Podcast 2-16 – 30 ottobre 2024 – A proposito della Vigilia di Ognissanti. “Omnia munda mundis” (Lettera a Tito 1,15)
La parola Halloween, in uso dal XVIII secolo, è di origine anglosassone Cristiana e significa, alla lettera, “sera dei Santi”. Festeggiamenti o celebrazioni alla vigilia di Ognissanti, fonderebbero radici nelle credenze e nelle pratiche del Cristianesimo antico. I tre giorni, Triduo, della Vigilia, Ognissanti e Morti sono collettivamente noti come Allhallowtide e costituiscono un tempo da dedicare ai Santi e alle preghiere per le anime che devono ancora raggiungere il Paradiso.
Per lo storico accademico Robert Davis la festa di Ognissanti può essere a sua volta fatta risalire al culto Cristiano dei martiri. Già nella Chiesa primitiva le principali solennità prevedevano delle veglie durante la notte antecedente; situazioni analoghe sono documentate anche per le feste dei martiri. Commemorazioni per le vittime delle persecuzioni erano tenute da diverse Chiese in varie date, per lo più in primavera, la stagione della rinascita.
Le prime tracce di una vera celebrazione dei martiri sono individuabili ad Antiochia di Siria, ove si teneva la domenica dopo la Pentecoste; tale usanza, è testimoniata già nel IV secolo, dalla settantaquattresima omelia di San Giovanni Crisostomo. In altre parti dell’Impero Romano, dal IV secolo, era consuetudine celebrare una festa in onore di tutti i martiri il 13 maggio, e proprio il 13 maggio del 609 Papa Bonifacio IV (550-615) dedicò il Pantheon di Roma, concessogli dall’Imperatore Foca, alla Vergine Maria ed a tutti i martiri. La data iniziale aveva un corrispettivo nel calendario pagano romano, e coincideva con il giorno dei Lemuralia, un’antica festa romana dei morti. I Cristiani infatti mantennero inizialmente le usanze funerarie pagane, ove non in contrasto con la propria fede.
Fin dal IV secolo, dunque, i Cristiani commemoravano i propri martiri, e nel VIII secolo Papa Gregorio III (731-741) fondò, forse il 1° novembre 731, un oratorio nella basilica costantiniana di San Pietro in Vaticano in onore del Salvatore, della Madre di Dio, di tutti i martiri e i confessori, ed istituì un ufficio liturgico perpetuo inizialmente applicato soltanto alla Città di Roma. Il Pontefice sicuramente non si rifece a festività pagane dedicate ad una presunta e mai dimostrata divinità celtica, Samhain, come narra una incerta tradizione popolare.
Infatti, già nel VII secolo la Chiesa Cattolica era diffusa in gran parte d’Europa e i Celti erano stati convertiti da tempo. La maggioranza di ciò che si sa su Samhain proviene in realtà da saghe irlandesi scritte tra il IX e il XII secolo, centinaia d’anni dopo la Cristianizzazione delle tradizioni celtiche che, probabilmente, riflettevano le pratiche pre-Cristiane originarie. Comunque, diversi studiosi hanno sottolineato come né Samhain e né Halloween fossero dedicati a nessun dio della morte, ipotesi invece sostenuta da una propaganda protestante abbracciata in seguito anche da diversi Cattolici. Secondo alcuni studiosi, attorno l’800 le chiese dell’Irlanda e della Northumbria commemoravano Tutti i Santi il 1º novembre.
Nell’835, questa divenne la data ufficiale della celebrazione nell’Impero franco tramite un decreto di Ludovico il Pio, sotto il papato di Gregorio IV cui è spesso attribuita l’istituzione della festa e il giorno di celebrazione. Alcuni studiosi hanno rintracciato nella data un’influenza delle antiche pratiche celtiche o germaniche che probabilmente commemoravano i morti all’inizio della stagione invernale come il momento più adatto per celebrare i defunti, vedendo il periodo come un momento di metaforica morte della natura.
Comunque, l’idea di un giorno dedicato non ai martiri, ma alla memoria di tutti i defunti è ritenuta estranea alla Chiesa primitiva. Il primo caso noto si ebbe con Isidoro di Siviglia (560-636) mentre, all’inizio del XI secolo, l’Abate del Monastero di Fulda, Eigil, dispose una memoria di tutti i defunti per il 17 dicembre e nel 998 l’Abate Odilone di Cluny celebrava la ricorrenza il 2 novembre. Attraverso i cluniacensi la festa si sarebbe diffusa rapidamente, e nel XIII secolo sarebbe giunta a Roma. Anche l’aggiunta della commemorazione dei Morti, il 2 novembre, dopo Ognissanti è stata talvolta interpretata come una deliberata sostituzione delle antiche festività celtiche.
Il Triduo di Halloween, Ognissanti e Defunti diventò dunque parte della religiosità Cattolica, ed è stata descritta dall’accademico Ralph Linton come “una delle più solenni festività della Chiesa”. Alla fine del XII secolo le ricorrenze di Ognissanti e dei Defunti diventarono feste di precetto e comportavano diverse tradizioni, fra le quali quella di suonare le campane delle chiese per le anime del Purgatorio. Era anche consuetudine che banditori, vestiti di nero, sfilassero per le strade, agitando una campana dal suono luttuoso e invitando tutti i buoni Cristiani a ricordare le anime dei defunti.
La consuetudine nel Triduo di Allhallowtide di cucinare e condividere soul cakes, o “torte dell’anima”, per tutte le anime battezzate, che risalirebbe almeno al XV secolo, potrebbe essere all’origine dell’usanza del “dolcetto o scherzetto?” che perdura anche adesso. Gruppi di poveri, spesso bambini, andavano di porta in porta durante i tre giorni di festività, raccogliendo soul cakes in cambio di preghiere per i morti, specialmente le anime degli amici e dei parenti dei donatori. Tale usanza divenne nota in inglese come souling. Una tradizione inglese voleva che per ogni torta consumata ci sarebbe stata un’anima liberata dai tormenti del Purgatorio. Durante il souling i bambini portavano lanterne fatte di rape o zucche scavate, che potrebbero aver originariamente rappresentato le anime dei morti. Nelle notti del Triduo, durante il XIX secolo, si accendevano nelle case delle candele, chiamate “luci delle anime”, per guidare le anime a visitare le loro abitazioni terrene o nei cimiteri in cui venivano anche fatte libagioni per le anime che tornavano nel mondo solo in quei giorni speciali. Alla credenza che anime dei defunti vagassero sulla terra fino al giorno di Ognissanti, la cui Vigilia forniva un’ultima possibilità ai morti di vendicarsi dei loro nemici prima di passare all’altro mondo, è stata collegata l’usanza antica di travestirsi al fine di evitare di essere riconosciuti da quegli spiriti inquieti.
Molti Cristiani dell’Europa continentale, specialmente in Francia, credevano che una volta all’anno, a Halloween, i morti si alzassero dalle loro tombe per un selvaggio rituale, la dance macabre, spesso raffigurato nelle decorazioni delle chiese del Medioevo per esortare i credenti a non dimenticare la caducità di tutte le cose terrene. La danse macabre era talvolta messa in scena in occasione di feste di paese e mascherate di corte, con persone che si vestivano come cadaveri di vari strati della società, e questa potrebbe essere collegata l’origine delle feste in costume di Halloween.
In Gran Bretagna tutte le usanze di Halloween associate alla dottrina Cattolica, vennero attaccate durante la Riforma protestante, considerando il Purgatorio una dottrina “papista” incompatibile con quella calvinista della predestinazione, anche se All Hallow’s Day continuò a essere riconosciuto nel calendario liturgico inglese per commemorare Tutti i Santi. Dopo il 1605 in Inghilterra Allhallowtide venne eclissato dalla Guy Fawkes Night, una celebrazione anti-Cattolica tenuta il 5 novembre, che si appropriò di alcune delle precedenti usanze.
Gli almanacchi della fine del XVIII e dell’inizio del XIX secolo suggeriscono che, a quell’epoca, Halloween non fosse ancora ampiamente celebrato in Nord America. Fu solo dopo l’immigrazione di massa irlandese e scozzese nel XIX secolo che divenne una festa importante in quel Paese e, attraverso l’influenza americana, in seguito le tradizioni si diffusero in molti altri Paesi alla fine del XX e all’inizio del XXI secolo. Prima della Seconda Guerra Mondiale era concepito come una festività domestica, da tenere a casa e con un numero ristretto di persone, ma con il tempo sempre più persone di diverse estrazioni sociali si sono appropriate della celebrazione. soprattutto, purtroppo, in termini civili, folklorici, ludici e squallidamente consumistici.
I legami fra Halloween e satanismo, mai dimostrati, sono stati ricondotti alla campagna di Jack Chick (1924-2016), editore fondamentalista protestante apocalittico, che riteneva eretica ogni Bibbia successiva a quella detta di re Giacomo del 1611, convinto che il Cattolicesimo nasconda idolatrie pagane, ed agli speculari estremismi di “Cattolici” non Cristiani, imbevuti di oscurantismo medievale.
In tempi recenti, all’interno del Cattolicesimo Halloween è diventata centro di polemiche. Vatican News, ad esempio, ha difeso la festa e il diritto dei Cattolici di celebrarla, criticando l’opinione diffusa che sia di origine pagana e ribadendo le sue radici Cattoliche. Marcel Brown dell’Istituto Alcuino per la Cultura Cattolica l’ha descritta come “una di quelle ricorrenze del calendario Cattolico che si celebra alla vigilia di una grande solennità”. The Catholic Company ha sottolineato come, al contrario di quanto comunemente creduto, la festa sia stata istituita nell’Europa Cattolica, a Roma, e non in America, dicendo: “Halloween è una festa Cattolica. Non ha origini nel paganesimo, in Samhain, in feste druidiche, nell’occulto o nel satanismo. Questo malinteso è frutto di una propaganda anti-Cattolica relativamente nuova, che affonda le sue radici nella Riforma protestante. Non ha alcuna base storica”.
Ufficialmente la Chiesa Cattolica non ha posizioni specifiche sulla festività. In merito si sono pronunciate diverse figure della Chiesa, sia con critiche, sia in difesa della ricorrenza. Nel giorno di Ognissanti 2020, Papa Francesco ha tenuto un discorso in cui ha invitato i Cattolici a pregare e visitare i cimiteri “in questi giorni, in cui, purtroppo, circolano anche messaggi di cultura negativa sulla morte e sui morti”, commento interpretato come un’implicita allusione a Halloween. Padre Gabriele Amorth, presbitero ed esorcista della Diocesi di Roma, certo non tacciabile di “modernismo”, ha affermato: “Se ai bambini inglesi e americani piace vestirsi da streghe e da diavoli una notte l’anno non c’è nulla di male. Se è solo un gioco non c’è nulla di cui preoccuparsi”. Anche altri studiosi, fedeli e esponenti del clero hanno ribadito le origini Cattoliche della celebrazione. Don Antonio Rizzolo di Famiglia Cristiana ha similmente difeso la festività, pur criticando la versione moderna della ricorrenza, descritta come “consumistica, importata nella forma attuale dagli Stati Uniti”, egli ha riconosciuto l’origine Cristiana e Cattolica della festività. Anche Don Andrea Lonardo, allora Direttore dell’Ufficio Catechistico, ora Direttore del Servizio per la Cultura e l’Università della Diocesi di Roma, ha criticato i festeggiamenti pagani e moderni di Halloween, ma ha ribadito la Cattolicità della ricorrenza, in sé non pagana.
Nel frastuono cacofonico di feste consumistiche, frivole, in un clima di rinnovato “panem et circenses”, in cui la regressione infantile ha fatto perdere tutti i riferimenti originari, noi Cristiani siamo, ancora una volta, chiamati a fare veramente santa memoria di quanti ci hanno preceduto nel segno della Fede e dormono il sonno della pace, Santi tra i Santi di Dio.
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Foto di copertina: Fra’ Cristoforo, illustrazione tratta dall’edizione del 1840 de ”I promessi sposi”, di Francesco Gonin.
Il modo di dire “tutto è puro per i puri” deriva da un celebre motto latino “Omnia munda mundis” che, detto in maniera più estesa, vuol dire che all’anima pura, tutto risulta puro. Con ciò s’intende sottolineare che chi agisce con innocenza, lealtà e secondo una retta coscienza non vede il male neppure quando certe situazioni danno questa impressione. Chi è puro non concepisce il male e non riesce ad accorgersi delle azioni maligne degli altri. L’espressione venne usata da San Paolo: “Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla è puro; sono contaminate la loro mente e la loro coscienza” (Tito 1,15).
Anche Alessandro Manzoni, nell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi, si serve di questo detto. “Omnia munda mundis!” esclamò Fra’ Cristoro, riprendendo le parole di San Paolo, cioè “tutto è puro per i puri”, come si traduce abitualmente quella strana frase con la quale Fra’ Cristoforo si volta tutt’a un tratto a Fra’ Fazio, il portinaio del convento di Pescarenico, che si scandalizza per quegli ospiti inaspettati tarda notte, tra i quali anche due donne, dimenticando che questo non intendeva il latino. Ma una tale dimenticanza fu appunto quella che fece l’effetto. Se Fra’ Cristoforo si fosse messo a questionare con ragioni, a Fra’ Fazio non sarebbero mancate altre ragioni da opporre. E sa il cielo quando e come la cosa sarebbe finita. Ma, al sentir quelle parole gravide d’un senso misterioso, e proferite così risolutamente, gli parve che in quelle dovesse contenersi la soluzione di tutti i suoi dubbi. Fra’ Fazio s’acquietò, e disse: “Basta! Lei ne sa più di me”. “Fidatevi pure”, rispose Fra’ Cristoforo.