Podcast 2-17 – 1° novembre 2024 – Solennità di Tutti i Santi: “Rallegriamoci tutti nel Signore: con noi si allietano gli angeli e lodano il Figlio di Dio”
«Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» (Ap 7,9).
Nella solennità di Tutti i Santi leggiamo nell’Apocalisse (Ap 7,2-4.9-14): “Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello»”. È la visione consolante dei santi in cielo, uomini e donne comuni che non avranno un processo di beatificazione, quelli “della porta accanto”, come li chiama, con tanto affetto, Papa Francesco.
Uomini, donne, mariti, mogli, padri, madri, ragazzi, ragazze, giovani, vecchi, sapienti, ignoranti, bianchi, neri, gialli, rossi, cristiani, ebrei, musulmani, indù, scintoisti, buddisti, confuciani, animisti, incerti, diversamente credenti, sani, malati, atleti, diversamente abili, ricchi, poveri, operai, imprenditori, pensionati, impiegati, artigiani, insegnanti, studenti, vagabondi, migranti, rifugiati, rifiutati, emarginati, politici, preti, monache, insomma, tutti quelli che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello, sono benedetti, beati, santi in terra ed in cielo perché il Creatore ha tanto amato il Mondo da dare suo Figlio, l’Unigenito, perché noi ricevessimo l’adozione a figli amando in noi la sua stessa natura umana e donandogli una natura divina che ci amasse del suo stesso amore (Cfr. Papa Francesco, Lettera Enciclica Dilexit nos, 24 ottobre 2024). Ed ha ricapitolato tutto in Cristo, “Figlio dell’Uomo”, nato da Donna, perché anche noi fossimo “dei”, figli nel Figlio ed eredi del regno. Perché, in vista di lui, ha inviato il suo Santo Spirito ad abitare nelle sue creature, ciascuna secondo la sua propria natura.
E il Figlio di Dio ha voluto, fin da prima dell’inizio dei tempi, condividere con essi la loro natura umana e l’ha sanata in radice.
Perché lo Spirito Santo li ha inabitati della divina presenza di amore.
Perché la Santissima Trinità abita la Creazione e le Creature, ma manifesta la sua immagine e propone la sua somiglianza proprio nelle persone umane, tutte quelle che ho sopra elencato anche se in maniera necessariamente incompleta e parziale. Tutte quelle che, in un modo o nell’altro, hanno vissuto e fatto vivere le Beatitudini: sono stati poveri in spirito, afflitti e sconsolati, miti, affamati ed assetati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, hanno portato la pace intorno a loro, sono stati perseguitati per la loro giustizia, hanno ricevuto insulti e ogni sorta di male.
Sono loro che, in sostanza, hanno incarnato nelle loro vite la natura stessa di Dio che è Amore misericordioso e quindi hanno reso ontologica e non solo gnoseologica l’immagine e la somiglianza con Dio. Si sono, per così dire, “indiati” (Dante, Paradiso IV, 28) su questo mondo, come alter Christus, quasi ipse Christus! Loro sono la nostra speranza nella fede e mediante l’Amore – Carità. Una speranza certa sulla base della testimonianza di Paolo (Ef 1,4) e più volte richiamata dal Santo Padre Francesco.
Su Dare senso al tempo, le feste cristiane, 2003, leggiamo: “In questi ultimi decenni sono stati proclamati tanti santi e beati: mai c’è stata in precedenza una stagione così ricca di canonizzazioni, segno anche di un’estesa “cattolicità” raggiunta dalla testimonianza cristiana. Eppure molti hanno la sensazione di non conoscere dei santi “vicini”, di non riuscire a discernere “l’amico di Dio” (concetto per cui cfr. Sap 7,27, più volte ribadito dai Padri) nella persona della porta accanto, nel cristiano quotidiano. Questo forse è dovuto anche al fatto che viviamo in una cultura in cui si privilegia l’apparire, un mondo in cui “anche la santità si misura in pollici” e molti cercano non il discepolo del Signore, ma l’ecclesiastico di successo, l’efficace trascinatore di folle, l’opinion leader capace di parole sociologiche, politiche, economiche, etiche, la star mediatica cui si chiede una parola su qualsiasi evento, facendolo apparire il più eloquente a prescindere dalla sua competenza e, soprattutto, dalla sua sequela del Signore.
Ma è proprio in questa ambigua ricerca della santità attorno a noi che ci viene in aiuto la festa di tutti i Santi, la celebrazione della comunione dei Santi del cielo e della terra. Sì, al cuore dell’autunno, dopo tutte le mietiture, i raccolti e le vendemmie nelle nostre campagne, ci viene chiesto di contemplare la mietitura di tutti i sacrifici viventi offerti a Dio, la messe di tutte le vite ritornate al Signore, la raccolta presso Dio di tutti i frutti maturi suscitati dall’amore e dalla sua grazia in mezzo agli uomini.
La festa di tutti i Santi è davvero un memoriale dell’autunno glorioso della Chiesa, la festa contro la solitudine, contro ogni isolamento che affligge il cuore dell’uomo: se non ci fossero i Santi, se non credessimo “alla Comunione dei Santi” – che fa parte della nostra professione di fede – saremmo chiusi in una solitudine disperata e disperante. In questo giorno dovremmo rinnovare il canto pasquale perché, se a Pasqua contemplavamo il Cristo vivente per sempre alla destra del Padre, oggi, grazie alla sua resurrezione, noi contempliamo quelli che sono con Cristo alla destra del Padre: i Santi. Non contempliamo solo la vera Vite, manche i suoi tralci che, mondati e potati dal Padre, hanno dato il loro frutto, hanno prodotto una vendemmia abbondante per un unico vino, quello, nuovo, del Regno.
Noi oggi contempliamo questo mistero: i morti per Cristo, con Cristo e in Cristo sono con lui viventi e, poiché noi siamo membra del corpo di Cristo ed essi membra gloriose del corpo glorioso del Signore, noi siamo in comunione gli uni con gli altri, unica comunità, unico corpo mistico con a capo Cristo.
Ecco il forte richiamo che risuona per noi oggi: riscoprire il santo accanto a noi, sentirci parte di un unico corpo. È questa consapevolezza che ha nutrito la fede e il cammino di santità di molti credenti, dai primi secoli ai nostri giorni: uomini e donne nascosti, capaci di vivere quotidianamente la lucida resistenza a sempre nuove idolatrie, nella paziente sottomissione alla volontà del Signore, nel sapiente amore per ogni essere umano, immagine del Dio invisibile. Il santo allora diviene una presenza efficace per il cristiano e per la comunità dei christifideles una testimonianza, spesso muta ed invisibile: “Noi non siamo soli, ma avvolti da una grande nuvola di testimoni” (Eb 12,1).
E la loro vicinanza è davvero capace di meraviglie perché la loro volontà è ormai assimilata alla volontà di Dio manifestatasi in Cristo, unico loro e nostro Signore: non sono più loro a vivere, ma Cristo in loro, avendo raggiunto il compimento di ogni vocazione cristiana, l’assunzione del volere stesso di Cristo: “Non la mia, ma la tua volontà sia fatta, o Padre” (Lc 22,42). Sostenuti da quanti ci hanno preceduto in questo cammino, scopriremo anche i santi che ancora operano sulla terra perché il seme dei santi non è prossimo all’estinzione: caduto a terra si prepara ancora oggi a dare il suo frutto. “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is 43,19).
Purtroppo. oggi questa memoria dei santi, così come quella dei morti il giorno seguente, è svuotata dalla celebrazione, sempre più popolare, di Halloween [QUI]: un altro, triste segnale di come nella nostra società si scivoli con facilità e insensibilmente dal reale al virtuale.
A un mondo visibile, autentico e reale, il mondo della comunione dei santi, viene sostituito un mondo invisibile, immaginario, una fiction fabbricata con le nostre mani per autoconsolazione. No, la comunione dei santi è sperimentabile, vivibile: noi non siamo soli qui sulla terra perché nel Cristo risorto siamo “communicantes in unum”.
Don Angelo Casati scrive in proposito come le letture di oggi ci dicono la gioia di questa festa, una festa che allarga la visione. Contro tutti i nostri restringimenti della salvezza, contro tutti i nostri pessimismi, viene a svelarci che la salvezza è moltitudine. “Una moltitudine immensa che nessuno poteva contare” e ci toglie la presunzione di contare: “sono tanti o sono pochi coloro che si salvano?” La visione apocalittica mette sotto accusa e in questione il nostro uso, troppo frequente, della parola “pochi”: sono pochi i buoni, sono pochi i credenti, quelli veri, sono pochi i praticanti, sono pochi gli onesti.
La salvezza è moltitudine: Il mio sangue” – dice Gesù – “sparso per voi e per la moltitudine”. La visione dilata non solo il restringimento del numero, ma anche il restringimento della provenienza: “Da ogni nazione, tribù, popolo e lingua”. Il sigillo di Dio non tiene conto delle nostre delimitazioni di etnia, di cultura, di religione e di appartenenza. In realtà, c’è un’appartenenza previa, che viene prima di tutte le altre, che sta all’albore di ogni vita, che sta al principio ed è la nostra comune appartenenza a Dio non come servi, ma come figli (Gv 15,12-17). Lui per noi è Padre prima che Signore. “Quale grande amore ci ha dato il Padre” – scrive Giovanni – “per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente”.
Non è semplicemente un nome, un modo di dire, ma, chiamarlo Padre è come ricordargli la sua responsabilità. Quando Gesù ci ha invitati a chiamarlo Padre, forse nel suo cuore riandava al passo di Isaia in cui il profeta dice a Dio: “Non forzarti all’insensibilità perché tu sei nostro Padre” (Is 63 e 64). Come a dire: gli altri possono anche chiamarsi fuori, ma tu Dio no, tu non puoi chiamarti fuori: “Tu, Signore, tu sei nostro Padre, da sempre ti chiami “nostro redentore” (Is 63,16). Come dire: sei tu che ci hai messo al mondo.
È vero! siamo argilla, siamo dannatamente imprecisi e imperfetti, ma ci hai fatto tu, siamo il prodotto delle tue mani e tu ne porti la responsabilità. Ci chiamiamo e siamo realmente figli di Dio e se figli siamo eredi. Oggi contempliamo nella moltitudine immensa dei cieli l’eredità dei figli e capiamo che cosa diventano i figli quando Dio sarà pienamente manifestato in ciascuno di loro. Ma forse per un altro motivo ci è cara la festa dei Santi: perché è la festa dei non canonizzati. E ognuno aggiunge un volto, anche tu il tuo. E nessuno potrà cancellarli, questi volti, compreso il tuo. È come se cancellassero dalla liturgia la festa di Tutti i Santi. Una sorta di espropriazione; la chiamo tale perché questa festa, con il numero grande, ci ricorda che la nostra vita è fatta di tanti incontri, di tanti volti – nessuno cammina da solo – di tanti santi che ci hanno accompagnato.
Dal cielo di Dio e dal cielo della nostra memoria nessuno potrà mai cancellarli. Essi, il popolo delle beatitudini ci insegnano che la vita dei veri discepoli di Gesù più che una serie di cose da fare è un modo di essere: essere fedeli a Dio sopra ogni cosa, essere misericordiosi, essere miti, essere tessitori di pace, essere limpidi nel cuore, essere forti e coerenti nelle avversità e nelle persecuzioni come sono stati loro che ora vivono nella moltitudine immensa dei santi al cospetto di Dio, nella presenza di Lui, in Lui.
Indice dei Podcast pubblicati [QUI]
In comunione con Tutti i Santi
L’invocazione dei santi, a cori alterni fra i ministri e l’assemblea, è una singolare forma di «oratio fidelium», espressione di uno dei più gioiosi articoli della nostra fede: la comunione dei santi. Questa serie litanica per la scelta dei nomi attinge anzitutto alla memoria dei martiri, nel cui sangue è stata piantata la comunità Cristiana; e manifesta la coscienza viva che il sangue dei martiri è seme di nuovi Cristiani. I testimoni della fede sono venerati e invocati dalle Chiese particolari nel «dies natalis» e nel luogo stesso dove essi per la forza dello Spirito, uniti a Cristo nella passione e nella gloria, proclamarono con il sangue il mistero pasquale.

Confortata dalla testimonianza dei martiri, la Chiesa pellegrina sulla terra affronta il buon combattimento della fede per condividere la stessa corona e implora la misericordia del Padre, che rivela nei deboli la sua potenza e dona agli inermi la forza del martirio.
Nel corso dei secoli la comunità Cristiana estese la memoria liturgica ad altri suoi figli che, pur non avendo versato il sangue, testimoniarono in grado eroico gli impegni del Battesimo con un martirio spirituale e quotidiano.
Così entrarono in venerazione, insieme con i martiri, altri confessori della fede: pastori, asceti e vergini, che realizzarono l’idea originaria e costitutiva della santità battesimale come conformità a Cristo casto, povero e obbediente.
In sintesi, tutti i modelli della santità che la storia conosce attraverso i tempi, sono riconducibili a tre tipi che hanno in sé un immenso valore evangelizzante e testimoniante:
l’effusione del sangue, come prova suprema di amicizia;
la carità eroica, come vincolo di comunione in cui si edifica la Chiesa, e come diaconia che si apre a tutte le necessità dei fratelli;
la vita verginale, come prodigio dello Spirito realizzato nella debolezza della natura umana.
Il più antico elenco dei santi si trova nel Canone Romano della Messa e la forma più veneranda di litania si collega alla celebrazione del Battesimo nella Veglia Pasquale.
Ogni litania è sempre preceduta dall’invocazione a Dio trino e unico e a Cristo Signore a cui segue la memoria della Santa Madre di Dio, «nella quale la Chiesa ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione».
Nella struttura attuale delle litanie, alla invocazione degli angeli, si succedono le varie categorie dei santi della Chiesa universale e particolare: patriarchi, profeti, Apostoli ed evangelisti, discepoli, martiri, vergini, vescovi, dottori, presbiteri, diaconi, monaci e religiosi, laici. Seguono le invocazioni a Cristo nei suoi misteri e le suppliche per le diverse emergenze comunitarie e personali nella vita e nella storia.
In tal modo questa veneranda preghiera litanica unisce in comunione di supplica e di lode i membri della Chiesa itinerante a quelli che già contemplano il volto di Dio. Tale comunione ha il momento più forte nell’Eucaristia quando i cieli e la terra, gli angeli, i santi e i viandanti si associano nella stessa lode per mezzo di Cristo Signore, nella unità dello Spirito Santo, a gloria di Dio Padre.
La liturgia romana offre tre formulari per le Litanie dei santi:
- un formulario più ampio, che si usa specialmente per le «Rogazioni»;
- un formulario abbreviato, che deriva dal precedente, che si usa nella Veglia Pasquale e in diversi riti previsti dal Pontificale e dal Rituale Romano;
- un formulario breve che si trova nel rito per la raccomandazione dei moribondi.
Il fine delle Litanie è indirizzare le suppliche del popolo cristiano a Cristo e ai Santi.
E necessario tener presente che lo schema generale non può essere tagliato con delle omissioni, affinché non restino escluse le invocazioni generali.
Litanie dei santi
Signore, pietà
Cristo pietà
Signore, pietà
Dio Padre, nostro creatore, abbi pietà di noi
Dio Figlio, nostro redentore, abbi pietà di noi
Dio Spirito, nostro santificatore, abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio e Signore, abbi pietà di noi
Santa Maria prega per noi
Santa Madre di Dio prega per noi
Santa Vergine delle vergini prega per noi
San Michele arcangelo prega per noi
San Gabriele prega per noi
San Raffaele prega per noi
Voi tutti santi Angeli di Dio pregate per noi
Sant’Abramo prega per noi
San Mosè prega per noi
Sant’Elia prega per noi
San Giovanni Battista prega per noi
San Giuseppe, sposo di Maria prega per noi
Voi tutti santi patriarchi e profeti pregate per noi
Santi Pietro e Paolo pregate per noi
Sant’Andrea prega per noi
San Giovanni e Giacomo pregate per noi
San Tommaso prega per noi
San Filippo e Giacomo pregate per noi
San Bartolomeo prega per noi
San Matteo prega per noi
Voi tutti, santi apostoli pregate per noi
Santi Simone e Giuda pregate per noi
San Mattia prega per noi
San Barnaba prega per noi
San Luca prega per noi
San Marco prega per noi
Santa Maria Maddalena prega per noi
Voi tutti, santi discepoli del Signore pregate per noi
Santo Stefano prega per noi
Sant’Ignazio d’Antiochia prega per noi
San Policarpo prega per noi
San Giustino prega per noi
San Lorenzo prega per noi
San Giovanni di Dio prega per noi
Santa Giustina di Padova prega per noi
San Gaspare del Bufalo prega per noi
San Domenico Savio prega per noi
Santa Veronica Giuliani prega per noi
Santa Francesca Romana prega per noi
Santa Gemma Galgani prega per noi
Santa Rita prega per noi
Santa Chiara prega per noi
San Leopoldo Mandic prega per noi
Santa Cecilia prega per noi
San Cipriano prega per noi
San Bonifacio prega per noi
Sant’Agnese prega per noi
San Tommaso Becket prega per noi
Voi tutti, santi martiri pregate per noi
Sant’Ambrogio prega per noi
Sante Perpetua e Felicita pregate per noi
Santa Maria Goretti prega per noi
Santa Maria de Balma prega per noi
Santi martiri di Cristo pregate per noi
Santi Leone e Gregorio pregate per noi
San Girolamo prega per noi
Sant’Agostino prega per noi
Sant’Atanasio prega per noi
Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno pregate per noi
San Giovanni Crisostomo prega per noi
San Martino prega per noi
San Patrizio prega per noi
Santi Cirillo e Metodio pregate per noi
San Carlo Borromeo prega per noi
San Francesco di Sales prega per noi
Voi tutti, santi vescovi e dottori pregate per noi
San Pio X prega per noi
Sant’Antonio di Padova prega per noi
San Benedetto prega per noi
Voi tutti, santi sacerdoti, religiosi e religiose pregate per noi§
Santa Teresa del Bambin Gesù prega per noi
San Giovanni della Croce prega per noi
San Bernardo prega per noi
San Francesco d’Assisi prega per noi
San Domenico prega per noi
San Tommaso d’Aquino prega per noi
Sant’Ignazio di Loyola prega per noi
San Francesco Saverio prega per noi
San Vincenzo de’ Paoli prega per noi
San Giovanni Maria Vianney (Curato d’Ars) prega per noi
San Giovanni Bosco prega per noi
Santa Caterina di Siena prega per noi
Santa Tersa d’Avila prega per noi
Santa Rosa da Lima prega per noi
San Luigi prega per noi
Santa Monica prega per noi
Sant’Elisabetta d’Ungheria prega per noi
Sant’Anna, Madre di Maria prega per noi
Santa Giovanna d’Arco prega per noi
San Bruno prega per noi
Santa Venera prega per noi
San Pio da Pietralcina prega per noi
Santa Caterina da Genova prega per noi
Voi tutti santi e sante di Dio pregate per noi
Cristo, ascolta la nostra preghiera Cristo esaudisci la nostra supplica
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci, Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo ascoltaci, Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi
Preghiamo: O Dio nostro Padre Santissimo, tu lo sai, senza il tuo aiuto, noi siamo tutti poveri peccatori. Tuttavia, pieni di fiducia nei meriti del tuo Figlio e dei suoi santi, ti preghiamo di renderci degni fin da ora del Regno dei cieli che tu ci hai preparato fin dalla fondazione del mondo. Amen,




Foto di copertina: illustrazione “Credo nella Comunione dei Santi”, tavola N. 13 al Nono articolo della “Prima Parte-Il Simbolo degli Apostoli” del “Catechismo in Immagini”, pubblicato il 1° gennaio 2023 da Catholicart, riprodotto fedelmente secondo l’edizione pubblicata nel 1893 dalla casa editrice Maison de la Bonne Presse, fondata nel luglio del 1873 sotto la guida di Padre Emmanuel d’Alzon, già fondatore nel 1845 della Congregazione degli Agostiniani dell’Assunzione. Ha sede al numero 5 di Rue Bayard a Parigi.
La casa editrice nasceva per far fronte al sentimento anticlericale, incarnato dal Ministro della Pubblica Istruzione. Jules Ferry. Alzon desidera partecipare al movimento di restaurazione religiosa, che, secondo lui, implica l’affermazione del “diritto di Dio di dare significato ai diritti umani”. La comunità religiosa scelse di avvalersi della stampa per veicolare i propri messaggi e pubblicò, nel luglio 1873, un primo periodico intitolato Le Pèlerin. Si trattava del primo settimanale a colori lanciato in Francia. Nel 1883, la Maison de la Bonne Presse lancia un secondo periodo, La Croix. La Maison de la Bonne Presse pubblica anche un’ampia varietà di opere e oggetti commemorativi, tra cui catechismi e cromolitografie che raffigurano le scene e i racconti della Bibbia, sia dell’Antico che del Nuovo testamento, di cui sono state prodotte 152 numeri in 4 serie: Antico Testamento (12), Nuovo Testamento (100), Passione (20) e Risurrezione (20).
Passate la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, rimane una delle principali case editrici e tipografie in Francia. Quasi 100 anni dopo la sua creazione, nel 1969, il gruppo prese il nome di Bayard Presse. Divenuto obsoleto, il vecchio nome Maison de la Bonne Presse sembrava qualificare anche altre case di cattiva stampa. La nuova ragione sociale si ispira al nome della via dove ha avuto sede fin dagli esordi la casa editrice e conserva le due lettere del vecchio logo, BP.
Il “Catechismo in Immagini” consiste di 140 pagine formato A4, contenenti le 68 tavole dell’edizione del 1893 e le loro spiegazioni del 1908 a fronte [AMAZON e CATHOLICART, per vedere tutte le tavole].
La tavola “Credo nella Comunione dei Santi” rappresenta la Chiesa sofferente, la Chiesa militante, la Chiesa trionfante; nonché la Santa Messa di San Pio V.
Catholicart nel 2020 ha rivisitato e aggiornato le tavole del “Catechismo in Immagini” del 1893, utilizzando tre copie originali complete, per produrre una nuova edizione, con colori esaltati e bianchi dorati, di qualità insuperabile utilizzando mezzi moderni.
Alla fine del XIX secolo furono necessari nove anni per realizzare le magnifiche 68 tavole di quest’opera, che segue lo schema del Catechismo del Concilio di Trento, sviluppato con l’obiettivo primario di istruire i bambini, poi come sostegno alle missioni grazie alle sue numerose traduzioni.
- Parte I: Il Credo degli Apostoli (12 articoli illustrati)
- Parte II: I Sacramenti
- Parte III: I Comandamenti di Dio e della Chiesa
- Parte IV: Preghiere, Fini Ultimi, Peccati, Virtù, Opere di misericordia
Lo stile diretto e le bellissime illustrazioni di quest’autentica ed eterna opera di storico cattolico, pubblicata nel 1893, la rendono oggi, nella nostra era visiva, lo strumento perfetto per l’istruzione e l’elevazione degli individui.
Che tu sia giovane o vecchio, quest’opera non lascia indifferente: le sue immagini stupiscono giovani e giovanissimi; e arricchiscono le meditazioni dei più grandi, immergendoli in queste interpretazioni grafiche mozzafiato di scene dell’Antico e del Nuovo Testamento e scene della vita cristiana quotidiana.
Padre Vincent de Paul Bailly ha riunito numerose incisioni del patrimonio grafico cattolico che ha qui riunito e ha proceduto alla creazione di nuove opere mantenendo una bella unità grafica tra tutte le tavole. Ha lavorato principalmente per i bambini; per aiutarli nell’apprendimento del catechismo, lottando contro le leggi Ferry del 1881-82, che espellevano il catechismo e la storia sacra dalla scuola.
