Auguri per le festività natalizie del Cappellano Capo per il Nord Italia della Real Commissione per l’Italia

Riportiamo di seguito la Nota augurale di pace in occasione del Santo Natale 2024 del Cappellano Capo per il Nord Italia della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Don Fabio Fantoni, Cappellano Gran Croce de Jure Sanguinis, in cui riflette sul fatto che “aprire una porta può sembrare un gesto scontato e quasi banale, chissà quante volte ripetuto”, ricordando che “in questo Santo Natale sarà aperta la Porta Santa del Giubileo: si spalancherà per mostrarci ancora una volta l'immenso mistero di Dio che tra noi è nato, è cresciuto, ha ricevuto affetto, ha lavorato, ha conosciuto il dolore ed è morto, e pure ora vive glorioso”. Conclude: “Entriamo anche noi nel suo mistero compiuto con maggiore consapevolezza. Questi gesti quotidiani e semplici della vita che si apre dietro a una serratura possano permetterci - se vissuto nella speranza cristiana - di godere sempre dell'infinita Misericordia del nostro Dio”.
Natività

Carissimi Cavalieri, Dame e Postulanti.

Questa mia breve riflessione ci raggiunge prima delle feste natalizie come augurio di pace.
Aprire una porta può sembrare un gesto scontato e quasi banale, chissà quante volte ripetuto! Aprire la porta del proprio luogo di lavoro ci introduce non soltanto in un ambiente fisico, ma ci conduce consapevoli verso circostanze e situazioni fatte di fatiche, ritmi non dettato da noi, persone che ci aiutano ma che anche possono ostacolarci. Quante le frustrazioni o le soddisfazioni si affollano dietro a una porta che noi chiamiamo posto di lavoro.
Aprire la porta per incontrare parenti, amici o luoghi famigliari ci spinge verso ricordi, attimi di spensieratezza o dolori da condividere come quando un lutto o una sofferenza sopraggiungono.
Senza la porta di qualcuno che ci avvicina e separa dagli altri Quali occasioni avremmo di misurarci e attivarci per confermarci (o smentirci) come gli uomini e donne che vogliamo essere?
Anche aprire la porta di casa nostra ci riporta alla più schietta verità: di quel qualcuno che ci aspetta o che ci manca… Amore, comprensione e rabbia, litigi e silenzi: elementi che ti riempiono il cuore di gioia ma possono portare a forti delusioni. Eppure tutto questo lo chiamiamo “casa”.
In questo Santo Natale sarà aperta la Porta Santa del Giubileo: si spalancherà per mostrarci ancora una volta l’immenso mistero di Dio che tra noi è nato, è cresciuto, ha ricevuto affetto, ha lavorato, ha conosciuto il dolore ed è morto, e pure ora vive glorioso.
Entriamo anche noi nel suo mistero compiuto con maggiore consapevolezza. Questi gesti quotidiani e semplici della vita che si apre dietro a una serratura possano permetterci – se vissuto nella speranza cristiana – di godere sempre dell’infinita Misericordia del nostro Dio.


Buon Natale 2024

Don Fabio Fantoni


Venti domande e risposte sul Giubileo Ordinario 2025, sul Pellegrinaggio Costantiniano Internazionale e sul solenne Pontificale in onore di San Giorgio Martire, nell’Anno Santo 2025 per i Cavalieri, le Dame, i Postulanti e gli Amici del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Foto di copertina: è tempo di Natale e di presepi. Vale la pena ricordare quanto la rappresentazione della Natività sia ricca di significati, non solo dottrinali. È folklore, ricordi personali, emozione, gusto estetico, insieme di simboli legati alla rinascita. È arte.
La cultura del presepe è di matrice francescana: a San Francesco d’Assisi si attribuisce la scelta di allestire a Greccio, la notte del 24 dicembre 1223, la sacra rappresentazione della Natività. Domenicani e Gesuiti l’avrebbero poi affermata. Tra il Duecento e il Cinquecento, si verificò pertanto una fioritura di opere d’arte a tema natalizio. Com’è noto, esse erano il mezzo per istruire una popolazione perlopiù analfabeta. Le scelte iconografiche avevano dunque motivazioni teologiche. Ciò non significa che le raffigurazioni della Natività seguano pedissequamente i Vangeli canonici. Le fonti letterarie sono plurime. Includono: la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze (1228/9–1298), raccolta di episodi sulla vita di Cristo e dei santi; il Protovangelo di Giacomo (140/170), sulla vita di Maria e dei suoi genitori; il Vangelo dell’infanzia di Tommaso (metà II sec.) e quello dello Pseudo Matteo (VIII-IX sec.), basato sui due precedenti. Quest’ultimo, per esempio, descrive la grotta luminosa che fa da sfondo alla nascita di Cristo in tante rappresentazioni, come questa Natività di Gentile da Fabriano (1423), custodita nella Galleria degli Uffizi, a Firenze.
La Natività è ambientata di notte, nella stessa ambientazione della pala centrale: a sinistra si scorge infatti lo stesso edificio rosato, dove le due ancelle di Maria riposano sotto un arco: una dorme con la testa girata verso il fondo, l’altra è sveglia e sbircia la scena centrale, in cui il Bambino appena nato emette un bagliore di santità che rischiara tutto: Maria inginocchiata in adorazione, il bue e l’asinello a semicerchio e san Giuseppe che, come da schema tradizionale, è addormentato e un po’ in disparte, a sottolineare il suo ruolo di semplice protettore di Maria e Gesù, senza una parte attiva nella nascita. Di grande sensibilità luministica è l’illuminazione dal basso del tettuccio davanti alla porta dell’edificio e della caverna, o delle ombre che coprono solo metà del tetto sotto il quale le ancelle sono riparate. Un’analoga sensibilità rischiara solo alcuni dei rametti dell’alberello a cui è appoggiato Giuseppe. Sullo sfondo a destra un’altra apparizione luminosa, in questo caso angelica, domina l’episodio dell’annuncio ai pastori; il resto del brullo paesaggio montuoso è in ombra, sotto un cielo stellato che mostra una precoce sensibilità atmosferica, nel chiarore che inizia ad emergere vicino all’orizzonte. In alto a sinistra si scorge anche uno spicchio di luna.

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