In rappresentanza dei Cavalieri Costantiniani nel territorio crotonese, l’Avv. Federico Ferraro, Cavaliere di Merito e Antero Villaverde, Cavaliere di Ufficio, hanno consegnato il dono del pane simbolo di fratellanza e comunione per la Cena Solidale al Presidente del Comitato di Crotone della Croce Rossa Italiana, Sergio Monteleone. L’iniziativa, che è stata promossa da Aurelio Capogreco, Postulante, ha ricevuto il plauso del Delegato ad interim della Delegazione della Calabria, S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare: «Donare il pane, citato nei Vangeli, è gesto di vera fratellanza e unione, attraverso il pane, Cristo si è fatto carne viva, per donarci perdono e speranza di Vita Eterna. Non manchi mai il pane sulle tavole degli ultimi, cui vanno le nostre attenzioni di membri dell’Ordine Costantiniano, testimoni di Cristianità e di Fede».

Il pane è un simbolo biblico molto importante. Già nel mondo ebraico era il padrone di casa a spezzarlo dopo una preghiera e a distribuirlo ai commensali. Lo stesso fa Gesù, dando al pane spezzato nell’Ultima Cena un nuovo significato. Gesù non distribuisce solo pane, ma dona se stesso. Lo spezzare il pane, anche nel pasto quotidiano, ha un doppio significato: è un gesto di condivisione e di unione. «In virtù del pane condiviso la comunità a tavola diventa una: tutti mangiano dello stesso pane. La condivisione è un gesto di comunanza, di donazione, che rende partecipi della famiglia anche gli ospiti» (Papa Benedetto XVI). È mangiando dello stesso pane che diveniamo compagni = cumpanis. Questo legame è fondato su Gesù che «ha vinto il mondo e la sua permanente conflittualità, avendolo “pacificato con il sangue della sua croce” (Col 1,20)».

L’annuale Cena Solidale del Comitato di Crotone è un testimonial di tutto quello la Croce Rossa offre quotidianamente ai meno fortunati. È l’evento conclusivo dell’anno che sta per finire, con uno sguardo rivolto verso quanto fatto e nel contempo verso quanto ancora si vuole fare, con l’impegno quotidiano di essere ovunque per chiunque. Non lasciando nessuno solo, si scopre un’Umanità bella, fatta di uomini, donne e bambini, provata ma viva, che cerca la Vita nella luce di una grotta, tenue ma molto luminosa, e prova a scaldarsi al fuoco della Speranza.