
Il Sacro Rito è stato presieduto dal Padre Jozef Jurdak, O.S.A., che al termine ha rivolto alla Madonna Liberatrice una accorata preghiera per la pace del mondo, raccomandando a Lei anche l’anima di Padre Mario Mattei, O.S.A., ricorrendo il 5° anniversario del suo transito.

Al Padre Mattei, a motivo della vicinanza alla Sacra Milizia durante la sua missione pastorale nella Parrocchia della Santissima Trinità, era stata conferita dal Gran Maestro, su proposta del compianto Presidente della Real Commissione per l’Italia, Duca Don Diego de Vargas Machuca, la Medaglia di Benemerenza d’Argento.

Preghiera di Sua Santità Pio PP XII
Lunedì, 1° novembre 1954 nella Basilica di San Pietro, prima di procedere all’incoronazione della venerata immagine di Maria «Salus populi Romani», Papa Pio XII pronuncia un discorso “in onore di Maria Regina” [QUI], quindi la seguente preghiera.
Dal profondo di questa terra di lacrime, ove la umanità dolorante penosamente si trascina; tra i flutti di questo nostro mare perennemente agitato dai venti delle passioni; eleviamo gli occhi a voi, o Maria, Madre amatissima, per riconfortarci contemplando la vostra gloria, e per salutarvi Regina e Signora dei cieli e della terra, Regina e Signora nostra.
Questa vostra regalità vogliamo esaltare con legittimo orgoglio di figli e riconoscerla come dovuta alla somma eccellenza di tutto il vostro essere, o dolcissima e vera Madre di Colui, che è Re per diritto proprio, per eredità, per conquista.
Regnate, o Madre e Signora, mostrandoci il cammino della santità, dirigendoci e assistendoci, affinchè non ce ne allontaniamo giammai.
Come nell’alto del cielo Voi esercitate il vostro primato sopra le schiere degli Angeli, che vi acclamano loro Sovrana; sopra le legioni dei Santi, che si dilettano nella contemplazione della vostra fulgida bellezza; così regnate sopra l’intero genere umano, soprattutto aprendo i sentieri della fede a quanti ancora non conoscono il vostro Figlio. Regnate sulla Chiesa, che professa e festeggia il vostro soave dominio e a voi ricorre come a sicuro rifugio in mezzo alle calamità dei nostri tempi. Ma specialmente regnate su quella porzione della Chiesa, che è perseguitata ed oppressa, dandole la fortezza per sopportare le avversità, la costanza per non piegarsi sotto le ingiuste pressioni, la luce per non cadere nelle insidie nemiche, la fermezza per resistere agli attacchi palesi, e in ogni momento la incrollabile fedeltà al vostro Regno.
Regnate sulle intelligenze, affinchè cerchino soltanto il vero; sulle volontà, affinchè seguano solamente il bene; sui cuori, affinchè amino unicamente ciò che voi stessa amate.
Regnate sugl’individui e sulle famiglie, come sulle società e le nazioni; sulle assemblee dei potenti, sui consigli dei savi, come sulle semplici aspirazioni degli umili.
Regnate nelle vie e nelle piazze, nelle città e nei villaggi, nelle valli e nei monti, nell’aria, nella terra e nel mare; e accogliete la pia preghiera di quanti sanno che il vostro è regno di misericordia, ove ogni supplica trova ascolto, ogni dolore conforto, ogni sventura sollievo, ogni infermità salute, e dove, quasi al cenno delle vostre soavissime mani, dalla stessa morte risorge sorridente la vita.
Otteneteci che coloro, i quali ora in tutte le parti del mondo vi acclamano e vi riconoscono Regina e Signora, possano un giorno nel cielo fruire della pienezza del vostro Regno, nella visione del vostro Figlio, il quale col Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Così sia!
Pius PP. XII

La scena è tratta in maniera molto diversa rispetto alle più antiche Incoronazioni degli Uffizi (1432 circa) e del Louvre (1434-1435), poiché essa non avviene davanti a un folto gruppo di spettatori, ma è isolato, con sei santi che assistono ma non partecipano all’avvenimento. Lo stesso nimbo di luce bianca, divina, che circonda i sedili fatti di nuvola, isola il gruppo sacro e lo carica di un silenzioso misticismo. In questo caso la lettura del fatto evangelico è più essenziale e quindi più efficace, scevra da distrazioni decorative superflue e adeguata più che mai alle conquiste di Masaccio. La scena trasmette dopotutto un senso di immobilità, che lo sfondo piatto accentua isolando la figura principale e evitando qualunque distrazione che allontani la mente dai confini della scena. Questa nuova fase dell’arte dell’Angelico fu sicuramente influenzata dalla destinazione particolare degli ambienti, dove i monaci vivevano una vita fatta di contemplazione, preghiera e meditazione.
Come la vicina Trasfigurazione, anche questo affresco è dominato dalla luce che fa stagliare, bianco su bianco, le figure sacre. La Madonna si protende in avanti con le braccia incrociate in segno di umiltà ed accettazione (la stessa posa dell’Annunciazione della cella 3), mentre Cristo le porge la corona, decorata da perle e rubini. L’aspetto più semplice della corona rispetto ai precedenti su tavola è da mettere in relazione con la tecnica dell’affresco e con la generale semplificazione delle forme nel ciclo di San Marco, destinato alla meditazione spirituale dei frati. Gli abiti bianchi di Cristo e della Madonna sono trattati con sicurezza e compiutezza volumetrica, che li fanno assomigliare ai panneggi delle statue marmoree.
In basso i sei santi sono legati al monachesimo in generale e all’ordine domenicano nello specifico. Essi sono, da sinistra: Tommaso d’Aquino, Benedetto da Norcia, Domenico di Guzmán, Francesco d’Assisi, Pietro da Verona e Paolo di Tarso.
Le figure appaiono semplificate e alleggerite, la cromia tenue e spenta. In tali contesti la forte plasticità di forma e colore, derivata da Masaccio, crea per contrasto un senso di viva astrazione.
Approfondimento
Sulla festa della regalità di Maria riportiamo il riassunto di un intervento di Alfonso Langella in AA. VV., Donna, se’ tanto grande e tanto vali… Note sulla regalità di Maria e sul restauro della cappella dell’Immacolata nella Basilica di Santa Croce (A.C.M., Torre Del Greco 2004, pagine 16-26) [QUI].
Fu pubblicato in occasione della celebrazione della regalità di Maria nell’anno 2004, legata a due cinquantenari: uno, di ordine locale, era il cinquantesimo anniversario dell’incoronazione del simulacro dell’Immacolata a Torre del Greco nel 1954; l’altro, di carattere universale, si richiamava alla promulgazione, sempre in quello stesso anno, dell’enciclica Ad coeli Reginam, con la quale, a conclusione dell’Anno mariano che celebrava il Centenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione della Vergine, Papa Pio XII istituì la festa di Maria Regina, che fu assegnata al 31 maggio, al termine del mese mariano, e che con la riforma liturgica postconciliare del 1969 fu spostata al 22 agosto, nell’ottava della solennità dell’Assunzione.

1. Difficoltà moderne
La cultura attuale rifiuta il linguaggio regale. La teologia moderna preferisce Maria come donna semplice e vicina al popolo.
2. Tradizione della Chiesa
Fin dai Padri Maria è invocata come Regina.
Diffusione in Oriente e Occidente (Efrem, Gregorio, San Francesco, Dante).
3. Iconografia
Raffigurazioni fin dal II secolo con tratti regali.
Dal Concilio di Efeso Maria appare in trono e incoronata.
4. Liturgia e devozione
Preghiere: Salve Regina, Regina Coeli, Rosario.
Titoli nelle litanie: Regina degli angeli, della pace, della famiglia.
5. Motivazioni teologiche
Maria legata alla Trinità, madre del Re.
Associata all’opera redentrice e al sacrificio della croce.
6. Rapporto con la Chiesa
Maria è Regina perché serva e povera.
La sua regalità riflette quella di ogni battezzato: servire e vincere il peccato.
7. Dimensione escatologica
La regalità si compie con l’Assunzione.
Segno e promessa della sorte dei credenti.
8. Significato attuale
Maria non domina ma accompagna e intercede.
Invocata come Regina della pace, misericordia, vittorie, famiglia.

Il dipinto raffigura la Vergine Maria che viene incoronata da Cristo in cielo, circondata da angeli e santi.
Il dipinto è noto per le sue figure aggraziate e l’uso della foglia d’oro, riflettendo il passaggio dall’arte medievale a quella rinascimentale.
Il titolo di “Regina” attribuito a Maria può sembrare oggi distante, poiché la cultura contemporanea, segnata dal rifiuto delle monarchie e da una sensibilità più democratica, non ama il linguaggio regale, e la teologia preferisce sottolineare la semplicità e vicinanza della Vergine al popolo di Dio. Tuttavia, la tradizione Cristiana ha sempre riconosciuto in Maria una regalità particolare, legata al suo rapporto unico con Cristo e con la Trinità.
Fin dai Padri della Chiesa, sia in Oriente che in Occidente, Maria è stata invocata come Regina, madre del Re dei Re, e tale titolo ha trovato ampia espressione nella letteratura, nell’iconografia e nella liturgia. Dall’arte delle catacombe fino al medioevo e oltre, la Vergine viene rappresentata in trono, incoronata o vestita da imperatrice, segno della sua dignità unica. Anche la preghiera cristiana, con antifone come Salve Regina e Regina Coeli, ha custodito e trasmesso questa tradizione.
I motivi teologici della sua regalità si radicano nell’intimo legame con la Trinità: Maria è madre del Figlio di Dio, associata all’opera redentrice di Cristo e sostenuta dallo Spirito. Se Gesù è Re per natura e per missione, Maria è Regina per partecipazione, sia nella maternità divina, sia nell’unione al sacrificio della croce. Inoltre, la sua regalità rispecchia la missione regale della Chiesa e di ogni battezzato: regnare significa servire, vincere il peccato e donarsi nell’amore.
Maria è Regina perché povera e serva: nel Magnificat canta l’innalzamento degli umili e, vivendo nella totale disponibilità a Dio, diventa modello per i cristiani. La sua incoronazione in cielo, dopo l’assunzione, è segno e promessa della sorte eterna riservata a tutti i fedeli, chiamati a regnare con Cristo. La regalità di Maria non è distacco, ma vicinanza: è Regina del cielo e della terra, presente nelle vicende umane come interceditrice di pace, vittoria e misericordia. Per questo la Chiesa la invoca in ogni epoca, la contempla come madre e sovrana e la imita come serva fedele del Signore. In lei si riflettono la potenza, la bellezza e la misericordia di Dio, che innalza gli umili e dona speranza al suo popolo.