Domenica 10 settembre 2023, alle ore 11.30 nella chiesa della Santissima Trinità in Viterbo, il parroco Padre Giuseppe Cacciotti, O.S.A, ha celebrato la solenne Santa Messa in memoria di San Nicola da Tolentino, il taumaturgo agostiniano al quale viene attribuita una speciale intercessione in favore delle anime del Purgatorio.

Il singolare carisma del grande santo agostiniano è interpretato egregiamente dal pittore viterbese Giovan Francesco Bonifazi (XVII secolo) nella grande tela San Nicola e le Anime purganti, che si può ammirarenel transetto sinistro della chiesa della Santissima Trinità.

In ossequio all’antica tradizione, al termine del Sacro Rito sono stati distribuiti a cura dei Padri Agostiniani i “panini miracolosi di San Nicola”. I panini benedetti sono confezionati con farina di grano ed acqua, senza lievito, cotti al forno. Sono un segno sacramentale della Chiesa, come lo è per esempio l’acqua santa, ed operano grazie nella nostra vita in misura della fede nel Signore. Celebri sin dal medioevo, sono legati ad un episodio della sua vita. San Nicola, gravemente malato, ottenne la grazia della guarigione per intervento della Vergine Maria, che, apparsa in visione, gli aveva assicurato: «Chiedi in carità, in nome di mio Figlio, un pane. Quando lo avrai ricevuto, tu lo mangerai dopo averlo intinto nell’acqua, e grazie alla mia intercessione riacquisterai la salute». Il santo non esitò a mangiare il pane ricevuto in carità da una donna di Tolentino, riacquistando così la salute. Da quel giorno San Nicola prese a distribuire il pane benedetto ai malati che visitava, esortandoli a confidare nella protezione della Vergine Maria per ottenere la guarigione dalla malattia e la liberazione dal peccato.

Il servizio d’onore è stato prestato dai Cavalieri della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Nicola nacque nel 1245 a Sant’Angelo in Pontano, vicino Fermo. La leggenda della sua vita, rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di San Nicola di Mira per ottenere la grazia di un figlio. Ritornati a Sant’Angelo ebbero il figlio desiderato e, ritenendo di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola.
Il giovane si distinse subito per viva intelligenza ed impegno nello studio. Ascoltando, un giorno, la predica di un frate agostiniano sulla frase latina Nolite diligere mundum, nec ea quae sunt in mundo, quia mundus transit et concupiscenzia ejus (Non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza), avvertì la chiamata alla vita religiosa. Chiese allora di essere ammesso nell’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino ed i suoi genitori acconsentirono con gioia. Fece i voti solenni a meno di diciannove anni e nel 1269 fu ordinato sacerdote.

Dopo la sua ordinazione, predicò soprattutto a Tolentino, dove fu trasferito intorno al 1275. Nel convento di Sant’Agostino della cittadina marchigiana è rimasto fino alla morte, avvenuta nel 1305. Trascorse gli ultimi 30 anni della sua vita, predicando quasi ogni giorno. Dagli agiografi vengono soprattutto evidenziate la mitezza, la semplicità e la scrupolosa osservanza dei voti religiosi.
Il processo di canonizzazione di Nicola iniziò nel 1325 sotto Papa Giovanni XXII, ma si concluse soltanto nel 1446 sotto Papa Eugenio IV. Tuttavia, già fin dalla metà del ‘300 veniva già raffigurato con l’aureola, come nel cappellone della Basilica di Tolentino. Bonifacio IX concesse con la Bolla Splendor paternae gloriae del 1º gennaio 1390 l’indulgenza plenaria a chi visitasse la tomba di Nicola, com’è riportato dalle cronache di Gaetano Moroni.

È considerato un Santo mariano poiché sostenne di aver avuto il 10 dicembre del 1294 la visione degli angeli che trasportavano la Santa Casa di Loreto nella città marchigiana.
La sua protezione è invocata dai devoti in particolare per le anime del Purgatorio. San Nicola fu anche un famoso esorcista, uno dei pannelli della sua vita affrescati nel Cappellone di Tolentino lo mostra proprio nell’atto di liberare una donna posseduta dal demonio; questa sua facoltà rimase integra anche dopo la sua morte visto che numerosi ex voto lo indicano come guaritore di indemoniati.
Il suo corpo, dopo il fortunato ritrovamento nel 1926, è esposto alla venerazione dei fedeli nella cripta sotterranea, edificata nel 1932, esattamente sotto il pavimento del Cappellone della Basilica di Tolentino.