Incontro mensile presso l’abbazia di Chiaravalle
Sabato 5 ottobre 2024
La Santa Messa verrà officiata da un Cappellano Costantiniano. A seguire si svolgerà una visita guidata dell’abbazia e un’agape fraterna presso il ristorante attiguo. Con l’occasione, il Promotore delle Attività Culturali della Delegazione, Prof. Edoardo Teodoro Brioschi, Cavaliere Gran Croce di Merito, illustrerà il programma delle attività delegatizie previsto per i prossimi mesi.
Il monastero di Santa Maria di Chiaravalle in Milano venne fondata nel XII secolo da San Bernardo di Clairvaux come filiazione dell’abbazia di Clairvaux, in Francia. San Bernardo giunse a Milano attorno al 1134, e a seguito della sua sapiente predicazione, grazie al dono di terreni incolti ceduti da nobili milanesi, avviò l’opera di costruzione dell’abbazia.
La chiesa abbaziale venne consacrata nel 1221 e costituisce uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia. In seguito, nel XIV secolo, venne realizzato il tiburio – da cui parte la torre nolare, detta Ciribiciaccola, forse per il verso dei piccoli delle cicogne che nidificano tra le sue colonnine – ed il refettorio.
Sotto il tiburio si osservano opere importanti di pittura trecentesca, con le storie delle Vergine, attribuibili agli allievi di Giotto.
Superati gli anni del rigore che non voleva fossero dipinte le pareti della chiesa, a partire dal XV fino XVII secolo si sviluppò un’intensa campagna di abbellimento con dipinti di Bramante, il cui Cristo alla colonna oggi è conservato presso la Pinacoteca di Brera; di Bernardino Luini, la cui Madonna della buonanotte posta al termine della scalinata che collega la chiesa alle cellule dei monaci sembra saltarli prima del riposo notturno; dei Fiammenghini, con il vasto repertorio delle storie dell’ordine sulle pareti laterali e in controfacciata e di Callisto Piazza, nel chiostro.
Sorprendente infine il coro ligneo intagliato, opera di Carlo Garavaglia (1640-1645), che rispettando la regola dell’Ordine Cistercense trova la sua collocazione davanti all’altare e non dietro.
Ulteriori informazioni sull’abbazia di Chiaravalle [QUI]
Festa del Beato Matteo Carreri a Vigevano
Domenica 13 ottobre 2024
La Delegazione di Lombardia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è stata inviata da Mons. Maurizio Gervasoni, Vescovo di Vigevano, a partecipare domenica 13 ottobre 2024 presso il Duomo di Vigevano alla celebrazione del solenne Pontificale per la festa di San Matteo Carreri, Patrono di Vigevano, alla presenza del sindaco, della municipalità e le 12 contrade storiche cittadine.
Per i primi anni le contrade storiche erano nove, ognuna legata ad una parrocchia della Città: Costa, Bronzone, Cicerino, San Martino, Strada, Predalata, Mercanti, Griona e Valle. Il Comitato Promotore ne creò poi altre tre: Castello, Santi Crispino e Crispiniano (in onore dei santi protettori dei calzolai) e Contado (in ricordo dell’ambiente limitrofo al centro storico). Ad ogni Contrada corrisponde una corporazione, “mestieri” o ancora meglio “arte”, che vengono riprodotti, mostrati e spiegati. Tra questi troviamo scultori, orafi, pittori, sarti, calzolai, fabbri, armaioli, lanaioli, arazzieri e da loro si possono apprendere i segreti del mestiere partecipando alle loro attività di bottega.
Il Patrono della Città di Vigevano è Sant’Ambrogio, come si legge in una pergamena datata 996 conservata nell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Novara. Ma data la devozione secolare della Città a Beato Matteo Carreri (Mantova, 1420 – Vigevano, 5 ottobre 1470), nell’ottobre del 2019 il Vescovo di Vigevano, Mons, Maurizio Gervasoni ha chiesto il riconoscimento ufficiale alla Santa Sede, che l’ha riconosciuto come “Patrono Secondario presso Dio della Città di Vigevano il Beato Matteo Carreri, presbitero dell’Ordine dei Predicatori, da tempo venerato a Vigevano, ove predicò la Parola di Dio e morì piamente l’anno del Signore 1470”, con decreto del 25 aprile firmato dal Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Nato nella nobile famiglia Carreri di Mantova, con il nome di Gianfrancesco, entrò nell’Ordine dei Frati Predicatori con il nome di Matteo nel 1440 e svolse la sua missione in Lombardia, Toscana, Liguria e Veneto. Nel 1463 riformò il convento di Soncino.
Fra’ Matteo trascorse gli ultimi mesi della sua vita a Vigevano, nel convento attiguo alla chiesa di San Pietro Martire, dove morì il 5 ottobre 1470 ed è sepolto. Promette di guardare dal cielo Vigevano e i suoi abitanti.
Nel 1482 papa Sisto IV permette la traslazione del corpo e il culto. Dal 27 marzo 1518 la Città si affida a lui devota eleggendolo a protettore. Il 23 settembre 1742 Papa Benedetto XIV concede al clero di Mantova e Vigevano e a tutto l’Ordine Domenicano di celebrarne l’Ufficio. Lo stesso pontefice il 3 agosto 1750 concesse l’orazione e lezioni proprie nel Breviario.
La cattedrale di Sant’Ambrogio è il principale edificio religioso di Vigevano. Consacrata il 24 aprile 1612, fu iniziata dal Duca di Milano Francesco II Sforza nel 1532, dopo che nel 1530 Papa Clemente VII aveva proclamato Vigevano sede vescovile. Fu eretta su progetto di Antonio da Lonate dopo aver demolito in gran parte quella precedente (della quale fu salvata la parte absidale) risalente alla seconda metà del Trecento, ma edificata su fondamenta ben più antica. Sono presenti infatti documenti del 963 e del 967 che parlano della basilica di Sant’Ambrogio in Vigevano e pertanto le origini della chiesa primitiva affondano a prima dell’anno mille. Del precedente edificio si conservano alcuni frammenti degli archetti decorativi del cornicione di stile gotico-lombardo, appartenenti all’antica basilica. Francesco II morì poco dopo aver intrapreso la costruzione del duomo.
Venuta meno la munificenza del duca, essa poté avere compimento con le offerte dei fedeli, del Comune e dei vescovi, giungendo al tetto nel 1553 e venendo ultimata solo nel 1606 allo stato rustico, sotto la guida del Vescovo Giorgio Odescalchi, per poi essere definitivamente terminata alla fine del Seicento, allorché fu compiuta la grandiosa facciata barocca ideata da Juan Caramuel y Lobkowitz, che fu Vescovo della città dal 1673 al 1682.
Poiché gli assi del duomo e della piazza Ducale sono differenti (la piazza era infatti scenografico ingresso al castello, e non al duomo), il Caramuel fece erigere la nuova facciata in forma concava e fece eliminare l’originale rampa d’accesso al castello, completando il porticato sotto la torre del Bramante. L’espediente architettonico rendeva simmetrico il duomo rispetto alla piazza e mutava la “funzione politica” di quest’ultima: da “ingresso” del castello (potere civile) ad “anticamera nobile” del duomo (potere ecclesiastico).
Il campanile sfrutta come base una torre trecentesca (probabilmente l’antica torre civica) su cui è stato realizzato un primo sopralzo nel 1450, e un secondo nel 1818 con la costruzione dell’attuale cella campanaria sormontata da merli. Nel 1716 venne completata la cupola con la copertura in rame e nel 1753 venne terminata la sacrestia capitolare.
Durante tutto l’Ottocento si susseguirono numerosi lavori di restauro tra cui la costruzione dell’altare maggiore (1828-1830), a opera di Alessandro Sanquirico, e la decorazione del grandioso e luminoso interno a tre navate a opera di Francesco Gonin, Mauro Conconi, Vitale Sala, Cesare Ferrari e del pittore vigevanese Giovan Battista Garberini.
Il duomo di Vigevano è anche divenuto famoso per il tesoro della cattedrale. Nel 1529 Francesco II Sforza era riuscito a riavere da Carlo V il Ducato di Milano e ottenne da Papa Clemente VII che la sua città natale, Vigevano, assurgesse a sede vescovile. In seguito a ciò, nel 1534 avvenne la donazione alla novella diocesi che costituisce il nucleo storico del tesoro.
Oltre a notevoli calici, pissidi e paramenti, esso conserva anche manoscritti di grande valore come un messale romano, un evangelario e un epistolario miniati da Giovan Giacomo Decio, e un altro messale romano opera del ferrarese Guglielmo Girardi miniato nel 1455-1460, un pastorale vescovile in avorio di narvalo e La Pace, una preziosa suppellettile in argento dorato di scuola lombarda. Nella seconda sezione del museo sono conservati una serie di arazzi fiamminghi di Brussel (1520) e Oudenaarde (seconda metà del XVII secolo) con raffigurazioni sacre e profane, e due pregevoli stendardi cinquecenteschi delle antiche confraternite di Santa Maria del Popolo e dell’Annunziata. Nel tesoro della cattedrale è conservato inoltre un prezioso paramento ricamato con fili d’oro, utilizzato dal Papa Pio VII per incoronare Napoleone Bonaparte Re d’Italia nel duomo di Milano il 17 marzo 1805.
Foto di copertina: Spanzotti Giovanni Martino il Giovane, Sant’Ambrogio e il Beato Matteo Carreri, scomparto di polittico, proveniente dal Convento di Santa Croce in Bosco Marengo, Pinacoteca di Brera, Milano.