Un piccolo gesto, un grande futuro di bellezza e speranza

Una rappresentanza della Sezione per l’Alto Ionio Cosentino della Delegazione della Calabria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha promosso nei giorni scorsi un gesto di condivisione e di speranza, effettuando al Centro di prima accoglienza e ascolto “Padre Lazzaro Longobardi” a Sibari, gestita dalla Caritas della Diocesi di Cassano all’Jonio presieduta dal Vescovo Francesco Savino, una donazione di lenzuola, asciugamani, teli doccia e biancheria. La consegna dei materiali è avvenuta a seguito dei contatti tra il Referente per l'Alto Ionio Cosentino Dott. Antonio Coiro, Cavaliere di Ufficio, e il Vicario per la carità e Direttore della Caritas diocesana della Diocesi di Cassano all’Jonio, Don Mario Marino. I beni donati saranno utilizzati per contribuire alle esigenze della Casa diocesana che persegue la missione dell’ospitalità. Don Marino ha espresso parole di gratitudine e riconoscenza all’Ordine Costantiniano per il sostegno ricevuto. La carità autentica non ha bisogno di clamore, ma di mani che si tendono e cuori che ascoltano.
Donazione

Alla consegna dei beni presso il Centro diocesano a Sibari, avvenuta giovedì 17 luglio 2025, oltre al Referente per l’Alto Ionio Cosentino erano presenti Dott. Salvatore Senatore, Cavaliere di Ufficio, e Giovanni Battista Rindelli, Postulante, accolti dal Direttore, dalla Responsabile dell’Area Segreteria e dalla Responsabile dell’Area Centro d’ascolto-Lotta alle povertà della Caritas diocesana [QUI] Don Mario Marino, Elena Garofalo e Mariella Arcidiacono.

Il Dott. Antonio Coiro ha affermato: «Abbiamo voluto portare un segnale concreto di vicinanza. Un gesto che dice: ci siamo, non siete soli. In ogni bene donato c’era il valore della comunità che si fa famiglia, e della fede che diventa azione».

Una raccolta nata nel silenzio, cresciuta con l’amore, che oltre al Referente per l’Alto Ionio Cosentino ha visto come protagonisti il Cavaliere di Merito Maurizio Barbato; i Cavalieri di Ufficio Dott. Salvatore Senatore, Dott. Massimo Turtora, Dott. Amerigo Mariano De Angelis e Dott. Cataldo Papparella; la Dama di Ufficio Dott.ssa Franca Spataro; e i Postulanti Giovanni Battista Rindelli, Dott.ssa Sabrina Spataro, Dott. Antonio la Banca, Dott. Felice Amendola e Avv. Leonardo Lucente. Nessuna grande campagna, nessuna vetrina. Solo il desiderio autentico di essere vicini a chi, ogni giorno, affronta il peso della vita con coraggio ma senza mezzi. La vera solidarietà è quella che ascolta senza giudicare, che si fa accanto senza chiedere nulla in cambio.

Il Delegato ad interim per la Calabria, S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Balì Gran Croce di Giustizia, Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare della Real Commissione per l’Italia dell’Ordine Costantiniano, esprimendo parole di gratitudine al Referente della Sezione e ai Cavalieri, la Dame e i Postulanti per l’impegno profuso nell’attività benefica svolta, ha dichiarato: «Queste attività di solidarietà, svolte con impegno, dedizione e capillarmente nella nostra regione, sono la spina dorsale del nostro Ordine».

Sibari

Sìbari è una frazione del comune di Cassano all’Ionio, in provincia di Cosenza. Fu una delle più importanti Città della Magna Grecia sul Mar Ionio, affacciata sul Golfo di Taranto, tra i fiumi Crati (Crathis) e Coscile (Sybaris), riuniti a circa 5 km dal mare ma con foci indipendenti. La cittadella si basa su un’economia prevalentemente turistica.

Un luogo per seminare bellezza e speranza

La scelta della Caritas diocesana, sostenuta dal Vescovo di Cassano all’Jonio, S.E.R. Mons. Francesco Savino, di aprire nel Centro di prima accoglienza e ascolto “Padre Lazzaro Longobardi” di Sibari un dormitorio, munita di 10 posti letto, di un servizio colazione e di un servizio doccia, è nata dopo un’attenta e scrupolosa lettura dei bisogni che affliggono, in maniera sempre più marcata, il territorio. Una struttura che possa rispondere concretamente al richiamo di coloro che si misurano ogni giorno con la fatica di non riuscire a restituire dignità alla propria vita, di coloro che, sotto il peso della precarietà e dell’incertezza, sono costretti a vivere per strada e a rinunciare alle pareti di una casa, calde e rassicuranti.

In questa zona della Sibaritide, ha affermato il Vescovo Savino all’inaugurazione di sabato 15 giugno 2024, «assistiamo ad un aumento vertiginoso dell’usura, all’espansione del controllo da parte del potere malavitoso, di chi vuole servirsi del territorio, piuttosto che servirlo. Con quest’opera segno, quindi, desideriamo porre un gesto di speranza e di prossimità». Ai poveri, agli ultimi «va data la parte migliore, ai poveri bisogna dare la bellezza». Queste parole di Mons. Savino, rivolte ai presenti, la mattina del 15 giugno 2024, esortano a percepire l’importanza di un impegno e di un lavoro costante da parte di tutti, affinché la logica comunitaria possa prevalere sulla tentazione di cedere a forme di individualismo, affinché il bene comune possa scuotere il dovere di corresponsabilità, oggi sempre più soffocato dall’autoreferenzialità e da un narcisismo patologico. «Noi dobbiamo essere una comunità, la comunità dei beni comuni, perché solo i beni comuni attivano processi di cambiamento». Aprire un’opera segno, ha continuato «significa organizzare la speranza, perché se la speranza non la organizzi, diventa soltanto un’illusione e genera sempre più frustrazione e amarezza. Noi dobbiamo essere capaci di conversare con la Parola e capire cosa lo Spirito ci suggerisce».

La struttura, a disposizione dei 22 comuni della diocesi, è gestita e organizzata dalla Caritas diocesana che lavora instancabilmente per fronteggiare, come ha sottolineato il Direttore Don Mario Marino, le difficoltà e le criticità originate da una povertà sempre più dilagante. La decisione di intitolare la struttura a Padre Lazzaro Longobardi, ucciso a Sibari nel 2014, inoltre, esprime la volontà di stabilire una continuità duratura con la memoria di un uomo che, scegliendo di non lasciarsi sopraffare dall’indifferenza e dalla paura, non ha esitato e ha dedicato la sua vita agli ultimi, agli emarginati e a tutti coloro che bussavano alla sua porta, certi di trovarvi riparo e conforto. Fare memoria offre l’opportunità di interrogarsi, di fare discernimento e di arricchire di una maggiore convinzione e consapevolezza le scelte presenti.

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