Sabato 9 marzo 2024, ore 10.00
Archivio di Stato di Napoli
piazzetta Grande Archivio 5
Sala Catasti
Napoli
Dialoghi di carta – Incontriamoci in Archivio: I predicati della nobiltà Italiana
Presentazione del Libro I predicati della nobiltà Italiana. Con annesso l’elenco generale dei predicati della nobiltà italiana. Atti del Nono Convegno di Diritto Nobiliare svolto on line il 14 maggio 2020. Atti del Decimo Convegno di Diritto Nobiliare svolto on line il 25 giugno 2021 (Pisa University Press 2024, 712 pagine), curato dal compianto Prof. Antonio Palma, realizzato da Demetrio Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli, Giovanni Chianese, Emilio della Fontanazza, Fausto Giumetti, Riccardo Scarpa, con il contributo di Andrea Borella, Direttore ed Editore dell’Annuario della Nobiltà Italiana, che ha curato il delineo degli stemmi ivi presenti.
Gli argomenti trattati nei convegni sono stati i predicati feudali e i predicati onorifici. Temi questi squisitamente giuridici, che sono stati affrontati sotto le varie angolature del diritto nobiliare e del diritto civile e costituzionale, con riferimento anche alla loro cognomizzazione. Completa il volume l’Elenco Generale dei Predicati della Nobiltà Italiana, il primo che viene redatto e pubblicato dal 1903.
L’appuntamento inizierà con i saluti di Candida Carrino, Direttore Archivio di Stato di Napoli.
Intervengono: Gennaro Famiglietti, Console Generale della Repubblica di Bulgaria; Fra’ Sergio Galdi d’Aragona, Commissario Generale di Terra Santa, Cappellano di Giustizia; Bitti Cattaneo della Volta, Docente; Giovanni Chianese, Giurista; Fabio Pignatelli della Leonessa, Architetto; Demetrio Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli, Consultore Annuario della Nobiltà Italiana; Andrea Borella, Direttore ed Editore dell’Annuario della Nobiltà Italiana.
Modera: Emilio della Fontanazza, Corealizzatore del volume ed esperto di Diritto Nobiliare, già docente dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Saranno presenti: Antonio Tarasco, Direttore Generale Archivi – Mic; e Andrea De Pasquale, Direttore Generale Educazione Ricerca e Istituti Culturali – Mic.
Antonio Palma
Antonio Palma, scomparso nel 2023, è stato professore ordinario di Istituzioni di diritto romano nell’Università degli Studi di Napoli Federico II, docente presso la Scuola di Alta Formazione in Diritto Romano dell’Università di Roma La Sapienza e l’Università degli Studi di Firenze, Presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, è stato inoltre dal 1979 professore incaricato di Diritto pubblico romano, di Diritto romano, di Storia del diritto romano, associato dal 1988, poi ordinario dal 1994 di Storia del diritto romano e di Istituzioni di diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Salerno.
È autore di numerosi saggi e monografie, tra queste: Le “curae” pubbliche. Studi sulle strutture amministrative romane (Napoli, 1980); Iura vicinitatis. Solidarietà e limitazioni nel rapporto di vicinato in diritto romano dell’età classica (Torino 1988); Humanior interpretatio. “Humanitas” nell’interpretazione e nella normazione da Adriano ai Severi (Torino, 1992); Benignior interpretatio. Benignitas nella giurisprudenza e nella normazione da Adriano ai Severi (Torino, 1997); Giustizia e senso comune (Torino, 2006); Scritti di diritto romano (Napoli, 2011); Il luogo delle regole. Riflessioni sul processo civile romano (Torino, 2016).
Nobiltà e titoli nobiliari in Italia
Con l’avvento della Repubblica in Italia, la rilevanza pubblica dello status nobiliare e dei titoli nobiliari italiani, sono sostanzialmente venuti meno, sebbene sia necessario distinguere fra stato nobiliare e titolo nobiliare di un individuo o di un casato.
Tale distinzione è rilevante sia sotto il profilo storico che giuridico, poichè di norma i diversi ordinamenti nobiliari del Regno d’Italia, degli stati preunitari, e degli stati esteri, hanno sempre riconosciuto insita nell’individuo o nel casato la nobiltà, che l’autorità pubblica può o poteva riconoscere, ma non conferire, in quanto stato proprio della persona, indipendente dalla volontà altrui (come dire che un individuo è onesto, e lo è a prescindere da qualunque riconoscimento pubblico o privato che sia, e all’inverso non può diventare onesto unicamente perchè venga dichiarato tale da una qualunque autorità); al contrario il titolo nobiliare è o era di norma frutto di una concessione sovrana, in quanto legato all’affidamento di una determinata funzione o di un determinato incarico, oppure manifestazione pubblica di una benemerenza comunque concessa dall’autorità sovrana. Va da sé che se comunque un sovrano riconosce o ha riconosciuto come nobile un individuo indegno, può risultare alquanto complicato contestare tale riconoscimento.
In Italia però l’avvento della Repubblica ha portato anche alla redazione di una nuova Costituzione che nella sua “XIV disposizione transitoria”, recita:
“I titoli nobiliari non sono riconosciuti.
I predicati di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922, valgono come parte del nome.
La legge regola la soppressione della Consulta araldica” (XIV disposizione transitoria della Costituzione Italiana, comma 1- 2, e 4).
Dunque dall’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana (1° gennaio 1948) per l’Italia i titoli nobiliari hanno perso qualunque rilevanza pubblica; si badi bene, non sono vietati, semplicemente non sono riconosciuti, cioè non sono tutelati né disciplinati, sono giuridicamente irrilevanti. Ne consegue che sotto il profilo giuridico ogni italiano può lecitamente autoattribuirsi qualunque titolo nobiliare desideri, senza incorrere in alcun reato, salvo eventualmente coprirsi di ridicolo. L’unica forma di tutela che permane è quella relativa ai “predicati nobiliari” (esempio: Rossi di Vallelupa), che a determinate condizioni possono essere riconosciuti e divenire parte del cognome (cosiddetta cognomizzazione).
Da notare che però la “disposizione” costituzionale non menziona lo status nobiliare, lasciando qualche incertezza interpretativa, infatti non essendo menzionato, non si può dire venga negato, e formalmente – a differenza di quanto accaduto per i titoli nobiliari – non viene neppure indicato esplicitamente come irrilevante; ed anche la rivendicazione dell’uguaglianza fra tutti i cittadini italiani non risulta conflittuale con la status nobiliare di un individuo o di un casato, laddove tale status non origini discriminazione di trattamento di alcun tipo e in alcun ambito, come in effetti è oggi. In tale quadro vi è chi sostiene che lo status nobiliare individuale e familiare possa essere tutt’oggi oggetto di riconoscimento e tutela pubblica, soprattutto nei casi di individui (ormai pochi) o casati, che già erano stati riconosciuti come nobili dallo Stato (sebbene nella precedente forma del Regno), tanto più che l’organo pubblico chiamato a gestire tali riconoscimenti (la Consulta Araldica menzionata nella citata XIV disposizione provvisoria della Costituzione Italiana) a tutt’oggi non risulta formalmente soppressa, ma solo non più rinnovata (Raffaele Coppola, Notiziario Araldico).
Domenica 10 marzo 2024, 10.30
Cappella Magistrale e sede del Sacro Militare Ordine Costantiniano in Napoli
Chiesa di San Giuseppe dei Nudi
Napoli
Piccoli Esercizi Spirituali Pasqual
Il Cappellano Capo Fra’ Sergio Galdi d’Aragona, OFM, Commissario Generale di Terra Santa, Cappellano di Giustizia terrà una meditazione sulla Santa Pasqua. A seguire sarà celebrata la Santa Messa.
Vista la precedente numerosa partecipazione ai Piccoli Esercizi Spirituali Pasquali e la sentita accoglienza ed interesse che hanno incontrato le parole del Cappellano Capo, la Delegazione di Napoli e Campania ha ritenuto fare cosa utile e gradita ripetere questo incontro di carattere squisitamente spirituale e di alto valore formativo anche per quest’anno, con la speranza che possa diventare una consolidata e cara consuetudine.
Gravia
Il Consiglio e tutti i Cavalieri componenti la Delegazione di Napoli e Campania si stringono nel cordoglio per il ritorno alla casa del Padre di Don Gaetana Iaia, Cappellano de Jure Sanguinis. Verrà celebrata nella Pontificia Reale Basilica di San Giacomo degli Spagnoli una Santa Messa di suffragio dal Rettore Don Luigi Pecoraro.