui aiutandolo da 26 anni. È il miglior cacciatore che conosco, ha la capacità di leggere il campo e intuire la reazione degli animali. Organizziamo la caccia alla pernice alla vecchia maniera, il più simile a come si faceva una volta».

Ecosistema iberico

Il pascolo di La Toledana è un ecosistema essenzialmente iberico, che si è formato grazie all’intervento umano. Se non è curato, in breve tempo il bosco colonizza questi spazi, facendoli perdere la loro essenza. Oltre a seminare l’erba per nutrire il bestiame, un’altra necessità, soprattutto d’estate, è l’acqua.

S.A.R. il Duca di Calabria ricorda con entusiasmo: «Abbiamo 52 laghetti. Nel realizzarli cerchiamo di fare in modo che il laghetto si adatti all’ambiente e si integri, evitando di creare cumuli. Di tutti quello che conservo con più affetto è l’ultimo che abbiamo realizzato accanto al Fuente de la Baqueta. È stato un legame importante con mio padre, perché all’inizio era molto riluttante e poi si è rallegrato, ha sempre riconosciuto che è stato un grande successo. Da quando l’abbiamo finito ci siamo andati insieme, ogni volta che potevamo guardavamo come si era evoluto».

Alimentazione speciale

In seguito al suo interesse per il miglioramento della campagna e della caccia, è nata l’idea di creare mangimi specifici per le specie di selvaggina, poiché le loro esigenze sono diverse da quelle del bestiame domestico: «Una delle nostre maggiori preoccupazioni è garantire che l’ambiente e la natura non vengano alterati e contribuire a proteggere le nostre specie autoctone. Dopo anni di studi e di ricerca, sviluppo e innovazione, siamo arrivati a conoscere le precise esigenze di ogni animale e lavoriamo per aumentare le loro prestazioni e ottimizzare il loro sviluppo».

S.A.R. il Duca di Calabria gestisce un’azienda moderna, con un impianto industriale dotato delle più moderne tecnologie. Un gruppo di esperti si occupa di creare un progetto personalizzato per ogni allevamento in base alle sue specifiche esigenze e di stabilire i piani alimentari e nutrizionali più convenienti: «Siamo legati alla gestione dei mangimi dal 1999. Attraverso la ricerca e il contributo di diversi specialisti in nutrizione animale, poco a poco, abbiamo iniziato a fornire mangimi preparati da noi nelle aziende agricole che gestivamo. Il miglioramento della popolazione e dei suoi trofei era evidente. Quando avevamo una quota di mercato accettabile, nel 2004 abbiamo lanciato sul mercato il nostro marchio e quest’anno abbiamo lanciato il nostro nuovo stabilimento a Puertollano. Per questo abbiamo fatto un investimento di quasi 3 milioni di euro per costruire l’unica fabbrica in Europa specializzata in mangimi per selvaggina. L’abbiamo inaugurata a giugno [2018], con il sostegno del Comune e del Governo di Castilla-La Mancha. Siamo orgogliosi di dire che abbiamo creato otto posti di lavoro diretti e molti altri indiretti, come trasportatori, agenti, meccanici, tecnici, fornitori. Supportiamo la gestione di più di 250.000 ettari, vendiamo in Spagna e in diversi Paesi europei, utilizziamo materie prime con i criteri di selezione più esigenti ed effettuiamo controlli di qualità permanenti sul prodotto finale. Inoltre, disponiamo di un team di nutrizionisti in continua formazione, che applicano le tecniche più innovative ai nostri correttori».

Rimboschimenti

Uno dei suoi principali campi di battaglia è stato il recupero degli alberi. Il primo e più importante rimboschimento è iniziato nel 1993, cercando di aumentare la massa arborea e allo stesso tempo dare privacy al bestiame e all’azienda agricola: «A La Toledana abbiamo realizzato cinque rimboschimenti, circa 100 ettari. Se sommassimo tutte le superfici recuperate nelle aziende agricole in cui siamo intervenuti, parleremmo sicuramente di più di 2.500 ettari. Non solo piantiamo costantemente alberi, ma proteggiamo anche gli alberi che rileviamo colpiti o che potrebbero essere danneggiati da cervi o bestiame».

S.A.R. il Duca di Calabria trascorre un mese all’anno in Austria, dove gestisce una tenuta di famiglia a un’ora a sud di Vienna. Il cambiamento climatico e il suo impatto sulle foreste europee, è un’altra delle sue preoccupazioni: “È una realtà, l’inverno arriva sempre più tardi. Collaboro da molto tempo con il governo austriaco, gli abbiamo dato 20 ettari per studiare come funziona il riscaldamento globale, che colpisce le foreste dell’Europa Centrale. Abbiamo piantato e monitorato diverse specie per analizzare la loro evoluzione, crescita e sviluppo di fronte a questi cambiamenti di temperatura. In Spagna collaboro con fondazioni come Artemisan o Fondena per cercare di sensibilizzare le persone».

Valori della Famiglia Borbone delle Due Sicilie

I valori ambientalisti sembrano impressi nel DNA della Famiglia Borbone delle Due Sicilie, tramandati di generazione in generazione. Si ricorda che Re Francesco I di Borbone, come Vicario di suo padre Re Ferdinando IV, durante il suo secondo periodo in Sicilia, riprese la vita rustica, e a Boccadifalco creò un’azienda agricola modello dove sperimentava nuove tecniche di coltivazione, di irrigazione e di allevamento.

S.A.R. il Duca di Calabria afferma: «Il progetto futuro che abbiamo per nostra azienda agricola è cercare di mantenerla il più a lungo possibile così come l’abbiamo ricevuta. La Toledana appartiene ai cinque fratelli ed è il punto d’incontro della nostra famiglia. Spero che i nostri figli possano godersela proprio come da noi sperimentato, e questo è possibile solo con una buona gestione».

Contatto con la falconeria

«Il mio primo contatto con la falconeria è avvenuto quando avevo 9 anni, in un paese vicino a La Toledana. Stavo giocando con alcuni amici e abbiamo incontrato altri bambini che avevano un gheppio in cattive condizioni. Sono riuscito a portarlo a casa in cambio di un giocattolo. I miei genitori pensavano che non ce l’avrei fatta, ma Julito, il mio grande amico di allora, ed io, facemmo, senza saperlo, quello che oggi viene chiamato “allevamento di campagna”, lasciandolo a se stesso. Dapprima in semilibertà finché non fu finalmente libero. Il gheppio venne sempre alla nostra chiamata, finché non tornammo a scuola a settembre. Paradossalmente perdemmo la nostra libertà e lui prese la sua libertà definitiva. Quando Félix Rodríguez de la Fuente, amico di mio padre, l’ha scoperto, mi ha incoraggiato a continuare su questa strada. Col tempo, Julito e io abbiamo elevato altri rapaci. Ho ammirato molto Félix Rodríguez de la Fuente, la sua morte mi ha colpito molto, come succede alla maggior parte degli amanti degli uccelli in natura. Conservo tutti i suoi libri e quaderni dedicati. Mi sono allontanato dalla falconeria per un po’ finché non ho incontrato Pedro Saiz più di 20 anni fa. È campione spagnolo di falconeria da sei anni. Insieme, con l’aiuto di Sebastián Moreno, grande allevatore e falconiere, nonché veterinario, stiamo allestendo un allevamento di girifalchi puri, il Falco rusticolus, tra le varietà di falchi più grande. Il nostro obiettivo è avere 20 coppie riproduttrici. La loro riproduzione inizia a tre anni, sono molto sensibili e la loro educazione è complicata».

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