


I Cavallieri Costantiniani hanno partecipato al solenne Pontificale presieduta alle ore 11.00 presso la cattedrale di San Francesco d’Assisi di Civitavecchia dal Vescovo di Macerata-Tolentino, Mons. Nazzareno Marconi, concelebranti il Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, Mons. Gianrico Ruzza, il Vescovo di Terni-Narni-Amelia, Mons. Francesco Antonio Soddu, e si sacerdoti della diocesi. “Il Vangelo annuncia giovinezza, perché porta parole di speranza per il mondo. Fermina, martire prima dei vent’anni, è la prova di questo”, ha detto Mons. Marconi nella sua omelia. Ricordando Papa Francesco e il Giubileo degli adolescenti che ha accompagnato il funerale del Romano Pontefice, Mons. Marconi ha ribadito che “il Vangelo è per i giovani perché annuncia sempre il mondo di domani, non quello di ieri. Il Vangelo propone e promette un mondo di giustizia, di amore e di pace che è sempre nel futuro”.


La Concelebrazione Eucaristica è stata preceduta, sul sagrato della cattedrale, dal rinnovo del gemellaggio tra le città di Amelia e Civitavecchia con la presenza dei due sindaci, l’offerta del tradizionale cero votivo alla Santa e la sfilata degli sbandieratori amerini.





Poi, alle ore 15.30 i Cavalieri Costantiniani hanno sfilato con gli altri Ordini Cavallereschi nella processione delle reliquie e della statua della Santa Patrona, dalla Cattedrale attraversando il centro storico fino al Porto, che ha concluso la festa patronale di Civitavecchia.

“Auguro a tutti che sia un giorno di festa. Penso che in questo momento, dal cielo, partecipi a questa celebrazione anche Papa Francesco: vedendo un popolo innamorato di una santa che ha testimoniato la fedeltà a Cristo, è contento che possiamo ritrovarci a pregare insieme, come ci invitava a fare in ogni occasione”. Con queste parole il Vescovo Gianrico Ruzza ha aperto la Processione.
All’ingresso del Porto ci sono state l’accensione di un cero devozionale da parte della staffetta podistica davanti alla statua di Santa Fermina e l’offerta di una corona ai caduti del mare da parte dei Vigili del Fuoco, al tradizionale suono delle sirene delle imbarcazioni presenti nel bacino portuale.
La processione, che ha e che si è svolta anche all’interno del Porto su delle imbarcazioni, si è conclusa con la benedizione della città e del mare dal sagrato della Cattedrale.

Le notizie che abbiamo di Fermina provengono dal suo Passio, che è un testo non anteriore al VI secolo. La sua storia inizia nel 272, con la nascita in una famiglia romana d’alto rango. Il padre, Calpurnio Pisone, era prefetto dell’Urbe. Si convertì al Cristianesimo all’età di 15 anni. Con impegno ed entusiasmo si consacrò all’apostolato, convertendo tantissime persone, sollecitata da una fede fervida e operosa. Dovette fuggire da Roma a causa delle persecuzioni dei Cristiani da parte degli Imperatori Diocleziano e Massimiano. Per questo motivo cercò di imbarcarsi sul Tevere da Ostia, per arrivare a Centumcellae (l’attuale Civitavecchia).
La legenda vuole che durante la traversata si ritrovò in una violenta tempesta che si scatenò sulle imbarcazioni. Con le sue preghiere a Dio, chiese di calmare le acque e di poter proseguire il suo viaggio fino alla terra ferma. Da lì a poco la tempesta si attenuò e i marinai che assistettero al miracolo la dichiararono subito santa e protettrice dei naviganti.
Arrivata a Centumcellae, Firmina si fermò all’interno di una grotta vicino alla costa e cominciò a diffondere la parola del Vangelo alla gente della città. I Cristiani, ormai numerosi in tutto l’Impero, erano perseguitati anche a Civitavecchia così che Firmina incominciò a soccorrere i confessori di Cristo deportati, condannati alla lavorazione delle pietre. Oggi, la grotta in cui visse Fermina si trova incorporata all’interno del Forte Michelangelo all’ingresso del Porto di Civitavecchia.
Fermina dopo la permanenza a Centumcellae, si rimise in viaggio e raggiunse la città di Amelia. Denunciata come Cristiana, fu arrestata e condotta davanti al giudice Megezio il quale, nemico acerrimo dei Cristiani, la sottopose a minacce e tormenti più spietati, che però non spezzarono il suo coraggioso rifiuto di rinnegare la fede Cristiana.

Quindi, Megezio la fece martirizzare da Olimpiade, che non riuscì a scalfire la sua fede, tanto che convertì quest’ultimo al Cristianesimo, dando poi la vita per la fede. Il martire fu seppellito in un suo fondo detto Agulianus a circa otto miglia da Amelia.

Dopo numerosi tormenti, appesa con i capelli alla colonna che la tradizione vuole che sia quella posta all’ingresso del Duomo, mentre veniva torturata con le fiamme, Fermina morì il 24 novembre 304, all’età di 32 anni, pregando il Signore per sé e per i suoi persecutori.
Il suo corpo venne seppellito segretamente dai Cristiani che abitavano ad Amelia. I suoi resti furono ritrovati successivamente nel 870 e deposti nella cattedrale.

Molti vedendola morire in quel modo si convertirono al Vangelo. Il suo corpo venne segretamente sepolti dai Cristiani con grande venerazione, fuori le mura di Amelia, e vi restarono occulti per circa sei secoli. Furono ritrovati nell’anno 870 e solennemente deposti nella cattedrale di Amelia.

Dopo oltre 17 secoli, Fermina è ancora un esempio di come amare il Signore, anche in mezzo ai sacrifici, ai problemi, alle difficoltà della vita. Le celebrazioni in suo onore, mostrano, ancora oggi, l’intensa devozione che la popolazione locale da secoli destina alla propria patrona.
Nel frattempo Centumcellae ricostruita dopo la distruzione dei Saraceni, cambio nome in Civitavecchia, ma non dimenticò mai quella giovane martire che trascorse del tempo in quella grotta sulla costa, tanto da proclamarla patrona della città e protettrice dei naviganti.
Proprio grazie a questo riconoscimento, il 28 aprile 1647 il Vescovo di Amelia donò alcune reliquie di Santa Fermina alla cattedrale di Civitavecchia. Fu così che da allora si festeggiò la Santa patrona dei naviganti il 28 aprile.
A Civitavecchia il cerimoniale che si tiene ogni anno per i festeggiamenti di Santa Fermina, è solenne. Si inizia dalla mattina con l’accensione del cero offerto dalla Città di Amelia e si continua con il corte storico che sfila per la città con costumi dell’epoca romana, dando vita insieme agli sbandieratori ad un vero e proprio insigne riconoscimento alla santa patrona.
Nel pomeriggio la statua della santa viene trasportata in spalla fino al Porto di Civitavecchia e fatta salire su un rimorchiatore, dove si dà il via alla benedizione in mare, in ricordo del miracolo compiuto da Santa Fermina, tra il suono delle sirene delle navi, dei pescherecci e delle numerose imbarcazioni che seguono il corteo.
Tra il corteo in festa, la statua e le reliquie di Santa Fermina percorrono l’interno del Porto di Civitavecchia, dove si form una piccola processione composta dalle imbarcazioni locali. Durante la traversata verrà lanciata in mare una corona d’alloro in onore e ricordo di tutti i naviganti caduti.
Santa Fermina è celebrata ogni anno il 28 aprile a Civitavecchia (provincia di Roma) e il 24 novembre ad Amelia (provincia di Terni) come Protettrice dei Naviganti e delle due Città.