Il piccolo santuario di Santa Maria di Capo Colonna nel territorio comunale della Città di Crotone, si affaccia direttamente sul Mar Ionio, lungo la Costa dei Saraceni, sul promontorio Lacinio. Le sue origini ascendono all’XI secolo, mentre le forme attuali risalgono alla fine del XIX secolo. È uno dei luoghi di culto in cui la pietà popolare nel corso dei secoli ha legato profonda devozione e appartenenza, tanto da renderlo tra i luoghi di venerazione maggiormente riconosciuti a livello nazionale.

Il santuario originalmente custodiva un’icona particolarmente venerata, probabilmente bizantina, risalente al X o all’XI secolo. Il dipinto, che si rifà all’iconografia di San Luca, secondo la tradizione sarebbe stato donato al santuario da San Dionigi l’Areopagita, un giudice ateniese che, dopo esser stato convertito al Cristianesimo da San Paolo, giunse a Crotone e ne divenne il primo vescovo. L’icona successivamente è stata trasferita nel duomo di Crotone da dove, in occasione della festa della Madonna di Capo Colonna, viene portata in processione fino al santuario. La sacra icona della Madonna di Capo Colonna è l’immagine più rappresentativa della Città di Crotone e il suo culto è ormai da secoli un simbolo per tutti i Crotonesi.
Festeggiare tutti i santi è guardare coloro che già posseggono l’eredità della gloria eterna. Quelli che hanno vissuto della loro grazia di figli adottivi, che hanno lasciato che la misericordia del Padre vivificasse ogni istante della loro vita, ogni fibra del loro cuore. I santi contemplano il volto di Dio e gioiscono appieno di questa visione. Sono i fratelli maggiori che la Chiesa ci propone come modelli perché, peccatori come ognuno di noi, tutti hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù, attraverso i loro desideri, le loro debolezze, le loro sofferenze, e anche le loro tristezze. Questa beatitudine che dà loro il condividere in questo momento la vita stessa della Santa Trinità è un frutto di sovrabbondanza che il sangue di Cristo ha loro acquistato. Nonostante le notti, attraverso le purificazioni costanti che l’amore esige per essere vero amore, e a volte al di là di ogni speranza umana, tutti hanno voluto lasciarsi bruciare dall’amore e scomparire affinché Gesù fosse progressivamente tutto in loro. È Maria, la Regina di tutti i Santi, che li ha instancabilmente riportati a questa via di povertà, è al suo seguito che essi hanno imparato a ricevere tutto come un dono gratuito del Figlio; è con lei che essi vivono attualmente, nascosti nel segreto del Padre.





Nella sua omelia, Don Bernardino Mongelluzzi, commentando lil brano del Vangelo proclamato (Mt 5,1-12 – Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli), ha evidenziato “che la giornata dedicata ai Santi non indica solo la morte, bensì una nuova vita in Cristo”. Inoltre, ha ricordato “il sacrificio dei tre Carabinieri immolatisi durante il servizio a difesa e tutela dei cittadini”.

La Preghiera dei Fedeli è stata letta da Marina Anna Antonella D’Onofrio, Vice Ispettrice delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana di Crotone.

Ha presenziato a questo significativo incontro di preghiera e di riflessione, una rappresentanza di Cavalieri e Dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, guidata dal Preside per Catanzaro e Crotone, Dott. Giancarmine Lagreca; il Vicepresidente della Provincia di Crotone, Dott. Fabio Manica; l’Assessore all’Ambiente del Comune di Crotone, Angela Maria De Renzo, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale; militi dell’Arma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco di Crotone; e membri del Corpo militare e volontari della Croce Rossa Italiana.

Al termine della Santa Messa – invitato da Don Bernardino Mongelluzzi a rivolgere un saluto ai presenti – il Referente per la Città di Crotone ad interim, il Dott. Domenico D’Auria, Segretario Generale della Delegazione della Calabria, ha portato il saluto del Delegato per la Calabria ad interim, S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Balì Gran Croce di Giustizia, Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare della Real Commissione per l’Italia, “il quale mi ha chiesto di manifestarvi la sua vicinanza nell’attesa di potervi salutare personalmente al più presto, lieto di questa solennità, occasione di incontro e fratellanza”. Proseguendo, il Dott. D’Auria ha ringraziato “i rappresentanti delle Istituzioni civili e militari presenti, e i Confratelli e le Consorelle dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che hanno preso parte a questo momento di preghiera e di testimonianza di confraterna condivisione”. Infine, il Dott. D’Auria ha ringraziato “per la affettuosa e calorosa accoglienza riservata ai Cavalieri, alle Dame e ai Postulanti della Sacra Milizia, sottolineando il valore simbolico delle Insegne del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio poste sul leggio e i banchi del Santuario, per volontà del Rettore del Santuario”.
A seguire, i Cavalieri Costantiniani si sono incontrati per un’agape fraterna, vivendo un ulteriore momento di fratellanza.
