Facendo parte del Regno di Danimarca, le relazioni estere della Groenlandia sono gestite in cooperazione con il governo danese e il governo groenlandese. A differenza della Danimarca, la Groenlandia non fa più parte dell’Unione Europea e ha lo status in Territorio Speciale dell’Unione Europea (un territorio dipendente che ha una relazione speciale con uno stato membro dell’Unione Europea). La Groenlandia rimane un membro del Consiglio d’Europa e della NATO.
Nell’agosto del 2019 il Presidente Statunitense Trump ha espresso interesse per l’acquisto della Groenlandia da parte degli Stati Uniti d’America. Il Ministro di Stato danese Mette Frederiksen ha definito tale richiesta assurda, rispondendo che il territorio non era in vendita e che la Groenlandia appartiene a sé stessa, non alla Danimarca. Gli USA tentarono di acquistare la Groenlandia già nel 1868 e nel 1946 ritentarono l’acquisto, offrendo 100 milioni di dollari.
A pochi giorni dalla vittoria alle elezioni statunitensi, il Presidente rieletto Donald Trump aveva rinnovato il suo interesse di annettere la Groenlandia agli Stati Uniti d’America come asset strategico per “ragioni di sicurezza nazionale” e sfruttamento delle sue risorse naturali, ma il Primo Ministro dell’isola Múte Bourup Egede ha risposto che il suo Paese “non è in vendita”, anche se è interessato a rafforzare i legami con Washington.
Secondo un sondaggio del gennaio 2025, l’84% dei Groenlandesi vorrebbe l’indipendenza dalla Danimarca (il 45% sarebbe a favore solo se non peggiorasse le proprie condizioni di vita), il 9% è contrario e solo un 6% vorrebbe l’annessione agli Stati Uniti.

Giusandrea Mochi Onory di Saluzzo è nato a Perugia il 28 settembre 1943. Laureato in Giurisprudenza il 12 luglio 1965 all’Università Cattolica di Milano. Diplomatico di carriera, è stato Ambasciatore a Copenhagen e prima ad Oslo e Reykjavik. È stato a Vienna, a Tunisi, a Monaco di Baviera. Al Quirinale per tutto il settennato del Presidente Sandro Pertini. Ha diretto l’Istituto Diplomatico, Responsabile per la formazione e l’aggiornamento dei funzionari diplomatici e del personale del Ministero degli Esteri. Nel multilaterale ha seguito i lavori delle Nazioni Unite a New York e della Conferenza MBFR Multilateral Balance Forces Redaction. È stato Responsabile per i problemi delle minoranze italiane all’estero e delle minoranze straniere in Italia. Libero docente in Diritto Internazionale, ha insegnato nelle Università di Milano, Genova, Gorizia Trieste e Monaco di Baviera. In pensione dal 1° ottobre 2010, è Presidente della Associazione Nazionale Diplomatici a riposo.
Ha dato alla stampa un volume di ricordi diplomatici dal titolo Diplomazia, ninfa gentile… Bagliori lontani di vita diplomatica (la Bussola 2023, 200 pagine – Amazon), in cui ripercorre gli oltre quaranta anni passati in carriera diplomatica. Ha scelto per il suo libro una narrazione che non segue un percorso temporale e presenta i suoi ricordi, come lui stesso scrive nella avvertenza iniziale, “sparsi nel tempo, ma non nelle emozioni”. È uno stile molto personale e piacevole da leggere, così ricco di personaggi e situazioni originali e talvolta inaspettate.
Sono ricordi di tutta una vita, ma non sono solo ricordi. Sono talvolta sentimenti, affetti, ironie, rimpianti, pensieri, sorrisi, presentati con un po’ di nostalgia e molto disincanto. Piccoli, volutamente non di grandi momenti, ma non per questo meno significativi. Si svolgono per oltre quarantatré anni, in Italia e nei vari paesi in cui egli ha servito e rappresentato il nostro Paese. Personaggi, eventi, incontri cui egli ha avuto modo di assistere e di conoscere. E che ci consegna, brillando lungo tutta quella curiosa avventura che è lo svolgersi della carriera diplomatica.
A poca distanza dal precedente, Giusandrea Mochi Onory ha pubblicato un secondo volume di memorie, dal titolo Ohi vita, ohi vita mia (la Bussola 2024, 156 pagine – Amazon). A differenza del primo volume, questa volta ripercorre alcuni aspetti più intimi e personali della propria vita. Lo fa con lo stesso stile garbato e non scevro di autoironia, che aveva piacevolmente caratterizzato il libro precedente.
Ohi vita, ohi vita mia, con il suo titolo così accattivante dell’antica canzone napoletana, presenta il racconto, fatto per episodi, per ricordi, per riflessioni e per nostalgie di un tempo andato, della vita dell’autore del libro. Il dipanarsi della vita è per ciascuno un fatto si pubblico, ma anche e, soprattutto, intimo, condivisibile solo in parte, porto qui, ora con ritegno, ora con affetto. È difficile guardarsi allo specchio, capire perché siamo e come siamo. Delle tante tessere di questo mosaico questo libro è composto, cercando, per quanto è possibile, di esprimere quello che esse hanno rappresentato, quanto hanno pesato nel multiforme percorso di uomini, di cose, di città e di funzioni, in Italia e all’estero, che è stata la vita di Giusandrea Mochi Onory.