Riflessioni sulle letture festive – XXIX Domenica del Tempo Ordinario: “Scoprire la bellezza della gratuità e scoprirsi un dono”

È stato pubblicato sul canale Speaker dell’Ufficio Stampa della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, a cura del Cappellano della Delegazione della Calabria, Don Carmine Vitolo, Cappellano di Merito, il podcast con la meditazione per la XXIX Domenica del Tempo Ordinario, di cui riportiamo di seguito l’audio e il testo. La storia è maestra della vita. In venti secoli di Cristianesimo quanti imperatori, re, uomini politici del passato e del presente si sono lievitati a questa scuola; si sono immedesimati non con le parole ma con i fatti a seguire il messaggio di Cristo; quanti nella Chiesa, Papi, vescovi, sacerdoti e laici impegnati si sono adoperati a modellare il proprio comportamento al messaggio Cristiano? Il Vangelo ci invita oggi a riflettere, a meditare sul messaggio di Gesù: “Chi vuole essere grande tra voi, si farà vostro servitore; chi vorrà essere il primo tra voi sarà il servo di tutti”. Amare allora come ha amato Gesù; amare non per quello che gli uomini possono darti ma per quello che sono; l’amore, se è vero amore, è disinteressato.

Il Servizio Podcast dell’Ufficio Stampa della Real Commissione per Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano è coordinato dal Referente per la Formazione della Delegazione di Roma e Città del Vaticano, il Prof. Enzo Cantarano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.

Podcast 2-12 – 20 ottobre 2024 – XXIX Domenica del Tempo Ordinario: “Scoprire la bellezza della gratuità e scoprirsi un dono”

«Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45).

La vera Grandezza
Commento al Vangelo Mc 10,35-45

Cari amici, celebriamo la XXIX Domenica del Tempo Ordinario e siamo introdotti e aperti all’intelligenza della Parola tratta dal libro del profeta Isaia. In particolare la Madre Chiesa ci fa soffermare al capitolo 53, il Quarto canto del Servo Sofferente, dove contempliamo al versetto 11 una parola illuminante per tutti noi: “Il giusto mio Servo giustificherà molti, Egli si addosserà le loro iniquità”.

Ecco, qui abbiamo una chiave di lettura interessantissima che ci fa comprendere il testo del Vangelo di Marco dove il primo evangelista racconta la storia di un desiderio. I figli di Zebedeo, dopo aver ascoltato l’annunzio della passione, morte e resurrezione si avvicinano al Maestro per domandare qualcosa. La loro richiesta non riguarda le cose della terra, ma sedere alla destra e alla sinistra nella sua gloria. In fondo hanno desiderato stare accanto al Signore ma nella gloria, come se la gloria di Gesù potesse prescindere dal calice, dal battesimo della Passione.

Ma cos’è un desiderio? Il desiderio è un appetito, che deve rispondere a un bisogno, a una esigenza, a una necessità, a una inclinazione, etc.

In fondo. ciascuno cerca ciò che è bello e ciò che è buono per la propria vita. Ognuno, in maniera lecita, desidera qualcosa di grande per sé, per fare stupenda la propria esistenza. Tutti viviamo questa dimensione dei desiderata, consacrati e laici.

Il punto è, che se assolutizziamo i nostri desideri, non viviamo bene; ci roviniamo il presente e corriamo il rischio di essere sempre scontenti, disincarnati, scardinati, insoddisfatti. Se non viviamo quel battesimo del dono di sé, della gratuità, seguiamo a metà il Signore e non viviamo con autenticità la libertà della sequela. Non si può seguire Gesù, se non si ha un cuore libero!

I figli di Zebedeo hanno, come noi, il desiderio della Vita della Bellezza, della Comunione con Gesù, anche se in fondo a quella richiesta vi era una sottile voglia di primeggiare sugli altri; un bisogno nascosto, di stare un gradino più su rispetto ai fratelli. Proprio per questo infatti, vediamo l’indignazione degli altri discepoli con Giacomo e Giovanni. Ma il Maestro sembra intravvedere qualcosa di bello e di buono, perché tale richiesta trova il suo culmine con la relazione con Lui ed Egli, volendo legittimare la parte buona di questo desiderio porta i suoi amici alla comprensione di un dono totalizzante.

Il Signore afferma: potete bere il calice che io bevo? Come a dire: potete vivere il dono di voi in riscatto per tutti? Lo possiamo, risposero, ma di fatto quando Gesù venne catturato, scapparono tutti e sotto la croce c’erano solo Maria e il discepolo amato. Il calice lo berrete, continua, e qui vi è una meravigliosa verità che rivela la novità. Ciascuno può seguire le orme del Maestro, questo è il potere. Essere come Lui, avere un’altra grandezza, la grandezza di sapersi donare come Cristo, però sedere alla destra o alla sinistra è per coloro che il Padre ha scelto.

Non sempre desideriamo ciò che ci serve veramente. Gesù ci fa fare un sano discernimento e lo farà con la misura del dono della vita. La sua sostituzione vicaria, è la sua vita al posto della tua. Solo così prendi consapevolezza di quanto tu sia amato, di quanto il Signore ha fatto per te, di come tu sia prezioso ai suoi occhi. Tutto questo, libera da quegli orpelli interiori, dal superfluo di una vita ricolma di visibilità. I governanti delle nazioni dominano e i capi le opprimono. Tra voi però non è così: è il secondo passaggio del Maestro. La vera Grandezza dice Gesù sta nel Servire; nel potersi sentire utili agli altri; nel poter essere un’opportunità per i fratelli; nel poter vivere incontri con gli amici senza dominare e senza opprimere o manifestare sgradevoli prese di posizioni.

Fratelli miei, solo se si attraversa la Passione con Gesù Cristo (che molte volte si snoda con gli incroci della cruda realtà), possiamo avere una comprensione di quello che abbiamo ascoltato oggi; altrimenti siamo come scollati da quella dimensione vocazionale. Il Vangelo si incarni e si attui e si fondi sempre più nella realtà, purificando i desideri, affinché non diventino capricci, chiodi fissi. Possiamo avere quel cuore libero del potere, perché il potere possa essere esercitato nell’ottica del servizio! Se il potere non sèrve, non serve.

Gesù continua il suo discorso dicendo: chi vuole essere grande sarà servitore e chi vuole essere primo sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’Uomo infatti è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti. Il Profeta Isaia ci diceva proprio così al versetto 11.

Cari amici spesso la realtà di ciò che portiamo nel cuore non ci apre alla novità della vita, alle persone, alle occasioni, anche gli incidenti di percorso, a volte ci rinchiudono! Dire Sì al Signore, ci apre a una novità a una Nuova Realtà.

La vera grandezza è essere liberi dalla smania di possedere per adorare il nostro Ego. Domenica scorsa eravamo invitati a non lasciarci possedere dalle cose. Sembra ritornare il tema della libertà che non è solo materiale, ma intellettuale e spirituale; considerando che l’aspetto dello spirito si incarna nel vissuto del nostro quotidiano. Vi auguro di intraprendere il santo viaggio del discepolo, per scoprire la bellezza della gratuità per scoprire il dono di Gesù Signore e scoprirsi un dono.

Signore dammi la voglia di seguirti
La gioia di spendermi senza ritorni
il coraggio di darmi senza aspettare nulla,
la libertà di vivere ogni giorno della mia vita,
contemplandomi accanto a te.
Fammi sentire la tua voce che mi guida,
la tua destra che mi afferra;
accompagnami con la Grazia che risana
perché possa testimoniare
la bellezza del tuo dono
e confortami nella solitudine affinché
mi possa incontrare un giorno
la gioia della beatitudine
per cantare in eterno la tua Misericordia
nei secoli dei secoli.

Indice dei Podcast pubblicati [QUI]

Oggi domenica 20 ottobre 2024, si celebra la XCVIII Giornata Missionaria Mondiale sul tema “Andate e invitate al banchetto tutti” (cfr. Mt 22,9). Nel testo del suo messaggio per la celebrazione di oggi, Papa Francesco riflette sulla parabola evangelica del Banchetto di nozze, in cui il re dice ai suoi servi: “Andate dunque per le strade, e invitate al banchetto di nozze quanti ne troverete”. Il Papa ha notato che il banchetto del re “è un’immagine della salvezza finale nel Regno di Dio”. Nell’ultima parte del suo messaggio, il Pontefice ricorda che Dio vuole “che tutti siano salvati e giungano alla conoscenza della verità”. “Questo è il cuore della missione“, ha sottolineato Papa Francesco, ‘quel ’tutti’, senza escludere nessuno”. La Giornata Missionaria Mondiale è stata istituita nel 1926 da Papa Pio XI su richiesta dell’Opera della Propagazione della Fede.

Avanzamento lettura